Archivio mensile per agosto, 2012

Le immagini migliori dei Giochi Paralimpici

Women's Discus F35/36 final

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Sei stressato?

Quando diciamo a qualcuno che è stressato, non stiamo di certo facendogli un complimento, anzi gli stiamo dicendo che lo vediamo in qualche modo sofferente. La risposta più frequente che riceviamo è: “Con la vita che faccio come potrei non esserlo”. Di solito se non vogliamo insistere rispondiamo dicendo: “Eh sì, hai ragione, chi non è stressato oggi, se puoi prova almeno a riposarti nei fine settimana”.  Sarebbe meglio evitare  questi dialoghi, che servono solo a ricordarci ancora una volta che non c’è niente da fare.

Questo è l’atteggiamento da cambiare, non bisogna subire ma si deve dare un significato positivo alla nostra vita di tutti i giorni, anche perché non ce n’è un’altra. Com’è difficile cambiare atteggiamento, uscire da questa condizione passiva e proporsi di vivere in modo più felice. Settembre per la maggior parte di noi rappresenta la ripresa del lavoro, inizia di nuovo la scuola, ci si è riposati per ritornare alle nostre attività quotidiane. Può anche essere il momento per decidere di vivere in modo meno stressato e iniziare a essere più contenti delle proprie giornate e settimane.

Stress da prestazione: quando è positivo e quando è negativo

Durante i Giochi parlare di stress da prestazione significa capire l’atteggiamento e le speranze di tutti questi giovani che sono lì a Londra impegnati a raggiungere i loro obiettivi. La trappola in cui possono cadere è quella di restare mentalmente prigionieri del risultato da ottenere: vincere, salire sul podio, migliorare il proprio record personale o qualificarsi per un turno successivo. Concentrarsi sul risultato da ottenere è l’errore più grave che possano fare, soprattutto perché non è in potere di nessuna persona. Il risultato è l’effetto della prestazione e questa dipende completamente dall’atleta. Nessuno può decidere di vincere, tutti possono decidere di fare il loro meglio. Il primo atteggiamento genera uno stress incontrollabile, il secondo invece determina quel grado di stress che serve a ognuno per esprimersi al massimo. Avere questo atteggiamento orientato a restare concentrati sulla propria prestazione anziché sul risultato è un passaggio indispensabile per chiunque voglia gareggiare con successo. Altrimenti il rischio è di non riuscire a gareggiare al proprio livello. L’allenamento mentale è il sistema per imparare a sviluppare questo atteggiamento efficace.

Lo sport non si preoccupa di chi sei

Lo sport non si cura da dove vieni, se sei un uomo o una donna, alto, magro, grande o piccolo. Lo sport non si cura di come sei arrivato qui, quanti soldi hai, in cosa credi o in cosa non credi. Non importa se hai due gambe, una gamba o ruote. Allo sport importa solo che tu sia qui per partecipare e dare tutto per vincere.

Iniziano!

Stili di vita e dieta

Il rapporto di Malik Falkenmark e dei suoi colleghi dello Stockholm International Water Institute dimostra che le riserve di cibo sono in costante diminuzione mentre la popolazione mondiale continua ad aumentare: http://www.iwmi.cgiar.org/SWW2012/.  Dobbiamo quindi cambiare dieta diventando vegetariani perchè come sintetizza Umberto Veronesi: “Non possiamo più usare metà dei cereali e tre quarti dell’acqua della soia prodotti nel mondo per sostenere la crescita degli animali da pascolo mentre un pezzo dell’umanità muore di fame”.  Sono infatti 900 milioni le persone affamate e e 2 miliardi quelle malnutrite. Inoltre problemi cardiovascolari, obesità già nell’infanzia e diabete sono determinate in larga parte da questa dieta che consiste in troppo cibo. E’ chiaro che per noi occidentali spesso sedentari e sovralimentati, accanto al cambiamento radicale del regime alimentare dobbiamo associare l’attività fisica e relazioni sociali positive. Certamente anche i geni di cui siamo provvisti ci danno una mano ma uno stile di vita basato sulla soddisfazione di questi tre aspetti ci consentirà di condurre una vita sana e positiva il più a lungo possibile.

Solo più un giorno ai Giochi Paralimpici

Le aspettative uccidono la prestazione

Aspettarsi di fare una grande prestazione è ciò che di peggio possa pensare un atleta. Le aspettative devono essere parte dell’autocontrollo che un atleta deve avere su se stesso.  L’unica aspettativa consentita è di sapere che bisogna impegnarsi al massimo ma quando si comincia si deve mettere da parte ogni idea di risultato e lottare in ogni istante della gara, passo dopo passo, tiro dopo tiro, centimetro dopo centimetro, secondo dopo secondo. Non c’è null’altro oltre questo e chi non è allenato a questo resta indietro.

Quotidiani scandalosi

Capisco le leggi del mercato, ma che a due giorni dall’inizio delle paralimpiadi continui il silenzio dei giornali è scandaloso

Dal doping della disperazione a quello scientifico

Le brutte notizie non vengono mai da sole, per cui in pochi giorni siamo passati dalla condanna del doping della disperazione, Schwazer a quella dell’inganno condotto in maniera scientifica, Amstrong. Il doping è un inganno per cui si fa sembrare vero (un risultato) che invece è falso, perché determinato dall’uso di sostanze artificiali. L’essere umano ha da sempre ingannato e, quindi, anche la forma che chiamiamo doping ci sarà sempre. La questione consiste nel chiedersi cosa fare, oltre l’inasprimento delle pene, per creare una cultura basata realmente sull’agonismo e non su una finzione. La domanda è: “Come si fa a recuperare quella forza che il doping fornisce attraverso il normale allenamento del fisico e della mente?” Se non c’impegniamo a lavorare in questa direzione avremo per sempre il dubbio su ogni vittoria. Bisogna imparare a padroneggiare il desiderio di vincere attraverso allenamenti senza trucchi.