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Rossi e Andreazzoli: quando il cambiamento sta nella ritrovata coesione

Delio Rossi e Andreazzoli hanno preso due squadra in crisi la Sampdoria e la Roma e sono riusciti a trasformarle da perdenti sicure a squadre combattive che vincono in campo. Hanno sostituito due allenatori tra loro completamente diversi, Ciro Ferrara e Zeman, in sostanza il primo è stato un grande calciatore ma ha maturato poca esperienza come allenatore mentre il secondo è un grande visionario e dominatore delle menti dei suoi ragazzi. Ambedue hanno fallito, secondo me, perchè non hanno saputo costruire un gruppo unito e combattivo che portasse avanti sul campo il gioco proposto dall’allenatore. Sono stati prigionieri dei propri limiti, che per il primo è l’inesperienza e per il secondo sono le sue idee mai contrattabili.

Come sempre nelle squadre la questione principale riguarda cosa fare per tenerla unita. Ciò non significa che devono essere contenti quelli che vengono esclusi dalla formazione ma certamente devono accettare questa scelta e continuare a impegnarsi in allenamento. E’ altrettanto evidente che perchè i giocatori sviluppino questa mentalità l’allenatore deve essere corretto con loro trasmettendo ad essi la convinzione che avranno lo spazio di giocare. Mi sembra che Delio Rossi e Andreazzoli abbiano agito in questa maniera e insieme ai cambiamenti nel gioco che hanno introdotto sono riusciti ad avere una squadra che va in campo per giocare al suo meglio. In sintesi, per vincere serve non solo preparazione fisica e tecnico-tattica ma anche una mentalità collettiva vincente, che allenatore e giocatori devono costruire insieme. 

I problemi mentali della Roma

I problemi mentali della Roma sono evidenti nei comporamenti dei giocatori e dell’allenatore. Ad esempio in Pjanic chedurante la partita insulta Zeman. In Daniele De Rossi che prende a pugni un difensore avversario in area di rigore. Negli errori banali di singoli giocatori che hanno però conseguenze distrastrose per la squadra in quanto determinano il goal degli avversari. Nelle spiegazioni dell’allenatore della Roma che spiega l’insuccesso solo in termini di errori dei singoli e non almeno del reparto difensivo o dei centrocampisti che non fanno il loro lavoro. Con questa mancanza di coesione, di condivisione delle difficoltà non si va da nessuna parte.

I lamenti di De Rossi e Osvaldo

Zeman come ogni allenatore ha un suo sistema personale di guida di una squadra, che ogni calciatore dovrebbe conoscere bene poiché allena a calcio da molti anni. Allora qual è la ragione per cui due importanti calciatori della Roma, De Rossi e Osvaldo, si lamentano; non sapevano chi era Zeman? Ovviamente conoscevano i suoi sistemi ma non vogliono lavorare così tanto.

Inoltre l’allenamento non è un’attività estetica per cui qualcuno può ridurre l’impegno perché è troppo faticoso. L’allenamento è il lavoro dei calciatori e tutti sanno che consiste anche nel fare cose che non si vorrebbe fare o nel doversi impegnare a elevati livelli di intensità. I calciatori a cui non piace questo approccio non giocano e così ha fatto Zeman. Non condividere le idee dell’allenatore ed esprimere il proprio dissenso è un diritto, lo è però anche quello dell’allenatore di fare giocare che decide lui, perché alla fine se la squadra perde è lui che verrà esonerato non certo i giocatori.

Il ritorno di Zeman

Lo sport fa vivere a noi adulti quelle emozioni semplici e intense che i bambini vivono con molta più facilità Il ritorno di Zeman alla Roma, al grande calcio, è per me uno di questi momenti. Perché dice che vedremo di nuovo una squadra in cui tutti hanno lo stesso scopo, in cui si corre e si fanno molti goal, una squadra il cui leader è innanzitutto un uomo pulito. Non a caso anche il più importante giornale finanziario, il Wall Street Journal, ha pubblicato su Zeman un articolo intitolato: “Il ritorno dello Jedi del calcio.” A mio avviso non poteva scegliere un accostamento migliore, ancora una volta le emozioni riemergono con la citazione della saga di Guerre Stellari. In un periodo di truffe e scandali, sono notizie che fanno bene al calcio e a noi tutti.
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