Archivio mensile per febbraio, 2012

Cacciato dalla squadra a 13 anni

Ma se un ragazzo dell’Avellino di 13 anni che segna un goal e festeggia mostrando la maglietta dei tifosi del Salerno viene espulso dalla squadra a tempo indeterminato, non dobbiamo poi stupirci delle esternazioni di Buffon, Ibrahimovic e compagni. Il calcio diventa una fede, una religione su cui non si può scherzare, che si prende estremamente sul serio e che educa a punire chiunque non segua questo codice di comportamento, anche un tredicenne. I dirigenti dell’Avellino hanno punito il bambino reo di lesa maestà e in questi giorni gli hanno fatto eco fuoriclasse, allenatori, dirigenti e tifosi a confermare che i cattivi esistono, sono di tutte le età e vanno pubblicamente condannati.
Leggi: http://napoli.repubblica.it/sport/2012/02/28/news/esulta_con_la_maglia_degli_ultras_salerno_baby-calciatore_cacciato_dall_avellino-30645841/

 

“Gettare ponti sui problemi”

Non sempre si riesce a gettare ponti sui problemi:
http://www.youtube.com/watch?v=KGL099t8i2s

 

Sentirsi responsabili

Continua la polemica sulle affermazioni di Buffon e allora ecco un bello spunto per riflettere.
“La verità non ha ora, è di tutti i momenti, specialmente dei momenti in cui ci sembra inopportuna”. (Albert Schweitzer)

Ancora sulle regole nel calcio

L’etica nelle azioni si sviluppa attraverso la coscienziosità e il coraggio. La persona coscienziosa ha senso di giustizia e di onestà e coniuga insieme l’impegno nel lavoro con il rispetto dei propri doveri etici, professionali e sociali. Il coraggio aiuta ad agire in questo modo anche nelle situazioni difficili, altrimenti si rischierebbe di comportarsi in modo etico solo nelle situazioni più semplici.

Le regole vanno rispettate

La scelta di Luis Enrique di non fare giocare De Rossi perchè è arrivato in ritardo alla riunione tecnica del mattino anche se solo di 5 minuti è un segno di forte discontinuità con le regole del nostro calcio. Le regole vanno definite e soprattutto applicate e può succedere che il momento per applicarle non sia sempre quello giusto, e che porti a privarsi di un giocatore decisivo per la squadra. Ancora di più quando le regole sono poche e chiare, come per l’allenatore della Roma, è difficile non applicarle. E’ rigidità non avere dato una multa? A mio avviso si tratta di severità e suppongo che avesse spiegato a tutti quali sarebbero state le conseguenze qualora non fossero state rispettate. Pure Buffon si è espresso in modo franco e questo è apprezzabile, come ha ricordato Gianni Mura. L’azione del goal è stata così rapida e intensa che sono convinto che non si sia reso conto che il pallone era entrato. Qualora ne fosse stato consapevole capisco la difficoltà a attribuire alla propria squadra un goal subito in una partita così importante, ciò non toglie che mi piace immaginare che un fuoriclasse potrebbe fare un gesto di discontinuità e ammetterlo.

Le esasperazioni del calcio piacciono

Settimana di esasperazioni nel calcio, tanto che lo stesso Conte ha ammesso “abbiamo caricato male questa partita, cominciando da me”. Ma non è stato solo questo, ci sono state le esternazioni pubbliche di Reja sul restare o andare via dalla Lazio, quelle continue di Ranieri, Galliani e Conte che a fine 1° tempo s’insultano, l’eterna polemica sugli arbitri che decidono con i loro errori il campionato. Perchè accadono? Perchè questo è ciò che piace ai tifosi, che si possono schierare, trovare dei nemici su cui scaricare le loro frustrazioni e fare squadra per difendere l’affermazione di un loro beniamimo. Non interessa parlare di calcio ma trovare qualcosa e qualcuno su cui sfogarsi. Finalmente hanno visto (metaforicamente) il sangue e hanno nuovamente dei nemici, ognuno i suoi. Le squadre e le società sono ancora una volta cadute in questa trappola, anche se a qualcuno di loro piace caderci dentro.

Le parole di Conte

Le parole di Conte, allenatore della Juventus, dimostrano come la comunicazione di energia e convinzione avvenga attraverso l’uso di parole e frasi che di per se stesse sono espressione di questo atteggiamento. Conte non ha timore nel dire apertamente che questa per la Juvenus è la partita dell’anno. Determinazione, orgoglio, sacrificio e entusiasmo è il mix di stati d’animo che bisogna avere per vivere appieno questo incontro.

Nello sport chi si sente avvantaggiato allenta la tensione?
“Sarebbe da stupidi. Ripeto sino alla noia: il Milan non è solo Ibra, lo ha già dimostrato vincendo a Udine, prima squadra a riuscirci, nonostante l’assenza di Zlatan. Quella di domani è la partita più attesa dell’anno, non ammetto cali di tensione contro i campioni in carica, i più forti del campionato”.
Quali sensazioni ha alla vigilia del big match?
“È molto bello far rivivere una vigilia così importante ai nostri tifosi. Questo deve darci entusiasmo e voglia di continuare sulla strada intrapresa”.
Ha già scelto la formazione anti-Milan?
“Un’idea in testa ce l’ho da inizio settimana. Poi, però, l’occhio deve supportare e confermare i miei pensieri”.
Dopo le due vittorie in campionato e Coppa Italia, la Juve ha quasi azzerato il gap con il Milan?
“Non dimentichiamo che al Trofeo Berlusconi hanno vinto loro. Noi siamo tornati competitivi, ma adesso dobbiamo dimostrare di reggere i nostri nuovi standard”.

Quanto è stressato dalla partita di domani?
“Da quando faccio l’allenatore dormo pochissimo. In questi anni ho attraversato vari momenti topici. Spesso e volentieri mi capita di svegliarmi al mattino molto presto: è lì che mi vengono le idee migliori”.
Marotta sogna una doppietta di Pirlo, e lei cosa sogna?
“Il mio primo sogno si è avverato: vivere una vigilia importante come questa. Adesso vogliamo affrontare questa bella partita da protagonisti, con grande umiltà e con la consapevolezza che ci saranno altre tredici giornate per chiudere il campionato nel migliore modo possibile”.
La Juve sembra avere il vento in poppa, cosa la preoccupa di più?
“È importante non smarrire la nostra strada fatta di sacrificio, umiltà, voglia, corsa, organizzazione e determinazione. Ma con i miei ragazzi straordinari è tutto più facile”. Inervista da: http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/juventus/2012/02/24/news/conte_sfida_milan-30442082/

Maratona di Roma: eccola

Manca meno di un mese alla maratona di Roma (www.maratonadiroma.it)  ed è il momento di liberare la mente da tutte le incertezze sulla propria prestazione, consiglio di leggere l’articolo della campionessa mondiale di triathlon, che spiega in che modo rilassameno e esercizi di ripetizione mentale della gara le sono utili per gareggiare al meglio e come si porta con sé in gara questa condizione mentale, elaborando un mantra personale che l’accompagna in ogni prova. Non basta avere percorso tanti km, bisogna che la testa sia pronta all’inizio per partire al ritmo giusto e non più veloci, durante per mantenere l’andatura scelta senza che pesi mentalmente e gli ultimi km per riuscire a tenere la mente libera e mantenere il ritmo.
http://edition.cnn.com/2012/02/21/health/chrissie-wellington-triathlete-champion/index.html?hpt=hp_c2

 

2 psicologi al Chelsea

Due psicologi sono stati chiamati al Chelsea per capire le ragioni della sconfitta con il Napoli. Uno si occuperà dell’allenatore e l’altro della squadra. Riporteranno direttamente ad Abramovich. A quando la stessa notizia per una delle 13 squadre di Serie A che hanno più modestamente cambiato allenatore?

La malattia delle panchine

Rischiamo che diventino 15 le squadre che cambiano allenatore. Questa situazione al di là delle intemperanze individuali mostra come il sistema di rapporti tra presidente, allenatore e squadra (per non allargarlo a procuratori, direttori sportivi, general manager) non funziona più. Ognuno dovrebbe fare un passo indietro e mettere da parte il proprio narcisismo. I calciatori dovrebbero giocare non solo per se stessi ma anche per l’allenatore, l’allenatore dovrebbe ascoltarli e lavorare per tenere unita la squadra, il presidente dovrebbe sostenere i suoi dipendenti con razionalità. E’ evidente che questo non avviene e allora si perdono le partite spesso per mancanza d’impegno, perchè non si vuole lottare. Così il calcio italiano affonda, non si migliora di certo cambiando 15 allenatori. Qualcuno lo pensa?