Archivio per il tag 'attivazione'

I fattori che determinano l’attivazione ottimale per giocare una partita

Nel calcio il variare dei livelli di attivazione delle squadre durante le partite è influenzato da molte situazioni e dalle caratteristiche individuali dei giocatori. L’attivazione riguarda il grado di prontezza di un team nel sapere mettere in atto il proprio gioco contro un determinato avversario. Sono però molte le variabili che possono influenzare questa condizione psicologica, fra queste le più importanti sono:

L’esperienza sportiva – maggiore è l’esperienza a giocare partite di alto livello, maggiore sarà la capacità di sapere entrare in partita al livello di attivazione ottimale.

L’ansia – maggiore è il grado d’insicurezza nei riguardi del proprio ruolo in campo, maggiore sarà il livello di attivazione, che se non verrà ridotto potrà impedire al calciatore di giocare al suo meglio.

La fatica – maggiore è la stanchezza fisica e mentale, maggiore è la probabilità di manifestare livelli di attivazione e di agonismo troppo bassi e pertanto non adeguati.

L’impulsività – maggiore è l’impulsività del calciatore, maggiore sarà la probabilità che il suo livello di attivazione sia troppo elevato nei momenti di maggiore tensione agonistica e che il suo gioco diventi falloso.

Il controllo dei pensieri – migliore è l’autocontrollo personale durante la partita, minore è la probabilità di agire senza pensare.

La motivazione – minore è la motivazione a giocare al proprio meglio, minore sarà l’impegno e l’attenzione e minore sarà il livello di attivazione fisica e mentale.

La tenacia – maggiore è la convinzione di sapere affrontare con determinazione qualsiasi situazione competitiva, più efficace sarà il livello di attivazione in cui il calciatore saprà mettersi prima della partita.

Il ruolo in campo – più chiaro e specifico è per il calciatore il suo ruolo in campo, con più facilità saprà a cosa prestare attenzione, come caricarsi mentalmente prima dell’inizio della partita e come mantenere questa condizione durante il suo svolgimento.

Le fasi della partita – Tutto ciò che succede durante la partita influenza ed è influenzato dai livelli di attivazione dei giocatori e delle squadre in un processo d’interazione costante e reciproca. Partite importanti e decisive o partite amichevoli, fasi iniziali o finali del match, risultato a favore o a sfavore, giocare in 10 piuttosto che in 11, sono situazioni che incidono sull’intensità della carica agonistica, che corrisponde al livello di attivazione del collettivo.

La squadra – parafrasando il detto che la squadra campione è formata dai calciatori che si amalgamano nel modo migliore, si può affermare che la squadra campione è costituita da quei calciatori dalla cui attivazione globale si sprigiona la carica agonistica necessaria a esprimere il proprio gioco.

Essere come vuoi con la respirazione

Lo sapevate che la respirazione è utile per allenare quelle componenti dell’auto-controllo che permettono di essere rilassati, concentrati e attivati in funzione degli obiettivi di un atleta in uno specifico momento.

Per saperne di più su come fare scrivetemi.

Il ruolo delle emozioni e dell’attivazione nello sport

Non è abbastanza ripetuto che le attività sportive, ma non solo loro, dovrebbero suscitare livelli elevati di attivazione fisica e mentale ed essere percepite come sostanzialmente piacevoli.

Sappiamo che molte persone si stimolano anche attraverso l’uso della rabbia e dell’ansia, direi però che non sono modalità costruttive e orientate al benessere da insegnare agli atleti più giovani. Anche i professionisti dello sport (atleti/e di livello internazionale) devono imparare a gestire i momenti di difficoltà e di pressione agonistica con lo stesso approccio, traendo piacere e non sofferenza dalla loro attività. Infatti, che senso può avere esser un atleta di livello assoluto e vivere le proprie prestazioni con paura/rabbia e una sensazione di spiacevolezza.

Troppo agonismo alla Juve?

Continua la serie non positiva della Juventus contro le squadre di media-bassa classifica. Potrebbe essere determinata da un eccesso di furore agonistico? Il legittimo desiderio di vittoria può infatti determinare livelli di attivazione fisica e mentale molto elevati che vanno a disturbare la concentrazione sul gioco e, quindi, l’esecuzione del gioco preparato in settimana. Gli attaccanti juventini non sono stati all’altezza del compito, perchè in queste situazioni in cui si deve vincere, la troppa tensione può non fare giocare come si sa: il tempo passa la palla non entra in rete e lo stress cresce, sino a trasformare un giocatore in un atleta evanescente. Questo è un peso che avverte molto di più chi deve segnare rispetto al resto della squadra. Il furore agonistico va bene, bisogna però coniugarlo con la lucidità mentale, che in questo tipo di partite devono dimostrare in particolar modo gli attaccanti.