Monthly Archive for February, 2012

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Mental coaching for coaches

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Salta anche l’allenatore del Cesena

E’ la 13/a panchina che salta in A in questa stagione, questa volta tocca è Arrigoni allenatore del Cesena. Il calcio è diventato da tempo un ambiente usa e getta, o vinci o vinci, in caso contrario vieni mandato via. Solo 7 squadre hanno ancora lo stesso dall’inizio del campionato. Non fanno pena perchè guadagnano molti soldi, lo stress professionale resta comunque elevato. Può essere che il rifiuto dello psicologo, espresso con frasi spesso superficiali, dipenda dal pensare che avendo così poco tempo e poca probabilità di restare alla guida della squadra, vogliono essere certi di essere loro conquistare la mente e il cuore dei giocatori così da preservarsi il posto.

First: react

L’allenatore della Fiorentina dopo la sconfitta con il Napoli ha detto che la sua squadra dopo il primo goal ha reagito bene ma dopo il secondo non l’ha più fatto e che questo è un problema di testa. Naturalmente non si penserà di certo a uno psicologo per aiutare l’allenatore a migliorare mentalmente. Come s’insegna a avere una mentalità vincente? Da un lato è il primo a dovere dimostrarla è l’allenatore, bisogna avere una fiducia totale nei propri giocatori altrimenti è difficile sostenerli quando la squadra è in difficoltà. Secondo, è necessario che i giocatori più importanti sul campo trasmettano questa carica agonistica soprattutto nei momenti critici delle partite. Non è qualcosa in più da fare, deve essere parte della loro prestazione di gioco. Infine, quando queste due condizioni si realizzano si deve lavorare sulla convinzione dei calciatori che invece tendono a deprimersi e a non reagire sul campo. Come si vede si tratta di applicare un sistema di lavoro, lo faranno? Chi lo sa.

Talent transfer

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The panic of Inter

In inglese dicono “from hero to zero”, da eroe a nulla. Questo è l’insegnamento che ci viene in queste settimane dall’Inter. Il lavoro dei giocatori non dovrebbe essere solo quello di perseguire l’eccellenza ma anche di non distruggersi quando le le partite prendono una brutta piega. La squadra dovrebbe avere un piano A per quando si gioca bene ma anche un piano B a cui ricorrere quando si è in difficoltà. In mancanza del piano B è facile andare nel panico perchè l’immagine di squadra campione non corrisponde a come si sta giocando in quel momento e non si sa come reagire.

Coaches & referees stories

Fra allenatori e arbitri è sempre una bella lotta fra personalità che vogliono imporre all’altro il loro punto di vista. Sui media non vi è dialogo, è guerra aperta a difesa della propria squadra contro l’altra, chee per definizione a torto. Chi ha ragione? Tutti e due a seconda per chi si voglia propendere. Il tono da avere con gli arbitri (tranne ovviamente gli allenatori che si astengono da questa rissa verbale) è sempre accusatorio, quando commette un errore la spiegazione può variare tra due scelte: è un incapace perchè non ha visto oppure ha visto ma volutamente non ha fischiato. Non è previsto dire: ha sbagliato perchè tutti commettiamo errori. D’altra gli arbitri si trincerano sempre dietro “siamo bravi, va bene così, non dobbiano migliorare.” Non comettono errori perchè sono stressati o perchè non sono concentrati e, quindi, non si allenano per sopperire a questi limiti. L’unico loro impegno è la preparazione fisica, come si preparano mentalmente non è dato sapere perchè imparerano a con l’esperienza. Peccato si potrebbe fare molto ma … dimenticavo non ci sono i soldi.

Less olympics & more sport for all

I soldi da investire nello sport da parte dello stato devono riguardare lo sviluppo del benessere dei giovani e non la costruzione di opere faraoniche. Tre possibilità troppo semplici da attuare per essere applicate:
1. Tenere le scuole aperte il pomeriggio cosicchè si possa fare dell’attività fisica/sportiva non organizzata dagli adulti.
2. Avere dei giardini pubblici e parchi attrezzati in cui si possa giocare e fare sport liberamente.
3. Incrementare lo sport durante i giorni in cui le scuole sono chiuse (Natale, Pasqua e durante le vacanze estive).
Infine, una domanda a cui non ho mai trovato risposta: perchè le società sportive non organizzano il sabato intere giornate di sport anzichè limitarsi a una striminzita garetta o partitina?

Juventus too competitiveness?

Continua la serie non positiva della Juventus contro le squadre di media-bassa classifica. Potrebbe essere determinata da un eccesso di furore agonistico? Il legittimo desiderio di vittoria può infatti determinare livelli di attivazione fisica e mentale molto elevati che vanno a disturbare la concentrazione sul gioco e quindi l’esecuzione del gioco preparato in settimana. Gli attaccanti juventini non sono stati all’altezza del compito, perchè in queste situazioni in cui si deve vincere, la troppa tensione non fa giocare come si sa: il tempo passa la palla non entra in rete e lo stress cresce, sino anche a far diventare un giocatore del tutto evanescente. Questo è un peso che avverte molto di più chi deve segnare rispetto al resto della squadra. Il furore agonistico va bene, bisogna però coniugarlo con la lucidità mentale che in questo tipo di partite devono dimostrare in particolar modo gli attaccanti.

Jeremy Lyn unisce Cina e US

Jeremy Lyn è una nuova stella della pallacanestro americana, giovane di origine taiwanese, cattolico, gioca nei New York Knicks. E’ una star però anche in Cina dove negli ultimi giorni ne hanno parlato 1,4 milioni di blog cinesi. Attualmente è l’unico giocatore cinese in NBA dai vertici del partito comunista sino alle chiese cattoliche perseguitate sono tutti con lui. E’ un’teriore storia che ci racconta di come lo sport e i suoi protagonisti ancora oggi continuano ad accendere le menti delle persone di ogni continente e rappresentano idoli su cui proiettare le proprie aspettative, sogni, desideri. Gli atleti continuano a essere i nostri Dei con i loro capricci e i loro pregi, proprio come gli Dei dell’Olimpo che possedevano poteri sovrannaturali ma i difetti degli esseri umani.