L’ira di Max Allegri

Momenti negativi di ira possono capitare nella vita di un allenatore ma devono essere gestiti così da non travolgere il proprio autocontrollo. Questo mi sembra che sia ciò che non ha fatto Massimiliano Allegri durante gli ultimi minuti della finale di Coppa Italia e durante la premiazione.

La perdita dell’autocontrollo è un fatto grave per ogni persona. Comporta avere quasi annullato ogni forma di controllo che di solito si ha nelle relazioni interpersonali e si agisce solo sulla pressione emotiva, che blocca nella mente ogni pensiero logico e razionale. Essere entusiasti o essere rabbiosi sono i due estremi di uno stesso continuum, uno positivo e l’altro negativo, rappresentano due modi diversi d’investire l’energia fisica e mentale a disposizione.

In ambedue i casi le emozioni hanno preso il sopravvento sul pensiero, che in questi momenti amplifica con le parole quanto gli stati d’animo rappresentano in quei momenti. Si può agire in questo modo durante la partita per portare l’attenzione su se stessi, per togliere in questo modo pressione alla propria squadra e per intimorire l’arbitro.

Allegri è un allenatore vincente e, quindi, stupisce ancora di più che si lasci andare a queste esplosioni di rabbia. Quali che siano state le mancanze che ha rilevato nella dirigenza del club, in ogni caso ha raggiunto gli obiettivi che gli erano stati dati. Questa sarebbe stata la risposta da contrapporre alle critiche e non la violenza verbale e i gesti non controllati.

Comnnque la storia non può tornare indietro e vedremo nei prossimi giorni quale tipo di azioni da Allegri e da chi è stato l’oggetto delle sue reazioni.

 

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