Archivio mensile per novembre, 2017

Allenatore: solo l’esperienza non basta

Queste considerazioni sono tratte dalle idee di Henry Mintzberg raccolte nel libro “Managers not MBAs” (2004) e si applicano bene non solo ai manager ma anche agli allenatori.

La chiave decisiva nella formazione di un allenatore consiste nell’imparare dalle esperienze quotidiane. Ogni allenatore dovrebbe scoprire da se stesso cosa funziona  e cosa non va nel suo lavoro con gli atleti e nelle diverse situazioni.

Questo non significa che le teorie siano inutili. Anzi le persone imparerebbero molto poco dalle loro esperienze se non avessero un modo per analizzarle e classificarle.

Così i modelli teorici consentono all’allenatore di valutare le sue esperienze.

John Keynes, il grande economista, ha detto “Gli uomini pratici, che credono di essere esenti da qualsiasi influenza intellettuale, di solito sono schiavi di qualche economista defunto”. In altre parole, ci si serve sempre di una teoria anche se in modo inconsapevole. La scelta dell’allenatore non deve essere quindi tra pratica e teoria ma fra differenti teorie che sono di supporto a un tipo di attività piuttosto che a un’altra.

 

Il sovraccarico emotivo colpisce anche i migliori atleti

Il TAIS è un sistema di valutazione dello stile attentivo e interpersonale e questi dati evidenziano su dati di élite che il sovraccarico emotivo è una componente importante che limita le prestazioni anche negli atleti top, quali sono i detentori di record del mondo, che invece risentono di meno rispetto agli gruppi delle distrazioni ambientali e e del sovraccarico mentale di tipo cognitivo.Questo spiega anche la ragione per cui gli atleti di vertice si servono di programmi di preparazione psicologica per ridurre lo stress agonistico.

Allenamento deve sviluppare consapevolezza

L’attività motoria nel curriculum: l’impatto nelle Scuole di Medicina e nelle professioni della salute

Inserire l’attività fisica nel curriculum degli studi di medicina è importante per sviluppare la competenza nei futuri professionisti della salute di promuovere l’attività fisica nei loro pazienti.

Questa podcast illustra come due scuole di medicina del Regno Unito sono impegnate nel promuovere questa competenza nei futuri professionisti della salute, così da poterla trasferire ai loro pazienti tramite il progetto educativo #MovementForMovement

Ulteriori informazioni, Ann Gates, www.exercise-works.org/

 

L’attività motoria può essere la migliore medicina?

Exercise and mental illness – brief video

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Under 30 influencer: Kim Chloe e Sydney McLaughlin

Kim Chloe, 17 anni, l’altr’anno è diventata la prima donna dello snowboard a fare tre complete giri in aria durante una competizione. E’ la favorita per la medaglia d’oro ai prossimi Giochi Invernali in Korea del Sud. Una persone aggiuntiva è determinata dal fatto che i suoi genitori sono della Korea del Sud e che molti suoi parenti vivono in quel paese.

“Sarà una bella esperienza vivere un evento così pazzo con la mia famiglia. Ma allo stesso tempo, sono molto preoccupata, perche ‘ sono le dannate Olimpiadi. Voglio fare veramente bene, devo riuscirci”.

Time l’ha inserita nella lista dei 30 adolescenti più influenti per l’impatto ottenuto attraverso i social media e l’abilità di orientare le notizie.

Il solo altro atleta presente nella lista del 2017 è Sydney McLaughlin, 18 anni, ostacolista e sprinter. E’ stata la più giovane componente della squadra americana di atletica a Rio 2016. Attualmente studia alla University of Kentucky.

(Fonte: Time)

Abilità psicologiche di base

Le abilità psicologiche di base possono essere insegnate a qualsiasi età e indipendentemente dalle competenze motorie e sportive delle persone.

I nostri peggiori avversari

Jack Nicklaus continua a essere, dopo molti anni dal suo ritiro dal golf, una fonte ineguagliabile d’ispirazione per gli atleti di ogni sport. Qui ci ricorda che i due nostri principali avversari sono il campo, il contesto situazionale in cui si sviluppa la gara, e noi stessi.

Quanto tempo dedicate ad allenare l’abilità a controllarli e a ridurne gli effetti negativi?

Ventura: un CT senza leadership condivisa

Il limite principale di Ventura è stato di non aver saputo costruire una squadra unita e fornire una leadership autorevole. Per fare qualcosa di straordinario ed entrare nella storia, come ha detto Tavecchio, si deve costruire un clima motivazionale in cui ogni calciatore  si deve sentire unito agli altri da un filo che è un amalgama di volontà, tenacia, impegno, coraggio e umiltà. Questa costruzione viene prima di ogni schema o tattica di gioco, perché la sua funzione è di esaltare il valore umano di ognuno, che in una squadra unita su queste basi diventa molto di più della somma dei singoli valori. Si vince di più grazie al gruppo poiché la prestazione nasce dall’integrazione del comportamento di tutti i giocatori, che fanno bene cose diverse, insieme e contemporaneamente.

La squadra deve sempre ragionare in termini di NOI e il ruolo dell’allenatore è decisivo per favorire la partecipazione dei giocatori cercando di accoglierne le indicazioni, trattando tutti con gli stessi criteri ed evitando favoritismi, dando ad ognuno un ruolo e un obiettivo specifico individuale e di squadra. Ora tutto questo è mancato perché Ventura ha impiegato calciatori fuori dal loro ruolo, ha dato fiducia a qualcuno che non era in forma rinunciando a chi stava meglio, non ha messo in campo il più talentoso. Dopo la partita con la Spagna, non ha capito l’impatto psicologico negativo che avevano subito i calciatori e continuando con la retorica che sono professionisti e che una sconfitta non li avrebbe influenzati. Ovviamente è successo il contrario.

A questo punto, i veri leader della nazionale e cioè Buffon, De Rossi, Chiellini e pochi altri hanno dovuto riunire la squadra per sopperire alle carenze del commissario tecnico. Ventura è stato incapace di comprendere il loro stato d’animo e non ha saputo condurli, come avrebbe dovuto fare, fuori da questo tunnel di negatività, spingendoli a lottare nelle due successive partite.  Il cui valore fondamentale risiedeva non solo nel risultato ma soprattutto nella reazione morale che avrebbe permesso alla squadra di affrontare la Svezia da una condizione psicologica totalmente diversa. I leader in campo della squadra non hanno potuto fare di più, perché avrebbe significato andare a uno scontro diretto sulla formazione da mettere in campo.

Ventura non li ha di certo ascoltati e l’episodio che meglio evidenzia questa situazione è rappresentato dalle parole di Daniele De Rossi in panchina quando dice che se si vuole vincere la partita non dovrebbe essere lui a scaldarsi ma Insigne. Suggerimento non ascoltato. E lasciamo perdere sulla mancanza totale di senso di responsabilità e di senso di comunità dei dirigenti e del ct nel lasciare parlare per primo e da solo Gianluigi Buffon a spiegare il senso di questa eliminazione. D’altra parte, come dice Gigi Riva nel suo bellissimo articolo, “Nell’ora della verità a Ventura è mancato il coraggio (del resto, uno non se lo può dare)”.

Allenamento: l’unica costante è il cambiamento

Il mio intervento al prossimo Stage Nazionale Insegnanti della S.d.A. Discipline Orientali UISP del 18-19 novembre sarà un contributo a illustrare che nella pratica dello sport e del movimento l’unica costante è il cambiamento. Le sessioni di pratica e di allenamento dovrebbero, infatti, avere lo scopo di sviluppare nuove competenze motorie, sportive e psicologiche per permettere a praticanti di qualsiasi età e livello di competenza sportiva di trarre il massimo della soddisfazione personale da questo loro coinvolgimento.

Il compito dell’allenatore è, quindi, di facilitare questo processo di acquisizione attraverso la realizzazione di programmi adeguati ai gruppi con cui lavora, proponendo situazioni che siano emotivamente coinvolgenti e che permettano di sviluppare nuovi apprendimenti.

La cultura di provenienza delle discipline orientali dovrebbe favorire l’uso di sistemi di preparazione psicologica e sviluppo mentale che favoriscano l’apprendimento e, quindi, il cambiamento che è lo scopo ultimo dell’allenamento.