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Il valore della diversità in squadra

La diversità all’interno di una squadra è un valore importante per diversi motivi:

  1. Ampiezza delle competenze: Una squadra composta da individui con background, abilità e prospettive diverse è in grado di affrontare una gamma più ampia di sfide. Questo perché ciascun membro può contribuire con le proprie competenze uniche, fornendo soluzioni innovative e prospettive differenziate.
  2. Creatività e innovazione: La diversità favorisce la creatività e l’innovazione. L’incontro di idee e punti di vista differenti può stimolare la generazione di nuove idee e approcci innovativi a problemi complessi.
  3. Resilienza: Una squadra diversificata è in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti e di affrontare le avversità in modo più efficace. Poiché ogni membro ha esperienze e competenze diverse, la squadra può trovare soluzioni alternative anche in situazioni difficili.
  4. Rappresentatività: La diversità all’interno di una squadra può riflettere meglio la diversità della società in generale. Questo può favorire una maggiore accettazione e comprensione delle esigenze e dei punti di vista di persone provenienti da background diversi.
  5. Apprendimento e sviluppo personale: Lavorare in una squadra diversificata offre ai membri l’opportunità di imparare dagli altri e di sviluppare una maggiore apertura mentale. L’esposizione a prospettive e culture diverse può favorire la crescita personale e professionale.
  1.  Migliore presa di decisioni: La presenza di persone con prospettive diverse può portare a una valutazione più completa delle opzioni disponibili e quindi a decisioni più informate e ponderate.
  2. Migliore performance: Studi hanno dimostrato che le squadre diverse tendono a ottenere risultati migliori rispetto a quelle omogenee, poiché possono sfruttare al meglio le capacità di ciascun membro e affrontare una varietà più ampia di problemi.
  3. Riduzione dei rischi di conformismo: La presenza di persone con background e punti di vista diversi può aiutare a prevenire il conformismo all’interno della squadra, incoraggiando la sfida e la discussione aperta delle idee.
  4. Migliore reputazione e attrazione di talenti: Le organizzazioni che promuovono la diversità e l’inclusione tendono ad avere una migliore reputazione e ad attrarre talenti di alto livello provenienti da una varietà di contesti e culture.

In conclusione, la diversità all’interno di una squadra porta a una serie di vantaggi, tra cui decisioni migliori, migliori performance, crescita del mercato, riduzione dei rischi di conformismo e miglior reputazione, rendendo così la diversità un valore cruciale per il successo della squadra.

 

Collaborare per avere successo

Senza coesione non si vince

Tempo fa Spalletti ha detto che “ora il Napoli mostra compattezza e mentalità, e abbiamo un gruppo di amici”. I giocatori devono essere uniti in campo e non per forza amici, però queste parole indicano aspetti importanti di un gruppo. Un segno di questa mentalità riguarda Insigne che nonostante vada via al termine del campionato continua a svolgere il suo ruolo fondamentale. Una squadra deve essere unita, e non ci sono alternative; l’ha compreso anche Sarri che con la Lazio ha ristabilito un clima di maggiore unione con i giocatori proprio migliorando il rapporto umano con loro. Un esempio su tutti, nel nostro campionato, è rappresentato da Mourinho che in cambio dell’impegno massimo dei giocatori sostiene la squadra quale che sia difficoltà. Non si tratta del vecchio sistema del bastone e della carota ma di empatia, che nel caso dei leader consiste nel perseguire gli obiettivi scelti comprendendo nel contempo le esigenze dei calciatori. Lo diceva già Napoleone quando affermava: “Vinco le mie battaglie anche con i sogni dei miei soldati”. Uniti si vince, lo sappiamo da sempre, i più forti eserciti del passato si sono fondati su questo concetto. In termini agonistici bisogna applicarlo con la consapevolezza che l’impegno di tutti è indispensabile, non servono i giocatori migliori se poi non sanno giocare insieme. Il più recente esempio di mancanza di unione e di una mentalità presuntuosa è stata fornita dall’Inter nel derby della settimana scorsa. Il Milan è stato psicologicamente compatto sino alla fine mentre l’Inter ha mostrato, nel corso del tempo, un livello di coesione centrato su un livello d’intensità sempre più basso e teso mantenere il risultato acquisito. Alla fine ha vinto la squadra più motivata e unita. In sintesi, coesione è sinonimo di comunione d’intenti, disposizione al sacrificio per la squadra e intensità di gioco.  Una squadra poco unita può vincere una partita servendosi della qualità dei singoli ma non vincerà mai uno scudetto o otterrà la salvezza se non sarà unita.

 

Nel calcio per vincere non basta il talento

Nel calcio, come in tutti gli sport di squadra, è bene ricordare che per vincere «La squadra campione batte una squadra di campioni», a indicare che anche la squadra ideale composta da soli campioni deve comunque integrare le competenze di ognuno nonostante possegga a priori un migliore potenziale qualitativo a livello individuale.

Quindi con quale frequenza la squadra favorita vince?

Uno statistico Chris Anderson insieme a un economista comportamentale David Sally hanno studiato questo fenomeno [2016] e hanno scoperto che nei campionati europei di calcio ciò avviene in poco più del 50% della partite, la percentuale sale a circa i due terzi delle volte nella pallamano tedesca, nel basket e nel football americano mentre nel baseball si attesta sul 60% dei casi.Per comprendere le prestazioni di squadra si deve ridurre l’attenzione relativa al valore intrinseco delle squadre evidenziato principalmente dal livello dei singoli talenti e porre maggiore interesse allo studio delle competenze necessarie per lavorare insieme.

Cosa fare per aumentare la probabilità di vincere?

Un parametro importante per distinguere le squadre vincenti dalle altre riguarda la connotazione positiva/negativa e la frequenza del dialogo fra i giocatori in campo. E’ stato evidenziato che i tre effetti positivi più citati dai giocatori sono:

  • L’aumento della coordinazione dei giocatori che stimola la ripetizione mentale di situazioni critiche.
  • Il miglioramento della concentrazione e l’affinamento della precisione dei loro movimenti.
  • L’aumento della loro capacità di prendere decisioni corrette con precisione  e nel più breve tempo possibile [Farina e Cei, 2019].

 

 

10 punti chiave del tennis tavolo

10 caratteristiche di cui essere consapevoli e sapere accettare nel tennis tavolo per essere vincenti.

  1. Il tennis tavolo è uno sport in cui ogni giocatore commette molti errori
  2. Si può vincere sino all’ultimo punto
  3. La concentrazione deve essere elevata e costante in ogni punto e sino all’ultimo
  4. Bisogna reagire in modo positivo subito dopo ogni singolo errore
  5. Il servizio è decisivo
  6. E’ necessario avere una routine pre-gara specifica
  7. E’ necessario avere una routine tra i punti
  8. Anche i campioni vanno in difficoltà ma sanno cosa fare per uscirne
  9. In difesa: gioca una pallina in più!
  10. Chen Bin, coach di Ding Ning, oro olimpico: “Il tennis tavolo  non è solo colpire la palla sul tavolo, devi restituire la palla, devi avere la sensazione di come la palla viene verso di te, e visualizzare come la tua palla finirà sul tavolo dell’avversario quando la colpisci di nuovo“.

La mentalità rigida della squadra causa sconfitte

Il problema più grave per una squadra e per un atleta è quello di pensare di essere bravo.

Questa convinzione mette immediatamente le persone in una condizione di maggior soddisfazione e alimenta l’aspettativa che  tutto andrà bene così come loro si aspettano, quindi vinceremo.

Sentirsi in forma e avere la consapevolezza delle proprie capacità personali e di squadra è certamente importante. Spesso le squadre pensano che questa condizione sia sufficiente per ottenere il successo. Non capiscono che è necessaria ma non sufficiente.

Per giocare ad alto livello, bisogna avere le capacità di una squadra di alto livello. Poi bisogna dimostrarlo sul campo.

Arrigo Sacchi dice che la motivazione deve essere eccezionale, perchè su questa base il calciatore è continuamente impegnato a migliorarsi. Questo è ciò che Carol Dweck ha chiamato una mentalità orientata alla crescita. Chi non la dimostra è destinato ad avere come dicono gli allenatori dei blocchi mentali. In altri termini, questi giocatori hanno una mentalità rigida che li porta a pensare che il loro talento e la forma fisica di quel momento siano sufficienti per essere efficaci nel proprio lavoro.

Errore grave grave, equivale per uno studente a scrivere squola o quore con la q. Entreranno in campo privi della motivazione di giocare al meglio delle loro capacità. Entreranno, invece, con la convinzione che giocheranno bene così in modo spontaneo, e di fronte alle difficoltà del match non saranno pronti ad adattarsi, poiché non lo avevano previsto.

E’ facile perdere la testa, basta ragionare in questo modo.

La mentalità della squadra di calcio

Per mentalità s’intende il modo di concepire, intendere, giudicare avvenimenti individuali e sociali. La partita di calcio è una tipica situazione di confronto sociale fra due squadre, ognuna delle quali vuole imporre il proprio modo di giocare attraverso le azioni svolte dai calciatori durante l’arco dei 90 minuti.

Conoscere la mentalità di una squadra permette di prevedere come reagirà di fronte a situazioni emotivamente intense, come ad esempio subire un goal decisivo negli ultimi minuti di una partita. Permette inoltre di sapere quali sono i giocatori che reagiranno meglio o peggio in situazioni imprevedibili.

La mentalità di una squadra è determinata da un insieme di fattori tra loro interagenti che comprendono:

  • La qualità organizzativa della Società di calcio – Il sistema organizzativo consiste fra l’altro nell’insieme delle strategie  e strutture organizzative, nel sistema decisionale, nel sistema di programmazione e controllo, nello stile di leadership, cultura, clima e valori. Migliore è l’efficienza e l’efficacia della qualità organizzativa, migliore sarà la capacità della squadra e dell’allenatore a giocare con una mentalità vincente.
  • La qualità dell’immagine della Società di calcio – Si riferisce alla soddisfazione dei bisogni di appartenenza e di identificazione della squadra e dei suoi stakeholder. Questa dimensione riguarda in prevalenza, l’autorevolezza della leadership societaria, la sua credibilità, la personalità e la competenza professionale delle sue figure chiave, i risultati e il prestigio conquistati nel tempo.
  • Gli obiettivi della squadra -  Si riferisce agli obiettivi della stagione in corso (ad esempio, vincere il campionato, arrivare tra le prime quattro, restare in Serie A) sono obiettivi di risultato. Vi sono poi  anche  obiettivi di  prestazione (raggiungere un determinato standard prestativo individuale e collettivo) e obiettivi di processo (centrati sul miglioramento di singole abilità tecnico-tattiche, psicologiche e fisiche). Riguarda, inoltre, lo sviluppo di una mentalità di squadra che sia in grado di darsi in campo nuovi obiettivi in relazione alle diverse fasi di gioco di una partita. Comporta il sapere sfruttare a proprio favore i momenti positivi di un match, così come richiede la presenza di un piano pre-ordinato per affrontare le fasi di gioco negative o di maggior tensione agonistica.
  • La qualità tecnico-tattica della squadra – Si riferisce al bagaglio di competenze calcistiche e alla loro integrazione nel gioco di squadra, che determina molto di più della semplice somma delle qualità dei singoli calciatori. Maggiore è la competenza tecnico-tattica della squadra associata a un ottimale grado di preparazione fisica, maggiore è la probabilità che la squadra sappia affrontare ogni fase della partita con la mentalità vincente.
  • L’intelligenza collettiva – Si esprime attraverso prestazioni che sono superiori a quelle che ognuno potrebbe fornire singolarmente.  La qualità tecnico-tattica è parte dell’intelligenza collettiva; la coesione e la convinzione si riferiscono ai suoi aspetti relazionali e cognitivo-sociali. Quindi la domanda che bisogna porsi è la seguente: “in che modo i calciatori devono interagire in campo allo scopo di mostrarsi uniti e fiduciosi delle proprie competenze di squadra?” Napoleone era solito dire di vincere le sue battaglie anche con i sogni dei suoi soldati, questa frase è una metafora efficace di cosa si debba intendere per intelligenza collettiva.
  • L’orientamento motivazionale dei calciatori – I calciatori e la squadra nel suo complesso devono manifestare una mentalità orientata alla crescita e non pensare, invece, che la mentalità vincente sia qualcosa di data una volta per tutte e che non debba essere allenata in modo continuativo. La tabella 3 mostra le differenze fra chi ritiene che la mentalità sia un’entità statica e scarsamente modificabile e quelli che invece ritengono che la mentalità può essere ulteriormente sviluppata quale che sia il livello a cui si gioca. Un esempio di applicazione al calcio di questo concetto può riguardare l’acquisto di un calciatore. Generalmente questo avviene sulla base del bagaglio tecnico e tattico, si ritiene così che un giocatore che fornisce ottime prestazioni in una squadra debba per forza farlo anche in un’altra poiché la sua abilità lo garantisce. In molti casi questo però non è avvenuto e ciò è probabilmente da attribuire a questa idea statica della mentalità che non tiene conto delle diverse condizioni che vi sono tra un club e l’altro e come queste influenzano l’adattamento del calciatore e di conseguenza la qualità delle sue prestazioni.

 

Diagramma della mentalità (modificato da Dweck, 2009)

Mentalità  statica

Mentalità orientata alla crescita

Intelligenza statica Intelligenza può essere sviluppata
Evita le sfide Affronta le sfide
Reagisce agli ostacoli in modo difensivo o rinuncia Persiste di fronte alle difficoltà e agli insuccessi
L’impegno è poco considerato L’impegno è percepito come il mezzo per padroneggiare
Ignora le valutazioni negative costruttive Impara dalle valutazioni negative costruttive
E’ spaventato dai successi degli altri Impara dai successi degli altri
Raggiunge rapidamente uno standard prestativo ma è inferiore al suo potenziale Raggiunge elevati livelli di successo 
  • Lo stile di leadership dell’allenatore – Ogni squadra ha un leader che la guida ed è responsabile delle prestazioni che vengono fornite, questo leader è l’allenatore. Non deve sottrarsi a questo ruolo che è di guida nei confronti del gruppo, di distributore di ruoli e di compiti da svolgere con precisione  e fermezza. E’ il principale motivatore della squadra, deve conoscerne la psicologia così da trarne fuori il meglio che sia possibile.

Tottenham e Atalanta prive di resilienza

Le partite di ieri di Champions League hanno messo in mostra un problema di resilienza in alcune squadre, quali il Tottenham (ha perso 7-2 con il Bayern) e l’Atalanta (2-1 con lo Shaktar). Ambedue queste squadre non hanno saputo reagire positivamente alle difficoltà della partita.

Infatti, la resilienza si riferisce proprio alla capacità di reagire immediatamente a un problema. E’ quell’abilità che permette alle persone reagire alle sconfitte, ritornando indietro più forti di prima. Queste persone, piuttosto che lasciarsi travolgere dall’insuccesso e blocchi la loro determinazione, trovano invece un modo per risorgere da quei momenti.

Diciamo anche le squadre che spesso perdono le partite, come in questo periodo (Spal, Sampdoria, Genia e Milan) e quelle che spesso giocano al di sotto del loro livello mostrano una carenza di resilienza. Lo stesso vale per gli allenatori che le guidano.

  • Conoscere le situazioni che si devono affrontare nel dettaglio
  • Avere un piano per fronteggiarle con successo
  • Essere disposti ad adattarsi immediatamente alle situazioni nuove e impreviste
  • Credere nelle proprie capacità personali e della squadra, impegnandosi al massimo per attuarle
  • Sapere reagire positivamente e immediatamente a un errore
  • Comunicare e sostenere i compagni per tutta la durata della prestazione
  • Scaricare la tensione quando è possibile e nelle pause di gioco
Sono competenze che si dovrebbero costantemente migliorare. La domanda che dovrebbero porsi gli allenatori sono::
  1. Sono consapevole dell’importanza della resilienza?
  2. Sono convinto che si possa allenare?
  3. Quanto spesso l’alleno nella mia squadra?

 

 

Salma al-Majidi: prima donna ad allenare nel calcio maschile nel mondo arabo

Salma al-Majidi, 27 anni, è diventata la prima allenatrice donna di una squadra di calcio maschile del Sudan. Il calcio è uno sport molto popolare nel mondo arabo e la FIFA l’ha presentata come la prima allenatrice, sudanese,  a guidare una squadra maschile. La squadra è l’Al-Ahly Al-Gadaref nella città di Gedaref situata inSudan a est di Khartoum.

Magic Johnson e la coesione di squadra: una storia vecchia ma sempre vera

Le squadre di basket devono essere unite per realizzare il loro obiettivo prioritario: affrontare gli avversari in modo sicuro e determinato. La rivalità interna, se non limitata a episodi circoscritti fa sprecare inutili energie agli atleti e li tiene impegnati in attività che hanno un’influenza disgregante sull’allenamento e sulla partita. La squadra deve sempre ragionare in termini di NOI. Il coach deve: favorire la partecipazione dei giocatori, cercando di accoglierne le indicazioni, trattare tutti con gli stessi criteri ed evitare favoritismi, premiare i comportamenti altruistici e ridurre i comportamenti individualistici.

La storia di Magic Earvin Johnson è un esempio di come anche un campione deve passare da comportamenti troppo individualistici a una maggiore condivisione con i suoi compagni. Infatti, quando Magic giocava nei Los Angeles Lakers si distingueva anche per la sua dedizione al gioco di squadra: passava e difendeva anziché pensare a segnare punti. E’ stato Magic a spiegare al suo allenatore Pat Riley come si era affermato in lui questo atteggiamento collaborativo verso la squadra.

Quando giocava nella Lega Giovanile di pallacanestro, a East Lansing, Michigan, il suo allenatore gli diceva che lui era il migliore giocatore della squadra e che doveva tirare in continuazione.  Magic Johnson obbediva a questa richiesta e segnava la maggior parte dei canestri della sua squadra, che così vinceva in continuazione. Nonostante queste vittorie gli altri compagni di squadra si sentivano incapaci, erano depressi e nessuno lo ringraziava o si mostrava contento per quello che lui faceva. Decise che quella situazione per lui era insopportabile. Da quel momento il suo comportamento in campo cambiò e mise le sue capacità al servizio della squadra. L’umore dei compagni cambiò completamente e furono molto più motivati. incrementarono le loro abilità e continuarono ugualmente a vincere.

Com’è la tua squadra, i giocatori riescono a mettere da parte il loro ego e giocano in modo coeso indipendentemente dal momentum di gioco?