Archivio mensile per gennaio, 2012

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USA 1 obeso 3

La più recente indagine sullo stato di salute degli americani, apparsa sul Journal of the American Medical Association, ha rilevato che 1 su 3 è obeso o sovrappeso e e la proporzione fra i giovani è di 1 su 6. Non è aumentata negli ultimi 12 anni ma resta un problema piuttosto grave. In particolare il 35,7% della popolazione è obesa e lo è il 16,9% dei giovani sino a 19 anni. Neri e bianchi se maschi hanno circa la stessa percentuale, 38.8% i primi e 36,2 i secondi. Netta è invece la differenza a favore delle donne bianche (32.2%) rispetto alle donne nere (58.5%). Inutile ripetere quanto questa condizione sia dannosa per il benessere delle persone e come l’unica politica sia quella di aumentare l’attività fisica e ridurre drasticamente cibi e bevande ipercaloriche. Cerchiamo di non imitarli, perchè siamo da tempo su questa strada.

Campione di rally e di tiro a volo

Nasser Saleh Al Attiyah, atleta del Qatar, ha vinto i campionati asiatici di tiro a volo eguagliando il record del mondo di 150 bersagli colpiti su 150. Non ha commesso neanche un errore in due giorni e insieme ad altri 4 atleti appartiene al ristretto numero che può vantare questo titolo. La sua impresa è eccezionale non solo per questo risultato ma anche perchè, nel contempo, è uno dei più importanti rallysti del mondo ed è appena tornato da poco più di una settimana dalla Dakar, che ha vinto nel 2010. Negli ultimi due mesi ha vinto nel tiro a volo i Giochi Arabi, poi è andato alla Dakar ed è tornato nuovamente a Doha per questa gara. Questa sua abilità distribuita su due attività così diverse è certamente impressionante, i suoi segreti sono l’estrema forma fisica, la ricerca continua della concentrazione e il sostegno di quanti gli sono accanto. La concentrazione la allena al massimo livello anche in allenamento dove s’impegna a tirare con la stessa intensità della gara. Questa volta in finale per mantenerla in maniera ottimale si è concenrato sul figlio di 8 mesi, immaginando il suo sorriso e lo sguardo. Questo è possibile in quanto nel tiro a volo vi sono delle fasi di pausa in cui bisogna tenere la mente occupata con qualche semplice pensiero che la allontani dal pensare al risultato, riducendo così lo stress agonistico di quei momenti. Questa storia mette in luce quanto siano diversi gli stili di vita con cui si può raggiungere il successo e come un atleta di vertice mondiale possa trovare anche nei pensieri di tutti i giorni lo stimolo per ridurre la tensione nei momenti di maggiore pressione.

L’alibi della stanchezza

Fatica è una di quelle parole con mille significati, che solo ogni tanto vuole dire essere stanchi, mentre nella maggior parte delle altre serve a nascondere le ragioni di una prestazione non soddisfacente. Durante questo turno di campionato le prime in classifica hanno raccolto due pareggi e due sconfitte e non certo perchè erano stanche, giacchè è la seconda partita dopo un lungo periodo di vacanza. Se ciò è vero le motivazioni sono quindi altre. Forse per la Juve è la mancanza di abitudine a vincere quando è necessario. Per il Milan la partita era difficile ma i tormentoni su Pato non hanno aiutato ed è stato un errore, a mio avviso fare giocare un calciatore sino al giorno prima distratto da altre questioni. Per il Napoli si è posta la questione che Mazzarri aveva sollevato: la necessità di essere più aggressivi in campo. Per l’Udinese si evidenzia la difficoltà a tenere il ritmo avuto sinora, che è anche un ritmo mentale. Queste spiegazioni non centrano nulla con la fatica o con altre spiegazioni tecniche, si tratta come al solito di guardare alla mente della squadra e di sapere come fare per uscire dallo stress che essere le prime della classe comporta. Oggi stavo con due atleti che fra tre giorni hanno una gara molto importante per loro perchè potrebbe qualificarli per la prima volta per le olimpiadi. I loro pensieri erano del tipo: faccio errori stupidi, penso agli avversari, oggi non sono come vorrei. Avrebbero continuato all’infinito in questo loro atteggiamento convinti che non ci fosse nulla da fare. Parlando con ognuno di loro gli ho fatto notare che non era questo il loro problema, che non avevano nessuna importanza i pensieri che avevano e che non si può controllare cosa si penserà fra un istante. Dovevano invece lottare per eliminare questi pensieri, sostituendoli subito con altri utili a fare bene ciò che dovevano fare. Così hanno fatto e le loro prestazioni successive sono state ottime. Questo è il punto, non importa se sono stanco, può essere, ciò che conta è impegnarsi per mantenere la concentrazione su ciò che devo fare in campo, Questo deve fare ogni calciatore, finchè pensa che è stanco non combinerà più nulla.

Calma e aggressività

Nel campionato di calcio è il momento della calma, umiltà e dell’aggressività. Mi sembra siano questi i tre atteggiamenti più importanti che gli allenatori stanno chiedendo alle loro squadre. La calma serve per entrare in campo e giocare con la mente libera da fantasmi e preoccupazioni. L’umiltà perchè bisogna sapere giocare con la stessa voglia e determinazione ogni settimana senza lasciarsi influenzare dai risultati precedenti, dalla posizione in classifica o dagli avversari. L’aggressività fa da contraltare alla calma. La calma è la convinzione nei propri mezzi e l’aggressività serve per giocare ogni palla per 90 minuti con la prontezza fisica e mentale necessaria, a gestire lo stress agonistico quando si è stanchi e a capovolgere i momenti negativi della partita.

Boxe in gonna?

La boxe femminile farà la sua prima apparizione alle olimpiadi ai giochi di Londra. Ora la federazione mondiale di boxe vorrebbe obbligarle a indossare sul ring una gonna, questo allo scopo di “rendere il loro look sul ring più elegante e distinguerle ” dai maschi. Questa richiesta è stata interpretata, come ovvio, in termini di riduzione della donna pugile ha oggetto sessuale, riducendo la valenza del loro valore come atlete. E’ stata lanciata una petizione perchè questa regola non venga definitivamente approvata. Si può aderire andando su: http://www.change.org/petitions/tell-aiba-play-fair-dont-ask-female-boxers-to-wear-skirts

Il Mito della boxe compie 70 anni

Muhammad Ali compie 70 anni e mi piace ricordarlo con alcune sue frasi:
“Che cosa è la boxe? Facile, tanti uomini bianchi che urlano mentre guardano due uomini neri che si battono tra loro”
“E perchè dovrei andare a combattere i vietcong, non mi hanno fatto niente. Loro non mi hanno mai chiamato negro”
“Amo la boxe, mi ha dato molto, ma a volte mi ha anche fatto pensare a quanto gli esseri umani possono essere spietati l’uno contro l’altro”
“La mia strategia era cercare di comportarmi  il più scientificamente possibile nei miei combattimenti”
“Non volevo farmi male davvero e non volevo che nessun altro se ne facesse”
“Volevo danzare, tenermi lontano dai colpi dell’avversario e volevo usare il cervello tanto quanto i pugni”
“I campioni … devono avere l’abilità e la volontà. Ma la volontà deve essere più forte dell’abilità.”                                    

“Cercavo di entrare nella testa del mio avversario e smontarlo psicologicamente. E’ stato cosi, in fondo, che vinsi contro Sonny  Liston e riconquistai il titolo combattendo con George Foreman”        

Vedi il video di When We Were Kings: http://www.youtube.com/watch?v=vgBDOWD9j5U

 

Personalità e calcio

Sui media è apparsa la notizia che una squadra tedesca, l’Hannover, ha sottoposto i suoi giocatori a un questionario di personalità per conoscere le principali caratteristiche psicologiche di ognuno. Ovviamente sui giornali italiani la notizia è apparsa perchè vi sono anche alcune domande che indagano sulla vita sessuale (http://www.repubblica.it/sport/calcio/calciomercato/2012/01/11/news/hannover). Sono convinto della grande positività d’iniziative come queste, poichè permettono di approfondire la conoscenza dei propri calciatori attraverso attraverso l’uso di trumenti scientifici. E’ questa una pratica inesistente in Italia. Posso dire che l’unico a essersi interessato a queste dimensioni è stato Arrigo Sacchi, il quale in preparazione dei mondiali di America 1994 mi chiese di somministrare ai giocatori un questionario e applicai il TAIS. Questionario per lo studio dello stile attentivo e intepersonale delle persone. Oltre il suo interesse al profilo psicologico di ognuno degli atleti, mi chiese ad esempio di dirgli quali erano, in base ai risultati, quei calciatori a cui poteva fornire più informazioni contemporaneamente senza che per questo si confondessero e quelli invece per cui era più efficace fornire ogni volta un numero minore d’indicazioni. Ecco un piccolo esempio di come le informazioni che derivano da un questionario possono essere utilizzate. Da quel giorno, solo gli arbitri di calcio dell’era Casarin alla fine degli anni ’90 hanno usufruito di questo tipo di consulenza psicologica. I tempi passano e i club si affidano ai maghi allenatori, che ovviamente essendo dei piccoli Cesari non hanno bisogno di queste notizie.

L’influenza dei media sulle prestazioni sportive

Mancano meno di 200 giorni all’inizio delle olimpiadi di Londra. Gli ultimi sei mesi che precedono questo evento sportivo sono spesso vissuti dagli atleti, soprattutto da quelli che aspirano al podio, in un crescendo di emozioni. Un articolo appena uscito sulla rivista della Scuola dello Sport del Coni di Mario Gulinelli, da sempre anima e artefice di questo giornale scientifico, pone l’accento sui rischi che il marketing, gli sponsor e i media possono fare correre nell’accentuare la pressione e le aspettative che si vengono a creare su atleti che non sono abituati a essere sotto questi riflettori, come invece lo sono ad esempio i calciatori, e sulla loro difficoltà a sopportare il peso le aspettative dell’opinione pubblica sul fatto che certamente vinceranno una medaglia. Questi atleti già vivono la pressione connessa al fornire la loro massima prestazione nell’olimpico, che rappresenta l’opportunità di entrare nella storia del sport mondiale. Questa problematica è stata illustrata dallo psicologo dello sport U. Kuhl, sulla rivista tedesca Leistungssport, 2011, 5) in cui ha analizzato le ragioni che hanno portato all’eliminazione ai quarti di finale dell’ultimo campionato del mondo della nazionale di calcio femminile tedesca, dopo avere vinto le due edizioni precedenti e essere considerata la grande favorita anche dell’edizione giocata in Germania nel 2011. La sua spiegazione, basata sulle dichiarazione delle giocatrici, dell’allenatrice e analizzando la loro esposione mediatica, evidenzia come questo torneo si è tramutato per loro in una minaccia anzichè rappresentare l’opportunità che tutti si aspettavano. L’opinione pubblica si aspettava grandi cose e le ragazze in campo anzichè giocare come sapevano, hanno cercato di compiacere questa richiesta cercando di fare qualcosa di speciale, di stupire, senza esserci riuscite. Lo stesso è accaduto ai campionati del mondo di rugby, dove la squadra di casa, gli All Blacks dovevano per forza vincere. In finale hanno sprecato ben tre calci piazzati, hanno vinto di un solo punto e negli ultimi minuti hanno solo cercato di congelare la palla. Questi sono casi in cui la sfida si trasforma in minaccia di una disfatta, dove i fantasmi mentali vengono fuori e paralizzano atleti, che non sono certamente persone ansiose, ma che vivono a causa delle troppe pressioni esterne la paura di non farcela. Possiamo solo sperare che i nostri atleti migliori siano consapevoli di queste problematiche e si preparino a affontare anche questo tipo di avversari, per arrivare sul campo con la mente libera.

Cambia allenatore anche il Parma

Nuovo cambio di panchina nel calcio, questa volta tocca a Colomba, Parma, che viene sostituito da Donadoni. Il Parma è una squadra che manca di continuità nell’impegno agonistico. Esempi di questo atteggiamento in partita sono le due vittorie con Udinese e Napoli che dimostrano la capacità di essere competitivi anche con squadre certamente più forti, ma che non è stata messa in mostra contro altre squadre.  Altro dato i due pareggi 3-3 contro squadre del proprio livello che evidenziano la difficoltà a mantenere un risultato positivo e la fragilità nel sapersi difendere. Quindi mancanza di continuità nella tenuta agonistica e scarsa tenacia e determinazione nel sapersi difendere. Difetti di mentalità che si riverberano sul gioco.

Situazione negativa a Novara

Il Novara squadra di cui si ammirava all’inizio del campionato l’ambiente sereno e la capacità di essere riusciti a emergere in pochi anni sino a raggiungere il traguardo del massimo campionato di calcio vive in questi giorni la situazione esattamente opposta. Squadra contestata dai tifosi, risultati negativi, fondo della classifica, ipotesi di cambio di allenatore. Si potrebbe dire dalle stelle alle stalle. Le spiegazioni riportate sui giornali riguardano problemi tecnici, preparazione fisica carente e mancanza di carattere: non si salva niente. Mi auguro che l’allenatore non la pensi in questo modo che è troppo generale e poco utile, ma abbia risposte specifiche e precise così da evitare che si diffonda la convizione di non essere capaci ad affrontare questo livello di campionato, poichè porterebbe ancor più in basso l’umore della squadra. Andando ad analizzare quando il Novara subisce i goal si può notare che sono distribuiti in modo abbastanza omogeneo lungo l’arco della partita, fatta eccezione per i primi 15 minuti in cui ha preso solo 2 reti delle 32. Nella successiva mezz’ora del primo tempo ne ha incassati 14, distribuiti in modo uguale nei due intervalli di quindici minuti. Nel secondo tempo ha preso 5 reti dal 46° al 60°, 4 dal 61° al 75° e 6 dal 76° al termine della partita. Questa distribuzione omogenea determina una condizione di insicurezza dovuta all’idea che il goal può arrivare in ogni istante e che non vi sono fasi della partita in cui abitualmente si è più sicuri. Se questa è la convinzione i giocatori vanno allenati a essere più attenti nella fase difensiva del gioco e a mantenere questo atteggiamento in modo continuativo. Oltretutto la squadra ha preso 16 goal nel primo tempo segnandone solo 4, per cui in ogni partita è quasi certo che termini la prima parte in svantaggio. migliorando in questa fase, il secondo tempo sarebbe più facile poichè la squadra lo inizierebbe con un’altro livello di sicurezza e inoltre dato che è riuscita a segnare 5 goal negli ultimi 15 minuti, questi sono inutili se sino già presi molti goal in precedenza ma al contrario sarebbero di grande sostegno se la squadra non chiudesse quasi sempre il primo tempo in svantaggio.