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Quanta attività fisica è necessaria per la salute?

Tutti possono trarre beneficio dall’aumento dell’attività fisica e dalla riduzione dei comportamenti sedentari, compresi gli anziani affetti da patologie croniche o disabilità. Queste raccomandazioni sono valide per tutti, indipendentemente da sesso, razza, etnia, livello di reddito o capacità funzionali.

Ogni movimento è importante, poiché qualsiasi quantità di attività fisica è meglio di nessuna, e di solito una quantità maggiore è meglio. Si possono ottenere benefici anche da bassi livelli di attività e tutti dovrebbero essere incoraggiati a iniziare lentamente e ad aumentare l’attività fisica regolare.

Tutta l’attività fisica conta e può essere svolta in molti modi diversi che contribuiscono ai benefici per la salute e in diversi contesti. Per esempio, camminare e andare in bicicletta, le faccende domestiche di tutti i giorni, il giardinaggio, la danza, l’esercizio fisico e lo sport sono tutti considerati attività fisica.

Non è mai troppo tardi per iniziare a essere attivi e alcune attività, come gli esercizi multicomponente svolti nell’ambito dell’attività fisica settimanale, possono aiutare a prevenire le cadute negli anziani.

Un comportamento troppo sedentario può essere poco salutare e può aumentare il rischio di obesità, peggiorare la forma fisica, la salute e il comportamento cardiometabolico e influire sulla durata del sonno. Limitare e sostituire la sedentarietà con attività fisica di qualsiasi intensità offre benefici per la salute.

(Fonte: OMS 2023)

I segreti del benessere: movimento e relazioni interpersonali

Xu X., Mishra G.D., Holt-Lunstad J., et al. Social relationship satisfaction and accumulation of chronic conditions and multimorbidity: a national cohort of Australian women General Psychiatry 2023;36.

Premessa - Le relazioni sociali sono associate alla mortalità e alle condizioni croniche. Tuttavia, si sa poco sugli effetti della soddisfazione delle relazioni sociali sulle condizioni croniche multiple (multimorbidità).

Obiettivi - Esaminare se la soddisfazione delle relazioni sociali è associata all’accumulo di multimorbilità.

Metodi - Sono stati analizzati, a partire dal 1996, i dati di 7.694 donne australiane prive di 11 patologie croniche all’età di 45-50 anni. Ogni 3 anni sono stati misurati cinque tipi di soddisfazione delle relazioni sociali (partner, familiari, amici, lavoro e attività sociali)  ottenendo un punteggio da 0 (molto insoddisfatto) a 3 (molto soddisfatto). I punteggi di ogni tipo di relazione sono stati sommati per ottenere un punteggio di soddisfazione complessivo. Si è voluto studiare l’accumulo di multimorbilità in relazione a 11 condizioni croniche.

Risultati - In un periodo di 20 anni, 4.484 donne (58,3%) hanno riportato multimorbilità. Rispetto alle donne che riferivano la massima soddisfazione (punteggio 15), le donne con la soddisfazione più bassa (punteggio ≤5) avevano le probabilità più elevate di accumulare multimorbilità. Risultati simili sono stati osservati per ogni tipo di relazione sociale. Altri fattori di rischio, come lo stato socioeconomico, comportamentale e la menopausa hanno spiegato insieme il 22,72% dell’associazione.

Conclusioni - La soddisfazione delle relazioni sociali è associata all’accumulo di multimorbilità e la relazione è spiegata solo in parte da fattori socioeconomici, comportamentali e riproduttivi. I legami sociali (ad esempio, la soddisfazione per le relazioni sociali) dovrebbero essere considerati una priorità di salute pubblica nella prevenzione e nell’intervento sulle malattie croniche.

Miglior equilibrio = vita più lunga

A sottolineare l’importanza dell’articolo pubblicato in giugno da Araujo, C. et al. (2022) “Successful 10-second one-legged stance performance predicts survival in middle-aged and older individuals” sul British Journal of Sports Medicine anche l’Harvard Medical School evidence la rilevanza di questo dato per salute e cioè la capacità di restare per 10 secondi in equilibrio su una gamba e scrive che:

Uno studio pubblicato online il 21 giugno 2022 dal British Journal of Sports Medicine ha rilevato che le persone che non riescono a stare in piedi su una gamba sola per 10 secondi nella mezza età e in età avanzata hanno un rischio quasi doppio di morte prematura. I ricercatori hanno valutato le informazioni sanitarie e i risultati dei test di equilibrio di 1.700 persone (di età compresa tra i 51 e i 75 anni e tutte prive di problemi di deambulazione) e le hanno seguite per sette anni. Durante lo studio, 123 partecipanti sono morti per varie cause. Dopo aver preso in considerazione l’età, le condizioni di base, il peso e altri fattori dei partecipanti, gli scienziati hanno stabilito che il mancato superamento del test dell’equilibrio era associato a un rischio maggiore dell’84% di morire nel periodo di studio, rispetto al superamento del test dell’equilibrio. Lo studio era di tipo osservazionale e ha trovato solo un’associazione (non un rapporto di causa-effetto) tra capacità di equilibrio e morte precoce. Ma se volete provare il test, si dà il caso che sia anche un buon modo per aumentare l’equilibrio, riducendo così il rischio di cadute, a prescindere da ogni possibile effetto sulla longevità. Ecco cosa fare: Mettetevi in piedi vicino a un bancone (per avere un sostegno, se necessario). Per stare in equilibrio sulla gamba sinistra, tenete le braccia lungo i fianchi e appoggiate lentamente la parte superiore del piede destro sul polpaccio sinistro. Rimanete così per 10 secondi. Poi ripetete, invertendo la posizione delle gambe. Esercitatevi ogni giorno e vedrete come il vostro equilibrio migliorerà”.

E’ ora di pensare alla salute mentale di atleti e allenatori

Nel Regno Unito le Federazioni di atletica collaborano con  Believe Perform  per costruire un percorso online per atleti allenatori e allenatori pre promuovere la salute mentale e e la prestazione.

Da noi non si pensa neanche a questi temi!

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Muoviti e pensa

Why Your Brain Needs Exercise

The evolutionary history of humans explains why physical activity is important for brain health

David A. Reichlen and Gene E. Alexander, Scientific American, January 1, 2020

Brief synthesis

“Why does exercise affect the brain at all?

Physical activity improves the function of many organ systems in the body, but the effects are usually linked to better athletic performance.

Instead exercise seems to be as much a cognitive activity as a physical one. In fact, this link between physical activity and brain health may trace back millions of years to the origin of hallmark traits of humankind. If we can better understand why and how exercise engages the brain, perhaps we can leverage the relevant physiological pathways to design novel exercise routines that will boost people’s cognition as they age—work that we have begun to undertake.

… we demonstrated that people who spent more time engaged in moderate to vigorous physical activity had larger hippocampal volumes.

Researchers have also documented clear links between aerobic exercise and benefits to other parts of the brain, including expansion of the prefrontal cortex, which sits just behind the forehead. Such augmentation of this region has been tied to sharper executive cognitive functions, which involve aspects of planning, decision-making and multitasking—abilities that, like memory, tend to decline with healthy aging and are further degraded in the presence of Alzheimer’s. Scientists suspect that increased connections between existing neurons, rather than the birth of new neurons, are responsible for the beneficial effects of exercise on the prefrontal cortex and other brain regions outside the hippocampus.

If we can augment the effects of exercise by including a cognitively demanding activity, then perhaps we can increase the efficacy of exercise regimens aimed at boosting cognition during aging and potentially even alter the course of neurodegenerative diseases such as Alzheimer’s.

They found an additive effect: exercise alone was good for the hippocampus, but combining physical activity with cognitive demands in a stimulating environment was even better, leading to even more new neurons. Using the brain during and after exercise seemed to trigger enhanced neuron survival.”

Al primo posto i soldi e al secondo la salute degli atleti

Quanto sta accadendo ai mondiali di atletica di Doha è la dimostrazione che vi sono luoghi in cui non è possibile gareggiare. E’ altrettanto evidente che gli interessi politici ed economici dominano il mondo sportivo, per cui da molto tempo i più importanti eventi sportivi sono spesso organizzati in zone del mondo dove a causa delle condizioni ambientali gli atleti corrono seri rischi per la loro salute e non sono messi nelle condizioni di fornire prestazioni sportive corrispondenti al loro livello di competenza.

A Doha, il 40% delle maratonete si sono ritirate e i tempi finali delle prestazioni migliori sono molto superiori rispetto alle loro prestazioni migliori. Inoltre, la maratona è certamente la gara dove emergono in modo più evidente queste difficoltà ma analoghi fatti sono accaduti nella marcia e in altre prestazioni su pista.

Non mi ricordo se qualche federazione di atletica abbia protestato contro questa assegnazione dei mondiali. D’altra parte la storia è vecchia, se ci si ricorda che le partite dei mondiali di calcio del 1970 in Messico si giocavano a un’altitudine superiore ai 2000 metri e in orari impossibili per caldo e umidità ma utili per potere essere viste in Europa.

Non c’è chance per gli atleti, l’unica reazione sarebbe non partecipare ma molti non hanno un potere contrattuale da mettere in campo per portare avanti i loro diritti. Solo Eliud Kipchoge non è andato, perché sta preparando il tentativo di correre la maratona in 1h59m fra due settimane, finanziato da Ineos.

Risultati immagini per maratona donne doha

Camminare per essere sani

Salute fortemente favorita da:

  • 10.000 è il numero minimo di passi da fare al giorno
  • 150 sono i minuti a settimana di attività fisica a moderata intensità
  • 130 passi al minuto è la cadenza ideale di una camminata
  • 100 sono i passi al minuto camminando. 25 passi in 15 secondi
  • 17% coloro che in Italia praticano attività fisica per almeno due ore a settimana; contro il 54% della Finlandia e il 53% di Svezia e Danimarca e una media europea del 40%.
  • 5 sono i minuti da camminare ogni ora
  • Il mondo cammina poco e la media mondiale è di 5mila passi, con l’Italia poco più su, a 5.500
  • Avvertenza: introdurre modificazioni durature alle proprie abitudini, attraverso l’adozione di abitudini  a misura delle proprie condizioni  psicologiche e fisiche e compatibili con la vita quotidiana

Risultati immagini per Large-scale physical activity data reveal worldwide activity inequality

Dati provenienti dagli smartphone e relativi a oltre 68 milioni di giorni di attività di 717.527 individui rivelano variabilità nell’attività fisica in tutto il mondo.

a, Mappa mondiale che mostra le variazioni di attività (passi giornalieri medi) tra paesi misurati attraverso dati smartphone in 111 paesi con almeno 100 utenti. I colori freddi corrispondono all’attività elevata (ad esempio, il Giappone in blu) e i colori caldi indicano bassi livelli di attività (ad esempio, l’Arabia Saudita in arancione).

b, i livelli di attività tipici (modalità di distribuzione) differiscono tra i paesi. Le curve mostrano la distribuzione di passi attraverso la popolazione in quattro paesi rappresentativi come densità di probabilità normalizzata (attività da alta a bassa: Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, Arabia Saudita). Le linee tratteggiate verticali indicano la modalità di attività per il Giappone (blu) e l’Arabia Saudita (arancione).

c, La variazione dell’attività attorno alla modalità popolazione differisce da paese a paese. Le curve mostrano la distribuzione di passi attraverso la popolazione rispetto alla moda della popolazione. In Giappone, l’attività del 76% della popolazione rientra nel 50% della moda (cioè tra le linee tratteggiate in grigio chiaro), mentre in Arabia Saudita questa percentuale è solo del 62%. Il Regno Unito e gli Stati Uniti si trovano tra questi due estremi per il livello medio di attività e la varianza. Questa mappa è basata sui dati di CIA World Data Bank II, disponibili pubblicamente tramite il pacchetto R mapdata (https://www.r-project.org/). © 2017 Macmillan Publishers Limited, part of Springer Nature.

I rischi mortali della vita sedentaria

Miglioriamo la nostra consapevolezza sui rischi che si corrono una vita sedentaria.

Strong evidence shows that physical inactivity increases the risk of many adverse health conditions, including the world’s major non-communicable diseases (NCDs) of coronary heart disease (CHD), type 2 diabetes, and breast and colon cancers, and shortens life expectancy. Because much of the world’s population is inactive, this presents a major public health problem.

Worldwide, we estimate that physical inactivity is responsible for between 6% and 10% of the major NCDs of CHD, type 2 diabetes, and breast and colon cancers. And, this unhealthy behaviour is responsible for 9% of premature mortality, or >5.3 of the 57 million deaths in 2008. By eliminating physical inactivity, life expectancy of the world’s population may be expected to increase by 0.68 years. This makes inactivity comparable to the established risk factors of smoking and obesity, discussed below. It is important to interpret the added years of life correctly: they appear modest because they represent gains in the whole population (comprising inactive and active persons), not among inactive persons who become active. Because all the gain accrues to those who move from inactive to active, the increase in life expectancy among the inactive alone is greater. For perspective, other research conducted in the United States estimated that inactive persons would gain 1.3–3.7 added years from age 50 by becoming active. And, among East Asians, life expectancy from age 30 among the active was 2.6–4.2 years greater, compared with inactive persons.”

  • Noncommunicable diseases (NCDs) kill 41 million people each year, equivalent to 71% of all deaths globally.
  • Each year, 15 million people die from a NCD between the ages of 30 and 69 years; over 85% of these “premature” deaths occur in low- and middle-income countries.
  • Cardiovascular diseases account for most NCD deaths, or 17.9 million people annually, followed by cancers (9.0 million), respiratory diseases (3.9million), and diabetes (1.6 million).
  • These 4 groups of diseases account for over 80% of all premature NCD deaths.
  • Tobacco use, physical inactivity, the harmful use of alcohol and unhealthy diets all increase the risk of dying from a NCD.
  • Detection, screening and treatment of NCDs, as well as palliative care, are key components of the response to NCDs.

Modifiable behavioural risk factors

Modifiable behaviours, such as tobacco use, physical inactivity, unhealthy diet and the harmful use of alcohol, all increase the risk of NCDs.

  • Tobacco accounts for over 7.2 million deaths every year (including from the effects of exposure to second-hand smoke), and is projected to increase markedly over the coming years.
  • 4.1 million annual deaths have been attributed to excess salt/sodium intake.
  • More than half of the 3.3 million annual deaths attributable to alcohol use are from NCDs, including cancer.
  • 1.6 million deaths annually can be attributed to insufficient physical activity.”

 

Camminare poco, poco benessere

A mio avviso la semplice azione del camminare dovrebbe diventare una delle sfide principali del nostro futuro prossimo. La sedentarietà è diventata certamente l’attività più diffusa nel nostro mondo dominato dalle macchine e dalla tecnologia. Conosciamo altrettanto bene i danni provocati dallo stile di vita sedentario. Muoversi è diventato così importante, nonché poco praticato, tanto che gli smartwatch ogni ora te lo ricordano in modo imperativo.

Quanto ci muoviamo ce lo dice una ricerca che ha rilevato che negli Stati Uniti, gli americani coprono giornalmente un distanza di circa 4km pari a 5.117 passi. In Australia i passi salgono a 9.695, in Svizzera a 9650 e in Giappone a 7.168.

Negli USA fra gli over 50 i passi scendono sotto la soglia giornaliera di 5.000 e continuano a decrescere con il trascorrere del tempo.

E’ interessante notare che il numero di passi corrisponde solo a circa 1/3 di quelli effettuati da uomini e donne che vivono in una vecchia fattoria Amish in Ontario, Canada. Assumendo che questo stile di vita corrisponda a quello condotto dai nord-americani a metà dell’800, si può affermare che vi sia stata una evidente riduzione della camminata negli ultimi 150 anni.

Personalmente ho una media annua di 11.988 passi al giorno, pari a 9,420km.

 

Le 10 regole per sentirsi mentalmente e fisicamente in forma

Spesso sentirsi in forma è vissuto come un dovere, perché ce lo chiedono i nostri amici, il medico o il nostro partner e ci si sente spinti a “fare qualcosa” per non subire più quegli interrogatori sul perché non vogliamo fare niente. Altre volte, invece, sono proprio coloro che vanno già in palestra in modo assiduo che  sviluppano una mentalità centrata sull’idea che per sentirsi bene bisogna fare sempre di più e i risultati si ottengono solo con il dolore e con sedute faticose in cui ci si sfida a raggiungere il proprio limite.

Nessuno di questi due approcci all’attività fisica è di grande aiuto nel promuovere il piacere di svolgere un’attività senza alcun altro scopo che non sia il desiderio di sentirsi in forma fisicamente e mentalmente e lo stare a proprio agio mentre la si svolge producendo degli effetti positivi sul proprio benessere, che sono momentanei ma anche duraturi nel tempo se la si svolge in modo continuativo.

Per motivarci a intraprendere e mantenere questo tipo di percorso è importante sapere cosa raccontiamo a noi stessi, di seguito riporto 10 regole, che rappresentano 10 modi di fare che se acquisiti potrebbero essere di supporto alla scelta e al mantenimento di uno stile di vita fisicamente attivo.

  1. Trova piacere in ciò che fai per sentirti in forma
  2. Costruisci una mente in pace con se stessa
  3. Respira con l’intenzione di sentire il corpo che si muove
  4. Visualizza il tuo benessere
  5. Ascolta il cuore quando è calmo o quando batte veloce pieno di energia
  6. Immagina ciò che fai prima di farlo
  7. Sii il tuo respiro
  8. Senti il tuo corpo flessibile
  9. Percepisci il tuo umore mentre ti eserciti
  10. Ringraziati per ciò che fai per te