Nella maggior parte degli sport non è possibile iniziare bene una gara se non ci si sente mentalmente pronti. Bisogna avere la sensazione che ci dice che lo siamo. Se questo è vero, perchè il riscaldamento è solo fisico e la parte mentale è trascurata? Quando si accorgeranno gli allenatori che non basta dire: “Ok ragazzi, mi raccomando concentrati”.
Archivio mensile per agosto, 2012
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Qualcuno si ricorda che il 29 agosto iniziano i Giochi Paralimpici o il calcio ci fa scordare tutto lo sport? Abbiamo già consumato tutto il nostro spirito olimpico?
Gli argomenti della psicologia dello sport sono moltissimi e riguardano una popolazione molto ampia che va dai bambini, agli adulti, dai genitori agli allenatori e dirigenti, dai medici agli psicologi e fisioterapisti. Vorrei chiedere a tutti quelli che seguono questo blog di scrivere e condividere quali sono per loro i temi più importanti che affrontano nel loro rapporto con lo sport. Molti di voi sono psicologi, allenatori, atleti e genitori mandate i vostri commenti, grazie.
Le storie di Schwazer e quelle del nuoto ambedue ancora oggi sui quotidiani dimostrano quanto sia difficile oggi fare l’allenatore anche negli sport individuali. Il ruolo del capo branco non è una prerogativa solo dei nostri simili a quattro zampe, deve esserlo anche per noi. Quando l’allenatore non svolge questo ruolo e gli atleti gli sfuggono di mano può succedere di tutto ed è ciò che è realmente accaduto Bisognerebbe imparare da Cerioni l’allenatore delle ragazze d’oro del fioretto che è riuscito a mantenere il gruppo unito sull’obiettivo da raggiungere indipendentemente dai rapporti personali fra le atlete oppure ascoltare gli sprinter giamaicani che se pur avversari hanno sempre dimostrato tra di loro cordialità e rispetto. Ripeto che un consulente psicologo avrebbe potuto aiutare in modo significativo questi allenatori e molti altri di cui non si parla sui giornali ma che commettono gli stessi errori.
Molti atleti sanno restare concentrati anche per un periodo lungo, ma appena commettono un errore hanno difficoltà a ri-concentrarsi su quanto devono fare. Questo accade in tutti gli sport. Auguro a chi sta per iniziare una nuova stagione agonistica di condurre allenamenti che abbiano l’obiettivo di migliorare questa abilità a rifocalizzarsi dopo un errore.
Reinhold Messner ha scritto che “Si va in montagna anche per dubitare di se stessi”. Applichiamolo a ogni forma di prestazione.
Claudio Rossetto ct italiano della Federnuoto e allenatore degli azzurri Filippo Magnini e Federica Pellegrini, parla in un’intervista a “Chi” in edicola questa settimana. “Merito un’insufficienza piena. Ho le mie colpe. Ma ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Ho sottovalutato la situazione. Pensavo che tante teste, tanti campioni, avrebbero potuto convivere insieme. Invece non è stato così. I media troppo ambiziosi, in cerca di risultati per i titoloni in prima pagina, e a loro volta gli atleti pompati da chi si occupa di sport e anche di gossip. La verità? L’Italia del nuoto è una squadra vecchia. La stessa Federica, nonostante nuoti da otto anni, è già una di lunga esperienza. Ora bisogna ricominciare”. Ok, inutile sottolineare ulteriormente l’errore, però perchè nessuno fra i dirigenti del nuoto si è posto con professionalità questo problema relativo alla opportunità di gestire molti atleti. Personalmente penso che questa scelta sia stata fatta perchè non vi sono dirigenti ma solo allenatori, la cui presunzione li ha portati a sottovalutare le difficoltà. Soprattutto non avevano capito che alle olimpiadi non vi una seconda chance, o va bene o va male.