Archivio mensile per gennaio, 2012

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Ricomincia il campionato di calcio: i timori

Le soste lunghe sono sempre utili per il corpo che deve recuperare ma spesso sono pericolose per la mente che ha perso quella sensazione d’intensità agonistica che era mantenuta dalla continuità delle partite settimanali. Certamente giocatori esperti dovrebbero essere in grado di ritrovare la loro competitività sin dal primo istante, ma le frasi degli allenatori alla vigilia della ripresa del campionato stanno a ricordare quanto questo aspetto non debba essere dato per scontato. Infatti scorrendo le dichiarazioni di oggi si evidenzia che la maggior parte di essi ha posto l’accento sulla necessità dimostrare subito sul campo determinazione e voglia di lottare.

Muoversi insieme

Si parla spesso del Barcellona quale migliore squadra del mondo e dell’abilità dei suoi giocatori nel realizzare il suo gioco attraverso l’applicazione dell’idea base “prendi la palla, passa la palla.” Vi è però anche un’altra squadra che nel 2011 ha infiammato gli animi con il suo approccio al gioco del calcio. E’ la nazionale giapponese di calcio femminile che ha vinto la coppa del mondo di calcio contro ogni previsione, servendosi di un’altra visione: “Quando una si muove, tutte si muovono.”  Questo approccio è stato guidato sul campo dalla capitana Homare Sawa, 33 anni, giocatrice di calcio dall’età di 12 anni, in nazionale dalla età di 15 anni. I giornali l’hanno definita la regista suprema. E’ lei che ispira il gioco della squadra in ogni istante della partita con la stessa intensità, compresi i minuti finali quando anche le sue compagne sembrano essere troppo stanche. Sì, perchè la caratteristica di questa squadra è sapere giocare sino alla fine e anche se in svantaggio con la stessa qualità dei primi minuti, ed è proprio questa loro caratteristica che le ha permesso di superare le squadre più famose come la Germania, la Svezia e in finale gli USA. Correre e correre tutte insieme, soprattutto quando le avversarie non ce la fanno più.  Non ultimo Homare Sawa è alta  164 centimetri contro i 168 di Messi. Forse anche per questo il New York Times ha identificato il Barcellona e il Giappone femminile come squadre dell’anno.

Vincere o perdere per un niente

Spesso mi viene chiesto a cosa serve lo psicologo a un’atleta che è già forte se non addirittura fra i primi del ranking mondiale. Si possono fornire diverse risposte a questa domanda ma la più significativa è per me riguarda l’aiuto dato al raggiungimento del l’obiettivo della sua gara. Partecipare a una competizione in cui vuole fornire il massimo di cui di cui è capace, confrontandosi con altri avversari che hanno la stessa preparazione, lo stesso livello e la stessa volontà. Quindi non solo devo correre 100metri il più veloce possibile ma devo farlo in competizione con altri che sono bravi quanto me. La situazione è poi ulteriormente resa complessa dal contesto in cui la gara si svolge: la sua importanza della gara, il numero di spettatori (che talvolta sono decine di milioni se non di più), le aspettative che il mio paese ripone su di me la mia popolarità, le aspettative dei finanziatori, degli amici, della famiglia e di tutti i sostenitori. Restiamo però a ciò che avviene sul campo : l’atleta e gli avversari.
Competizione    Differenza percentuali nei tempi    Differenza percentuali nei tempi

                                     fra primo e quarto posto                  fra primo e quarto posto
                                                  Uomini                                                        Donne
Sprints                                     1.83%                                                          1.70%
Distance                                  1.09%                                                             .98%
Throws                                     3.07%                                                          5.35%
Jumps                                     1.98%                                                            3.21%
Fonte: R. Chapman, E-Magazine, 2011, Comitato Olimpico Stati Uniti.

Per quel che mi riguarda l’allenamento della concentrazione deve essere l’obiettivo essenziale dell’allenamento mentale e i dati qui sopra riportati ne sono una conferma. La loro rilevanza è tale che sono stati discussi durante un workshop dell’atletica leggera USA allo scopo di fornire indicazioni su come migliorare le prestazioni dei loro atleti. I temi affrontati hanno riguardato la biomeccanica, la psicologia dello sport e la nutrizione. Il dato evidente è che il 2% di miglioramento in uno sprinter porta al 75% di probabilità di vincere contro tre avversari che hanno le stesse abilità. Lo stesso è valido in senso inverso la riduzione del 2% elimina ogni opportunità di vittoria. La ricerca su questo tema mostra che variazioni dello 0,3%-0,5% incrementano/riducono drasticamente la possibilità di salire sul podio. Quindi cambiamenti molto piccoli nella prestazione hanno un impatto rilevante sul risultato che si ottiene. Gli psicologi americani si sono orientati nel fornire indicazioni su come ridurre le distrazioni e allenare la concentrazione sulla prestazione da effettuare poichè è una abilità allenabile come le abilità fisiche e tecniche. Questo è valido in tutti gli sport. Giovanni Pellielo, nel tiro a volo, non è andato in finale agli europei e ai mondiali perché ho preso solo 122 su 125 piattelli anziché 123 (differenza di 0,8%) e Josefa Idem è arrivata seconda a Pechino per meno di 1cm dal primo.

12.000 piccoli stranieri

E’ questo il numero di giovani calciatori,  figli d’immigrati nati in Italia, che non hanno la cittadinanza e quindi sono soggetti alle stesse limitazioni che vivono gli extracomunitari. Come dice Gianni Rivera “Le norme vigenti sono a favore non dei vivai ma dell’italianità dei vivai” Questi giovani sono sottoposti a forti discriminazioni che ne limitano notevolmente la possibilità di diventare calciatori professionisti, perchè subiscono una legge spietata che a differenza di moltre altre nazioni, fra cui USA, Gran Bretagna e Francia, non considera come italiano chi è nato nel nostro paese. D’altra parte lo stesso presidente Napolitano ha sostenuto in più occasioni la stessa posizione: “Gli immigrati sono la linfa vitale per il nostro paese, i loro figli nati in Italia si sentono italiani a tutti gli effetti e va data loro al più presto la cittadinanza.” E allora perchè i politici anzichè come al solito perdere tempo non fanno un’azione mirata per risolvere questo problema, forse perchè sono solo 12.000? L’assenza di sensibilità su problemi sociali facilmente risolvibili e che riguardano il futuro di molti giovani del paese è la chiara evidenza della vecchiaia mentale di chi è seduto in Parlamento e della loro principale competenza che è sapere fare polemica. Leggi: http://www.ibs.it/code/9788860600394/valeri-mauro/black-italians-atleti.html

Esiste il vantaggio casalingo alle olimpiadi?

 

Anno Paese 52 56 60 64 68 71 76 80 84 88 92 96 0 4 Aumn %
56 AUS 22 35 22 18 17 17 5 9 24 14 27 41 58 49 37
60 ITA 21 25 36 27 16 18 13 15 32 14 19 35 34 32 30.55
64 JAP 9 19 18 29 25 29 25 - 32 14 22 14 18 37 37.93
68 MX 1 0 1 1 9 1 2 4 6 2 1 1 6 4 88.88
72 GER - 26 42 50 26 40 39 - 59 40 82 65 56 49 35.00
76 CAN 3 6 1 4 5 5 11 - 44 10 18 22 14 12 54.54
80 RUS 71 98 103 96 91 99 125 195 - 132 112 63 88 92 35.89
84 USA 76 74 71 90 112 94 94 - 174 94 108 101 97 102 45.97 
88 KOR 2 2 0 3 2 1 6 5 19 33 29 27 28 30 42.42
92 SPN 1 0 0 0 0 1 2 6 5 4 22 17 11 19 81.81
96 USA 76 74 71 90 112 94 94 - 174 94 108 101 97 102 -6,93
00 AUS 22 35 22 18 17 17 5 9 24 14 27 41 58 49 29
04 GRE 0 1 1 0 1 2 0 3 2 1 2 8 13 16 18.75
                              M =  40.86

Il Comitato Olimpico Italiano (Coni) si augura  che l’Italia resti fra le prime 10 nazioni nella classifica delle medaglie vinte alle prossime olimpiadi di Londra; a Pechino abbiamo occupato la nona posizione. Colgo questa occasione per fare vedere la tabella del medagliere delle medaglie conquistate dai paesi che hanno organizzato le olimpiadi dal 1954 al 2004, L’ultima colonna a destra riporta la percentuale d’incremento dei podi ottenuti quando l’olimpiade è stata svolta in casa rispetto all’edizione precedente. Si evidenzia un notevole aumentomedio, pari al 40.86%. L’effetto “giocare in casa” è assolutamente bene documentato (con l’unica eccezione degli USA che nel 1996 hanno avuto un decremento, pur restando sempre la nazione con più podi) e certamente giocano un ruolo essenziale i maggiori investimenti economici e le opportunità offerte nella costruzione, formazione e preparazione delle squadre olimpiche.

Un altro esempio di esplorazione: il deserto

Voglio iniziare l’anno nuovo parlando di una donna, Carla Perrotti, che ha attraversato da sola alcuni dei più importanti e temibili deserti in tutti i continenti. Ho finito l’anno parlando delle imprese di Simone Moro e Giovanni Soldini, alpinismo e vela, per aprirlo con il deserto di Carla Perrotti. Tre mondi vissuti diversamente ma sempre in modo pieno e totale. Come  ha scritto nel suo primo libro è stata spinta dal desiderio di solitudine in grandi spazi aperti e dalla necessità di vivere a stretto contatto con la natura nelle sue forme più intense. Senza per questo essere una persona sola, perchè ha una famiglia coinvolta in prima persona nelle sue imprese. In questi ultimi anni organizza viaggi a piedi nel deserto per fare conoscere meglio questi luoghi e un’interessante iniziativa chiamata Desert Therapy. Leggi: www.carlaperrotti.com