Archivio mensile per febbraio, 2012

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Il coaching mentale per gli allenatori

La questione dell’estrema frequenza con cui gli allenatori vengono esonerati durante lo svolgimento del campionato pone questioni che vanno oltre la semplice spiegazione che attribuisce questa situazione ai presidenti. Gli allenatori devono comunque, in virtù del principio di miglioramento continuativo, intraprendere percorsi di incremento delle loro competenze professionali. Non tanto di quelle tecnico-tattico ma soprattutto di quelle riguardanti la gestione della squadra. Nel lavoro di coaching che svolgo con gli allenatori le aree di miglioramento che evidenziano riguardano:

Rapporti interpersonali 53%
Processi decisionali 12%
Fiducia in sé 35%

Come si può notare è molto sentita l’esigenza di incrementare le abilità in relazione al tema dei rapporti interpersonali che sono in effetti la chiave vincente o perdente del rapporto con la squadra. Quindi al di là delle responsabilità dei club nel sostenere spesso con poca convinzione i loro allenatori, è d’altra parte altrettanto evidente che gli allenatori quando s’impegnano in attività di coaching rivolto a se stessi  lo fanno per migliorare dal punto di vista delle loro capacità relazionali. Inutile trincerarsi dietro affermazioni del tipo – sono sereno – come fa Ranieri avendo ottenuto una serie di sconfitte terrificanti o dire come Delio Rossi che non serve lo psicologo. Lo psicologo invece è utile proprio per confrontarsi su questi aspetti relazionali che sono decisivi per la vita professionale di un allenatore.

Salta anche l’allenatore del Cesena

E’ la 13/a panchina che salta in A in questa stagione, questa volta tocca è Arrigoni allenatore del Cesena. Il calcio è diventato da tempo un ambiente usa e getta, o vinci o vinci, in caso contrario vieni mandato via. Solo 7 squadre hanno ancora lo stesso dall’inizio del campionato. Non fanno pena perchè guadagnano molti soldi, ma lo stress professionale resta comunque elevato. Può essere che il rifiuto dello psicologo, espresso con frasi spesso superficiali, dipenda dal pensare che avendo così poco tempo e poca probabilità di restare alla guida della squadra, vogliono essere certi di essere solo loro a conquistare la mente e il cuore dei giocatori così da preservarsi il posto.

La necessità di reagire

L’allenatore della Fiorentina dopo la sconfitta con il Napoli ha detto che la sua squadra dopo il primo goal ha ancora reagito ma dopo il secondo non l’ha più fatto e che questo è un problema di testa. Naturalmente non si penserà di certo a uno psicologo per aiutare l’allenatore in questo lavoro di miglioramento mentale. Come s’insegna a avere una mentalità vincente? Da un lato, il primo a dovere dimostrarla è l’allenatore, bisogna avere una fiducia totale nei propri giocatori altrimenti è difficile sostenerli quando la squadra è in difficoltà. Secondo, è necessario che i giocatori più importanti sul campo trasmettano questa carica agonistica soprattutto nei momenti critici delle partite. Non è qualcosa in più da fare, deve essere parte della loro prestazione di gioco. Infine, quando queste due condizioni si realizzano si deve lavorare sulla convinzione dei calciatori che invece tendono a deprimersi e a non reagire sul campo. Come si vede si tratta di applicare un sistema di lavoro, lo faranno? Chi lo sa.

Trasferimento del talento

La Federazione Italiana Badminton promuove un progetto per giovani atleti che vogliono provare a praticare uno sport diverso da quello in cui sono attualmente impegnati. E’ un approccio già in atto da anni in paesi come l’Australia e la Gran Bretagna e per la prima volta viene proposto da una federazione italiana. Possono aderire coloro che praticando con successo uno sport vogliono comunque provare  a utilizzare il loro talento in un’altra disciplina. Può essere che la motivazione non sia più quella di una volta, che infortuni impediscano di continuare, che si voglia estendere la propria carriera sportiva o che per qualche altra ragione si senta il desiderio di cambiare. Questa è un’opportunità. Per ora l’esperienza inizierà a Roma, ma chiunque sia interessato può ricevere informazioni anche se vive in altre regioni. Per saperne di più: federazione@badmintonitalia.it

Considero questa notizia importante poichè rappresenta un modo nuovo per realizzare la ricerca del talento, perchè il talento grezzo non è solo identificabile nei bambini o nei più giovani, ma anche nelle età superiori in persone che hanno dimostrato grande padronanza di abilità sportiva in altre discipline.

Il panico dell’Inter

In inglese dicono “from hero to zero”, da eroe a nulla. Questo è l’insegnamento che ci viene in queste settimane dall’Inter. Cosa è successo? Il lavoro dei giocatori non dovrebbe essere solo quello di perseguire l’eccellenza ma anche di non distruggersi quando le partite prendono una brutta piega. La squadra dovrebbe avere un piano A per quando si gioca bene ma anche un piano B a cui ricorrere quando si è in difficoltà. In mancanza del piano B è facile andare nel panico perchè l’immagine di squadra campione non corrisponde a come si sta giocando in quel momento e non si sa come reagire. Se fossero alpinisti sarebbero tutti morti, perchè non avrebbero considerato che non sono in forma come squadra e avrebbero affrontato le difficoltà della salita come se lo fossero. Lottare viene prima della tattica. L’allenatore della nazionale di basket, Pianigiani, ai suoi giocatori che avevano sul campo un atteggiamento simile, durante il time out disse “ci vuole un po’ di dignità, nessuno fa un salto, facciamo a cazzotti almeno, ma che cazzo c’avete dentro.” Bisognerebbe chiederlo anche all’Inter.

Allenatori e arbitri

Fra allenatori e arbitri è sempre una bella lotta fra personalità che vogliono imporre gli uni agli altri il loro punto di vista. Sui media non vi è dialogo, è guerra aperta a difesa della propria squadra contro l’altra, che per definizione ha torto. Chi ha ragione? Dipende per chi si voglia propendere. Il tono da avere con gli arbitri (tranne ovviamente per gli allenatori che si astengono da questa rissa verbale) è sempre accusatorio, quando commettono un errore la spiegazione può variare tra due scelte: è un incapace perchè non ha visto oppure ha visto ma volutamente non ha fischiato. Non è previsto dire: ha sbagliato perchè tutti commettiamo errori. D’altra parte gli arbitri e i loro capi si trincerano sempre dietro “siamo bravi, va bene così.” Non commettono errori perchè sono stressati o perchè non sono concentrati e, quindi, non si allenano per sopperire a questi limiti. L’unico loro impegno è la preparazione fisica, come si preparano mentalmente non è importante perchè impareranno con l’esperienza. Peccato si potrebbe fare molto ma … dimenticavo non ci sono i soldi.

Meno olimpiadi e + sport x tutti

I soldi da investire nello sport da parte dello Stato devono riguardare lo sviluppo del benessere dei giovani e non la costruzione di opere faraoniche. Tre possibilità troppo semplici da attuare per essere applicate:
1. Tenere le scuole aperte il pomeriggio cosicchè si possa fare dell’attività fisica/sportiva non organizzata dagli adulti.
2. Avere dei giardini pubblici e parchi attrezzati in cui si possa giocare e fare sport liberamente.
3. Incrementare lo sport durante i giorni in cui le scuole sono chiuse (Natale, Pasqua e durante le vacanze estive).
Infine, una domanda a cui non ho mai trovato risposta: perchè le società sportive non organizzano il sabato intere giornate di sport anzichè limitarsi a una striminzita garetta o partitina?

Troppo agonismo alla Juve?

Continua la serie non positiva della Juventus contro le squadre di media-bassa classifica. Potrebbe essere determinata da un eccesso di furore agonistico? Il legittimo desiderio di vittoria può infatti determinare livelli di attivazione fisica e mentale molto elevati che vanno a disturbare la concentrazione sul gioco e, quindi, l’esecuzione del gioco preparato in settimana. Gli attaccanti juventini non sono stati all’altezza del compito, perchè in queste situazioni in cui si deve vincere, la troppa tensione può non fare giocare come si sa: il tempo passa la palla non entra in rete e lo stress cresce, sino a trasformare un giocatore in un atleta evanescente. Questo è un peso che avverte molto di più chi deve segnare rispetto al resto della squadra. Il furore agonistico va bene, bisogna però coniugarlo con la lucidità mentale, che in questo tipo di partite devono dimostrare in particolar modo gli attaccanti.

Jeremy Lyn unisce Cina e US

Jeremy Lyn è una nuova stella della pallacanestro americana, giovane di origine taiwanese, cattolico, gioca nei New York Knicks. E’ una star però anche in Cina dove negli ultimi giorni ne hanno parlato 1,4 milioni di blog cinesi. Attualmente è l’unico giocatore cinese in NBA e dai vertici del partito comunista sino alle chiese cattoliche perseguitate sono tutti con lui. E’ un’ulteriore storia che ci racconta di come lo sport e i suoi protagonisti ancora oggi continuino ad accendere le menti delle persone di ogni continente diventando idoli su cui proiettare le proprie aspettative, sogni, desideri. Nel XXI secolo gli atleti continuano a essere i nostri Dei con i loro capricci e i loro pregi, proprio come gli Dei dell’Olimpo che possedevano poteri sovrannaturali ma i difetti degli esseri umani.