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Rossi e Andreazzoli: quando il cambiamento sta nella ritrovata coesione

Delio Rossi e Andreazzoli hanno preso due squadra in crisi la Sampdoria e la Roma e sono riusciti a trasformarle da perdenti sicure a squadre combattive che vincono in campo. Hanno sostituito due allenatori tra loro completamente diversi, Ciro Ferrara e Zeman, in sostanza il primo è stato un grande calciatore ma ha maturato poca esperienza come allenatore mentre il secondo è un grande visionario e dominatore delle menti dei suoi ragazzi. Ambedue hanno fallito, secondo me, perchè non hanno saputo costruire un gruppo unito e combattivo che portasse avanti sul campo il gioco proposto dall’allenatore. Sono stati prigionieri dei propri limiti, che per il primo è l’inesperienza e per il secondo sono le sue idee mai contrattabili.

Come sempre nelle squadre la questione principale riguarda cosa fare per tenerla unita. Ciò non significa che devono essere contenti quelli che vengono esclusi dalla formazione ma certamente devono accettare questa scelta e continuare a impegnarsi in allenamento. E’ altrettanto evidente che perchè i giocatori sviluppino questa mentalità l’allenatore deve essere corretto con loro trasmettendo ad essi la convinzione che avranno lo spazio di giocare. Mi sembra che Delio Rossi e Andreazzoli abbiano agito in questa maniera e insieme ai cambiamenti nel gioco che hanno introdotto sono riusciti ad avere una squadra che va in campo per giocare al suo meglio. In sintesi, per vincere serve non solo preparazione fisica e tecnico-tattica ma anche una mentalità collettiva vincente, che allenatore e giocatori devono costruire insieme. 

L’allenatore non deve mai perdere il self-control

  • L’allenatore è colui che deve gestire le emozioni della squadra.
  • Il suo umore esercita una significativa influenza sui giocatori.
  •  Come deve essere l’allenatore? Entusiasta, energico e determinato.
  • Le emozioni che i giocatori provano in partita non determinano il risultato ma come si sentono durante la gara è responsabile del 20% del risultato finale. Ed è l’allenatore che determina l’umore dei giocatori per almeno il 50%.
Ecco perchè l’allenatore non deve mai perdere il self-control, chi guida e ha responsabilità di un gruppo deve sempre trovare un’altra opzione al semplice urlare fuori i suoi stati d’animo, siano essi di rabbia come quelli di Conte, allenatore della Juventus e  di Rossi allenatore della Sampdoria o di rassegnazione come quelli del nuovo allenatore della Roma.

Ancora sul caso Fiorentina

Ancora sul caso di Delio Rossi che sarebbe più corretto chiamare caso Fiorentina, stimolato dalla lettura sul web e su twitter dei tanti commenti a sostegno dell’allenatore. Si è detto molto, principalmente, che chiunque avrebbe reagito in quel modo se portato all’estremo da calciatori che ormai sono solo bambini viziati a cui è concesso tutto, rappresentati da quello reale che ha provocato Rossi diventando il simbolo negativo di una intera categoria professionale. Ha sbagliato chi ha provocato e altrettanto chi ha reagito, questa semplice verità va ribadita con chiarezza perché in caso contrario ogni forma di convivenza civile viene a meno.
1. Da parte dei calciatori vanno rispettate le regole e le persone, se ciò non avviene la società su indicazione dell’allenatore deve intervenire a punire chi vuole abbandonarle.
2. L’allenatore deve bloccare sin dall’inizio quegli atteggiamenti e comportamenti che prima ancora di disunire la squadra boicottano il suo lavoro.
3. L’applicazione di questo modo di agire è alla base della vita di qualsiasi gruppo: a scuola, a casa o nel lavoro.
4. Utilizzare come giustificazione la chiave interpretativa che addossa solo allo stress prolungato queste reazioni è inutile e fuorviante.
5. Non è esente da responsabilità neanche la società sportiva che non si accorta di quanto avveniva o forse ha deciso di lasciare solo l’allenatore.
Questa è a mio avviso la riflessione da fare, senza scendere invece nel moralismo di prendere le difese di qualcuno. La questione è che tutti: società, allenatore e giocatori hanno sbagliato, si pongano piuttosto la domanda riguardante come evitare che situazioni di questo tipo si ripropongano.

Il coaching mentale per gli allenatori

La questione dell’estrema frequenza con cui gli allenatori vengono esonerati durante lo svolgimento del campionato pone questioni che vanno oltre la semplice spiegazione che attribuisce questa situazione ai presidenti. Gli allenatori devono comunque, in virtù del principio di miglioramento continuativo, intraprendere percorsi di incremento delle loro competenze professionali. Non tanto di quelle tecnico-tattico ma soprattutto di quelle riguardanti la gestione della squadra. Nel lavoro di coaching che svolgo con gli allenatori le aree di miglioramento che evidenziano riguardano:

Rapporti interpersonali 53%
Processi decisionali 12%
Fiducia in sé 35%

Come si può notare è molto sentita l’esigenza di incrementare le abilità in relazione al tema dei rapporti interpersonali che sono in effetti la chiave vincente o perdente del rapporto con la squadra. Quindi al di là delle responsabilità dei club nel sostenere spesso con poca convinzione i loro allenatori, è d’altra parte altrettanto evidente che gli allenatori quando s’impegnano in attività di coaching rivolto a se stessi  lo fanno per migliorare dal punto di vista delle loro capacità relazionali. Inutile trincerarsi dietro affermazioni del tipo – sono sereno – come fa Ranieri avendo ottenuto una serie di sconfitte terrificanti o dire come Delio Rossi che non serve lo psicologo. Lo psicologo invece è utile proprio per confrontarsi su questi aspetti relazionali che sono decisivi per la vita professionale di un allenatore.

W i campioni

W la Schiavone e Rossi due modi diversi di vincere ma uguali per determinazione, talento e intelligenza. Trascinatori di entusiasmo, guardiamoli finchè ci sono. Li ringrazio per darci queste boccate di ossigeno.

Il talento assoluto di Jessica Rossi

Jessica Rossi, 19 anni, ha vinto ieri a Pechino la prova di Coppa del Mondo di tiro a volo, specialità fossa olimpica. Non c’è questa notizia sui giornali di oggi che sono allietati invece dalle multe e dagli scherzi di Balotelli. Questa atleta, che ha già vinto un mondiale senior quando era minorenne, è sicuramente uno dei giovani talenti sportivi italiani insieme a Manassero e alla Pellegrini (mi scuso se non conosco altri che non cito).