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Italiani, vittime di noi stessi ma la colpa è degli altri anche nello sport

Siamo un popolo abituato a dare la colpa agli altri e anche nello sport si manifesta questa mentalità. I genitori picchiano gli arbitri, naturalmente la Juve ruba le partite, chi si dopa si giustifica dicendo che è stata una leggerezza e così … e sopattutto non abbiamo speranza.

La Juventus si adatta e vince

L’importanza dell’adattamento non è evidente solo nella storia dell’evoluzione ma anche nelle scelte che si effettuano nei momenti decisivi. Questo è quanto avvenuto domenica per quanto riguarda Juventus- Roma. L’allenatore della Juventus, Antonio Conte, ha preparato la squadra, cambiandone il modo di giocare così da adattarlo al modulo della Roma. “Se è il caso ci snaturiamo” ha detto Conte; significa avere la consapevolezza di riconoscere il valore degli avversari, riconoscendone i punti di forza  - da ridurre – e i punti di debolezza – da fare emergere -. Più facile sarebbe stato giocare servendosi delle qualità con cui la Juventus si è affermata in questi due anni in Italia (possesso palla e ritmo elevato) che contro la Roma sarebbe stato dannoso.  Invece si è comportato come suggerisce Sun Tzu, in L’arte della guerra secondo cui è geniale chi mostra “la capacità di assicurarsi la vittoria combattendo e adeguandosi al nemico” e “chi è prudente e aspetta con pazienza chi non lo è”.

Le regole etiche sono troppo vecchie?

Almeno 10 anni fa in una pubblicazione del settote giovanile e scolastico della FIGC dedicata a calcio, scuola e educazione abbiamo scritto.

Qualunque sia il mio ruolo nello sport, anche quello di spettatore, mi impegno a:

  • Fare di ogni incontro sportivo, poco importa la posta in palio e la rilevanza dell’avvenimento, un momento privilegiato, una sorta di festa
  • Conformarmi alle regole e allo spirito dello sport praticato
  • Rispettare i miei avversari come me stesso
  • Accettare le decisioni degli arbitri e dei giudici sportivi, sapendo che, come me, hanno diritto all’errore ma fanno di tutto per commetterlo
  • Evitare l’aggressione nei miei atti, nelle mie parole e nei miei scritti
  • Non usare artifizi nè inganni per ottenere il successo
  • Restare degno nella vittoria come nella sconfitta
  • Aiutare gli altri sportivi, con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione
  • Soccorrere ogni sportivo ferito, la cui vita è in pericolo
  • Essere realmente ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi qui affermati

Ora invece si sente dire che dire “M….a” è solo una parola come un’altra perchè è ampiamente usata nel linguaggio comune e quindi non è offensiva. E’ chiaro, i ragazzi che insultano i giocatori non sono deliquenti come quelli  che il calcio ci ha abituato a vedere e che non vengono perseguiti. Ciò non toglie che ai bambini vada insegnata l’educazione e a comportarsi in pubblico, in primis dai genitori.

Juventus-Napoli: chi vuole vincere?

Juventus e Napoli si affrontano stasera, un partita importante non solo per i 3 punti che avvicineranno alla Roma chi vince, ma anche per l’effetto positivo che si avrà sull’autostima di quella che dimostrerà di sapersi esprimere al meglio nei moneti decisivi. In modo diverso, Mazzarri e Conte avranno spiegato ai giocatori cosa vogliono che succeda in campo e cosa vogliono evitare che avvenga. Vedremo chi delle due riuscirà a fare accadere quello che in questi giorni hanno pianificato. Entreranno in campo con la stessa volontà di vincere? La partita sarà bella se vedremo intensità,velocità, spirito combattivo e idee in campo.

La fatica mentale nel calcio

Il sovraccarico da fatica mentale è un costo che gli atleti devono imparare a gestire per rimanere a livello di vertice. Gli atleti più vincenti al termine delle olimpiadi si prendono spesso un lungo periodo di riposo per eliminare gli stress subiti e per ricaricare la propria motivazione per gli impegni futuri. Negli sport individuali scelte come quella di Federica Pellegrini di dedicarsi per una stagione agonistica a svolgere un’attività meno intensa sono frequenti negli atleti di livello internazionale, perchè mentalmente non si può vivere ogni anno con l’assillo di dovere dimostrare che si è i più forti. Lo stesso Tiger Woods ci ha messo tre anni per risollevarsi dalla crisi in cui si era infilato  e ritornare a essere il numero 1. Tre anni sono l’equivalente di 1000 giorni in cui ha perso molte e molte più volte di quelle che ha vinto. Negli sport di squadra prendersi un periodo di riposo non è possibile. Le squadre forti sono organizzate per raggiungere ogni anno il massimo obiettivo possibile, nel calcio si traduce nel vincere lo scudetto o entrare almeno nella Champions League. I giocatori della Juventus si trovano in questa condizione mentale, sono stanchi e sinora non hanno saputo entrare in campo con l’atteggiamento necessario per vincere. Hanno sopperito con il mestiere e con la qualità di alcuni giocatori ma non basta più. Ci vorrebbero dei cloni di Pirlo e compagni ma è fantasia e i nuovi non sono per forza migliori degli altri. La Juventus deve comunque ridurre il livello di fatica e stress mentale per ritrovare quella motivazione all’impegno e al sacrificio in allenamento e partita che sono alla base dei successi dei due anni precedenti. Certamente uno psicologo che li aiutasse a rilassarsi e ricaricarsi sarebbe utile.

La Juventus impari da Aristotele

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine”. Trasferendo questa affermazione nel mondo terreno del calcio significa ad esempio: che la Roma sta costruendo in queste prime otto partite un’abitudine positiva che è alla base dell’eccellenza. La Juventus, al contrario, avedo subito 10 goal e perso sinora quella combattività che la distingueva dalle altre squadre deve cambiare a ogni costo, perchè ciò che fa sta determinando un’abitudine a reagire in maniera insufficiente. In sostanza le abitudini guidano i nostri comportamenti e il lavoro di Antonio Conte deve essere quello di sradicarli perchè la squadra collettivamente sta imparando a non reagire e non c’è nulla di più negativo.

Juventus assente, ritornare in altro orario

Vedere l’intervista a Conte è imbarazzante, perchè non sa trovare ragioni per spiegare l’assenza della Juventus a partire dal 70° del secondo. Errori banali: primo goal su rigore; secondo, papera di Buffon; terzo, giocatore lasciato libero come se si fosse all’oratorio e, l’ultimo, contropiede. Quindici minuti in cui la Juventus è stata presente sul campo solo fisicamente e non mentalmente. Non solo non ha lottato, non ha proprio giocato. E’ difficile capire come la squadra che negli ultimi due anni ha fatto dell’impegno totale e arrembante la sua caratteristica fondamentale ora manchi proprio in questo e non solo oggi, perchè in questo campionato ha preso già 10 goal. Giocatori stanchi e mentalmente soddisfatti? Non si può giocare per tre anni consecutivi sempre al proprio meglio e questo è il modo in cui si verifica? Insofferenza verso un leader che li richiama sempre al valore del duro lavoro? Il maggior livello di classe della squadra di quest’anno ha portato a credere che si può vincere impegnandosi di meno? Solo Conte e la squadra lo possono sapere. Aspettando il Real Madrid.

Convinzione e decisione sono due aspetti chiave di una partita

Negli sport di squadra la tecnica e la tattica  devono tendere a diventare automatizzate attraverso l’allenamento, in modo tale che i giocatori possano metterle in atto senza pensare preventivamente a come devono giocare, ma sulla base di quello che succede in un dato momento sul campo sanno anticipatamente cosa devono fare. L’intensità e la qualità dell’allenamento permettono alle squadre di mettere in atto il proprio gioco anche in condizioni di difficoltà, di stress e di fatica. Inoltre le squadre che sono fornite anche di fuoriclasse hanno ovviamente armi in più per dimostrare il proprio valore e prevalere sugli avversari. Vi è però un altro fattore che può ostacolare o favorire le capacità di gioco di una squadra. Si tratta di un fattore psicologico che si riferisce all’atteggiamento mentale con il quale una squadra scende in campo e può così presentarsi:

  • è un atteggiamento convinto delle proprie capacità e deciso a affermarle in campo con un comportamento dei giocatori combattivo e deciso
  • è un atteggiamento convinto delle proprie capacità ma per qualche ragione la squadra ritiene che questo atteggiamento verrà spontaneamente fuori durante la partita
  • è un atteggiamento non completamente convinto delle proprie capacità e queste insicurezze vengono manifestate durante la partita attraverso errori di gioco
Sono personalmente convinto di quanto sia necessario allenarsi a vivere le partite con il primo atteggiamento dei tre, in cui la convinzione si unisce alla consapevolezza di dovere mostrare questo atteggiamento in ogni occasione. Molte squadre non mostrano sempre questo atteggiamento e allora si commettono errori di superficialità come quelli della Juventus contro il Galatasaray non contrastando gli avversari con quella determinazione che è necessaria. Quindi vanno bene i top player e gli schemi di gioco, ma altrettanto serve dimostrare che si è in grado di esercitare una pressione costante sugli avversari.

 

 

 

Campionato di calcio interessante: le sorprese nelle prossime partite

Il campionato di calcio di quest’anno è sinora il più interessante di questi anni, perchè fa emergere situazioni nuove con cui le squadre devono confrontarsi al di là del loro livello tecnico:

La Juve deve dimostrare che continua a avere voglia di vincere e la drammatizzazione di Conte sul caso di Pirlo, non proprio uno qualsiasi, che non è andato in panchina dopo la sostituzione ma negli spogliatoi è un segnale di quanto l’allenatore consideri decisiva questa condivisione totale di ciò che avviene in campo da parte della panchina, per mantenere alta la determinazione della squadra.

Il Napoli ha un impegno apparentemente facile con il Sassuolo ma non deve pensare di avere già vinto la partita, questa è certamente una delle partite in cui si può misurare la volontà della squadra a vincere il campionato.

La Roma è stata spesso una squadra che ai primi risultai positivi pensava già di essere arrivata alla fine el campionato, deve mostrare pazienza, dimenticare le partite vinte e stare concentrata solo giocare la prossima partita.

Il Milan ha molti problemi tra infortuni e le debolezze mentali di Balotelli. Certamente come tutti dicono Mario è a un bivio, sprecarsi come Cassano o diventare il simbolo del talento calcistico italiano: ma chi lo aiuta? Non basta la buona volontà del giocatore o dirgli di cambiare perchè ciò accade, gli serve qualcuno accanto che lo guidi a diventare adulto.

L’Inter era partita bene anche la scorsa stagione, continuerà? Mazzarri appare più fiducioso e convinto di Stramaccioni e questo è importante.

Quanto è stato difficile per la Juve giocare la Champions League

Le partite importanti possono trasformare in positivo il gioco delle squadre ed è quello che sta succedendo al Copenaghen contro la squadra. La volontà di giocare bene può trasformare una squadra con un gioco scarso in una squadra più tecnica e combattiva. La Juventus al contrario pur giocando una partita positiva non appare combattiva e aggressiva come suo solito. Combattività significa lottare in ogni momento come se fosse quello decisivo; è un atteggiamento molto faticoso da mantenere perchè richiede una continua prontezza fisica e mentale nonchè intelligenza tattica per giocare come si era pianificato. La Champions richiede questo approccio mentale che la Juve nel primo tempo ha dimostrato poco mentre nel secondo ha alternato momenti positivi con altri in cui è apparsa distratta.