Imparare dagli errori: un cambiamento molto impegnativo

Volere imparare dagli errori è un desiderio positivo e necessario ma è anche veramente molto difficile da praticare. Un primo ostacolo è rappresentato dal mantenere questa motivazione in modo continuo durante la stagione agonistica.

Un secondo aspetto riguarda il mantenerla anche quando l’atleta si sente preparato e in forma e pretenderebbe di performare al meglio in virtù di questa condizione. Dimenticando che l’ambiente in cui svolge la gara, l’avversario e l’importanza delle competizioni sono altri fattori che influenzano come si gareggerà.

Un terzo aspetto, strettamente collegato a quello precedente, sta nella presunzione di pensare che giacché si è in forma sarà scontato che si commetteranno pochi errori e tutto andrà bene. Meravigliandosi se ciò non accade. Pensare di vincere anziché pensare a come fare per giocare al meglio è considerato essere un killer della prestazione.

Un quarto aspetto si riferisce alla componente emotiva suscitata dall’errore. L’atleta conosce le ragioni dell’errore e saprebbe come cambiare ma si lascia dominare dalla frustrazione dell’errore e da emozioni di rabbia o delusione o sensi colpa anziché incoraggiarsi. In questo modo, anche se pensa in modo corretto, lo stato d’animo negativo verso di sé gli impedisce di mettere in pratica in modo efficace la sua scelta.

L’allenamento mentale dovrà rivolgersi a insegnare al giovane a uscire da questi stati mentali negativi, stimolare forme costanti d’incoraggiamento e sviluppare un dialogo con se stesso positivo.

 

 

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