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Mentalità del calciatore e dribbling

Nel calcio il dribbling è uno degli aspetti di questo sport più emozionanti per un giovane calciatore. E’ un’azione individuale improvvisa che può cambiare il corso della partita se determina un vantaggio evidente per la squadra e l’opportunità di segnare una rete. Richiede alcune caratteristiche psicologiche che possono essere insegnate ai giovani indipendentemente dal fatto che qualcuno sarà sempre più bravo di qualcun altro. Proprio per il suo essere un’attività eccitante in cui si corre più che in altre il rischio di venire bloccati dall’avversario.
Insegnamo ai giovani e alle giovani calciatori ad assumersi dei rischi, quindi, insegnatogli il dribbling.
Dribbling è un’azione che richiede:
  • Confronto diretto con l’avversario
  • Il provare piacere nel “saltarlo”
  • La motivazione a fare il proprio meglio
  • Iniziativa e decisione
  • Anticipazione e rapidità di movimento
Non è possibile quando si ha:
  • Paura di essere criticati o rifiutati
  • Dubbi nell’esecuzione e si è lenti
  • Paura di non essere competenti
  • Paura dell’avversario
  • Paura di sbagliare
In sintesi:
  • I calciatori  + orientati al compito sono + motivati a migliorare le abilità del calcio e nel dribbling.
  • I calciatori + orientati al risultato e – orientati al miglioramento s’impegneranno di meno nel rischiare e nel prendere decisioni personali come nel dribbling.

I processi decisionali

Decidere consiste in un processo cognitivo al quale non è possibile sottrarsi. Infatti, ogni forma di attività o di inattività, le parole o il silenzio derivano sempre da una decisione, che può apparire talvolta più spontanea e talaltra più ragionata.

Il costrutto denominato decidere è relativamente complesso ed è costituito da vari aspetti:

  1. Decidere determina l’agire della persona che l’ha presa e a sua volta influenza altri e l’ambiente nel quale si è inseriti.
  2. Decidere significa scegliere fra diverse alternative che hanno una qualche percentuale di probabilità di permettere il raggiungimento dell’obiettivo che si è prefissato.
  3. Decidere è una vera e propria abilità, che consiste nel prendere decisioni con rapidità ed efficacia, assumendo dei rischi, prendendo decisioni basate su una quantità d’informazioni non ottimale e servendosi delle proprie intuizioni.
  4. Decidere, nel mondo del lavoro e nello sport, richiede individui che vogliono operare delle scelte nei tempi necessari,  che vogliono assumersi dei rischi calcolati, che vogliono prendere una decisione quando la situazione la richiede, anche se non posseggono tutti i dati che essi vorrebbero avere.
  5. Decidere è un processo che avviene per stadi successivi e che vanno rispettati.
  6. Decidere richiede la conoscenza del contesto nel quale tale decisione deve essere presa e dovrà essere agita.
  7. Decidere richiede un’adeguata conoscenza del proprio modo di essere in queste situazioni, ci si considera una persona più sistematica o più intuitiva?
  8. Decidere talvolta richiede il contributo di una o più persone, sapendo che la decisione finale deve essere presa da chi ha la responsabilità diretta di quella attività  su cui si va ad intervenire.
  9. L’operatività della decisione di una persona che ricopre il ruolo di esperto o professionale o è un atleta in larga parte viene agita direttamente da lui stesso.
  10. L’operatività della decisione di una persona che ricopre un ruolo manageriale o dell’allenatore di una squadra non viene agita da lui/lei, ma le azioni vengono invece delegate ai collaboratori e ai giocatori.

Non abbiamo bisogno di un consiglio per ogni passo che facciamo

Siamo bombardati continuamente da consigli e regole su come fare sport. Riceviamo consigli su come fare attività motoria all’alba, su quanto dobbiamo bere quando fa caldo, sull’abbigliamento migliore per l’inverno piuttosto che per l’estate, su come dare continuità ai nostri allenamenti, su cosa prestare attenzione quando corriamo, sulla musica più adatta in funzione dell’intensità dell’attività e così via all’infinito.

Mi chiedo se questo bisogno indotto e, in parte, anche richiesto dalle persone non sia un modo per rinunciare a decidere in prima persona come fare un’attività e ad affidarsi completamente alle regole proposta da altri.

Se devo consultare un esperto per sapere a che ora è meglio camminare per 30 minuti in estate e quanto devo bere durante il giorno rinuncio di fatto alla mia autonomia come individuo, rinuncio anche a sperimentare cosa è meglio per me e divento una persona che si adegua e che rinuncia a sviluppare una competenza anche attraverso gli errori.

Ora giacche non sia sta parlando di allenamenti da campione olimpico ma di attività piuttosto elementari, questo abbandono della propria autonomia nelle mani di altri la trovo ingiustificabile e poco rispettosa delle proprie capacità.

Gli esperti se ci si vuole allenare in modo continuativo e con dei miglioramenti evidenti e adeguati al tempo che s’intende spendere in quell’attività. Ma ribelliamoci a questa valanga di consigli che quando fa caldo ci dicono di vestirci leggeri e di non uscire nelle pre più calde. Non abdichiamo alla nostra capacità critica di ragionare, altrimenti diventeremo adulti che hanno di babysitter per svolgere la loro vita quotidiana.

Convinzione e decisione sono due aspetti chiave di una partita

Negli sport di squadra la tecnica e la tattica  devono tendere a diventare automatizzate attraverso l’allenamento, in modo tale che i giocatori possano metterle in atto senza pensare preventivamente a come devono giocare, ma sulla base di quello che succede in un dato momento sul campo sanno anticipatamente cosa devono fare. L’intensità e la qualità dell’allenamento permettono alle squadre di mettere in atto il proprio gioco anche in condizioni di difficoltà, di stress e di fatica. Inoltre le squadre che sono fornite anche di fuoriclasse hanno ovviamente armi in più per dimostrare il proprio valore e prevalere sugli avversari. Vi è però un altro fattore che può ostacolare o favorire le capacità di gioco di una squadra. Si tratta di un fattore psicologico che si riferisce all’atteggiamento mentale con il quale una squadra scende in campo e può così presentarsi:

  • è un atteggiamento convinto delle proprie capacità e deciso a affermarle in campo con un comportamento dei giocatori combattivo e deciso
  • è un atteggiamento convinto delle proprie capacità ma per qualche ragione la squadra ritiene che questo atteggiamento verrà spontaneamente fuori durante la partita
  • è un atteggiamento non completamente convinto delle proprie capacità e queste insicurezze vengono manifestate durante la partita attraverso errori di gioco
Sono personalmente convinto di quanto sia necessario allenarsi a vivere le partite con il primo atteggiamento dei tre, in cui la convinzione si unisce alla consapevolezza di dovere mostrare questo atteggiamento in ogni occasione. Molte squadre non mostrano sempre questo atteggiamento e allora si commettono errori di superficialità come quelli della Juventus contro il Galatasaray non contrastando gli avversari con quella determinazione che è necessaria. Quindi vanno bene i top player e gli schemi di gioco, ma altrettanto serve dimostrare che si è in grado di esercitare una pressione costante sugli avversari.