Archivio mensile per novembre, 2012

Cosa impariamo da Londra 2012

Intervista a Dominic Mahony, leader del team olimpico inglese del Pentathlon Moderno negli ultimi quattro Giochi Olimpici, dove condivide le sue idee su Londra 2012.

Identificazione e sviluppo del talento

Il successo del Team GB non era un fuoco di paglia. E ‘stato il risultato di 15 anni di investimenti costanti nell’eccellenza che ha permesso a 26 sport di mettere in atto un processo a lungo termine d’identificazione del talento e programmi di sviluppo che continueranno a garantire il successo alle future Olimpiadi.

I dirigenti delle imprese possono imparare da questo – è necessario investire nel successo a lungo termine della propria organizzazione attraverso le persone. Investire nel loro sviluppo e il loro talento e trovare il modo di orientarli alla sfida …  ben sapendo che il mondo sta cambiando, e le abilità e le competenze per ora valide potrebbero essere completamente abbandonate in cinque anni. Nello sport, si valuta anche la capacità di apprendimento di un atleta e la resilienza – la sua capacità, e l’atteggiamento nei confronti dell’imparare cose nuove e di essere in grado non solo di far fronte, ma di riuscire in situazioni sotto pressione.

Sfruttate al massimo i vostri successi

Si dice che si impara molto dai propri errori, ma si può anche imparare molto dai successi. Comprendere quali siano le nostre abilità principali è importante, in modo da saperle utilizzare in futuro. Londra è stata in grado di progettare-gestire le costruzioni più complesse e programma più ambizioso che il paese avesse mai vissuto, e lo ha fatto in modo sicuro, in tempo e nel budget. Abbiamo utilizzato le nostre competenze come un paese per dimostrare al resto del mondo ciò che siamo capaci di fare. L’incremento della reputazione delle nostre industrie di ingegneria civile e di costruzione è stato significativo …

Il ruolo del leader

Gli allenatori e i team manager del Team GB avevano obiettivi molto chiari  che hanno permesso di definire le prestazioni necessarie per vincere, creare l’ambiente per gli atleti per avere successo e poi eseguirle.

(Da Lane4 newsletter)

Il calendario degli allenatori

http://www.repubblica.it/sport/2012/11/30/foto/il_calendario_degli_allenatori-47761071/1/?ref=twhr&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

 

Come mantenere elevata la motivazione di squadra

Qualcuno mi ha chiesto cosa deve fare un allenatore per mantenere elevata la motivazione della squadra dopo una serie di prestazioni vincenti. E’ ad esempio il caso dell’Inter che dopo nove vittorie consecutive, ha ottenuto due sconfitte e un pareggio. Bisogna dire che successi ripetuti possono portare  a un calo di motivazione e che compito dell’allenatore è di evitare il diffondersi di questo atteggiamento. Cosa dovrebbe fare il tecnico. Per prima cosa, mantenere elevata l’intensità fisica e mentale degli allenamenti. Secondo, deve parlare con la squadra. Le squadre sono forti se entrano sempre in campo con la voglia di vincere e per fare questo non devono sprecare neanche un minuto dell’allenamento. L’allenamento permette di esercitare continuamente questo atteggiamento e ogni esercitazione deve avere questo scopo, altrimenti tanto varrebbe starsene a giocare una partita a carte. Pertanto, l’allenatore ha il tempo durante le sedute di verificare quali sono i giocatori che hanno cali di motivazione e deve, pure lui, non entusiasmarsi per 9 risultati vincenti, perché se ciò avviene lui stesso inizierà a pensare che la squadra può vincere con facilità e comincerà a comportarsi in modo meno attento a come  allena i suoi giocatori.

L’Inter ha perso il momento

L’Inter si è persa. Dopo 9 vittorie consecutive, nelle ultime tre partite ha ottenuto 2 sconfitte e 1 pareggio contro squadre di livello inferiore. Probabilmente era ipotizzabile un calo di tensione mentale dopo la vittoria con la Juventus ma non che questa condizione si protraesse per altre due partite. Presunzione e stanchezza mentale sono i due sintomi che hanno colpito l’Inter  in questa fase del campionato. Sono malattie comuni a chi, non abituato a stare ai vertici delle classifiche, inizia a credere che potrà continuare a vincere anche se s’impegna di meno. E’ una vera e propria forma di pensiero magico che colpisce tutti i giocatori che scendono in campo convinti di vincere per averlo fatto sino alla partita precedente o per avere sconfitto la capolista. L’inesperienza dell’allenatore a stare a alto livello gli ha impedito di prevenire questa condizione mentale negativa, che al contrario era del tutto prevedibile. Infatti dopo la vittoria con la Juventus, la squadra avrebbe dovuto fornire una prova del suo valore proprio giocando con la stessa intensità mentale anche la domenica successiva, mentre ciò non è accaduto e ha continuato a perdersi anche nelle due successive.  Certamente l’Inter si riprenderà da questa fase ma dovrà aspettare di ottenere una lunga serie di risultati positivi, prima di sapere se è diventata immune da questa sindrome basata sul virus della presunzione.

Le caratteristiche del leader

Parlando di stili di leadership degli allenatori ogni persona all’interno del mondo dello sport ha sviluppato una propria idea di quale dovrebbe essere, ad esempio, lo stile dell’allenatore vincente piuttosto che di quello meno vincente o di quello perdente. Ognuno ha una propria lista personale delle caratteristiche del capo, che consiste in un elenco molto lungo di abilità psicologiche. Per cui secondo alcuni un leader deve sapere ascoltare e essere innovativo, per altri deve sapere prendere delle decisioni rischiose e impopolari, per altri ancora dovrebbe stimolare l’autonomia dei suoi atleti e costituire un modello di comportamenti etici da usare come modello. Decine di migliaia di indagini sono state condotte nelle università per stabilire il profilo del leader nonché i comportamenti che più di frequente dovrebbe mostrare. Avere queste informazioni è certamente utile come lo è avere una propria lista personale di comportamenti che si vorrebbe mostrasse con maggiore regolarità e frequenza. La domanda che più conta e a cui si deve rispondere è però un’altra e cioè: “Sarà capace di adottare i comportamenti necessari ad affrontare quella specifica situazione?” Di conseguenza il leader, l’allenatore migliore è colui che di volta in volta è in grado di agire così come è richiesto dalla situazione anche se i comportamenti richiesti non sono fra quelli che lui preferisce.

Unwatchable

http://www.youtube.com/watch?v=fIePzz_CEuQ

http://blogs.reuters.com/africanews/2011/09/30/must-we-see-rape-in-britain-to-understand-rape-in-congo/

A Roma assalto fascista ai tifosi del Tottenham

The Drunken Ship was wrecked during a ferocious attack by a hooligan element of the Lazio fans

http://www.huffingtonpost.it/2012/11/23/aggressione-ai-tifosi-del-tottenham_n_2177289.html?utm_hp_ref=italy

http://www.guardian.co.uk/football/2012/nov/23/two-men-arrested-attack-spurs

 

 

 

Cosa insegna Lippi ai calciatori cinesi

Cosa Marcello Lippi insegna ai calciatori cinesi è riassumibile in questa frase: “Sostanzialmente una, sempre la stessa: capire che ogni allenamento è importante quanto la più importante delle partite. E che si perde o si vince tutti i giorni, un pezzo al giorno”.

(Dall’intervista di Maurizio Crosetti, La Repubblica)

 

Basta polemiche con gli arbitri

Basta polemiche con gli arbitri. Gli arbitri sono sempre stati il parafulmine su cui scaricare i problemi delle squadre e i loro errori veri o presunti tali e sono utilizzati da presidenti e allenatori per esibire il loro potere. Il calcio è rimasto l’unica situazione professionale in cui il proprietario dell’impresa si comporta come il padrone di una volta secondo la logica per cui “ciò che non va bene a me è sbagliato e per questo ho diritto di protestare, meglio se con forza e in maniera ripetuta, così chi deve comprendere capisce  che deve cambiare.” La situazione si complica quando a protestare sono due presidenti, Agnelli e Moratti, che oltretutto se la prendono tra di loro. “Io, io, io” lo dicono i bambini non dovrebbero dirlo gli adulti. “Noi presidenti” dovrebbero dire, “noi presidenti di Serie A pensiamo che gli arbitri sbagliano troppo e vorremmo…”  Invece, sottolineare con rabbia le prestazioni arbitrali serve solo a creare stress aggiuntivi a una categoria che svolge un lavoro difficile. La domenica successiva alle polemiche della settimana difficilmente un arbitro  andrà sul campo in modo sereno, nonostante sia una persona che ricopre quel ruolo dopo una selezione durissima.  Lo stress non logora solo gli arbitri che in modo inconsapevole diventano meno convinti delle loro decisioni ma anche le squadre, che in questo clima sono subito pronte a polemizzare con le scelte del giudice di gara. Inoltre, molti media ne approfittano per aumentare il loro pubblico mentre i presidenti  si sentono ulteriormente giustificati a ribadire la loro funzione di giudici depositari della verità infranta dall’arbitro.  Bisognerebbe smetterla con questo modo di fare perché penso che nessuno voglia un campionato di questo tipo, in cui si perde di vista il valore sportivo ed è trasformato in una corrida in cui chi più può più urla.

http://www.huffingtonpost.it/../../alberto-cei/basta-polemiche-con-gli-a_b_2165850.html

La danza sportiva

Nessuno parla mai della danza sportiva, al massimo lo si immagina uno sport per anziani o per gli amanti dei balli tradizionali. Certamente è anche questo ma nella realtà è molto di più. L’ho potuto constatare andando in una sala ad assistere alla preparazione di una gara di ballo. Per prima cosa erano presenti  adolescenti, adulti e over65 o come è in uso in altri sport (nuoto e corsa) atleti e master. Le gare si svolgono nell’arco della giornata e le coppie vincenti superano varie selezioni. Ogni ballo è della durata di 90 secondi e ogni coppia deve completare una prova di cinque balli. E’ uno sport complesso che richiede tecnica, forma fisica, controllo emotivo, espressività e fusione perfetta fra i partner. Se qualcuno di questi  elementi viene a mancare la prestazione non sarà efficace. Necessita di allenatori competenti e come per ogni altro sport non basta avere ballato,  se pur ad alto livello, per potere insegnare ai principianti così come a quelli esperti. Per il pubblico è uno sport spettacolare e bello da vedere.