Archivio per il tag 'media'

L’uso dei media e social da parte dei giovani

Twenge, J. M., Martin, G. N., & Spitzberg, B. H. (2019). Trends in U.S. Adolescents’ Media Use, 1976–2016: The Rise of Digital Media, the Decline of TV, and the (Near) Demise of PrintPsychology of Popular Media Culture8(4), 329–345.
Gli studi hanno prodotto sinora risultati contrastanti riguardo se i media digitali (Internet, messaggistica, social media e giochi) sostituiscano o integrino l’uso dei vecchi media tradizionali (media stampati come libri, riviste e giornali; TV; e film). Questo studio esamina le tendenze generazionali/temporali nell’uso dei media in campioni rappresentativi a livello nazionale di studenti dell’8º, 10º e 12º grado negli Stati Uniti, dal 1976 al 2016 (N 1.021.209; 51% femminile). Queste classi sono equivalenti alla fascia di età tra 12 e 16 anni.
L’uso dei media digitali è aumentato considerevolmente, con il 12° medio che nel 2016 trascorre più del doppio del tempo online rispetto al 2006, con un totale di circa 6 ore al giorno spese online nel 2016, sui social media e mandando messaggi. Mentre solo la metà dei 12° visitava i siti dei social media quasi ogni giorno nel 2008, l’82% lo faceva nel 2016. Allo stesso tempo, gli adolescenti della generazione iGen negli anni 2010 hanno trascorso significativamente meno tempo sui media stampati, TV o film rispetto agli adolescenti dei decenni precedenti.
La percentuale di 12°che leggevano un libro o una rivista ogni giorno è scesa dal 60% alla fine degli anni ’70 al 16% nel 2016, e gli studenti dell’8° hanno trascorso quasi un’ora in meno guardando la TV nel 2016 rispetto ai primi anni ’90. Le tendenze sono state piuttosto uniformi tra sesso, razza/etnia e status socioeconomico.
L’adozione rapida dei media digitali dagli anni 2000 ha sostituito il consumo dei media tradizionali.

 

 

Il doping domina nelle notizie di sport

Il doping domina sui media perchè è troppo diffuso nello sport. Solo negli ultimi giorni le notizie più clamorose:

  • condanna di 3,6 anni al marciatore Schwazer,
  • richiesta di pagamento di una multa di 150 milioni di dollari da parte del Ministero della Giustizia americano a Amstrong
  • lo sprinter olimpionico americano Crawford è stato sospeso per due anni dalle corse
  • 15 cavalli dello sceicco Maktoum sono stati trovati positivi al doping e il loro allenatore, Al Zarooni, è stato squalificato per 8 anni
  • lo Spelman College ha abbandonato lo sport agonistico anche a causa della diffusione del doping e della corruzione

L’influenza dei media sulle prestazioni sportive

Mancano meno di 200 giorni all’inizio delle olimpiadi di Londra. Gli ultimi sei mesi che precedono questo evento sportivo sono spesso vissuti dagli atleti, soprattutto da quelli che aspirano al podio, in un crescendo di emozioni. Un articolo appena uscito sulla rivista della Scuola dello Sport del Coni di Mario Gulinelli, da sempre anima e artefice di questo giornale scientifico, pone l’accento sui rischi che il marketing, gli sponsor e i media possono fare correre nell’accentuare la pressione e le aspettative che si vengono a creare su atleti che non sono abituati a essere sotto questi riflettori, come invece lo sono ad esempio i calciatori, e sulla loro difficoltà a sopportare il peso le aspettative dell’opinione pubblica sul fatto che certamente vinceranno una medaglia. Questi atleti già vivono la pressione connessa al fornire la loro massima prestazione nell’olimpico, che rappresenta l’opportunità di entrare nella storia del sport mondiale. Questa problematica è stata illustrata dallo psicologo dello sport U. Kuhl, sulla rivista tedesca Leistungssport, 2011, 5) in cui ha analizzato le ragioni che hanno portato all’eliminazione ai quarti di finale dell’ultimo campionato del mondo della nazionale di calcio femminile tedesca, dopo avere vinto le due edizioni precedenti e essere considerata la grande favorita anche dell’edizione giocata in Germania nel 2011. La sua spiegazione, basata sulle dichiarazione delle giocatrici, dell’allenatrice e analizzando la loro esposione mediatica, evidenzia come questo torneo si è tramutato per loro in una minaccia anzichè rappresentare l’opportunità che tutti si aspettavano. L’opinione pubblica si aspettava grandi cose e le ragazze in campo anzichè giocare come sapevano, hanno cercato di compiacere questa richiesta cercando di fare qualcosa di speciale, di stupire, senza esserci riuscite. Lo stesso è accaduto ai campionati del mondo di rugby, dove la squadra di casa, gli All Blacks dovevano per forza vincere. In finale hanno sprecato ben tre calci piazzati, hanno vinto di un solo punto e negli ultimi minuti hanno solo cercato di congelare la palla. Questi sono casi in cui la sfida si trasforma in minaccia di una disfatta, dove i fantasmi mentali vengono fuori e paralizzano atleti, che non sono certamente persone ansiose, ma che vivono a causa delle troppe pressioni esterne la paura di non farcela. Possiamo solo sperare che i nostri atleti migliori siano consapevoli di queste problematiche e si preparino a affontare anche questo tipo di avversari, per arrivare sul campo con la mente libera.

Iosefa Idem

Da noi sono più popolari Federica Pellegrini o Francesco Totti. Iosefa Idem va sui media solo se fornisce prestazioni eccezionali. E’ un vero peccato, che ci dice quanto siamo occupati non dal valore della prestazione ma piuttosto dal ritorno mediatico che ne può derivare. Non è sufficiente essere un campione, bisogna anche essere interessanti per gli sponsor. Il gossip sulla Pellegrini ne è una dimostrazione “scientifica”. La Idem rappresenta un’eccezione che varrebbe tutte le parole su Pistorius o su Bolt. “Nothing is impossible” però non si addice per questa atleta immensa. Peccato per noi e mille volte grazie a lei per quello che fa, nonostante non interessi ai grandi sponsor, tranne forse il giorno della gara. Questo è il mondo in cui viviamo, per andare sui giornali bisogna vincere e trombare a go-go. Oppure appartenere a quei pochi sport ricchi (moto, auto, calcio e golf) per cui è scontato stare sulle pagine ogni settimana. Che schifo!