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Secondo un’indagine di Public Health England (PHE)
- 6.3 milioni di adulti di 40-60 anni del Regno Unito non camminano a passo spedito 10 minuti consecutivi nel corso di un mese.
- Nel Regno Unito il 20% è meno attivo rispetto agli anni ’60.
- Si cammina 15 miglia in meno rispetto a 20 anni fa.
- La natura sedentaria della vita attuale rende difficile trovare il tempo per svolgere esercizio fisico.
- PHE chiede a tutti di camminare ogni giorno almeno 10 minuti a passo spedito
- E’ stata sviluppata una app ‘Active 10’ per mostrare a ognuno quanto cammina in modo spedito e come incorporarla nella propria vita quotidiana.
- Camminare in modo spedito almeno una volta al giorno riduce del 15% il rischio di morte precoce.
- Raggiungendo 150 minuti di camminata per settimana si riducono il diabete di tipo 2 (del 40%), i problemi cardio-circolatori (35%), la demenza (30%) e alcune forme di cancro (20).
- La gravità di questa inattività fisica fra gli adulti, in UK, contribuisce a 1 morte su 6 e costa al servizio sanitario 0,9 miliardi di sterline.
Sono passati 19 anni da questa intervista sulla sedentarietà ma direi che i consigli suggeriti per diventare più attivi sono ancora validi.
Unfortunately, the vast majority of Americans don’t get enough exercise and a growing segment doesn’t get any exercise. Technology has allowed us to get by with less and less physical activity. Seventy-five years ago, it was very difficult to even make a living sitting down, but nowadays more and more people work sedentary jobs where they are seated a big portion of the day—and their bodies are rebelling for it!
- Diabetes is on the increase and predicted to affect 1 in 3 people by 2050.
- 70.7% percent of Americans aged 20 and older are overweight
- 37.9% of Americans aged 20 and older are obese
- Heart disease is still the leading cause of death in America. One in three deaths is related to heart disease
In 2017, US-NIH will launch a huge study to document in detail exactly what is happening in the body when exercising and prove that exercise is medicine.
The six-year, $170 million study will follow 3,000 sedentary people ranging from children to the elderly as they embark on an exercise program. A control group, who will remain sedentary, will also be tracked for comparison.
I numeri dell’indagine sulla pratica sportiva in Italia presentati da Coni e Istat, dimostrano purtroppo che i sedentari continuano a essere troppi e che la percentuale degli attivi non mostra significativi miglioramenti in tutte le fasce di età rispetto al passato.
In Italia:
- 25% popolazione pratica sport in modo continuativo
- 9,7% talvolta
- 25% qualche attività fisica
- 39,2 sono i sedentari
- 30,5% popolazione attiva nel NordEst
- 17,5% popolazione attiva nel Sud
- 52,7% degli abitanti del Sud sono sedentari
- 5,7% del tempo libero della popolazione tra 3-24 anni è dedicato allo sport per 2h13m per settimana
- dal 2000 al 2016 la % di praticanti in modo continuativo è aumentata dell’7%
- dal 2013 al 2016 l’incremento è del 3%
Epilessia e sport è ancora un rapporto poco indagato e soprattutto poco praticato. Questo avviene poiché molti continuano a credere che lo sport possa rappresentare uno stress che scateni le convulsioni. La ricerca ha invece dimostrato che questa probabilità è minore in relazione all’attività motoria rispetto a quanto lo sia nelle comuni attività quotidiane. La questione non riguarda se praticare sport, riguarda piuttosto quali sono le attività consigliate e quelle da evitare e come ottenere l’idoneità sportiva almeno alla pratica non-competitiva. Inoltre, bisogna ricordare che la sedentarietà forzata determina l’insorgere di altri problemi, tipici in chi non fa sport e che si riferiscono ai problemi cardio-circolatori, al diabete di tipo 2, ai tumori al seno e al colon nonché disturbi psicopatologici (depressione e ansia). La Giornata mondiale dell’epilessia dovrebbe essere un momento di riflessione e proposizione su questi temi, che comunque potranno essere affrontati con efficacia non in modo individuale ma solo con la corruzione di reti di collaborazione fra le famiglie di questi pazienti, il sistema socio-sanitario, le società sportive e gli esperti psicologi e medici.
Può un Paese con il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi d’Europa, nonché con una elevatissima percentuale di adulti sedentari essere considerato un Paese con una cultura sportiva diffusa, definita e condivisa?
Non sarà che è proprio il modello rappresentato dal genitore sedentario a determinare il sovrappeso del bambino?
Non sarà che è l’assenza dell’attività motoria negli asili nido e nella scuola elementare a determinare la convinzione che lo sport e il movimento sono qualcosa di periferico nello sviluppo del benessere di un giovane?
Non sarà che portare i propri figli a giocare all’aperto sia considerato come faticoso, mentre è più facile lasciarli a guardare i cartoni in TV o a giocare con la play station?
Non sarà che considerare il laureato in scienze motorie e il prof di educazione fisica come laureati e insegnanti di valore minore rispetto agli altri colleghi della scuola, non serva a continuare a svalutare il valore dello sviluppo dell’essere umano tramite il movimento?
Non sarà che considerare lo sport come un’attività del tempo libero e non come un’attività che serve anche a migliorare il rendimento scolastico porti a una sua sottovalutazione cronica da parte della scuola e dei genitori?
Non sarà che non condividere lo sport con i figli e i loro amici sia un modo per non portarli a svolgere attività all’aria aperta?
Da 10 anni il numero di persone che in Italia praticano sport non cresce e continua a essere tra i più bassi in Europa. Non è solo una questione economica, manca un’adeguata cultura dello sport e del valore del movimento.
Persone di 3 anni e più che praticano sport, qualche attività fisica e persone sedentarie per Regione Anno 2015 (valori percentuali) |
REGIONI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE |
Praticano sport |
di cui in modo: | Praticano solo qualche attività fisica |
Non praticano sport né attività fisica |
||
continuativo | saltuario | |||||
Piemonte | 35,8 | 24,7 | 11,2 | 33,8 | 30,0 | |
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste | 45,0 | 31,5 | 13,5 | 30,0 | 24,5 | |
Liguria | 32,7 | 24,1 | 8,6 | 30,8 | 36,2 | |
Lombardia | 40,7 | 28,5 | 12,2 | 27,2 | 31,4 | |
Trentino-Alto Adige/Südtirol | 50,9 | 34,0 | 16,9 | 35,4 | 13,5 | |
Bolzano/Bozen | 56,6 | 36,2 | 20,4 | 32,1 | 10,8 | |
Trento | 45,4 | 31,9 | 13,5 | 38,6 | 16,0 | |
Veneto | 40,3 | 27,9 | 12,4 | 32,6 | 27,0 | |
Friuli-Venezia Giulia | 38,5 | 28,1 | 10,4 | 31,6 | 29,8 | |
Emilia-Romagna | 36,0 | 25,7 | 10,3 | 31,7 | 31,9 | |
Toscana | 34,9 | 25,0 | 9,9 | 31,1 | 33,6 | |
Umbria | 31,6 | 23,0 | 8,6 | 28,0 | 40,0 | |
Marche | 35,6 | 26,5 | 9,1 | 27,6 | 36,4 | |
Lazio | 34,8 | 27,3 | 7,5 | 20,6 | 43,9 | |
Abruzzo | 31,7 | 21,8 | 9,9 | 25,7 | 42,5 | |
Molise | 25,4 | 19,2 | 6,2 | 19,0 | 55,1 | |
Campania | 19,5 | 13,0 | 6,5 | 23,1 | 57,2 | |
Puglia | 27,4 | 19,4 | 8,0 | 21,2 | 51,1 | |
Basilicata | 23,9 | 18,2 | 5,7 | 24,0 | 51,7 | |
Calabria | 24,5 | 17,9 | 6,6 | 18,4 | 56,7 | |
Sicilia | 24,4 | 18,0 | 6,4 | 17,5 | 57,3 | |
Sardegna | 34,0 | 24,6 | 9,4 | 29,3 | 36,3 | |
Nord-ovest | 38,6 | 27,0 | 11,6 | 29,4 | 31,5 | |
Nord-est | 39,4 | 27,7 | 11,8 | 32,4 | 28,0 | |
Centro | 34,7 | 26,2 | 8,5 | 25,3 | 39,5 | |
Centro-Nord | 37,7 | 27,0 | 10,7 | 29,0 | 32,9 | |
Mezzogiorno | 24,9 | 17,7 | 7,2 | 21,5 | 53,2 | |
Italia | 33,3 | 23,8 | 9,5 | 26,5 | 39,9 | |
Fonte: Istat, Indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana” |