Archivio mensile per maggio, 2015

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Il mental coaching per l’ultramaratona di Lizzy Hawker

In previsione dell’ultramaratona del Passatore, l’ntervista a Lizzy Hawker, cinque volte vincitrice dell’Ultra Maratona del Monte Bianco ed è stata dentrice del record del mondo della 24 ore di corsa. (da The Guardian)

Cosa pensi ti fa correre bene l’ultramaratona? Hai qualcosa di diverso – o sei riuscita a connetterti a qualcosa che ognuno ha dentro di sé? La resistenza mi viene proprio naturale. E ‘sempre stato un modo di vivere – da prima di gareggiare e di correre le lunghe distanze. Anche quando ero un bambino ho preferito andare a piedi piuttosto che prendere l’autobus – in bici piuttosto che in auto. E ‘sempre stato lì. Questo è probabilmente diverso per la maggior parte delle persone. Nello sport ultra e di resistenza il lato mentale è davvero molto importante, e questo è anche parte di ciò che sono. Credo che siamo tutti alla ricerca di qualcosa nella vita – trovo qualcosa attraverso la corsa.

Qual è la cosa migliore per te della corsa? Penso proprio che sia il movimento – ma sotto il mio potere – e, naturalmente, mi piace la montagna. L’amore per la corsa è un po ‘diverso da quello, perché io corro ovunque mi trovi, che si tratti di asfalto o pista. Forse è il movimento fisico … e la libertà mentale.

Se qualcuno ti chiede un suggerimento, che dici?
Nelle lunghe distanze, è davvero quello di stare nel momento. Se lo puoi fare, e hanno la fiducia di correre una lunga distanza, allora i nostri limiti non sono mai dove pensiamo che siano. Ti rendi conto che si può andare al di là di quello che si pensava fosse possibile.

Quando si corrono queste enormi distanze si deve affrontare più volte ‘il muro’. Come si fa ad affrontarlo? Penso che sia questione di sapere che ci saranno momenti in cui ci si sente bene e ci saranno momenti in cui ti senti davvero, davvero non bene. E ‘una di quelle verità sulla vita – che niente dura, tutto è impermanente – quindi è solo sapendo che questi momenti negativi stanno per passare e si arriverà dall’altra parte e bisogna credere che sarà così.

Se ti trovi sulla linea di partenza di una gara di 24 ore è quasi inconcepibil pensare a quanto tempo sarai in movimento. Devi prendere momento per momento. E’ lo stesso in una gara di 100 miglia – se pensi al traguardo e sei solo all’inizio allora probabilmente non arriverai alla fine – ma se si prende passo dopo passo, tappa dopo tappa, poi ti rendi conto che è effettivamente possibile correre così lontano. Se ho una strategia di gara è solo per eseguire il meglio che posso, in qualsiasi punto della gara.

La mente nella ultramaratona: come allenarla a superare i momenti di crisi

Nell’ambito degli eventi organizzati in occasione della 100 km del Passatore  giovedì 21 maggio (ore 20.30), a Faenza la Galleria Comunale accoglierà un incontro su alimentazione e allenamento. L’incontro, promosso in collaborazione con la Iuta (Associazione italiana ultramaratona), prevede gli interventi di Luca Speciani, su “Dieta e prestazioni nello sportivo, in gara e fuori: il cambio di paradigma dell’alimentazione di segnale”, e di Alberto Cei, su “La mente nella ultramaratona: come allenarla a superare i momenti di crisi”.

Chi mi vuole incontrare potrà farlo durante questa serata.

Per Federer l’impossibile non esiste

Questo significa credere che l’impossibile è possibile.

La nuova mentalità vincente della Juventus

Prima il furore, poi la tecnica. Mi sembra questa l’evoluzione che in questi anni ha avuto la mentalità della Juventus. Campioni indiscussi come Buffon, Del Piero e Pirlo, fra gli altri, avevano già vinto molto e dimostrato di avere questo approccio al calcio, ma una squadra vincente è molto di più delle sue singole individualità e bisognava  che tutti dimostrassero di avere e portare sul campo questa mentalità. Il lavoro di Conte ha avuto il merito di portare il furore nel gioco, quell’intensità fisica e mentale prima che tecnica, che la squadra doveva dimostrare per novanta minuti in ogni partita. Allegri ha completato questa squadra, che aveva vinto tre campionati consecutivi, cambiando modulo di gioco e portando l’attenzione sul  lavoro tecnico e su quanto sia necessario migliorare continuamente sotto questo aspetto. Oggi si parla di quanto sia stato inatteso il raggiungimento della finale di Champions League, ma nello sport i miracoli non esistono. La squadra ha, invece, dimostrato di avere oltrepassato i limiti psicologici che le impedivano di giocare in modo da raggiungere questo obiettivo. Merito dell’allenamento ma anche dal partire da una condizione vincente, almeno in Italia, e su questa fiducia è stato possibile costruire, ostacolo dopo ostacolo, questa volontà di andare oltre i limiti passati. Ora tutto è possibile perché la storia c’insegna che Davide ha battuto Golia. La Juventus va a Berlino con un atteggiamento gioioso perché sono mesi che coltiva un sogno che giorno dopo giorno, con fatica e dedizione, è diventato realtà e questo è un vantaggio psicologico significativo per affrontare al meglio quest’ultima partita. Il Barcellona, super-favorito può incorrere in una partenza falsa come fece Bolt alla finale dei 100m ai mondiali del 2011 con la conseguente  squalifica. Un esempio di superficialità mentale dettata dal sentirsi predestinato a vincere.  Alla Juventus servirà l’entusiasmo accumulato in queste settimane unito alla calma, che le permetteranno di esaltare il proprio gioco, quello insegnato da Allegri. Certamente la Juventus nel suo percorso in Champions League è stata anche fortunata e questo ha messo in evidenza un’altra sua caratteristica, tipica delle squadre vincenti: sapere trarre vantaggio dalle condizioni favorevoli.  Infatti, ha vinto quando doveva vincere e non è facile ottenere questo risultato, perché spesso le squadre non-fiduciose perdono proprio queste partite non ragionando, perdendo la calma quando il gol non viene subito o se la squadra avversaria si mostra più difficile da superare. In questi casi, chi dovrebbe vincere diventa insicuro mentre l’avversario acquista sicurezza  e può ribaltare a proprio favore il risultato, tra l’incredulità dei favoriti. Impegno, dedizione totale e tecnica sono le parole chiave di questo successo.

#RealMadridJuventus serve tranquillità e pazienza

Tranquillità e pazienza due parole che riflettono un modo di essere che torna a essere importante prima della semifinale di Champions League Real Madrid – Juventus. Ancelotti dice: “Dobbiamo rimanere tranquilli e concentrati su ogni dettaglio. E’ solo la tranquillità che ti porta a dare il massimo”. Quindi prima la mente e poi la tecnica.

Il nemico è l’impulsività, l’azione senza la mente, la fretta di fare subito goal. Sentire troppo la partita è l’errore da evitare e i primi 20 minuti riveleranno chi fra le due squadre avrà appreso meglio la lezione sulla calma.

Questo atteggiamento tranquillo e paziente costituisce un esempio di maturità in cui l’orgoglio per quanto fatto sinora, la fiducia nelle proprie capacità e la voglia di vincere si fondono così bene insieme che sembrano scomparire nella calma che prepara il momento in cui si dovrà invece affondare per cercare il goal. Chi avrà più calma, saprà aspettare il momento in cui mettere veramente in difficoltà l’avversario.

Il momento è l’altro concetto chiave di questa partita bisognerà costruirlo e giocarlo con efficacia.

 

La mentalità di Stephen Curry, stella NBA

  1. Every time I rise up, I have confidence that I’m going to make it.
  2. I’m not the guy who’s afraid of failure. I like to take risks, take the big shot and all that.
  3. I’ve never been afraid of big moments. I get butterflies. I get nervous, but I think those are all good signs that I’m ready for the moments.
  4. I can get better. I haven’t reached my ceiling yet on how well I can shoot the basketball.
  5. Being a superstar means you’ve reached your potential, and I don’t think I’ve reached my potential as a basketball player and as a leader yet.
  6. There’s more to life than basketball. The most important thing is your family and taking care of each other and loving each other no matter what.

Ecomaratona: la corsa dei nostri antenati

Se la corsa di lunga distanza è il movimento privilegiato dell’essere umano e rappresenta una rievocazione delle azioni dei nostri antenati, la corsa in mezzo alla natura è il luogo privilegiato dove muoversi. E’ una corsa che elimina l’ossessione di molti runner per il tempo al km, perché è la natura stessa a ostacolare questo atteggiamento mentale. Può facilmente diventare un modo per immergersi nel paesaggio con le sue salite e discese su un terreno sempre diverso e affrontare questo viaggio di ore con un stile paziente e disteso anche nello sforzo che certamente richiede. E’ un percorso in cui si possono alternare la camminata con la corsa a seconda della ripidità della salite  e delle discese che si devono affrontare, E’ una corsa che ci avvicina a quello che i nostri antenati hanno fatto per migliaia di anni spostandosi da un luogo a un altro alla ricerca del cibo. Le eco-maratone così come le distanze più brevi sono un modo di vivere lo sport a misura di ciascuno, proprio perché chiunque può partecipare, se lo vuole, a una passeggiata ecologica in mezzo a un bosco o nei prati mentre i più allenati possono cimentarsi sulle distanze più lunghe.  Mi auguro che abbiano sempre più diffusione così come sta avendo ad esempio la EcoMaratona del Chianti con i percorsi competitivi di 42, 21 e 14 km, oltreché l’Ecopasseggiata di 10 km, il tour tra le cantine e il nordic walking di 11 km.

E’ sbagliato dare a tutti la stessa opportunità

Dobbiamo costruire situazioni in cui ogni persona possa esprimersi al proprio meglio

 

La psicologia dello sport nella scuola calcio. Strumenti pratici e modalità di azione.

Relatore: Daniela Sepio

Psicologa dello sport ed esperta di attività giovanile negli sport di squadra e individuali. In questo ambito da diversi anni ricopre il ruolo di responsabile dell’area psicologica di SGS-FIGC del Lazio. Tiene una rubrica settimanale su questo blog intitolata “Young and Football”. E’ Vice-Presidente della Società Italiana di Psicologia dello Sport.

Data: 19 MAGGIO ore 19-20,15

Durata: 75 minuti

La scuola calcio è una realtà complessa in cui gli aspetti tecnici, metodologici e organizzativi si intersecano a dinamiche psicologiche legate alle relazioni, alla gestione dei piccoli atleti ed alla crescente complessità del sistema sportivo e delle famiglie.

Il webinar affronterà le tematiche legate agli aspetti psicologici, pedagogici e relazionali della scuola calcio. Gli argomenti principali riguarderanno gli strumenti pratici e le modalità di azione utili per la gestione della scuola calcio e dell’allenamento giovanile.

Il webinar è rivolto a tecnici, dirigenti, psicologi ed esperti in psicologia dello sport. Partecipando si acquisiranno competenze su:

 

  • Gli strumenti del mental coaching per costruire e dirigere le situazioni di allenamento.
  • Analisi e decodifica delle dinamiche di gruppo nella scuola calcio: costruzione della squadra e gestione dei conflitti
  • Strategie di comunicazione efficace correlate agli esercizi tecnici e alle categorie di riferimento
  • Sviluppare talento e creatività attraverso il divertimento
  • La gestione delle relazioni nella scuola calcio
  • La parte finale del webinar sarà dedicata al question time dove si potranno porre domande al relatore

 

Riceverai una e-mail di conferma entro 24 ore

Cos’è la maratona

Molti mi chiedono cos’è la maratona e che piacere vi sia nel percorrere tutti quei chilometri. Questo pensiero di Mauro Covacich, scrittore e runner, è una delle possibili spiegazioni.

“La maratona è una sorta di credo permanente: basta averla corso una volta soltanto per sentirsi maratoneti a vita. Un po’ come per la psicanalisi. Sì, la considero una forma di arte marziale, una disciplina interiore. Lo è intrinsecamente. Per gli allenamenti che richiede, per il modo in cui ti porta a percepire l’ambiente, per lo sforzo che esige dal tuo corpo. Il maratoneta è un samurai con le scarpette al posto della spada: è estremamente severo verso se stesso, non si perdona mai, è costantemente in lotta contro i propri limiti… Sbaglia chi pensa alla maratona come a una scelta sportiva, è una disciplina massimamente estetica. È proprio una visione del mondo: non sono solo quei quarantadue chilometri da correre nel minor tempo possibile, è l’idea di resistere, di andare oltre…”
(Mauro Covacich)