Archivio mensile per maggio, 2015

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I problemi dello sport giovanile

Questo è quello che si pensava in Canada ormai 10 anni fa (Canadian Sport for Life – Long-Term Athlete Development. Resource Paper V2 (2005). Vancouver: Canadian Sport Centres). Siamo sicuri di non avere ancora gli stessi problemi per l’attività giovanile?

Quali sono i problemi?

  • Gli atleti in età di sviluppo competono troppo e si allenano poco.
  • Programmi per adulti sono imposti ad atleti in età di sviluppo
  • La preparazione è centrata su obiettivi a breve termine – vincere – anziché su obiettivi a lungo termine.
  • L’età cronologica piuttosto che l’età di sviluppo è usata per pianificare l’allenamento e le competizioni
  • In larga misura gli allenatori non prendono in considerazione i periodi critici di adattamento all’allenamento.
  • I migliori allenatori lavorano a livello di elite, gli allenatori volontari a livello di sviluppo dove sarebbe necessaria maggiore qualità.
  • I genitori non sono educati a ragionare in termini di processo a lungo termine.
  • Non c’è un sistema d’identificazione del talento
  • Non c’è integrazione fra programmi di educazione fisica scolastici, i programmi ricreativi e i programmi agonistici degli atleti di alto livello.
  • Anticipazione eccessiva della specializzazione.

La corsa per Lornath Kiplagat

Le parole dei campioni hanno un valore inestimabile. Lornath Kiplagat, atleta olimpica e record mondiale su strada, parla della corsa fatta di natura, persone e ambiente. Divertimento e prestazione. Incredibile: impariamo da lei.

“Where’s your favourite place to run? Definitely Iten in Kenya. Because of the natural trails, the people living around there, the atmosphere and the runners. Everyone is a runner. If you aren’t running, it’s like: “What are you doing?” You don’t struggle to run – it’s just a part of life there. The morning, the middle of the day, the night … no one minds. That’s the best place. Competition-wise, it’s the London Marathon. It’s a pity I’ve never really had a chance to win it, but I’ve always had fun there. London has always been good to me over the years, even if I didn’t perform. Many athletes think you need to win, to be top-three. I never won but I still think it’s really special. I really appreciate the way they treat the athletes here. It’s amazing.” (by The Guardian)

Ayrton Senna

La gestione delle pause di gioco nel tennis

Stabilito che nel tennis le pause tra un punto e l’altro sono parte della prestazione.

Perché non viene insegnato a gestirle così come viene fatto per il gioco?

In inglese si chiama “the 16 second cure”

Consiste in 4 fasi:

  • Risposta fisica positiva – 3/4 secondi fine punto – andare fondo campo, passi decisi, espressione viso neutra e gesto d’incitamento
  • Rilassamento – 5/6 secondi – spalle al campo, rilassamento, sguardo su corde racchetta
  • Preparazione – 4/5 secondi – ritornare linea di fondo, ripetizione mentale servizio o risposta
  • Rituale – 4/5 secondi rituale di preparazione, pronti  servire o rispondere
Quando farlo: sempre!