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Roma: squadra insicura

“Professor Cei che sta capitando alla Roma?”

“La mia idea è che Luis Enrique abbia applicato il suo sistema senza adattarlo alla Roma … ci deve essere una tabella di marcia che preveda una percentuale crescente di assorbimento del progetto. Alla Roma non è accaduto … Il sistema è importante, ma poi viene messo in pratica da 11 persone. E’ addosso a loro che va cucito l’abito.

“Molti romanisti s’interrogano sulla figura di Tonin Llorente, il mental coach.”

“Dovrebbe consigliare l’allenatore. Luis Enrique dovrebbe chiedergli cosa dire per trasmettere un messaggio positivo all’esterno”

“Una specie di consulente di immagine?”

“Macché. E’ così che agisce il mental coach con un dirigente. Prima di fare delle dichiarazioni che possono deprimere la squadra, mi consiglio con il mental coach…”

Dall’intervsita a Daniele Galli pubblicata su Il Romanista

 

Macchè

Credere o adattarsi?

Se si è ultimi nell’ipotetica classica basata sui risultati del 2° tempo non si può continuare a proporre per questi secondi 45 minuti lo stesso modulo di gioco del 1° tempo. Questo perchè mancando 9 partite alla fine del campionato  vuol dire che 7 mesi non sono bastati per apprendere questo nuovo modulo. Che fare? Insistere o trovare forme diverse per ottenere i risultati sperati? L’approccio di Luis Enrique è basato sulla fede che prima o poi qualcosa succeda, ma l’allenatore non può mettere i suoi giocatori nella condizione di perdere in modo così continuativo tutti i 2° tempi. Quale che siano le sue convinzioni, l’autostima dei calciatori ne esce distrutta e quindi l’allenatore non saprà se la squadra gioca male perchè non ha capito o perchè ritiene che è inutile impegnarsi: “tanto poi si perde”.

Le regole vanno rispettate

La scelta di Luis Enrique di non fare giocare De Rossi perchè è arrivato in ritardo alla riunione tecnica del mattino anche se solo di 5 minuti è un segno di forte discontinuità con le regole del nostro calcio. Le regole vanno definite e soprattutto applicate e può succedere che il momento per applicarle non sia sempre quello giusto, e che porti a privarsi di un giocatore decisivo per la squadra. Ancora di più quando le regole sono poche e chiare, come per l’allenatore della Roma, è difficile non applicarle. E’ rigidità non avere dato una multa? A mio avviso si tratta di severità e suppongo che avesse spiegato a tutti quali sarebbero state le conseguenze qualora non fossero state rispettate. Pure Buffon si è espresso in modo franco e questo è apprezzabile, come ha ricordato Gianni Mura. L’azione del goal è stata così rapida e intensa che sono convinto che non si sia reso conto che il pallone era entrato. Qualora ne fosse stato consapevole capisco la difficoltà a attribuire alla propria squadra un goal subito in una partita così importante, ciò non toglie che mi piace immaginare che un fuoriclasse potrebbe fare un gesto di discontinuità e ammetterlo.