Archivio mensile per giugno, 2013

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Women’s Tennis Association: compie 40 anni

Billie Jean King lifts the Venus Rosewater Dish in 1979

Sguardo e attenzione: una relazione poco allenata

In molti sport lo sguardo determina la qualità dell’attenzione. Un calciatore prima di battere una punizione guarda dove vuole vada la palla, nel tiro libero guarda un punto sull’anello o nel tennis dove vuole che vada la palla del servizio. Bene .. cosa si fa per allenare questa abilità? Secondo me poco, molto poco.

Le resistenze degli allenatori al mental coaching

Uno dei fattori che limitano la diffusione del mental coaching fra gli atleti risiede nella resistenza che gli allenatori mostrano nei confronti di questa attività. Per molti di loro la preparazione  psicologica è “qualcosa in più” di cui servirsi solo in quei casi in cui gli atleti mostrano dei limiti mentali evidenti che ostacolano le loro prestazioni. In genere gli allenatori mandano dallo psicologo quegli atleti che loro chiamano “atleti da allenamento” e che in gara hanno uno scarso rendimento. In altri termini, inviano quegli atleti su cui dopo avere “provato di tutto” non riescono a “sbloccare”. Gli atleti che iniziano un percoro di miglioramento mentale partendo da una condizione negativa sperano di ottenere risultati positivi in breve tempo, cosa molto difficile per atleti che spesso hanno da anni lo stesso problema, non hanno mai fatto nulla per cambiare e vivono ogni gara con la speranza che sarà quella che gli farà superare il loro problema. Inoltre questi atleti non sono abituati a investire economicamente su di loro, fatta eccezione per qualche seduta di fisioterapia in caso di problemi fisici, e quindi pensare di avere un allenator mentale per almeno un anno con cui svolgere un preciso programma diventa un ulteriore ostacolo. A favore degli atleti va detto che le federazioni sportive e le organizzazioni sportive dello Stato non offrono alcun sostegno o per essere più chiari si disinteressano completamente di questa dimensione dell’allenamento. Di conseguenza quali sono gli atleti che seguono programmi di preparazione psicologica? Di solito sono gli atleti più forti, quelli da medaglia nelle gare internazionali, che capiscono il valore aggiunto del lavoro mentale e sono disposti a investire economicamente. Sono anche i genitori di chi pratica sport come il tennis o il golf che nella programmazione della carriera futura considerano anche questo aspetto e questi atleti sono in generale motivati a seguire questi programmi. Per ridurre l’impatto economico sul singolo le società sportive potrebbero  organizzare degli incontri con i loro atleti, ma nessuno lo fa. D’altra parte è estremamente raro che un allenatore segua un programma di formazione psicologica, per cui mentre da un lato si tende a estremizzare sempre più la preparazione fisica e quella tecnica, per quanto riguarda quelle psicologica siamo ancora rimasti al principio del bastone e della carota che ognuno interpreta in funzione delle sue personali esperienze.

Buon compleanno Paul

beatles gifs

Il surfare perfetto di Kelly Slater

http://www.huffingtonpost.com/2013/06/14/kelly-slater-perfect-score-fiji-surfing_n_3444594.html?utm_hp_ref=sports-highlights

Ridefinire il successo

“Le persone vogliono impegnarsi in qualcosa con tutto il cuore, al fine di trovare un significato”.

(Ryumon Gutierrez Baldoquin)

http://www.huffingtonpost.com/2013/05/19/arianna-huffington-smith-college-commencement-speech_n_3299888.html

Da stella a niente

In una imperdibile rassegna The Daily Beast parla di grandissimi atleti che come allenatori e dirigenti hanno invece fallito. Fra essi miti come Michael Jordan e Magic Johnson:  http://www.thedailybeast.com/galleries/2013/06/14/from-great-to-blah-star-athletes-who-failed-as-bosses.html#815027b6-2b8e-4092-9a13-dc2dcb24cde5

La crisi di El Shaarawy

Continua la crisi di Stephan El Shaarawy che dopo una prima parte di stagione ottima, ha invece disputato un girone di ritorno sottotono e questa crisi sembra continuare anche in nazionale. Sono crisi abbastanza frequenti nei giovani atleti e futuri campioni, poichè non è per niente facile mantenere livelli di prestazioni elevati quando tutti si aspettano che sia così.

Molti atleti  provano questi stati d’animo e dovrebbero seguire un programma di preparazione psicologica per  allenarsi mentalmente a gestirli con efficacia. Mi auguro che Prandelli non sia uno di quegli allenatori che dice “non ti preoccupare, appena fai goal passa tutto”.

Le principali modalità di allenamento sono le seguenti:

  1. Rilassamento associato alla ripetizione mentale della propria prestazione – si tratta di sapersi rilassare scaricando le tensioni inutili e caricandosi con quelle che la favoriscono.
  2. Identificazione della condizione emotiva ottimale  –  Consente al giocatore di allenarsi a mettersi in quella condizione psicologica per lui ottimale, poiché è quella che ha sperimentato in passato in occasione delle sue prestazioni migliori.
  3. Simulazione della partita – Replicare le condizioni di gara in allenamento consente di migliorare le performance e di prepararsi ad affrontare le situazioni non previste che potrebbero accadere. Consiste, ad esempio, nel produrre in allenamento stimoli che possano distrarre l’atleta dalla esecuzione della sua prestazione.
  4. Accettazione dello stress agonistico – E’ essenziale accettare che il rivolgimento emotivo che si avverte prima delle partite è una reazione individuale necessaria, poiché mette in risalto il valore che si attribuisce a quell’evento sportivo. Infatti, senza la percezione di stress le gare sarebbero solo altri allenamenti. Invece, vengono svolte per provare a se stessi il proprio valore competitivo attraverso il confronto con gli altri.

Mentalità e tecnica di devono allenare insieme

Mentalità e tecnica si allenano attraverso lo sviluppo di una idea precisa di gioco. I video sui goal del Barcellona a livello giovanile dimostrano come questi due aspetti sono parte di un modo d’insegnare il calcio. Il Barcellona ha il suo … quante squadre italiane lavorano in questo modo anzichè insegnare solo la tattica e la tecnica? Senza la mente non c’è visione del gioco e i giovani si allenano a diventare dei soldatini.

http://www.fcbarcelona.com/football/formative/detail/article/top-five-youth-team-goals-of-the-week-may-4-5

http://www.guardian.co.uk/football/video/2013/jun/13/messi-barcelona-youth-goals-video

L’allenatore di basket Phil Jackson sull’amore per la squadra

“Cosa intendi dire quando scrivi che l’amore è l’ingrediente critico per un campionato?”

“Conosco squadre che vanno d’accordo, che festeggiano insieme, ma che non sono pronte a condividere e non mostrano quella profonda attenzione che bisogna avere gli uni con gli altri. Bisogna proteggersi reciprocamente. Devi proteggere il culo dell’altro che si sta battendo all’attacco. Devi sapere come dare la palla così gli altri possono fare un buon tiro. Devi uscire da te stesso e pensare agli altri”.

(Di Belinda Luscombe,  Time, June 3 2013, 10 Questions). Phil Jackson ha vinto due titoli NBA da giocatore e11 da allenatore.