Spesso chi non segue lo sport agonistico e non ne capisce il valore chiede cosa spinge questi/e giovani a dedicare la loro vita a questa attività. Per iniziare a capire cosa determini la decisione di intraprendere la carriera sportiva, credo si debba intanto sapere che lo sport si declina al singolare ma in realtà bisognerebbe esprimersi al plurale e parlare di sports.
Gli sports infatti sono molto diversi tra loro e soddisfano caratteristiche psicologiche e fisiche molto diverse tra loro. Solo per festare a quanto è successo in questi giorni. potremmo parlare della partita di calcio femminile fra Italia e Portogallo e del bellissimo goal di Cristiana Girelli, del passaggio al turno successivo di Sinner che perdeva per due set a zero contro il suo avversario che si è dovuto ritirare per un infortunio grave, della prima donna che è scesa sotto i 14 minuti nei 5mila metri, Beatrice Chebet, del Tour de France appena iniziato e del ritiro di Filippo Ganna dopo pochi km della prima tappa per caduta, e ancora dei mondiali nuoto, degli europei di lotta e di quelli di tennis tavolo che sono programmati in questo periodo. Ci sono sport dove su un mezzo si corre oltre a 300km all’ora ma ve ne sono altri che si fanno praticamente stando fermi e immobili.
Quindi non so proprio come si possa definire lo sport, stando a tutte queste sue manifestazioni così diverse tra loro. Sembra però che ciò che le accomuna sono le gare, il competere di questi giovani gli uni contro gli altri, ognuno nel suo sport. Questo concetto è ben rappresentato dal motto olimpico “Citius, Altius, Fortius, Communiter” (Più veloce, Più alto, Più Forte, Insieme). Si dice che l’importante è partecipare, ognuno al suo meglio. Lo sport o gli sports rappresentano pertanto una delle forme di autorealizzazone che noi esseri umani scegliamo per conoscerci, svilupparci, perfezionarci e vivere larga parte della nostra vita sociale.
Questo sono gli atleti/e.