Archivio per il tag 'Champions League'

Perchè tifare domani per l’Inter

La finale di Champions League di quest’anno verrà giocata da due squadre, una delle quali è data per sfavorita, l’Inter, rispetto all’altra, il Manchester City.  Le ragioni addotte per formulare questa scelta sono molte e non ultima è quella di essere guidata da un allenatore dominante sulla scena mondiale da molti anni come Pep Guardiola.

In questa situazione l’Inter fa parte di quella categoria denominata underdog, definita come squadra che si trova in una situazione di svantaggio e che si prevede perda. Di storie di sfavoriti è piena la mitologia, il cinema e lo sport. Quindi perché dovremmo essere attratti da Davide contro Golia o da Rocky Balboa, dalla Cremonese che giunge alle fasi finali della Coppa Italia o dal Leicester che vinse il campionato inglese? Perché tifare per l’Inter?

In primo luogo, per l’identificazione, questo vale essenzialmente per i tifosi di questa squadra, che hanno una forte affiliazione preesistente. Altri ancora hanno un legame meno intenso ma la supporteranno in quanto squadra italiana. Vi è comunque una terza categoria di persone che tiferanno per l’Inter perchè è la squadra sfavorita, si può scegliere di simpatizzare, per la squadra svantaggiata con la quale non si ha alcuna affiliazione precedente. Poiché il successo degli underdog è per definizione inaspettato, questo può aumentare l’emozione di tifare per loro. In altre parole, le persone possono fare il tifo per l’Inter per il semplice motivo che le vittorie inaspettate sono più soddisfacenti dal punto di vista emotivo rispetto alle vittorie attese; viceversa, le sconfitte attese non sono così difficili da sopportare come le sconfitte inaspettate. Stare dalla parte di chi potrebbe ottenere un risultato meno probabile è personalmente più emozionante rispetto allo scegliere la sponda opposta.

Comunque, i primi che dovranno manifestare questa mentalità sono i calciatori e lo staff dell’Inter. Loro devono essere i primi tifosi di loro stessi. Concludo con un pensiero di Marcello Lippi: “Nella mia carriera non ho mai vinto niente, voi è da dieci anni che non vincete niente. Sarà l’ora che le cose cambino. Saremo di fronte a una grande tavola imbandita, dove ogni coppa è un piatto. Nessuno potrà avere più fame di noi”.

Tottenham e Atalanta prive di resilienza

Le partite di ieri di Champions League hanno messo in mostra un problema di resilienza in alcune squadre, quali il Tottenham (ha perso 7-2 con il Bayern) e l’Atalanta (2-1 con lo Shaktar). Ambedue queste squadre non hanno saputo reagire positivamente alle difficoltà della partita.

Infatti, la resilienza si riferisce proprio alla capacità di reagire immediatamente a un problema. E’ quell’abilità che permette alle persone reagire alle sconfitte, ritornando indietro più forti di prima. Queste persone, piuttosto che lasciarsi travolgere dall’insuccesso e blocchi la loro determinazione, trovano invece un modo per risorgere da quei momenti.

Diciamo anche le squadre che spesso perdono le partite, come in questo periodo (Spal, Sampdoria, Genia e Milan) e quelle che spesso giocano al di sotto del loro livello mostrano una carenza di resilienza. Lo stesso vale per gli allenatori che le guidano.

  • Conoscere le situazioni che si devono affrontare nel dettaglio
  • Avere un piano per fronteggiarle con successo
  • Essere disposti ad adattarsi immediatamente alle situazioni nuove e impreviste
  • Credere nelle proprie capacità personali e della squadra, impegnandosi al massimo per attuarle
  • Sapere reagire positivamente e immediatamente a un errore
  • Comunicare e sostenere i compagni per tutta la durata della prestazione
  • Scaricare la tensione quando è possibile e nelle pause di gioco
Sono competenze che si dovrebbero costantemente migliorare. La domanda che dovrebbero porsi gli allenatori sono::
  1. Sono consapevole dell’importanza della resilienza?
  2. Sono convinto che si possa allenare?
  3. Quanto spesso l’alleno nella mia squadra?

 

 

Gli errori mentali del Napoli

Seguendo le valutazioni dei quotidiani della partita Real Madrid – Napoli si possono evidenziare i seguenti errori mentali del Napoli. Una squadra è pronta a giocare ad alto livello se:

I leader guidano la squadra – Hamsik l’ha fatto per troppo poco tempo a livello elevato, così pure gli altri giocatori più importanti.

E’ concentrata in modo positivo – Il Napoli è sembrato poco concentrato e insicuro nel seguire le indicazioni del suo allenatore.

Sul campo gioca in modo determinato – Il Napoli ha regalato troppi palloni in fase di disimpegno, troppi errori individuali. Questi sono segnali di tensione eccessiva.

Gestisce le grandi aspettative che si creano per le partite decisive – Invece i giocatori sono stati sommersi da queste aspettative di gloria che hanno ridotto l’efficacia del loro gioco. Il Real Madrid è andato in svantaggio ma sapeva come fare per recuperare la partita. Il Napoli è andato in vantaggio ma non ha saputo gestire questo momentum positivo.

E’ convinta di potere vincere – Si può vincere o perdere ma bisogna coltivare in modo instancabile la convinzione che si può vincere se si segue il proprio piano di gioco. Il Napoli questo l’ha dimostrato probabilmente a un livello medio ma grandi aspettative richiedono livelli elevati di: prontezza mentale, reattività fisica, tenacia persistente e finali di partita ad alta intensità.

La nuova mentalità vincente della Juventus

Prima il furore, poi la tecnica. Mi sembra questa l’evoluzione che in questi anni ha avuto la mentalità della Juventus. Campioni indiscussi come Buffon, Del Piero e Pirlo, fra gli altri, avevano già vinto molto e dimostrato di avere questo approccio al calcio, ma una squadra vincente è molto di più delle sue singole individualità e bisognava  che tutti dimostrassero di avere e portare sul campo questa mentalità. Il lavoro di Conte ha avuto il merito di portare il furore nel gioco, quell’intensità fisica e mentale prima che tecnica, che la squadra doveva dimostrare per novanta minuti in ogni partita. Allegri ha completato questa squadra, che aveva vinto tre campionati consecutivi, cambiando modulo di gioco e portando l’attenzione sul  lavoro tecnico e su quanto sia necessario migliorare continuamente sotto questo aspetto. Oggi si parla di quanto sia stato inatteso il raggiungimento della finale di Champions League, ma nello sport i miracoli non esistono. La squadra ha, invece, dimostrato di avere oltrepassato i limiti psicologici che le impedivano di giocare in modo da raggiungere questo obiettivo. Merito dell’allenamento ma anche dal partire da una condizione vincente, almeno in Italia, e su questa fiducia è stato possibile costruire, ostacolo dopo ostacolo, questa volontà di andare oltre i limiti passati. Ora tutto è possibile perché la storia c’insegna che Davide ha battuto Golia. La Juventus va a Berlino con un atteggiamento gioioso perché sono mesi che coltiva un sogno che giorno dopo giorno, con fatica e dedizione, è diventato realtà e questo è un vantaggio psicologico significativo per affrontare al meglio quest’ultima partita. Il Barcellona, super-favorito può incorrere in una partenza falsa come fece Bolt alla finale dei 100m ai mondiali del 2011 con la conseguente  squalifica. Un esempio di superficialità mentale dettata dal sentirsi predestinato a vincere.  Alla Juventus servirà l’entusiasmo accumulato in queste settimane unito alla calma, che le permetteranno di esaltare il proprio gioco, quello insegnato da Allegri. Certamente la Juventus nel suo percorso in Champions League è stata anche fortunata e questo ha messo in evidenza un’altra sua caratteristica, tipica delle squadre vincenti: sapere trarre vantaggio dalle condizioni favorevoli.  Infatti, ha vinto quando doveva vincere e non è facile ottenere questo risultato, perché spesso le squadre non-fiduciose perdono proprio queste partite non ragionando, perdendo la calma quando il gol non viene subito o se la squadra avversaria si mostra più difficile da superare. In questi casi, chi dovrebbe vincere diventa insicuro mentre l’avversario acquista sicurezza  e può ribaltare a proprio favore il risultato, tra l’incredulità dei favoriti. Impegno, dedizione totale e tecnica sono le parole chiave di questo successo.

#RealMadridJuventus serve tranquillità e pazienza

Tranquillità e pazienza due parole che riflettono un modo di essere che torna a essere importante prima della semifinale di Champions League Real Madrid – Juventus. Ancelotti dice: “Dobbiamo rimanere tranquilli e concentrati su ogni dettaglio. E’ solo la tranquillità che ti porta a dare il massimo”. Quindi prima la mente e poi la tecnica.

Il nemico è l’impulsività, l’azione senza la mente, la fretta di fare subito goal. Sentire troppo la partita è l’errore da evitare e i primi 20 minuti riveleranno chi fra le due squadre avrà appreso meglio la lezione sulla calma.

Questo atteggiamento tranquillo e paziente costituisce un esempio di maturità in cui l’orgoglio per quanto fatto sinora, la fiducia nelle proprie capacità e la voglia di vincere si fondono così bene insieme che sembrano scomparire nella calma che prepara il momento in cui si dovrà invece affondare per cercare il goal. Chi avrà più calma, saprà aspettare il momento in cui mettere veramente in difficoltà l’avversario.

Il momento è l’altro concetto chiave di questa partita bisognerà costruirlo e giocarlo con efficacia.

 

Qual è il gioco mentale fra Real Madrid-Atletico Madrid

Il risultato straordinario raggiunto dall’Atletico Madrid, Campionato e finale Champions, è dovuto in larga parte alla capacità di Simeone, l’allenatore, di avere instillato nei suoi giocatori la mentalità vincente che gli mancava. A poco a poco è riuscito a convincere la squadra che se non ti poni dei limiti a priori, puoi raggiungere qualsiasi obiettivo.Il difensore Filipe Luis ha detto che “vincere il campionato con una squadra così umile è incredibile, ci è voluto duro lavoro, fede e lotta”.

La difficoltà principale del Real Madrid è che deve gestire lo stress di chi deve assolutamente vincere la Champions, è il favorito e per mitigare questo stress Ancelotti continua a ripetere che per lui è un sogno e non un’ossessione. Tempo fa ha detto: “Non puoi sempre vincere 2-0 o 3-0. Sono felice perchè la squadra ha mostrato solidità, un buon atteggiamento, lavora insieme e sa come soffrire”. Un atteggiamento quindi non diverso da quello proposto da Simeone.

E’ lo stesso atteggiamento che in Italia Antonio Conte e Rudy Garcia sono riusciti a trasmettere alla Juventus e alla Roma. Infatti da sempre e in qualsiasi campo duro lavoro, fiducia di potercela fare, collaborazione, e impegno costante e intenso determinano il successo.

E quindi stasera vincerà la squadra che avrà saputo gestire meglio questi ultimi giorni di tensione ed entrerà in campo tesa e convinta che alla fine il proprio sogno si realizzerà.

Quanto è stato difficile per la Juve giocare la Champions League

Le partite importanti possono trasformare in positivo il gioco delle squadre ed è quello che sta succedendo al Copenaghen contro la squadra. La volontà di giocare bene può trasformare una squadra con un gioco scarso in una squadra più tecnica e combattiva. La Juventus al contrario pur giocando una partita positiva non appare combattiva e aggressiva come suo solito. Combattività significa lottare in ogni momento come se fosse quello decisivo; è un atteggiamento molto faticoso da mantenere perchè richiede una continua prontezza fisica e mentale nonchè intelligenza tattica per giocare come si era pianificato. La Champions richiede questo approccio mentale che la Juve nel primo tempo ha dimostrato poco mentre nel secondo ha alternato momenti positivi con altri in cui è apparsa distratta.

Poca cosa il Real Madrid nel 1° tempo

Molto bene il Real Madrid nei primi 15 minuti, mostra volontà e orgoglio. Devono continuare a essere veloci ma più precisi. Molto buoni i contrattacchi del Borussia. 63% Real Madrid possesso palla ma no reti.

Dopo 30 minuti il Borussia è sempre in superiorità in difesa, partita noiosa in questa fase. Ronaldo sembra distratto e poco combattivo. Qual è il leader del Real … forse non c’è stasera.

Barcellona e Real Madrid misurano la loro volontà di vincere

Le due partite che il Barcellona e il Real Madrid dovranno giocare saranno una misura della loro volontà di vincere. La volontà consiste nel potere di un gruppo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati. Solo alla fine dei due incontri si saprà chi ha vinto ma sin da subito si può sapere chi vuole vincere. Per squadre come il Barcellone e il Real Madrid ciò che conta da subito è l’atteggiamento con cui si comincerà la partita, non dovranno mai trasmettere agli avversari la sensazione che per loro sarà facile e che hanno la finale in tasca. Ecco perchè dovranno entrare in campo con la volontà di vincere nonostante il risultato molto negativo della partita di andata. Questo è l’Everest da scalare: giocare al massimo delle proprie capacità e vincere, sapendo che sarebbe molto più facile giocare una partita mediocre sul piano dell’orgoglio e della volontà e non qualificarsi. Sono sfide quasi impossibili come lo è scalare l’Everest senza ossigeno, ma qualcuno ci riesce.