Archivio per il tag 'nuoto'

Greg Paltrinieri immenso

 

“I was in lane 1 and everybody was so close to me… everybody went crazy throughout the race and more after 800-1000. I saw everybody, all my team, shouting, jumping and screaming, so I felt the pressure but it was more fuel to myself because I knew I was swimming fast. I saw everybody, clear. I could recognise their faces because I was really close to them. So while I was breathing, I was like ‘yo, that’s Mimo; there’s [so and so, etc], all the guys. And everybody was pushing me. It was perfect.”

Gregorio Paltrinieri of Italy celebrates the Olympic 1500m title in 2016 – by Patrick B. Kraemer

 

8m di tonnellate di plastica ogni anno finiscono negli oceani

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Kate Shortman e Isabelle Thorpe, nuoto sincronizzato GB, ripetono la loro routine del campionato del mondo fra bottiglie, borse e rifiuti per ricordare gli 8m di tonnellate scaricati ogni anno nell’oceano

Manuel Bortuzzo mostra di nuovo il suo ottimismo dopo la tragedia

Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto azzurro, rimasto ferito il 3 febbraio da un colpo di pistola nel quartiere Axa a Roma, racconta come è cambiata la sua vita. “Come mi vedo fra 10 anni? Spero in piedi. Per guardare avanti non bisogna guardare indietro la mia vita è sempre la stessa. C’è un problema logistico ma sono quello di sempre. Potevo battere la testa e non essere più me stesso”.

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Assunzione: Psicologo della prestazione per il team di nuoto paralimpico GB

Dopo la vela in Gran Bretagna è la volta del nuoto paralimpico a bandire un posto per psicologo della prestazione per i prossimi 4 anni, compenso interessante e tempo indeterminato.

… E poi ci si chiede come mai lo sport GB è diventato così vincente, anche investendo sugli psicologi.

Federico Morlacchi, un pesce combattente

Federico Morlacchi, vincitore di un oro e un argento (per il momento) alle Paralimpiadi di Rio è uno dei “Pesci Combattenti“. E’ un  docu-film in cui si racconta di un gruppo di ragazzi, campioni di nuoto paralimpico, e della loro preparazione a Milano in vista dei Giochi Paralimpici di Rio ) con il progetto AcquaRio, team multidisciplinare che coinvolge allenatori, dietologi, psicologi, preparatori atletici. I «Pesci Combattenti» sono, oltre a Federico Morlacchi, Arjola Trimi, Alessia Berra, Arianna Talamona, Giulia Ghiretti, Fabrizio Sottile, Francesca Secci, Simone Barlaam e Giuseppe Romele. Giovani con storie e disabilità diverse che in questo anno di allenamenti  sono diventati una squadra.

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La mente di Missy Franklin

Missy Frankiln, nuotarice 19 anni, 6 ori mondiali e 4 a Londra ha vinto il Laureus World Sports, fondazione che si preoccupa di integrare tramite tramite lo sport coloro che vivono in condizioni sociali svantaggiate.  Il suo profilo psicologico emerge con chiarezza dalla intervista a Emanuela Audisio pubblicata su laRepubblica.

Prima della partenza – “Mi esalto, mi dico: finalmente. Vivo per quel momento: altrimenti che ti alleni a fare?”

Competitività – “Mi piace la battaglia, lottare fino a stremarmi. Sono nata per fare sport, magari avrei scelto il basket”.

Vita extra sportiva – “Mi sono iscritta a Berkeley, a psicologia … ci tengo a fare la matricola, a sbagliare programma della lavatrice, a mangiare porcherie al bar, ad avere una compagna di stanza. Come tutte le ragazze normali: mi sposerò, avrò dei figli, una famiglia”.

Divertimento – “Se tira fuori la parola sacrifici sparo. Mi diverto ho scelto io il nuoto, anzi mi ha spinto la mamma, che non sa stare a galla e ha paura dell’acqua”.

Preparazione mentale – “Non ho bisogno dello psicologo. Io da quattro anni ho trovato Dio. Alla fine sia che vinca sia che perda io mi sento amata. E mi dico: Dio sarà orgoglioso di me. Per questo tengo a mente anche quelli che sembrano piccoli momenti e che in futuro diventeranno grandi”.

Unforgettable Cesare Rubini

Vi sono individui che durante la loro vita lasciano segni unici e indelebili; è il caso di Cesare Rubini unico italiano a essere nella Hall of Fame di due diversi sport, la pallacanestro e il nuoto.

Per capire quanto Cesare Rubini sia stato determinante nello sport a livello internazionale non ci sono parole migliori di quelle di questo articolo del Corriere della Sera di Alessandra Farkas:

“Cesare Rubini e’ entrato per sempre nella leggenda del basket a stelle e strisce. Davanti a 1204 persone in smoking e décolleté da sera (che avevano sborsato 100 dollari a testa per applaudirlo) il settantenne allenatore e’ diventato il primo italiano e primo europeo, lunedi’ sera, ad essere immortalato nel prestigiosissimo tempio Usa del basket: la leggendaria “Basketball Hall of Fame”. “E la prima volta che un italiano riceve questo ambitissimo onore . ha detto il presidente Clinton in un tape registrato trasmesso all’ inizio della cerimonia al Civic Center di Springfield, nel Massachussetts. Non potrebbe meritarlo di piu” ha aggiunto. “Oltre a mettere il basket italiano nella mappa internazionale, Rubini ha fatto tantissimo per l’ amicizia sportiva Europa Usa”. Dallo scrosciante applauso suscitato dalle parole del presidente, si e’ capito che il pubblico il “who’ s who” della pallacanestro americana condivideva la scelta”. Ascolta lo speech di Cesare Rubini di quella sera.

Rubini era un guerriero che viveva le partite come battaglie. “Nei minuti decisivi devi essere coraggioso, spregiudicato, la voglia di vincere ti spinge a obbligare i giocatori a battersi anche se non stanno in piedi. Ricordo Riminucci che andava dentro con un’apofisi fratturata. Sardagna che teneva insieme con i cerotti una caviglia quasi rotta … Gamba ha lasciato due ginocchia nella mischia, ma tutti resistevano al dolore, tutti quelli di un certo periodo, poi le cose son cambiate, qualcuno dice per fortuna, ma è lo spirito della battaglia che è venuto a mancare. Non avevo pietà dei miei giocatori, gli allenamenti erano certo più duri di molte partite del campionato. Se un mio giocatore diceva che non poteva farcela cercavo di forzarlo, volevo eroi, lo ammetto e molti lo sono stati … allenare senza conoscere gli uomini, i tuoi e gli avversari, non è possibile”.

Leggete questa storia entusiasmante raccontata da Oscar Eleni e Sergio Mela, Indimenticabile, Sport&Passione.

 

Nyad ha nuotato da Cuba alla Florida

Diana Nyad al quinto tentativo è riuscita ad attraversare a nuoto il tratto di oceano tra Cuba e la Florida, una distanza di 110 miglia. All’età di 64 anni la nuotatrice con l’aiuto di una particolare crema contro le meduse ha realizzato il suo sogno.

In passato l’australiana Susie Maroney è stata la prima persona a completare questa traversata nel 1997, all’età di 22 anni, ma all’interno di una gabbia anti-squalo. Nyad non si è servita di questa speciale protezione anche se ovviamente ha adottato misure contro gli squali. Infatti, è stata seguita da persone sul kayak munite di uno speciale sonar per allontarli. Inoltre il team sulla barca di appoggio aveva pronto una repellente chimico da usare in caso di pericolo. 

Vi erano anche sub pronti a intervenire. Come Nyad ha spiegato nel suo blog post, se uno squalo si fosse avvicinato troppo, i sub avrebbero usato uno speciale strumento per spostare l’attenzione dalla nuotatrice. Nulla è stato fatto per uccidere questi animali.

Nello sport italiano vincono le donne

Lo sport italiano è sempre più dominato dalle donne, tennis, scherma, nuoto, atletica ne sono un esempio. E’ un fenomeno che riflette quanto accade nella società, infatti anche a scuola le ragazze ottengono risultati migliori dei ragazzi e nel lavoro è sempre più difficile limitarne il successo. Era ora che accadesse, finalmente il 50% del mondo non è più escluso.

Federica Pellegrini si diverte e va anche in finale

Divertirsi vale per tutti non solo per Federica Pellegrini. Infatti troppo spesso siamo esageratamente seri con noi stessi, come se per fare bene bisognasse per forza essere preoccupati e totalmente concentrati. Invece, non è affatto raro che con questo atteggiamento l’atleta si metta in un stato mentale in cui diventa troppo contratto, così da vivere con con un’apprensione esagerata la gara. Al contrario un attegiamento che stimoli stati d’animo quali sono l’entusiasmo e la voglia di divertirsi scatenano sensazioni positive, piene di energia e la voglia di continuare in questo modo anche durante la competizione. La Pellegrini c’è riuscita e sono convinto che molti dovrebbero scegliere la stessa strada per scoprire che questo atteggiamento è una chiave che porta a essere soddisfatti di se stessi.