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I pensieri sono sempre un problema

I peggiori problemi agli atleti li determinano i loro pensieri. Immagini e parole che preoccupano e che invadono la mente nei momenti meno opportuni. Pensieri che durano anche solo un istante ma che negli sport di precisione o in quelli di breve durata possono distruggere una prestazione. Quando gli atleti sono invece nella loro condizione mentale ottimale la mente è vuota ed è tesa fare quelle azioni per cui ci si è tanto allenati senza pensare minimamente al risultato. Per raggiungere questa condizione bisogna essersi allenati mentalmente con costanza e a lungo.

I signori dei tranelli

Nell’ultimo decennio il mondo dell’economia  e quello dello sport sono stati segnati da un gran numero di scandali e fallimenti. Abbiamo assistito al crack di aziende come la Enron, quinto colosso finanziario americano e della Parmalat una delle imprese italiane di eccellenza, ma abbiamo vissuto anche la lunga stagione degli scandali sportivi da quelli del doping che hanno distrutto il ciclismo e hanno coinvolto atleti famosi in tutti gli sport sino a giungere al calcio in cui gli scandali sembrano non finire mai.  Viviamo in un periodo in cui vengono scoperte grandi truffe perpetrate da leader di successo e top performer sino a quel momento oggetto di ammirazione e adulazione da parte di tutti. L’inganno sistematico, diventato così condotta istituzionale, insieme all’avidità e all’arroganza dei leader ha rovinato grandi aziende e ridotto molte prestazioni sportive a espressione di trucchi farmacologici.

I signori dei tranelli

Questo mio nuovo libro costituisce una chiave di lettura di quali siano le ragioni per cui queste truffe abbiano trovato così grande spazio nel mondo attuale.   Vengono analizzate le cause che determinano il perseguimento consapevole di forme di fraudolenza e  come azioni isolate siano diventate modi standard di fare sport e business. Le vicende raccontate mettono in luce veri e propri sistemi di truffa, non interpretabili in termini di atleti o manager isolati con profili devianti. A condurre queste operazioni sono persone vincenti che hanno messo da parte ogni istanza morale per perseguire solo il potere e l’arricchimento, nella convinzione di restare impuniti. Nell’ultima parte del libro si sostiene che la guerra a questo sistema non deve essere condotta solo con l’inasprimento delle pene ma tramite la diffusione di una cultura fondata sulla responsabilità sociale, che evidenzi come integrare le richieste di essere al tempo stesso competitivi e etici.

Vai a: http://www.ceiconsulting.it/it/publications/books/

Pensare positivo è un’arte

Non è di certo superficiale per un atleta/allenatore pensare in positivo, anzi si è troppo banalizzata l’importanza di avere un atteggiamento di questo tipo, etichettandola spesso come un’americanata o un modo di vivere senza porsi i veri problemi. Nel mio lavoro vedo  invece ogni giorno l’esatto contrario e cioè quanto sia facile abbattersi per un allenamento andato male, per la difficoltà nel migliorare, per accettare che il lavoro quotidiano non è una passeggiata verso la gloria, ma che invece bisogna metaforicamente sporcarsi le mani con le proprie insicurezze e timori. Sono proprio le difficoltà che vivono gli atleti/allenatori a rappresentare l’unica occasione, anche questa positiva, per mettere alla prova il proprio valore umano, la propria voglia di fare bene nonostante oggi non si sia soddisfatti. Questo è l’allenamento. Accettare i propri limiti e lavorare positivamente per ridurli e superarli. Solo quando si acquisisce questa mentalità si apre la porta al pensiero positivo.

L’Italia un paese incivile (1)

Il quotidiano La Stampa pubblica, ieri e oggi, due denunce sull’impossibilità in Italia di essere studente e atleta. Siamo alle solite, perchè chi vuole diventare musicista frequenta il conservatorio mentre agli studenti-atleti è vietata questa opzione? Inoltre il ministro dell’Istruzione ha detto che sono stati stanziati milioni di euro per consentire l’attività fisica a scuola, personalmente sapevo il contrario e lo verifico ogni giorno dalle testimonianze continue di cui ho notizia. Perchè in Italia lo sport è considerato attività per decerebrati? Il ministro dice che si istituiranno licei a orientamento sportivo, che si tradurrà in più ore di educazione fisica, bene ma non è questa la soluzione. Fare l’atleta nella scuola secondaria significa dedicare almeno tre ore tutti i giorni, in che modo la scuola risponderà a questa esigenza? Si tratta di 18 ore alla settimana e non di due ore in + di attività fisica a scuola. Inoltre, come verrà calcolato il tempo dedicato alle competizioni? Questi argomenti non li ho mai visti trattati ma neanche argomentati dai politici. Molto male, evviva chi nasce in un altro paese.

Trasferimento del talento

La Federazione Italiana Badminton promuove un progetto per giovani atleti che vogliono provare a praticare uno sport diverso da quello in cui sono attualmente impegnati. E’ un approccio già in atto da anni in paesi come l’Australia e la Gran Bretagna e per la prima volta viene proposto da una federazione italiana. Possono aderire coloro che praticando con successo uno sport vogliono comunque provare  a utilizzare il loro talento in un’altra disciplina. Può essere che la motivazione non sia più quella di una volta, che infortuni impediscano di continuare, che si voglia estendere la propria carriera sportiva o che per qualche altra ragione si senta il desiderio di cambiare. Questa è un’opportunità. Per ora l’esperienza inizierà a Roma, ma chiunque sia interessato può ricevere informazioni anche se vive in altre regioni. Per saperne di più: federazione@badmintonitalia.it

Considero questa notizia importante poichè rappresenta un modo nuovo per realizzare la ricerca del talento, perchè il talento grezzo non è solo identificabile nei bambini o nei più giovani, ma anche nelle età superiori in persone che hanno dimostrato grande padronanza di abilità sportiva in altre discipline.

Stress dei calciatori e non solo

Lo stress consiste in “reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore” (fonte: National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH). Lo stress sul lavoro può colpire chiunque, a qualsiasi livello, in qualsiasi tipo di organizzazione. Sono sempre più numerose le persone colpite da problemi di stress sul luogo di lavoro. Le cause sono da ricercare: innovazioni apportate alla progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, precarietà del lavoro, aumento dei carichi di lavoro e dei ritmi, pressione emotiva esercitate sul lavoratore, violenza e molestie di natura psicologica, scarso equilibrio tra lavoro e vita privata. Proviamo applicare questi stessi parametri anche allo sport agonistico, allenatori inclusi.

Bamboccio bloc

Riprendo il titolo dell’articolo di Gramellini sulla Stampa di oggi, in cui si ribella all’idea che “il ragazzo che ha lanciato l’estintore per spegnere l’incendio … diventi il simbolo della generazione degli indignati”. Sono assolutamente d’accordo e voglio aggiungere che fra i tanti ragazzi che studiano o cercano lavoro, vi sono anche gli atleti, non solo i campioni che tutti conosciamo, ma quelle migliaia che ogni giorno si allenano per ore, molti dei quali non diventeranno mai dei fuoriclasse ma sono coinvolti perchè lo sport lo praticano non per guadagno o per fama ma perchè gli piace, per passione, per sentirsi bravi o per la voglia di confrontarsi con gli altri. Sono tanti e non pochi, ma nessuno mai ne parla eppure sono loro che stanno alla base dello sport italiano.

L’importanza del recupero nello sport

Per molti atleti questo è un periodo dell’anno in cui devono recuperare dalle gare (è il caso della pallavoliste che hanno appena vinto il mondiale juniores o dei nuotatori). Il riposo è una fase decisiva della vita sportiva di un giovane, tanto quanto lo è l’allenamento. Diciamo che abbiamo “staccato la mente” al ritorno da una vacanza in cui ci siamo veramente riposati o viceversa “quest’anno non ho proprio staccato.” Maggiori sono gli impegni agonistici, maggiore è la necessità di riposo. Bisogna sapersi gestire anche in questa fase dell’anno, evitare di rinunciare a riposarsi perchè si hanno solo pochi giorni e non tutto il tempo che si vorrebbe. Riposarsi, un fatto tanto banale a cui spesso si rinuncia perchè non se ne ha il tempo. E invece no! Anche questo è parte del successo.

I numeri per il successo

Semplifichiamo anche noi e diamo i numeri per avere successo:
3 – sono le chiavi del successo: impegno e dedizione, famiglia e amici, allenatori eccellenti.
4 – sono le abilità psicologiche di base: imparare dall’esperienza, rilassarsi, self-talk positivo e ripetere mentalmente.
6 – sono le fasi della carriera dell’atleta: divertirsi muovendosi, imparare a allenarsi, allenarsi ad allenarsi, imparare a competere, imparare a vincere, ritiro e passaggio di carriera.
7 – sono le abilità psicologiche avanzate: goal setting, gestione dello stress, concentrazione, gestione della gara, valutazione delle prestazioni, gestione della vita extra-sportiva, rapporto allenatore-atleta.
1.200 – sono le ore di allenamento annuali di un atleta di livello assoluto.
10.000 – sono le ore necessarie per diventare atleti esperti.