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Cos’è la maratona

Molti mi chiedono cos’è la maratona e che piacere vi sia nel percorrere tutti quei chilometri. Questo pensiero di Mauro Covacich, scrittore e runner, è una delle possibili spiegazioni.

“La maratona è una sorta di credo permanente: basta averla corso una volta soltanto per sentirsi maratoneti a vita. Un po’ come per la psicanalisi. Sì, la considero una forma di arte marziale, una disciplina interiore. Lo è intrinsecamente. Per gli allenamenti che richiede, per il modo in cui ti porta a percepire l’ambiente, per lo sforzo che esige dal tuo corpo. Il maratoneta è un samurai con le scarpette al posto della spada: è estremamente severo verso se stesso, non si perdona mai, è costantemente in lotta contro i propri limiti… Sbaglia chi pensa alla maratona come a una scelta sportiva, è una disciplina massimamente estetica. È proprio una visione del mondo: non sono solo quei quarantadue chilometri da correre nel minor tempo possibile, è l’idea di resistere, di andare oltre…”
(Mauro Covacich)

Siamo una società impersonale: individui privi di coscienza di sé e del rapporto con la collettività

Siamo un paese in arretramento e ancora una volta il Censis ha evidenziato alcuni fra i principali difetti:

  1.  Il 31% dei genitori gioca quotidianamente con i videogiochi per più di due ore.
  2. Non più del 20% degli italiani possiede le competenze minime per orientare e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita quotidiana.
  3. Siamo terzi al mondo per numero di interventi di medicina e chirurgia estetica in rapporto alla popolazione. Nel 2012 in Italia gli interventi di medicina estetica sono aumentati del 24,5%.  Vi sono 900 centri per il tatuaggio (costo variabile da 40 a 2.000 euro l’uno). Ogni settimana aprono in Italia 4 nuovi centri specializzati in tatuaggi.
  4. Cresce il pessimismo sul futuro e si prevede un ulteriore degrado etico: per il 55% aumenteranno le tangenti, come l’evasione fiscale (58,6%) e la pratica di accettare affari di dubbia committenza (59,8%).
  5. Aumenta il consumo di psicofarmaci: +16,2% di antidepressivi in 6 anni.

Ecco quindi che il successo è stato già ridefinito. Piuttosto che la saggezza dello sviluppo di nuove  competenze si cerca la fortuna al videogioco; il benessere lo si ricerca con gli psicofarmaci, i tatuaggi e la chirurgia estetica; al posto dell’idea di restituzione/condivisione cresce la passività e il senso di impotenza rispetto al futuro e all’etica; la voglia di stupirsi lascia il posto a uno stile di vita impersonale copia delle vite raccontate tramite il gossip delle celebrità.

Barcellona senz’anima

Il gioco del Barcellona nella partita contro il Milan è stato un esempio di esercizio estetico che è l’esatto contrario della mentalità vincente. Il Barcellona infatti ha avuto una percentuale di possesso palla che ha sfiorato il 70%, è qualcosa d’incredibile e che dimostra la qualità della squadra in campo ma nello stesso tempo è assolutamente inutile. Nel calcio vince chi tira in porta e di solito le squadre forti fanno più tiri allo scopo di avere più occasioni. Negli ottavi di Champions League ciò che conta è vincere, tutto il resto è un dettaglio. Nel calcio il goal è un evento raro non è come nel basket o nella pallavolo, dove si fanno punti ogni manciata di secondi. Il Barcellona, in questo caso è stato un esempio da manuale, perchè ha tenuto la palla che è la prima cosa da fare ma non ha fatto la seconda, che consiste nel tirare in porta. Per queste ragioni ha giocato senz’anima, il suo è stato un esercizio estetico di bravura ma non ha mai portato al gesto tecnico decisivo: il tiro in porta. Forse i giocatori spagnoli penseranno che hanno fatto tutto bene, tranne che per il goal, che però è ciò che distingue chi vince da chi perde. A me piace il concetto di “prendi la palla, passa la palla”, ma deve essere finalizzato a uno scopo, che nel calcio si chiama tirare impegnando il portiere.