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Calcio e autismo: Per migliorare le abilità psicosociali e sportive.

Cei, A., Ruscello, B., Sepio, D. (2023). The role of Football in Enhancing psychosocial skills in Youth with Autism spectrum disorderInternational Journal of Sport Psychology, 54(5), 373-388.

I bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) manifestano deficit nell’interazione sociale, nella comprensione dei compiti e nella comunicazione verbale e non verbale (APA, 2013). Diversi studi hanno esaminato il ruolo dell’attività fisica e dello sport nel promuovere l’acquisizione di abilità in queste aree e nel migliorare anche le capacità psicologiche e sociali (ad esempio, Cei et al., 2017; Cei e Luiselli, 2017; Bremer et al., 2016; Luiselli, 2014).

Il motivo principale per aumentare queste attività nei bambini con ASD è contrastare la loro condizione prevalentemente sedentaria (Lalonde, 2017), potenziando il funzionamento del loro corpo, i processi cognitivi ed emotivi, oltre ad arricchire e migliorare le interazioni con i coetanei e gli adulti. Si tratta certamente di obiettivi ambiziosi, ma sono gli stessi sviluppati e valorizzati dai coetanei tipicamente in via di sviluppo nei club sportivi.

Finora, la diffusione dei programmi di attività fisica nei giovani con ASD è stata trascurata, anche se i dati della ricerca mostrano benefici motori, psicologici e sociali dalla pratica continuata nel tempo. Inoltre, lo sport può servire come supporto efficace per le terapie che coinvolgono questi giovani. Nonostante questi risultati positivi, è più probabile che un giovane con disabilità intellettive conduca uno stile di vita sedentario, il che a sua volta contribuisce a problemi come l’obesità, le malattie cardiovascolari e i disturbi respiratori (De, Small e Baur, 2008; Kahathuduwa et al., 2019).

Al contrario, il coinvolgimento in programmi di attività fisica, anche a livelli moderati di intensità, può migliorare la flessibilità, aumentare la forza muscolare, ridurre il peso e l’indice di massa corporea. Influisce anche sulle questioni psicologiche riducendo le difficoltà comportamentali (riduzione dei movimenti stereotipati e dei comportamenti auto-stimolanti), migliorando l’autostima e sviluppando le funzioni cognitive (Luiselli, 2014; Sowa e Meulenbroek, 2012).

Importanti revisioni della letteratura hanno evidenziato che le attività coinvolgono principalmente sport individuali come corsa, ciclismo, sollevamento pesi, pattinaggio, equitazione, camminata e attività acquatiche e l’uso del tapis roulant (Bremer et al., 2016; Lang et al., 2010; Sowa e Meulenbroek, 2012; Lancioni et al., 2009). Questi studi hanno dimostrato che esercizi brevi e intensi possono facilitare l’apprendimento e ridurre i problemi comportamentali durante e immediatamente dopo le sessioni di allenamento.

Il motivo per cui gli sport individuali sono stati utilizzati più frequentemente rispetto ad altri sport risiede nella presunta facilità di insegnare strategie e nella riduzione delle attività cooperative pratiche e nello sviluppo delle abilità sociali rispetto agli sport di squadra. Tuttavia, gli sport di squadra e le attività di gruppo potrebbero facilitare quei comportamenti prosociali e la comunicazione interpersonale che giocano un ruolo più marginale nelle attività individuali.

Per affrontare questa necessità, Cei et al. (2017) hanno sviluppato un intervento naturalistico per studiare gli effetti di un programma di allenamento basato sul calcio sui bambini con ASD. Nella fase iniziale, il progetto “Calcio Insieme” ha reclutato 30 bambini (6-13 anni) con ASD dalle scuole pubbliche.

Per valutare l’impatto del programma di allenamento sulle competenze psicosociali (collaborazione, comunicazione, socializzazione, comportamenti problematici, auto-supporto), sono stati condotti interviste con genitori e insegnanti prima e dopo il periodo di formazione. I risultati hanno mostrato che dopo 8 mesi di attività, genitori e insegnanti hanno percepito che i partecipanti avevano migliorato le loro competenze psicosociali e motorie, con differenze basate sulla gravità della loro condizione.

 

 

L’attività motoria può migliorare deficit dell’autismo

Gehricke, J.-G., Chan, J., Farmer, J.G., Fenning, R.M., Steinberg-Epstein, R., Misra, M., Parker, R.A., & Neumeyer, A.M. (2020). Physical activity rates in children and adolescents with autism spectrum disorder compared to the general population. Research in Autism Spectrum Disorders.

L’attività fisica potrebbe migliorare i sintomi e le carenze di abilità associate al disturbo dello spettro autistico (ASD).

L’obiettivo di questo studio era confrontare la frequenza riportata di attività fisica e covariate in un campione ampio di bambini con ASD rispetto ai bambini di età simile della popolazione generale.

Tra i maschi nel gruppo di età 6-11 anni, quelli con ASD partecipavano meno spesso all’attività fisica (33%, p <0,001) rispetto a quelli nella popolazione generale di giovani di pari età (17%).  Il 4% dei ragazzi con sviluppo tipico rispetto al 18% nel gruppo con ASD non si impegnava affatto in attività fisica.

Le caratteristiche demografiche, infantili e familiari associate all’attività fisica nei bambini e negli adolescenti con ASD includevano l’etnia nelle femmine, la diagnosi di ASD del DSM-IV, il QI e il punteggio totale del PAM-13 nelle femmine.

Si incoraggiano genitori e caregiver a trovare programmi adatti di attività fisica per i bambini con ASD. Questo potrebbe essere particolarmente importante per i ragazzi con ASD di 6-11 anni che si impegnano significativamente meno in attività fisica rispetto ai loro coetanei nella popolazione generale.

9° anno di Calcio Insieme – Progetto per giovani con disabilità intellettiva

E’ iniziato il 9° anno di attività del progetto “Calcio Insieme”. E’ un progetto complesso rivolto ai giovani con disabilità intellettiva, con particolare riferimento ai giovani con autismo. E’ un periodo di tempo lungo in cui molti dei partecipanti sono passati dall’essere degli adolescenti con autismo a giovani adulti.

E’ un progetto della AS Roma in collaborazione con l’Accademia di Calcio Integrato, che ha l’obiettivo di promuovere una metodologia innovativa di allenamento del calcio fra questi giovani, partendo dall’età della scuola calcio 6-12 anni per arrivare all’attività più centrata sul gioco delle partite nelle età successive dai 13 anni e oltre.

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474 sono stati i giovani coinvolti in 8 anni - Ogni anno il numero di giovani con disabilità intellettiva è aumentato. Inizialmente il progetto ha riguardato le fasce di età della scuola calcio, andando avanti si è arricchito della fascia di età superiore da noi chiamata “Lupetti crescono”, che ora comprende anche giovani che hanno raggiunto la maggiore età.

80 sono i giovani con autismo coinvolti nell’attività 2022-23- Attualmente i giovani sono divisi in tre gruppi in base all’età e alle loro competenze motorie e psicologiche. Il gruppo composto da giovani con un livello grave di autismo sono seguiti ognuno da un singolo professionista (istruttore o psicologo). Il gruppo dei giovani più piccoli (6-9) anni e con un livello di funzionamento medio svolgono attività in gruppo e giochi con la palla. Il gruppo di adolescenti over14 di medio-alto funzionamento seguono un programma di allenamento di calcio e giocano partite di calcio5 fra di loro, in modo integrato con giocatori della scuola calcio della AS Roma e partecipano a eventi organizzati da altre società o FIGC.

30 sono stati i giovani con autismo nel primo anno - Calcio Insieme è iniziato a settembre 2015 con la collaborazione di alcune scuole di Roma che hanno promosso tra le famiglie degli alunni con disabilità intellettiva la conoscenza di questa iniziativa, organizzato incontri informativi con lo staff di Calcio Insieme per iniziare a costruire una Community sul territorio in cui scuola, famiglia, soggetti sportivi promotori, e staff potessero sentirsi parte di un progetto comune al cui centro vi sono i bambini con disabilità intellettiva e in particolare quelli con disturbo dello spettro autistico (ASD).

28 sono state le ore di formazione dello staff- Nel 2015 lo staff ha partecipato, prima dell’inizio dell’attività a un Corso di formazione della durata di 28 ore a cura di “Calcio Insieme” che ha avuto come docenti esperti nei vari ambiti della disabilità intellettiva e interventi di genitori, operatori della scuola e società sportive. All’inizio di ogni anno lo staff è coinvolto in un’attività di aggiornamento.

24 sono i professionisti - Lo staff è composto da 10 istruttori di calcio, 6 psicologi dello sport, 1logopedista, 3 medici, 1 responsabile dei rapporti con la scuola e i genitori,1responsabile dell’area tecnica, 1responsabile scientifico e 1 responsabile dei rapporti istituzionali.

 20 sono le scuole coinvolte - I giovani con disabilità intellettiva coinvolti provengono da 20 scuole del territorio romano. Con ognuna di queste scuole è stato stabilito un rapporto di collaborazione tramite la preside, l’insegnante di sostegno e le famiglie.

9 sono i video per parlare di Calcio Insieme - Sono stati realizzati 6 brevi video didattici della durata ognuno di pochi minuti, finanziati dalla presidenza della Regione Lazio. Sono stati realizzati altri 3 video per presentare l’attività svolta e i risultati raggiunti.

8 i contributi scientifici pubblicati - 4 sono gli articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. E’ stato pubblicato un numero speciale della rivista “Movimento” e un articolo sulla rivista della Scuola dello Sport. Durante il Covid l’attività svolta online con questi giovani ha prodotto un libro tecnico di esercizi da svolgere a casa. L’attività è stata presentata al convegno nazionale della società italiana di disprassia, a un seminario svolto all’Istituto di neuropsichiatria dell’Università Sapienza di Roma ed è parte integrante del Corso di IV Livello per allenatori organizzato dalla Scuola dello Sport di Roma.

3 i campus estivi - Sono stati realizzati campi estivi per: rispondere ai bisogni espressi dalle famiglie con figli con disabilità intellettiva, offrendo settimane di campo estivo, gratuito; creare un modello di campus estivo e di giornata tipo, basato sul movimento, declinato nelle diverse espressioni ludico-motorie e sportive; costituire un concreto modello d’integrazione grazie alla presenza al campo estivo anche dei fratelli e sorelle o compagni di classe, loro coetanei con sviluppo tipico. Ogni settimana di camp era distribuita su 5 giornate per un totale di 25 ore settimanali.

3 i giovani che hanno svolto il ruolo di assistenti istruttori - Questi giovani hanno compiuto 18 anni e sono con noi da alcuni anni, la loro passione per il calcio è a tutto tondo.  Hanno svolto il ruolo di assistente istruttore durante le settimane dei campi estivi. In futuro potrebbero mettere a frutto le competenze sportive acquisite e fare dello sport il loro ambito lavorativo, ma la loro disabilità intellettiva risulta un ostacolo. L’obiettivo è di  abbattere questo ostacolo e costruire un percorso formativo per rendere accessibile a queste ragazze e ragazzi il calcio anche come possibile ambito lavorativo.

2 sono le aree indagate: motoria-sportiva e psico-sociale - Sono state proposte e sperimentate differenti prove motorie-sportive prima di giungere a quella finale che si avvale di una descrizione comportamentale su 5 livelli delle competenze motorie di base, ripetuta due volte l’anno, all’inizio del percorso didattico e al suo termine. Durante i colloqui con i genitori è stato chiesto loro di compilare schede informative sui comportamenti, a inizio e fine anno, per valutare la loro percezione di miglioramento sulle aree psicologiche e sociali indagate. Analoghe valutazioni psicologiche hanno condotto gli psicologi di questi giovani, esaminando  nei giovani più gravi anche la durata del loro impegno attivo durante ogni seduta di allenamento.

8 anni di Calcio Insieme per giovani con disabilità intellettiva

Si sta concludendo l’ottavo anno di attività del progetto “Calcio Insieme”. E’ un progetto complesso rivolto ai giovani con disabilità intellettiva, con particolare riferimento ai giovani con autismo. E’ un periodo di tempo lungo in cui molti dei partecipanti sono passati dall’essere degli adolescenti con autismo a giovani adulti.

E’ un progetto della AS Roma in collaborazione con l’Accademia di Calcio Integrato, che ha l’obiettivo di promuovere una metodologia innovativa di allenamento del calcio fra questi giovani, partendo dall’età della scuola calcio 6-12 anni per arrivare all’attività più centrata sul gioco delle partite nelle età successive dai 13 anni e oltre.

474 sono stati i giovani coinvolti in 8 anni - Ogni anno il numero di giovani con disabilità intellettiva è aumentato. Inizialmente il progetto ha riguardato le fasce di età della scuola calcio, andando avanti si è arricchito della fascia di età superiore da noi chiamata “Lupetti crescono”, che ora comprende anche giovani che hanno raggiunto la maggiore età.

80 sono i giovani con autismo coinvolti nell’attività 2022-23 - Attualmente i giovani sono divisi in tre gruppi in base all’età e alle loro competenze motorie e psicologiche. Il gruppo composto da giovani con un livello grave di autismo sono seguiti ognuno da un singolo professionista (istruttore o psicologo). Il gruppo dei giovani più piccoli (6-9) anni e con un livello di funzionamento medio svolgono attività in gruppo e giochi con la palla. Il gruppo di adolescenti over14 di medio-alto funzionamento seguono un programma di allenamento di calcio e giocano partite di calcio5 fra di loro, in modo integrato con giocatori della scuola calcio della AS Roma e partecipano a eventi organizzati da altre società o FIGC.

30 sono stati i giovani con autismo nel primo anno - Calcio Insieme è iniziato a settembre 2015 con la collaborazione di alcune scuole di Roma che hanno promosso tra le famiglie degli alunni con disabilità intellettiva la conoscenza di questa iniziativa, organizzato incontri informativi con lo staff di Calcio Insieme per iniziare a costruire una Community sul territorio in cui scuola, famiglia, soggetti sportivi promotori, e staff potessero sentirsi parte di un progetto comune al cui centro vi sono i bambini con disabilità intellettiva e in particolare quelli con disturbo dello spettro autistico (ASD).

28 sono state le ore di formazione dello staff - Nel 2015 lo staff ha partecipato, prima dell’inizio dell’attività a un Corso di formazione della durata di 28 ore a cura di “Calcio Insieme” che ha avuto come docenti esperti nei vari ambiti della disabilità intellettiva e interventi di genitori, operatori della scuola e società sportive. All’inizio di ogni anno lo staff è coinvolto in un’attività di aggiornamento.

24 sono i professionisti - Lo staff è composto da 10 istruttori di calcio, 6 psicologi dello sport, 1logopedista, 3 medici, 1 responsabile dei rapporti con la scuola e i genitori,1responsabile dell’area tecnica, 1responsabile scientifico e 1 responsabile dei rapporti istituzionali.

20 sono le scuole coinvolte - I giovani con disabilità intellettiva coinvolti provengono da 20 scuole del territorio romano. Con ognuna di queste scuole è stato stabilito un rapporto di collaborazione tramite la preside, l’insegnante di sostegno e le famiglie.

9 sono i video per parlare di Calcio Insieme - Sono stati realizzati 6 brevi video didattici della durata ognuno di pochi minuti, finanziati dalla presidenza della Regione Lazio. Sono stati realizzati altri 3 video per presentare l’attività svolta e i risultati raggiunti.

7 sono i contributi scientifici pubblicati - 3 sono gli articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. E’ stato pubblicato un numero speciale della rivista “Movimento” e un articolo sulla rivista della Scuola dello Sport. Durante il Covid l’attività svolta online con questi giovani ha prodotto un libro tecnico di esercizi da svolgere a casa. L’attività è stata presentata al convegno nazionale della società italiana di disprassia, a un seminario svolto all’Istituto di neuropsichiatria dell’Università Sapienza di Roma ed è parte integrante del Corso di IV Livello per allenatori organizzato dalla Scuola dello Sport di Roma.

3 sono i campus estivi - Sono stati realizzati campi estivi per: rispondere ai bisogni espressi dalle famiglie con figli con disabilità intellettiva, offrendo settimane di campo estivo, gratuito; creare un modello di campus estivo e di giornata tipo, basato sul movimento, declinato nelle diverse espressioni ludico-motorie e sportive; costituire un concreto modello d’integrazione grazie alla presenza al campo estivo anche dei fratelli e sorelle o compagni di classe, loro coetanei con sviluppo tipico. Ogni settimana di camp era distribuita su 5 giornate per un totale di 25 ore settimanali.

3 sono i giovani che hanno svolto il ruolo di assistenti istruttori - Questi giovani hanno compiuto 18 anni e sono con noi da alcuni anni, la loro passione per il calcio è a tutto tondo.  Hanno svolto il ruolo di assistente istruttore durante le settimane dei campi estivi. In futuro potrebbero mettere a frutto le competenze sportive acquisite e fare dello sport il loro ambito lavorativo, ma la loro disabilità intellettiva risulta un ostacolo. L’obiettivo è di  abbattere questo ostacolo e costruire un percorso formativo per rendere accessibile a queste ragazze e ragazzi il calcio anche come possibile ambito lavorativo.

2 sono le aree indagate: motoria-sportiva e psico-sociale - Sono state proposte e sperimentate differenti prove motorie-sportive prima di giungere a quella finale che si avvale di una descrizione comportamentale su 5 livelli delle competenze motorie di base, ripetuta due volte l’anno, all’inizio del percorso didattico e al suo termine. Durante i colloqui con i genitori è stato chiesto loro di compilare schede informative sui comportamenti, a inizio e fine anno, per valutare la loro percezione di miglioramento sulle aree psicologiche e sociali indagate. Analoghe valutazioni psicologiche hanno condotto gli psicologi di questi giovani, esaminando  nei giovani più gravi anche la durata del loro impegno attivo durante ogni seduta di allenamento.

10 ragioni per cui i giovani con disabilità intellettiva traggono beneficio dal gioco del calcio

  1. Il calcio è lo sport più amato dai giovani di tutto il mondo: si può giocare ovunque, al chiuso e all’aperto, ogni luogo si può trasformare in un campo di calcio e chiunque indipendentemente dalle sue capacità può giocare una partita.
  2. Il pallone è un strumento sportivo senza rivali: lo puoi calciare con i piedi o con le mani e colpire con ogni parte del corpo; tutti possono passare la palla, tirare in porta o provare a parare un tiro. Dai un pallone a un gruppo di bambini e non si stancheranno di rincorrerlo.
  3. Il calcio favorisce l’inclusione di tutti, ogni ragazzo o ragazza può correre dietro una palla, toglierla a un altro, tirare, passare e parare.
  4. I giovani con disabilità intellettiva sono di solito esclusi dal gioco del calcio, perché sono rare le opportunità che gli vengono offerte.
  5. Giocare a calcio e con il pallone gli permette di stare con i compagni di classe, con i loro amici e di conoscerne di nuovi.
  6. Calcio è stare all’aria aperta, vedere le stagioni anche se si vive in città e imparare a muoversi con gli altri quando fa freddo o caldo o quando tira vento.
  7. Calcio è partecipare a un allenamento centrato su apprendimenti nuovi che determinano il miglioramento delle abilità motorie di base, coordinazione, abilità tecnico- tattiche, abilità di comunicazione, collaborazione e cognitivo-affettive.
  8. Calcio è stare in gruppo insieme durante l’allenamento, condividere gli stessi spazi, esercitandosi da soli ma anche con un altro compagno o in piccoli gruppi.
  9. Calcio è vestire la divisa della propria squadra, la Roma, andare allo stadio insieme a tutto il gruppo a vedere le partite e andare a scuola con questa uniforme, essere riconosciuti dai compagni come allievi della scuola calcio della Roma.
  10. Calcio è integrazione, allenandosi e partecipando a tornei e giocando partite di calcio integrato 5vs5 composte da tre giovani con disabilità intellettiva e due giovani della AS Roma.

 

Il calcio per bambini con grave autismo

Cei, A., Sepio, D. (2022). A case study of psychological empowerment of three children with Autism Spectrum Disorder (ASD) through football coaching. International Journal of Sport Psychology, 53(3), 281-302.

Il disordine dello spettro autistico (ASD) è un disturbo dello sviluppo che compare nei primi tre anni di vita ed è caratterizzato da problemi di comunicazione, deficit nell’interazione sociale, interessi e comportamenti ripetitivi e limitati. Sebbene lo sport offra l’opportunità di promuovere lo sviluppo psicosociale e motorio delle persone con disabilità intellettiva, sono state condotte poche indagini per identificare il metodo di allenamento più adatto ai bambini con ASD (Bremer et al., 2016). Lo scopo di questa ricerca è stato quello di studiare lo sviluppo psicologico e motorio di tre bambini con ASD grave.

I bambini sono stati inseriti in un programma sportivo chiamato “Calcio Insieme”, durato 8 mesi e comprendente due sessioni di allenamento settimanali. Lo sviluppo delle competenze psicosociali e interpersonali dei partecipanti è stato valutato attraverso interviste semistrutturate con i genitori prima e dopo l’intero periodo di attività. È stato valutato anche attraverso l’osservazione sistematica del comportamento dei bambini durante l’allenamento da parte di uno psicologo dello sport per tutta la durata del programma.

I tre bambini hanno migliorato le loro capacità motorie e interpersonali grazie al programma di allenamento. Il modello di allenamento e i metodi di valutazione hanno rivelato il ruolo chiave dello sport e del calcio nello sviluppo motorio e psicosociale dei bambini con ASD.

Camp estivo per giovani con disabilità intellettiva

Anche quest’anno insieme alla AS Roma abbiamo organizzato due settimane di campo estivo per giovani con disabilità intellettiva. E’ iniziato oggi e l’attività sportiva si è svolta in spazi organizzati con una sequenza di stazioni motorie così che tutti siano attivi  senza momenti di attesa. Ciò ha permesso a ogni bambino di potere svolgere l’attività seguendo il proprio ritmo, permettendogli così di fare delle pause in funzione della stanchezza e della motivazione a continuare.

L’avere molto più tempo a disposizione per svolgere l’attività, rispetto alla durata abituale dell’allenamento di 60 minuti consente a ognuno di fare anche delle pause piuttosto lunghe di 15/20 minuti pur continuando a stare sul campo per poi riprenderla avendo a disposizione un tempo di 5 ore. Questo aspetto ha un effetto positivo anche sugli allenatori che  lavorano nella consapevolezza di non dovere sollecitare il giovane a svolgere l’attività, come può succedere durante l’anno quando il tempo di allenamento è molto più ridotto.

I partecipanti saranno attivi per 5 ore al giorno per un totale di 25 ore a settimana, che in termini quantitativi equivalgono 3 mesi di allenamento per due ore settimanali. Inoltre questi ragazzi/e di più limitato funzionamento difficilmente di solito durante l’anno fanno anche diverse assenze, per cui non è difficile ipotizzare che per molti questo numero settimanale di ore può equivalere a 4 mesi di allenamento.

Vedi il video di oggi: WhatsApp Video 2022-06-13 at 11.33.03

 

 

 

 

 

 

 

 

Calcio Insieme e autismo: nuova stagione sportiva

E’ iniziata questa settimana l’attività del nostro progetto “Calcio Insieme”. Siamo giunti al settimo anno di attività e certamente ripensando alle prime sedute di allenamento del 2015 ritorna alla mente il timore che avevamo nell’iniziare questo programma. Nonostante ci fossimo preparati con un periodo di formazione di 32 ore,44 eravamo piuttosto preoccupati della responsabilità che ci eravamo assunti nei confronti delle famiglie e di questi giovani con autismo. Inoltre, ci eravamo dati anche l’obiettivo di documentare non solo l’attività svolta ma anche i miglioramenti motori e psicologici. La domanda che ci facevamo più di frequente era: miglioreranno attraverso l’attività sportiva o due ore la settimana sono solo una goccia d’acqua nel deserto rappresentato dai loro limiti.

Il lavoro svolto in questi anni ha dimostrato che il percorso progettato era corretto e nonostante le ovvie difficoltà siamo giunti a lavorare con molti bambini che poi sono diventati adolescenti e continuano a giocare con noi. Abbiamo documentato con diversi studi scientifici i risultati ottenuti, da cui ripartire per continuare a migliorare la nostra proposta.

Questa settimana ci siamo ritrovati a iniziare la nuova stagione sportiva 2021/22. I gruppi sono divisi per età e in funzione delle capacità motorie e psicosociali. Con i giovani con maggiori difficoltà in queste aree la ripresa dell’attività è più complicata, poiché è probabile che non abbiano continuato a svolgere attività all’aria aperta e strutturate in modo specifico come quelle dell’allenamento che proponiamo. Ogni seduta è di 50 minuti, è per loro un periodo impegnativo di costante attenzione verso l’allenatore o lo psicologo, in cui devono rispettare delle regole a cui si aggiungono richieste motorie e cognitivo-affettive a cui non sono abituati. Diciamo pure che ci vuole molta attenzione e passione professionale da parte degli operatori che stimolano questi giovani a svolgere attività, di cui i genitori che osservano restano colpiti in modo positivo. Spesso fanno attività, come passare la palla, che con i genitori fanno solo con grande difficoltà e che magari sono state abbandonate per la frustrazione che generano negli adulti.

Questo tipo di giovani richiede e necessita di un’attività 1a1, non potrebbero imparare e perseverare nell’impegno se non in presenza di una figura totalmente dedita a loro, che ne rispetta i momenti di pausa e di stanchezza me che nel contempo li conduce a svolgere un’attività motoria specifica e differenziata.

Noi ci muoviamo in questo modo, perchè riteniamo che sia l’unico possibile se si vuole svolgere un programma che produca apprendimenti nuovi, in relazione agli aspetti sportivi e psicosociali. Questa è la nostra sfida che si ripropone uguale ogni anno, siamo convinti che si possano ottenere dei risultati significativi, che potrebbero essere ancora migliori se fosse possibile aumentare il numero di ore settimanale dedicate allo sport. Naturalmente per svolgere questa attività è richiesto un elevato numero di professionisti. Per questa ragione il gruppo di lavoro sul campo è composto solo da laureati.

Con i ragazzi e le ragazze di età superiore ai 13 anni abbiamo costruito dei gruppi in cui sia possibile giocare a calcio e cominciare, dopo questo lungo periodo di pandemia, tornei e partite. Con loro l’allenamento è molto simile a quello condotto con i ragazzi con sviluppo tipico e quest’anno vedremo sino a che punto potremo andare come squadra di calcio della AS Roma.

 

Una domenica speciale con il calcio

Basta veramente poco per trascorrere una mattina di gioco, calcio, con gli istruttori della Roma e dell’Accademia di calcio integrato e gli psicologi dello sport. Tanti bambini e adolescenti con disabilità intellettiva su tre fazzoletti di prato al Foro Italico, Roma, nell’ambito della manifestazione Tennis and Friends.

Questo è il bello del calcio, è sufficiente avere un pallone e subito si gioca, in ogni luogo, anche nei piccoli spazi tra i campi di tennis. Non dobbiamo perdere la semplicità che ci offre questo gioco, basta veramente poco per trascorrere del tempo in modo per tutti divertente, dai giovani alle famiglie e a noi che l’abbiamo organizzato.

Quest’anno partiamo con il 7° anno di attività e dopo un lungo periodo senza partite organizzeremo dei tornei per fare vivere ai ragazzi l’entusiasmo di giocare insieme e di confrontarsi con altre squadre.

Per informazioni visita il nostro sito web.

 

 

10 obiettivi del campo estivo per giovani con disabilità intellettiva

Cosa s’impara da un campo estivo per giovani con disabilità intellettiva (ID).

  1. 5 ore di attività alternata fra calcio, giochi motori di coordinazione e con la palla e attività espressive costituiscono un periodo di tempo adeguato per tutti, anche per i più giovani (6/7 anni) e per quelli con disturbi più gravi.
  2. E’ stato da noi calcolato che una settimana di campo estivo di 25 ore equivale a 2 mesi di allenamento bisettimanali di due ore
  3. 5 ore di attività svolta all’aperto e in totale sicurezza rappresenta un’esperienza unica che la quasi totalità dei giovani con ID non sperimenta. Quindi la soddisfazione dei bisogni primari, quali sono il bere e il mangiare, viene allenata in modo corretto.
  4. La gestione della fatica, e quindi l’alternanza dei momenti di attività a quelli di recupero, è un altro fattore significativo di empowerment di questi giovani, che di solito svolgono attività a bassa intensità, con scarso dispendio energetico e in ambienti al chiuso.
  5. I giovani possono alternare le fasi attività con momenti di recupero, senza compromettere l’efficacia dell’allenamento sportivo, poiché la quantità di tempo a disposizione permette anche queste fasi di pause al suo interno.
  6. I giovani sviluppano una capacità di relazionarsi fra di loro, favorita dalle pause e dai momenti di passaggio da un’attività a quella successiva.
  7. Il calcio è uno sport di gruppo e di comunicazione fra i giocatori. Questa necessità stimola l’incremento delle interazioni verbali tra i giovani che hanno un livello di competenze verbale anche solo di qualche parola.
  8. L’adulto che guida le attività diventa un effettivo riferimento per tutti loro, per rispondere alle esigenze che emergono di continuo durante l’attività e costituisce pure un facilitatore del rispetto delle regole della vita in comune del gruppo.
  9. Lo sviluppo motorio e sportivo del calcio viene così allenato con una continuità e frequenza che gli abituali allenamenti di un’ora non permettono. Questi giovani con ID ricevono durante il camp estivo molti più feedback sulla loro attività e possono metterli in pratica con maggiore frequenza dato l’ampio numero di ore in cui ogni giorno sono coinvolti.
  10. I genitori sono tutti particolarmente contenti nel constatare il coinvolgimento dei loro figli in questa grande varietà di attività e nel verificare i loro progressi motori e psicosociali.