Archivio per il tag 'Camminare'

Camminare fa bene ma almeno più di 2200 passi

Ci viene detto da anni che camminando 10.000 passi al giorno riduce il rischio di malattie cardiache e morte prematura, anche in chi trascorre il resto della giornata in modo sedentario.

Ora recenti indagini hanno messo in evidenza che il minimo numero di passi  è di 2.200 al giorno e che i rischi sulla salute si riducono mano a mano che aumentiamo i passi durante la giornata.

Il rischio si riduce di molto tra le persone che fanno dai 9.000 ai 10.500 passi al giorno. il rischio di morte prematura del 39% e il rischio di un attacco di cuore o ictus di oltre un quinto.

Anche se i risultati hanno mostrato che qualsiasi numero di passi giornalieri superiori a 2.200 al giorno era associato a tassi più bassi di morte e malattie cardiache, indipendentemente dal tempo trascorso seduti, i benefici aumentano con l’aumentare dei passi effettuati dalle persone.

Questi nuovi studi indicano che ogni singolo passo verso il raggiungimento dei 10.000 passi al giorno conta per ridurre il rischio di morte e malattie cardiache.

Quindi restiamo attivi per la salute  come viene detto, attraverso 150 minuti di esercizio moderato alla settimana. E in qualsiasi modo bisogna avvicinarsi a camminare raggiungendo 10.000 passi al giorno.

Siamo ridotti veramente male se le organizzazioni mondiali che si occupano delle promozione della salute devono ricordarci di camminare, di svolgere cioè la più semplice e naturale azione che un umano può compiere.

bisogna seguire comunque questa indicazione, perchè come si dice “ne va della salute”.

Sedentarietà e traffico urbano

A proposito di sedentarietà non so quanto siamo consapevoli che è la struttura stessa della nostra vita in città che ci porta, come la corrente di un fiume, verso questo stile di vita così negativo. Fino a quando le città resteranno spazi che facilitano quasi esclusivamente l’uso delle auto, camminare e l’uso della bicicletta resteranno ai margini della nostra vita e la mancanza di movimento continuerà a essere un problema endemico.

Persone in bicicletta sono “apparse a Parigi” e la cosa più importante di questa incredibile trasformazione di Parigi è la rapidità con cui è avvenuta, una volta che le strade sono state trasformate. Non si può dire che “Parigi è sempre stata così”, perché non è così. Ci è voluta una leadership.

Infatti, Parigi è la città che in questi ultimi anni è maggiormente cambiata sotto questo punto di vista ottenendo risultati eccezionali.

A woman driving a convertible stuck in bumper-to-bumper traffic. Steam and smoke waft around her vehicle. She stares longingly at people enjoying the fresh air and park to her left. Illustration.

Di seguito le considerazioni di @BrentToderian (City planner + urbanist at @TODUrbanWORKS. Global advisor on cities. Past Vancouver chief planner)

Per assicurarsi che le auto non riprendessero il controllo delle strade parigine quando la pandemia stava “finendo” (come è successo in molte città), il sindaco @Anne_Hidalgo ha fatto in modo che 60.000 posti auto e molte strade fossero trasformate in modo permanente in posti a sedere per ristoranti, luoghi per le persone e piste ciclabili.

Non c’è una “pallottola d’argento” semplicistica per rendere vivaci le strade e i grandi #peopleplace – ma se ci fosse, probabilmente sarebbe la seduta in strada e le sedie mobili. Non permettete a nessuno di dire che non c’è spazio – basta ripensare lo spazio per le auto. Come illustra senza sforzo #Paris. #placemaking

Girando per le città europee – dai centri urbani più vivaci come Milano e Amsterdam alle città più piccole come Gand e Bruges in Belgio, e Ravenna e Padova nel Nord Italia – è chiaro che ci sono numerosi miglioramenti che possono essere presi in prestito per gli Stati Uniti e implementati in modo relativamente rapido e poco costoso:

  • Rendere le strade multimodali
  • Implementare la tariffazione della congestione e/o le zone a traffico limitato
  • Eliminare i parcheggi su strada
  • Potenziare le opzioni di transito
  • Recuperare le piazze e gli altri spazi pubblici per le persone

Gli spazi per camminare dal 1850 a oggi

Colin Pooley, Walking spaces: Changing pedestrian practices in Britain since c. 1850. Published July 13, 2020 Research Article.

Camminare è una delle forme più sostenibili e salutari di spostamento quotidiano su brevi distanze, ma la pedonalità è diminuita sostanzialmente in quasi tutti i Paesi nell’ultimo secolo. Questo articolo utilizza una combinazione di testimonianze personali e rapporti governativi per esaminare come gli spazi in cui le persone si spostano sono cambiati nel tempo, per tracciare l’impatto che tali cambiamenti hanno avuto sulla mobilità pedonale e per considerare i cambiamenti necessari per rivitalizzare gli spostamenti a piedi come forma comune di spostamento quotidiano. Nel XIX secolo, la maggior parte degli spazi urbani non erano particolarmente favorevoli agli spostamenti a piedi, ma molte persone camminavano perché avevano poche alternative e il numero di pedoni significava che potevano dominare lo spazio urbano. Nel XX secolo, le successive decisioni di pianificazione hanno rimodellato le città facendo apparire gli spostamenti a piedi più difficili e più rischiosi. Il trasporto motorizzato è stato normalizzato e la pedonalità emarginata. Solo un cambiamento radicale potrà invertire questa tendenza.

 

Esistono in lingua italiana diversi libri sull’importanza di camminare ma, a mia conoscenza, nessun articolo scientifico che descriva con chiarezza come sia cambiata questa pratica negli ultimi due secoli in virtù della diffusione del trasporto a motore. Questo articolo inglese ha, invece, questo pregio e per questa ragione mi è sembrato interessante proporlo sul blog.

Non abbiamo bisogno di un consiglio per ogni passo che facciamo

Siamo bombardati continuamente da consigli e regole su come fare sport. Riceviamo consigli su come fare attività motoria all’alba, su quanto dobbiamo bere quando fa caldo, sull’abbigliamento migliore per l’inverno piuttosto che per l’estate, su come dare continuità ai nostri allenamenti, su cosa prestare attenzione quando corriamo, sulla musica più adatta in funzione dell’intensità dell’attività e così via all’infinito.

Mi chiedo se questo bisogno indotto e, in parte, anche richiesto dalle persone non sia un modo per rinunciare a decidere in prima persona come fare un’attività e ad affidarsi completamente alle regole proposta da altri.

Se devo consultare un esperto per sapere a che ora è meglio camminare per 30 minuti in estate e quanto devo bere durante il giorno rinuncio di fatto alla mia autonomia come individuo, rinuncio anche a sperimentare cosa è meglio per me e divento una persona che si adegua e che rinuncia a sviluppare una competenza anche attraverso gli errori.

Ora giacche non sia sta parlando di allenamenti da campione olimpico ma di attività piuttosto elementari, questo abbandono della propria autonomia nelle mani di altri la trovo ingiustificabile e poco rispettosa delle proprie capacità.

Gli esperti se ci si vuole allenare in modo continuativo e con dei miglioramenti evidenti e adeguati al tempo che s’intende spendere in quell’attività. Ma ribelliamoci a questa valanga di consigli che quando fa caldo ci dicono di vestirci leggeri e di non uscire nelle pre più calde. Non abdichiamo alla nostra capacità critica di ragionare, altrimenti diventeremo adulti che hanno di babysitter per svolgere la loro vita quotidiana.

Non dimentichiamoci di camminare

Nonostante l’eccezionale caldo di questi giorni non si deve comunque eliminare qualsiasi forma di attività motoria, soprattutto quella più semplice e comune: il camminare. Certamente si deve scegliere le ore iniziali della mattina o quelle della sera. Si può iniziare anche con un passo più lento di quello abituale, usando come criterio di valutazione dello sforzo, la possibilità di potere parlare senza percepire uno sforzo particolare.

Durante questa passeggiata è importante vivere con piacere il momento presente, un passo dopo l’altro.

Può essere utile esercitare un controllo sulla respirazione mantenendo la propria inspirazione abituale e cercando di allungare di 3/4 secondi la fase espiratoria. In questo modo, il passo continuerà a essere coordinato e la camminata scorrerà in modo rilassato.

Una camminata di 30 minuti è più che sufficiente per ottenere benefici sul sistema cardiocircolatorio e sul tono muscolare e anche sul miglioramento dei propri stati d’animo.

Camminare insieme ad altre persone con cui condividere questa esperienza è certamente più piacevole che camminare da soli. Stimola inoltre la motivazione soprattutto nelle fasi iniziali di questa attività motoria e permette di farla diventare un appuntamento quotidiano da non dimenticare.

 

La sedentarietà degli italiani è grave

In questi giorni sui quotidiani si continua a parlare di quanto sia diffusa la sedentarietà. Di seguito alcune slide per capire il problema di questa mancanza di movimento.

Le componenti psicosociali del camminare

Muoversi camminando è una delle attività umane primarie. Oggi è invece possibile vivere seduti passando da un mezzo ad un altro. Pertanto un progetto che abbia lo scopo di promuovere il camminare diventa innovativo e quanto mai necessario per promuovere il benessere dei cittadini.

Diversi sono gli aspetti psicosociali coinvolti nella riuscita di questa idea; riguardano nella sostanza la percezione che i cittadini hanno di:

  1. quanto sia apprezzabile e gratificante camminare nella loro città,
  2. quali motivazioni il camminare soddisfi,
  3. quanto il loro benessere globale ne esca rafforzato.

Questi tre aspetti dovrebbero giungere a costituire un unico modello integrato personale, che permetta di passare con facilità dall’intenzione di camminare (voglio farlo) all’azione (lo sto facendo).

Essere consapevoli di questi tre aspetti e della loro interazione diventa, quindi, necessario per la riuscita di questo progetto sul camminare. I dati delle indagini hanno dimostrato che si apprezza il camminare in città se:

  1. si vedono altri camminare per andare a lavorare o come espressione di attività fisica,
  2. vi sono spazi verdi, spazi sicuri ed esteticamente piacevoli,
  3. le strade sono sicure,
  4. gli incidenti ai pedoni sono rari,
  5. vi sono scuole dove si cammina,
  6. il traffico è ridotto.

In relazione alle motivazioni individuali si è rilevato che le persone sono orientate a svolgere un’attività che

  1. riduca lo stress quotidiano e migliori l’umore,
  2. migliori il rapporto con il proprio corpo,
  3. si svolga all’aria aperta,
  4. si possa fare in compagnia,
  5. rispetti i propri ritmi individuali e che sia moderatamente intensa,
  6. sia semplice e accessibile.

Il terzo aspetto di questo approccio riguarda la promozione del proprio benessere. Questo risultato deriva dall’interazione fra i due aspetti descritti e che si riferiscono ai criteri di camminabilità e alla motivazione. Quando questi s’incontrano l’individuo mostra un livello di soddisfazione personale superiore, che gli fornisce una percezione di benessere migliore.

Camminare allontana il pericolo di morte

Association of Daily Step Count and Step Intensity With Mortality Among US Adults

JAMA. 2020; 323(12):1151-1160.

Domanda: Qual è la relazione tra il conteggio dei passi giornalieri e l’intensità dei passi con la mortalità tra gli adulti statunitensi?

Risultati: In questo studio osservazionale che comprendeva 4840 partecipanti, un numero maggiore di passi al giorno è stato associato in modo significativo a una minore mortalità totale (rapporto di pericolo corretto per 8000 passi/giorno contro 4000 passi/giorno, 0,49). Non c’è stata un’associazione significativa tra l’intensità dei passi e la mortalità per tutte le cause.

Significato: Un numero maggiore di passi al giorno è stato associato a un minore rischio di mortalità per cause naturali.

In questo periodo dell’anno si fanno sempre programmi per migliorare la nostra vita in quello che sta per arrivare. Questa ricerca ci fornisce l’opportunità di fare una scelta importante e significativa per il nostro benessere. E’ gratuita e alla portata di tutti. Si tratta di camminare, attività che molti di noi svolgono in maniera estremamente limitata. Non importa la velocità, per ottenere dei benefici è sufficiente muoversi con il nostro passo, bisogna però farne 8.000 al giorno per ottenere questo risultato positivo che ci farà vivere meglio e più a lungo.

10 ragioni per camminare ogni giorno

La conoscenza passa attraverso il movimento: riprendiamo a camminare  almeno mezzora ogni giorno.

  1. Camminare risveglia ogni muscolo del corpo, non certo solo le gambe
  2. Camminare è un momento da trascorrere con altre persone ma anche in solitudine
  3. Camminare migliora il nostro umore
  4. Camminare è proprio per tutte le età
  5. Camminare è l’unica attività in comune a ogni essere umano da decine di migliaia di anni
  6. Camminare è stata ed è l’attività primaria per conoscere e ampliare il proprio territorio
  7. Camminare sulle proprie gambe è ciò che insegnano i genitori ai figli
  8. Camminare è alla base della corsa, dei lanci, dei salti e di ogni altra forma di movimento
  9. Camminare nella natura stimola il guardare, sentire gli odori e il rumore dei propri passi
  10. Camminare è un’attività gratuita

 

C o m e  v u o i  e s s e r e?

 

Risultati immagini per wall-e film tramaImmagine correlata

Camminare per essere sani

Salute fortemente favorita da:

  • 10.000 è il numero minimo di passi da fare al giorno
  • 150 sono i minuti a settimana di attività fisica a moderata intensità
  • 130 passi al minuto è la cadenza ideale di una camminata
  • 100 sono i passi al minuto camminando. 25 passi in 15 secondi
  • 17% coloro che in Italia praticano attività fisica per almeno due ore a settimana; contro il 54% della Finlandia e il 53% di Svezia e Danimarca e una media europea del 40%.
  • 5 sono i minuti da camminare ogni ora
  • Il mondo cammina poco e la media mondiale è di 5mila passi, con l’Italia poco più su, a 5.500
  • Avvertenza: introdurre modificazioni durature alle proprie abitudini, attraverso l’adozione di abitudini  a misura delle proprie condizioni  psicologiche e fisiche e compatibili con la vita quotidiana

Risultati immagini per Large-scale physical activity data reveal worldwide activity inequality

Dati provenienti dagli smartphone e relativi a oltre 68 milioni di giorni di attività di 717.527 individui rivelano variabilità nell’attività fisica in tutto il mondo.

a, Mappa mondiale che mostra le variazioni di attività (passi giornalieri medi) tra paesi misurati attraverso dati smartphone in 111 paesi con almeno 100 utenti. I colori freddi corrispondono all’attività elevata (ad esempio, il Giappone in blu) e i colori caldi indicano bassi livelli di attività (ad esempio, l’Arabia Saudita in arancione).

b, i livelli di attività tipici (modalità di distribuzione) differiscono tra i paesi. Le curve mostrano la distribuzione di passi attraverso la popolazione in quattro paesi rappresentativi come densità di probabilità normalizzata (attività da alta a bassa: Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, Arabia Saudita). Le linee tratteggiate verticali indicano la modalità di attività per il Giappone (blu) e l’Arabia Saudita (arancione).

c, La variazione dell’attività attorno alla modalità popolazione differisce da paese a paese. Le curve mostrano la distribuzione di passi attraverso la popolazione rispetto alla moda della popolazione. In Giappone, l’attività del 76% della popolazione rientra nel 50% della moda (cioè tra le linee tratteggiate in grigio chiaro), mentre in Arabia Saudita questa percentuale è solo del 62%. Il Regno Unito e gli Stati Uniti si trovano tra questi due estremi per il livello medio di attività e la varianza. Questa mappa è basata sui dati di CIA World Data Bank II, disponibili pubblicamente tramite il pacchetto R mapdata (https://www.r-project.org/). © 2017 Macmillan Publishers Limited, part of Springer Nature.