Archivio mensile per novembre, 2012

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Il sogno di Del Piero: giocare a tennis

Oggi ho parlato con una giovane tennista che mi ha detto di avere capito una volta di più quanto sia determinante il controllo emotivo leggendo un pensiero di Alessandro Del Piero, che riporto perché in effetti vale molto più di tante parole.

“Il mio sogno è misurarmi in uno sport individuale, chissà se avrò tempo e modo di farlo. Questo esalterebbe il mio senso della sfida, la mia voglia di primeggiare sempre. Mi piacerebbe essere un tennista: la presenza della palla, per me, è essenziale, e nel tennis la palla c’è. Poi c’è la rete, c’è l’avversario. Uno sport tremendo: penso che le enormi tensioni psichiche, alla fine, rendano molti tennisti dei tipi davvero particolari, un po’ come i golfisti. Nel tennis l’impegno emotivo è assoluto. Lì non esiste la panchina, non c’è un allenatore, che ti tiene fuori o ti sostituisce. Lì ci sei solo tu. Anzi, sei tu da solo.”

(da Alessandro Del Piero, Giochiamo ancora, p.80-81).

Serena Williams un superumano

«E’ nel servizio. Serena Williams potrebbe aver vinto 30 titoli del Grande Slam, 46 titoli e quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi, ma se si vuole capire perché lei sta una spanna sopra le sue rivali nel tennis, basta solo guardare la fase esplosiva all’inizio di un punto, come spinge la palla verso la sua avversaria fino a 109 miglia all’ora.

Per Williams, è un mistero come si genera questo potere incomparabile. “In realtà”, ricorda, improvvisamente, “quando ero più giovane Billie Jean King ha detto, ‘Hai una battuta grande, è così naturale,’ e ho pensato, ‘Davvero? Bello.’” Da quel momento si è sempre parlato del servizio della Williams  -  come parte del suo gioco, la più temuta dalle sue avversarie. Quest’anno a Wimbledon ha battuto il record per il numero di ace in un torneo (102), e stabilendo un record di 24 contro la n.1 Victoria Azarenka quando si incontrarono in semifinale. “Sì, mi sento un po’ come quando avevo appena iniziato”, dice. “Ma non ho mai colpito la mia la palla in modo molto forte …  di solito non la colpisco in modo  super-duro.”

Ti chiedi cosa succederebbe se Williams l’ha colpisse con più forza. Il suo servire è già veloce, quanto la media di servizio nel tour degli uomini e la sua seconda di servizio è regolarmente più veloce di quelle di Andy Murray …

Più sorprendente è che forza bruta di Williams è  naturale, e non il risultato di ore in palestra. “No, onestamente, io sono nato in questo modo,” dice, in un accento rilassato. “Fino ad oggi non ho sollevato pesi e  non l’ho mai fatto. Probabilmente non lo farò mai.” Pensa di avere ereditato buoni geni dai genitori – sono entrambi alti – ma il suo fisico si è sviluppato in un modo molto diverso da sorella Venus. In realtà, Serena dice che era la meno potente dei due. “Quando ero più giovane, io onestamente avrei voluto colpira la palla in modo morbido,” dice, ricordando i giorni  in cui lei e Venus affinavano le loro abilità sui campi screpolati e sgradevoli della periferia di Los Angeles. “Ero davvero piccola per la mia età, e mi ci è voluto molto tempo per crescere e per crescere forte. Penso che mi abbia aiutato a imparare a combattere, sai cosa voglio dire? Ho imparato a lottare e a essere mentalmente più forte.”

Williams è felice di essere vista come un “giocatrice di forza”, anche se lei non pensa che il suo stesso gioco è molto diverso da quello di sua sorella. “Sono più testarda”, ammette. “Se si dispone di un gran tiro allora voglio rispondere al gran tiro. Quindi Venus è … un po’ più intelligente.”

Così potremo vedere il suo ricreare la famosa battaglia dei sessi, quando Billie Jean King giocò contro Bobby Riggs (e vinse)? “Forse un giorno”, sorride. “Ma io non credo di essere ancora pronta!”»

(articolo di  Emma John)

http://www.guardian.co.uk/lifeandstyle/2012/nov/18/superhumans-serena-williams-tom-sietas?CMP=twt_fd)

 

Gli errori dell’Inter

L’Inter, secondo me, ha commesso due errori gravi che in queste ultime due partite non gli hanno più permesso di giocare come in quelle precedenti. Gli errori sono rappresentati dal troppo entusiasmo e dal troppo lamentarsi. La partita persa con l’Atalanta è stata successiva a una serie di  molte partite vinte e alla vittoria contro la Juventus. Era una prova importante proprio per l’entusiasmo che si era generato nei confronti della squadra  che andava riconfermato contro una squadra certamente meno forte. L’entusiasmo talvolta determina una condizione di soddisfazione per cui in modo inconsapevole si comincia a pensare che non si può perdere e ciò determina una riduzione della carica agonistica difficile da recuperare durante la partita. Nella partita successiva con il Cagliari  la dirigenza dell’Inter, ha affermato che l’arbitro ha impedito alla squadra di vincere. Questo continuo lamentarsi per i rigori non dati addossa ad altri quello che la squadra non ha saputo realizzare sul campo. Entusiasmarsi e lamentarsi sono due facce della stessa medaglia e non aiutano la squadra a essere  consapevole dei propri pregi e limiti, ci vorrebbe più freddezza da parte di chi guida la squadra.

Rugby: Italia-All Blacks

Il rugby è impegno, avanzamento e aggressività e l’Italia ha fatto una delle sue più belle partite perché ha mostrato questo atteggiamento con continuità.  Il rugby è uno sport in cui non ci si può risparmiare, non si può tirare indietro la gamba, non ci si può isolare dal gioco, non si può all’ultimo momento passare la palla a un compagno perché si ha paura di sbagliare. I giocatori italiani oggi hanno fatto tutto questo, giocando con una intensità ottimale. Hanno perso, era scontato, lottando con intelligenza sino all’ultimo minuto.

Piramide dell’attività fisica

(Adnkronos Salute) – Gioco 7 giorni su 7, bici e nuoto massimo 5 volte a settimana, danza e calcetto 2 o 3. A fissare le ‘dosi’ ideali per ogni sport è la Piramide dell’attività fisica presentata al congresso ‘Milanopediatria’, in corso da oggi a domenica nel capoluogo lombardo. Sulla falsa riga della ormai nota Piramide alimentare, i medici nei bimbi hanno pensato di mutuare lo schema anche per l’esercizio fisico. Quale scegliere? Quando farlo? E per quanto? La nuova Piramide, organizzata in 4 gradini, risponde proprio a queste domande. Aiutando i genitori a orientarsi e a dettare regole ‘doc’ ai propri figli.

“I suggerimenti indicati si sono dimostrati efficaci, a tutto vantaggio dello stato di salute – assicura Marcello Giovannini, presidente di ‘Milanopediatria’ – Si è visto infatti che un’ora di cammino comporta un dispendio energetico quasi 3 volte superiore a quello ottenibile passando lo stesso tempo a guardare la Tv, con un importante incremento del rapporto tra ossidazione dei grassi e ossidazione dei carboidrati”.

Alla base della piramide, dunque, c’è l’attività fisica da eseguire tutti i giorni. Vale a dire “passeggiare col cane, fare le scale a piedi, aiutare la mamma nei lavori domestici, giocare con gli amici”, elencano i pediatri. Insomma, muoversi senza limiti particolari. “L’esercizio fisico non programmato, infatti, sembrerebbe in grado non solo di consentire un aumento di spesa legato al movimento, ma potrebbe favorire uno stile di vita più attivo. Le tentazioni di attività sedentarie (televisione, videogiochi) e di eccedere con i fuori-pasto sono molto più forti al chiuso che all’aperto”.

Il secondo gradino della Piramide dello sport riporta invece l’attività fisica da eseguire 3/5 volte alla settimana, e cioè “gli esercizi aerobici come andare in bicicletta, camminare velocemente, correre, pattinare, nuotare” per il tempo desiderato. “Sono gli esercizi più indicati – precisano i pediatri – perché inducono una maggiore ossidazione di lipidi. In particolare, bicicletta e nuoto sono consigliati in special modo se la massa ponderale è elevata e sono prevedibili traumatismi articolari favoriti dall’esercizio”.

Salendo lungo la Piramide, il terzo gradino è quello dedicato all’attività fisica programmata da eseguire 2/3 volte alla settimana, 50 minuti per volta. In questo caso gli sport più adatti sono “le arti marziali, la danza, un’ora di tennis oppure di calcetto o di pallavolo. Nel scegliere il tipo di esercizio fisico programmato è preferibile un’attività di gruppo – suggeriscono i medici – possibilmente con coetanei con gli stessi problemi di peso, perché i bambini e soprattutto gli adolescenti obesi si sentano meno inibiti nell’effettuare queste attività di gruppo. L’approccio all’attività sportiva deve essere inoltre calibrato alle possibilità reali del bambino e attuato in modo progressivo”.

Infine, la punta della piramide che rappresenta lo spazio da dedicare alla televisione e ai videogiochi: pochissimo. L’invito dei pediatri è “cercare di stare seduto meno di un’ora”.

Benefici e eccessi dello sport

“Benefici ed eccessi dell’attività sportiva. Si completa il progetto “ComunicAnimare la salute”, realizzato da Humanitas Gavazzeni e incentrato su corretti stili di vita rivolto ai i più giovani e realizzato in collaborazione con Asl, Ufficio Scolastico Provinciale e CSI di Bergamo.

Stress e sedentarietà. Due modi estremi e perfino pericolosi di intendere e vivere l’attività fisica sono i temi portanti dei nuovi cartoons di“ComunicAnimare la salute”, il progetto realizzato da Humanitas Gavazzeni e lo Studio Bozzetto & Co incentrato sui corretti stili di vita per i più giovani.

I cartoons – visibili su YouTube  e sul sito di Humanitas Gavazzeni sono stati presentati in anteprima al convegno “Per uno sport sicuro e salutare” organizzato da Asl di Bergamo e svoltosi nell’Aula magna della Facoltà di Ingegneria a Dalmine (Bg).”

(da http://www.humanitasalute.it/sport-e-allenamento/5812-se-ami-lo-sport-non-esagerare)

http://www.youtube.com/watch?v=_FxI9ONr_u4&feature=channel&list=UL

http://www.youtube.com/watch?v=LbGR-e29Z4g&feature=channel&list=UL

 

Pelè e il goal

Desmond Morris, zoologo, ha scritto (La tribù del calcio, 1982) che “Una delle qualità che rendono i goal importanti è la loro rarità … ogni squadra ha poco più di un migliaio di contatti con la palla per partita. Il che significa che un giocatore che colpisce la palla ha meno di una possibilità su mille segnare … E non c’è da stupirsi se quel raro esemplare che è il goleador o cannoniere venga elevato, nel folklore tribale, al piedistallo di un vero eroe e diventa peri suoi seguaci una specie di divinità da idolatrare e adorare. Non c’è dubbio che il più grande eroe dei tempi moderni sia stato l’attaccante brasiliano Edson Arantes do Nascimento, famoso in tutto il mondo con il soprannome di Pelé. Nel corso della sua carriera segnò 1363 goal, un totale mai raggiunto da altri giocatori moderni.”

Pelè come Maradona e Messi sono le eccezioni che hanno reso e rendono apparentemente facile e frequente segnare una rete. Il goal, invece, resta ancora oggi un evento raro. Si basa sull’abilità dei giocatori a crearsi delle occasioni da goal ma anche sullo sfruttare gli errori in fase difensiva degli avversari. Un errore nel calcio può volere dire nulla perchè servono centinaia tocchi di palla perchè uno di questi si trasformi in un tiro vincente, ma allo stesso modo ogni errore può essere fatale poichè il goal può arrivare in quasiasi momento. Bisogna essere consapevoli di questa apparente contraddizione per evitare di affermare dopo avere subito un goal “abbiamo commesso solo un errore e subito l’abbiamo pagato caro, che sfortuna!”

The athlete machine

http://www.youtube.com/watch?v=M0jmSsQ5ptw

I problemi mentali della Roma

I problemi mentali della Roma sono evidenti nei comporamenti dei giocatori e dell’allenatore. Ad esempio in Pjanic chedurante la partita insulta Zeman. In Daniele De Rossi che prende a pugni un difensore avversario in area di rigore. Negli errori banali di singoli giocatori che hanno però conseguenze distrastrose per la squadra in quanto determinano il goal degli avversari. Nelle spiegazioni dell’allenatore della Roma che spiega l’insuccesso solo in termini di errori dei singoli e non almeno del reparto difensivo o dei centrocampisti che non fanno il loro lavoro. Con questa mancanza di coesione, di condivisione delle difficoltà non si va da nessuna parte.

Aiutare le persone a trovare le ragioni per muoversi

Ogni giorno viene pubblicata una ricerca su quanto sia importante per il nostro benessere condurre una vita fisicamente attiva, l’ultima ci spiega che bastano poche ore di movimento la settimana per allungarsi la vita di alcuni anni (www.repubblica.it/salute)

E’ però altrettanto importante capire come promuovere l’attività fisica sapendo che in Italia fra coloro che non fanno sport in maniera continuativa:

  • 1 maschio su 2 è in sovrappeso
  • 1 maschio/donna su 10 sono obesi
  • 1 donna su 3 è in sovrappeso