Il coaching mentale per gli allenatori

La questione dell’estrema frequenza con cui gli allenatori vengono esonerati durante lo svolgimento del campionato pone questioni che vanno oltre la semplice spiegazione che attribuisce questa situazione ai presidenti. Gli allenatori devono comunque, in virtù del principio di miglioramento continuativo, intraprendere percorsi di incremento delle loro competenze professionali. Non tanto di quelle tecnico-tattico ma soprattutto di quelle riguardanti la gestione della squadra. Nel lavoro di coaching che svolgo con gli allenatori le aree di miglioramento che evidenziano riguardano:

Rapporti interpersonali 53%
Processi decisionali 12%
Fiducia in sé 35%

Come si può notare è molto sentita l’esigenza di incrementare le abilità in relazione al tema dei rapporti interpersonali che sono in effetti la chiave vincente o perdente del rapporto con la squadra. Quindi al di là delle responsabilità dei club nel sostenere spesso con poca convinzione i loro allenatori, è d’altra parte altrettanto evidente che gli allenatori quando s’impegnano in attività di coaching rivolto a se stessi  lo fanno per migliorare dal punto di vista delle loro capacità relazionali. Inutile trincerarsi dietro affermazioni del tipo – sono sereno – come fa Ranieri avendo ottenuto una serie di sconfitte terrificanti o dire come Delio Rossi che non serve lo psicologo. Lo psicologo invece è utile proprio per confrontarsi su questi aspetti relazionali che sono decisivi per la vita professionale di un allenatore.

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