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Divertirsi in gara non è per scherzo

Divertirsi non è per scherzo.

Spesso lo dicono gli allenatori agli atleti: “Vai e divertiti”. E loro li guardano con due occhi fuori dalle orbite che dicono ma “cosa sta dicendo, qui devo dare il massimo mica vado in pizzeria con gli amici”.

Hanno ragione e torto tutte e due. Come fai divertirti quando sei impegnato a dare il massimo? Allora hanno ragione gli atleti. Forse c’è un modo per divertirsi nei momenti agonistici più intensi? Quindi hanno ragione i coach.

La questione è bene espressa da Sun Yingsha: Devi avere il piacere di affrontare le situazioni difficili! In tal modo il divertimento è dato dal piacere di affrontare le sfide con tutti i rischi che comportano.

I nostri peggiori avversari

Jack Nicklaus continua a essere, dopo molti anni dal suo ritiro dal golf, una fonte ineguagliabile d’ispirazione per gli atleti di ogni sport. Qui ci ricorda che i due nostri principali avversari sono il campo, il contesto situazionale in cui si sviluppa la gara, e noi stessi.

Quanto tempo dedicate ad allenare l’abilità a controllarli e a ridurne gli effetti negativi?

I principali errori mentali degli atleti

I principali errori che compiono gli atleti:

  1. Pensare che sentirsi in forma, sia sufficiente per fare un’ottima gara.
  2. Visualizzare la propria gara senza prevedere le possibili difficoltà che si potranno incontrare e non prevedere un modo per risolverle.
  3. Essere troppo/poco attivati, spinti dal desiderio di volere fare bene o dalla paura di non riuscirci.
  4. Essere preoccupati per la gara, tanto da non essere concentrati sul presente ma su ciò che potrebbe capitare di negativo.
  5. Non considerare le fasi di difficoltà della gara come una parte normale della prestazione ma come incapacità personali.

 

 

 

 

Per vincere bisogna adattarsi alle situazioni di gara

Vorrei riflettere su una idea:

affinché un atleta sappia affrontare con un atteggiamento vincente le competizioni è necessario che sappia adeguare la tecnica e la tattica alle situazioni di gara che dovrà affrontare. Questo lavoro di adattamento di se stesso alla gara è un’attività mentale che mette in azione i processi cognitivi, motivazionali, emotivi ed interpersonali del giovane. L’atleta deve pertanto avere sviluppato negli anni di allenamento la capacità di valutare, decidere e agire nel modo migliore in ogni momento della competizione.

Domanda:

quanta parte dell’allenamento di un atleta è dedicata a sviluppare questo tipo di competenza?

La più dura gara di cani da slitta

La Grande Odyssee

La Grande Odyssée Savoie Mont Blanc è, fin dalla prima edizione nel gennaio 2005, la più dura gara internazionale di cani da slitta a causa della topografia delle montagne. Ogni anno la gara riunisce 20 dei migliori musher del mondo. Insieme con i loro Alaskan Husky e Siberian, percorrono 900 km in Savoia e Alta Savoia e  con un dislivello in salita di oltre 25.000 m.

Perchè d’inverno nessuno si veste da estate

D’inverno nessuno esce per strada vestito d’estate, perchè sa che in questo modo ci si ammala e quindi per prevenire questa eventualità ci si veste da inverno. Perchè così frequentemente commettiamo errori  e spendiamo eergia a correggerli senza impegnarci per prevenirli? Eppure sappiamo che prevenire è meglio curare. Nello sport gli errori rappresentano ciò che va evitato, la malattia da cui bisogna liberarsi, e di solito s’insegna che la cura consiste nell’imparare a reagire ad essi il più rapidamente possibile. Questo insegnamento è ben riassunto dalla frase: “Non importa quante volte cadi ma quanto in fretta ti rialzi”. Per ottenere questo risultato, gli atleti si allenano a ritornare a essere focalizzati sulla prestazione subito dopo avere commesso un errore. Anche se è meglio evitare di ammalarsi, s’insegna poco a prevenire gli errori. Prevenire richiede essere consapevoli di quale sia il comportamento da evitare e quello invece da mettere in atto. In relazione allo sport, significa essere consapevoli degli errori che si possono compiere in quell’allenamento o gara e sapere qual è il modo per evitarli. Di conseguenza ogni atleta dovrebbe essere consapevole delle situazioni a cui va incontro, pensare agli errori che potrebbe commettere e che ha commesso in passato e focalizzarsi solo sulle azioni che deve compiere per fare bene. In questo modo, imparerà non tanto a eliminare le difficoltà, che sono invece sempre presenti in una gara, ma ad affrontarle in modo vincente.

La forza dell”atteggiamento (2)

Avere il “giusto” atteggiamento comporta l’essere totalmente concentrati solo su quanto si deve fare per fornire la migliore prestazione di cui si è capaci. Poco prima dell’inizio di una gara e durante il suo svolgimento l’atleta deve essere focalizzato sul fare al meglio il suo lavoro. L’allenamento e le prestazioni passate gli devono deve avere insegnato a padroneggiare le distrazioni, in modo tale da reagire ad esse in modo quasi inconsapevole. In quei momenti ogni tipo di pensiero deve classificato immediatemente come utile a fare bene o inutile. I primi sono mantenuti e consentono di restare focalizzati sulla prestazione, mentre i secondi vanno eliminati. In tal modo l’atleta è in controllo della sua prestazione, vive solo nel presente e sa rispondere con prontezza a ciò che avviene in gara.

Scontenti di che?

In questo periodo dell’anno parlò con molti atleti che sono scontenti delle loro prestazioni, si sono allenati per tutto l’inverno e ora vorrebbero vincere sempre o comunque fare molto bene. Aspettative legittime ma irrealistiche, perché ci sono anche gli avversari ma soprattutto in quanto gareggiare non è solo una espressione del proprio valore tecnico ma è un’attività che deve essere guidata dalla mente. Diciamo pure che senza la mente, la tecnica è inutile; perché la gara è gestione efficace dello stress agonistico, che una volta domato consente alla tecnica dell’atleta di esprimersi al massimo livello. Chi non fosse in grado di svolgere questi compiti non potrà mai gareggiare con soddisfazione o in modo vincente.