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Concentration and self-talk in football

Concentration and self-talk in football

Mirko Farina and Alberto Cei

Abstract

Concentration and self-talk are key (often under appreciated) factors underlying elite sport performance. In this chapter we define concentration and self-talk and look at some of their applications (section 1). We investigate their relation, their functions, and discuss their contribution to sport performance (sections 2). We focus on the specific role that concentration and self-talk play in football (sections 3; 4). So, we analyse how they improve players’ performance by, for instance: (i) providing a balanced level of anxiety, (ii). enhancing focus and attention, (iii).promoting decision making skill and decreasing reaction time, (iv). motivating to increase efforts, (v). improving coordination with teammates and, more generally, deterring behaviours that have negative consequences on the field. We then analyse (section 5) the peak moment of any football performance (the act of scoring a goal) and look at how to use concentration and self-talk to increase the chances of scoring a goal (or not conceding it). We conclude (section 6), by providing practitioners with a series of applied coaching strategies that can be used to build more successful coaching programs (both in team sports and in football).To do so, we first identify some crucial game factors influencing football performance (e.g. game momentum, stress, anxiety, the players’ capacity to re-focus on the present) and then look at how coaches can intervene to satisfy some of these games demands.

In: E. Konter, J. Beckmann, T.M. Loughead (eds.), Football Psychology. Oxford: Routledge.

Alcuni libri consigliati di psicologia dello sport e della prestazione

Durante il webinar organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Lazio i colleghi mi hanno chiesto cosa leggere per informarsi in relazione alla psicologia dello sport e della prestazione.

Sul momento ho consigliato queste letture.

R.S. Weinberg e D. Gould, Foundations of sport and exercise psychology, 2015, 6° edizione

Per me è il migliore libro generalista su questo tema e il primo che chi voglia avvicinarsi a questa disciplina deve leggere.

A. Higham, C. Harwood e A. Cale, Momentum in soccer, 2005, Coachwise Ltd

Introduzione alla psicologia del calcio innovativa centrata sul concetto di momentum e le abilità psicologiche richieste dal calcio.

C. Harwwod e E. Anderson, Coaching psychological skills in youth football

Libro teorico e pratico che introduce lo psicologo allo sviluppo delle abilità richieste nell’attività giovanile e che gli allenatori dovrebbero partecipare a sviluppare.

P.C. Terry et al., (a cura di), Secrets of Asian sport psychology, University of Souther Queensland

E’ un libro in cui ogni capitolo (sono più di 20) è dedicato a uno specifico sport di una nazione dell’Asia e come gli esperti di mental coaching lo affrontano con gli atleti top level di quella nazione. E’ un ebook che si può scaricare gratuitamente da:

A. Duckworth, Grit, 2017, Penguin Random House

Libro dedicato dedicato al concetto di grinta, così necessaria per eccellere e avere successo. Libro eccezionale per documentazione e chiarezza espositiva.

 

 

Auto-Efficacia in atletica

Olympic Coach, 2017, 28 (1), 4-11 

Creating Confidence: The Four Sources of Self-Efficacy

Matthew Buns, Assistant Cross Country and Track & Field Coach, Concordia University, St. Paul

“Whether you think you can or think you can’t, you’re probably right.” – Henry Ford

Raramente in atletica l’importanza della mente viene messa in discussione. Agli specialisti in psicologia dello sport viene spesso chiesto di rispondere alla domanda “come faccio a rendere i miei atleti più sicuri?”. Ci sono molti aspetti nel training e nella competizione che possono scuotere la fiducia di un atleta, dall’importanza dell’evento, a temere taluni concorrenti, alla sfida della gara. Gli allenatori spesso desiderano che i propri atleti abbiano fiducia nel loro training, ma non è sempre così semplice come sembra. Lo scopo di questo articolo è di fornire linee guida agli allenatori per insegnare la prontezza mentale e dimostrare perché può essere rilevante tanto quanto la prontezza fisica. Un allenatore non deve necessariamente essere un psicologo dello sport per realizzare come le prestazioni migliorano grazie a un diverso approccio mentale. Al fine di essere mentalmente pronti a competere gli atleti devono essere fiduciosi in se stessi e mostrare un alto livello di autostima. Inoltre, un atleta deve possedere qualcosa di più specifico: un alto livello di auto-efficacia. L’auto-efficacia di per sé, è un migliore antecedente delle prestazioni rispetto alle aspettative di risultato (goal setting). È uno degli aspetti mentali più importanti, situazione specifico, che un allenatore di atletica può instillare in loro atleti.

Corso online: Aspetti psicologici del calcio a 5

Presentazione del corso online

Aspetti Psicologici del Calcio a 5 

Emiliano Bernardi

 Il calcio a 5 è una delle discipline sportive più praticate nel nostro paese a livello amatoriale e comunemente conosciuto come “calcetto”.

Il professionismo invece si chiama Calcio a 5 e a livello internazionale è noto come “Futsal” e l’Italia insieme alla Spagna e ovviamente al Brasile è tra le nazioni più̀ competitive al mondo.

Il futsal nasce in Uruguay negli anni 30 e si è espanso velocemente in tutta l’America latina e in Europa soprattutto in Spagna e in Italia, dove il movimento del calcio a 5 negli ultimi 30 anni è cresciuto notevolmente.

Molti dei più̀ grandi campioni di calcio a 11 brasiliani hanno iniziato la loro carriera come calciatori di calcio a 5: Pelé́, Zico, Socrates, Ronaldinho e Ronaldo per nominarne solo alcuni. Anche la famosa Cantera del Barcellona (il settore giovanile) abitualmente utilizza campi e regole del futsal per allenare i suoi giovani atleti, con risultati eccellenti.

Il futsal è l’ideale per un bambino: il campo ridotto, gli spazi brevi, la velocità, rendono il gioco più̀ veloce e intenso, perfetto per la crescita tecnica e psicologica.

I principali aspetti psicologici in gioco nel calcio a 5

Al fine di effettuare un intervento professionale di qualità̀ è importante conoscere quali siano i principali aspetti psicologici che fanno parte intrinsecamente di questo sport: innanzitutto è importante sottolineare che si tratta di una disciplina “open skill” quindi con molte variabili e possibilità̀ di scelta, è un gioco a elevata intensità̀ in cui i continui scatti riducono rapidamente le energie mentali e fisiche dei giocatori, i tempi di reazione e decisionali devono essere molto rapidi e inoltre il contatto fisico può essere causa di reazioni impulsive e non controllate. Un altro importante aspetto di cui tener conto è che l’errore di un giocatore può essere fatale e determinare una rete, in uno sport in cui si gioca in spazi ristretti e con quattro giocatori di movimento, se uno di questi commette un errore può mettere gli avversari in condizione utile per tirare in porta.

Nel calcio a 5 è richiesto un continuo ed elevato livello di coesione, dato il numero limitato di giocatori si richiede un’estrema collaborazione, soprattutto nei momenti di maggiore stress agonistico, pertanto il controllo emotivo dei giocatori deve essere totale.

Lo psicologo che opera nel calcio a 5

La figura dello psicologo si sta diffondendo molto velocemente all’interno di questo sport e molti dei principali top club mondiali hanno questa figura nel proprio organigramma. La costante crescita del settore giovanile e l’espandersi capillare di scuole e accademie di calcio a 5 nel nostro paese stanno spingendo sempre più la richiesta di esperti in psicologia dello sport con esperienza in questa disciplina.

All’interno della società di calcio a 5 i principali interventi riguardano:

  1. L’allenatore ed il suo staff, attraverso l’utilizzo di strumenti psicologici come colloqui individuali e di gruppo, test e questionari come il CBAS (Coaching Behavior Assessment System, Smith, Small e Hunt, 1976) o il 5C Program (Harwood e Pain, 2004) o l’utilizzo di strumenti come la Leadership Scale for Sport (Chelladurai, Saleh, 1980).
  2.   Il mental training per gli atleti, attraverso le tecniche di attivazione e rilassamento come il training di Jacobson la pre-performance routine, la gestione delle emozioni con l’identificazione della condizione pre-gara ottimale con l’IZOF (Hanin, 1980), l’allenamento ideomotorio, l’imagery, l’allenamento dell’attenzione e la sua valutazione con il TAIS (Nideffer, 1976).
  3.  La formazione e l’aggiornamento dei dirigenti nelle aree della leadership e della comunicazione efficace.
  4. Il settore giovanile in particolare la relazione con i genitori dei giovani atleti e il ruolo dell’allenatore come educatore.
  5. Progetti sociali e di integrazione per persone con disabilità sia fisica che psicologica, in territori a rischio e progetti di collaborazione con le scuole.

Chi non conosce questo sport può pensare che sia semplicemente come il calcio a undici ma con un numero minore di giocatori in campo, in realtà molti grandi allenatori utilizzano metodi di allenamento basati sulle dimensioni del campo da Futsal quando vogliono sviluppare nei loro atleti abilità tecniche specifiche o allenare l’intensità di gioco e la coesione del proprio gruppo.

Proprio le dimensioni del campo, il tempo di gioco effettivo, il numero dei giocatori in campo rende questo sport più simile ad altre discipline come la pallamano o la pallacanestro e il tipo di allenamento quotidiano sviluppa abilità tecniche tali da farne uno degli sport più entusiasmanti e piacevoli cui assistere anche solo come semplice spettatore.

Maggiori informazioni sul corso:

http://formazionecontinuainpsicologia.it/corso/gli-aspetti-psicologici-del-calcio-5/

Buone pratiche: come selezionare uno psicologo dello sport per l’alto livello

Siamo all’inizio di un quadriennio olimpico e da psicologo dello sport mi chiedo quale possa essere il futuro della consulenza in ambito psicologico per gli atleti italiani di alto livello che aspirano a partecipare ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Da tempo è riconosciuto che la gestione dello stress agonistico per gli atleti top level passi attraverso lo sviluppo della capacità di restare concentrati sulla loro prestazione proprio nei momenti chiave delle gare e che un modo per sviluppare questa abilità sia di servirsi di un programma di preparazione psicologica personalizzato e adeguato al livello a cui competono.

“At the Workshops, sports psychologists have worked with one-on-one with athletes and coaches on mental skill development. In particular, the theme for the sports psychology component has been “focus.” When elite athletes enter the competitive arena, they are faced with a number of distractions, ranging from external to internal origins. The ability to tune out the distractions and focus on the task at hand is an instrumental part of performance, and for most athletes this ability to focus is not an inherent trait. It is a learned skill that can be taught and practiced. The Workshop format allows for exactly that.”  (Chapman, R. (2011). Sport Performance Workshops: A New Applied Science Model for USA Track & Field, Olympic Coach, 22, 5-8)

Per risolvere questa situazione la federazione di vela del Regno Unito ha bandito un concorso per assumere part-time uno psicologo senior per seguire la squadra di vela nei prossimi anni. Questo è un modo trasparente e professionale per ricercare un professionista qualificato in grado di ricoprire questo ruolo.

Questo è un esempio di buona pratica da diffondere.

Recensione libro: Soccer science

Soccer Science

Tony Strudwick (Editor)

Human Kinetics, 2016, p. 649

http://www.humankinetics.com/products/all-products/soccer-science

The book is very interesting for the reason that it provides to the reader a global and in the same specific vision of what soccer is today, played by 250 million of persons in more than 200 countries. It’s the world’s most popular sport. Goal of the book is to describe how to use the scientific principles to optimize the players’ performance and the preparation. All the chapters are relevant for soccer  but in my review I selected the chapters and the topics that could be more useful for the sport psychologists. The section 2 concerns the talent selection and the player development. In the Mujika and Castagna’s chapter, titled “Practical aspects of player selection and development”,  emerges very clearly that in soccer the relative effect age continues to be a resource to select the players, influencing the drop-out at the age of 12 years and not giving the consideration needed to the role of maturation in the player development. The authors conclude that the talent identification continues to be a critical point in soccer. The following chapter by Unnithan and Iga, titled “Development of the young soccer player”, treats the development of the young soccer players, it’s an updated presentation about the integration among growth, maturation, demands of match and the physiological components concerning the youth soccer players. From the side of sport psychologist also the contribute by Paul Ford, titled “Skill acquisition and learning through practice and other activities”, provides many useful and updated information. He reviews the perceptual-cognitive skills and the decision making processes involved in what in soccer is called “reading the game” and “affecting the game.” These two processes run in parallel and interact together. The chapter presents also the two categories of activities practiced during the training to improve these skills; the drill-type activities (focused on technique and skills) and the game-based activities (containing match-like situations). The author provides also information about the situation where the players use the fast thinking, so called intuition, compared to slow thinking, called reasoning.

In the world are produced each year 85 million balls and one chapter by Andy Garland and Henry Hanson has been published in this book: “Soccer ball dynamics.” Topics like the history of soccer ball development, material, design and construction, social responsibility, ball performances are presented. Other parts of the book regard the soccer biomechanical and physiological aspects and demands, the conditioning programs, the nutritional needs, the environmental  stressor, (altitude, temperature), soccer boots and playing surfaces.

The first chapter devoted to sport psychology is by Geir Jordet, titled “Psychology and elite soccer performance.” He identified 11 key skills showed by the players. They refer to self-determination, motivation, recovery processes and learning from mistakes. A second level of competences regards the players’ interpersonal skills and the ability to be adapted at the new contexts. A third level is composed by different conditions to cope with (adversity, pressure, success). The last emerging factors are the control game dynamics trough the anticipation processes, about what is going to happen in few seconds and the desire to innovatively provide, following the Anders Ericcson’s words, “a unique innovative contribution”. The second chapter of this part by Matt Pain, titled “Mental interventions”, is about the 5Cs mental of toughness regarding the assessment and the development of the following skills: commitment, communication, concentration, control, confidence. It’s the model used by Football Association in England to develop the youth’s psychological competences. The chapter provides case studies based on one-to-one work with players, coaching interventions and team practices to develop this mental approach. Its interest is in numerous practical situations proposed and developed to cope with these five mental skills. The third and last chapter is by Mark Nesti, titled “Performance mind-set.” The author identified four key topics as important for sport psychologists and coaches, they are: anxiety, identity, critical comments and life beyond the training ground. It must be noted that compared to the two contributes these chapter is more based around the authors’ professional experiences with several teams of the English Premier League. Nesti worked more in one-to-one situation with players and coaches than with team, for the concrete limitation to engaging in group works in professional teams. The author said that this approach was useful to meet better and in deep the needs of the players and the type of challenge they had to face. The last two parts of this book are related to the Tactics and strategies (four chapters) and Match performance and analysis (four chapters). It’s a very informative book useful for all are involved in soccer at different levels.

Book review: Foundations of Sport and Exercise Psychology – 6th Edition

Foundations of Sport and Exercise Psychology 6th Edition

with Web Study Guide

Daniel Gould and Robert Weinberg

Human Kinetics, 2015, p.649

www.humankinetics.com/FoundationsOfSportAndExercisePsychology

As the leading text in sport and exercise psychology, “Foundations of Sport and Exercise Psychology, Sixth Edition With Web Study Guide,” provides a thorough introduction to key concepts in the field. This text is for me the best manual about this topic integrating updated research data and professional tools regarding sport and exercise.

The book is organized in seven-part and key points are highlighted throughout to help readers to learn the main concepts.

Part I – Beginning your journey – Introduces the sport and exercise psychology definition, its history the differences between these two specialties, providing an international perspective of the present and future trends.

Part II – Learning about participants – is devoted to understand the personality studies and its measures, identifying the relation between cognitive strategies and success and the role of the expert in understanding personality. Others two chapters talk about the motivation and the relation between self-regulation (arousal, stress, anxiety) and performance. There is always the focus regarding how to apply these knowledges in professional practice.

Part III – Understanding sport and exercise environments – comprehends two chapters one about competition and cooperation and the other on feedback and motivation. To the PE teachers and coaches provides a lot of useful information theory based about the interpersonal relation with their pupils in the different settings (sport, physical education and exercise).

Part IV – Focusing on group processes – is another section focused to provide theoretical and practical information on  group management, leadership and interpersonal communication

Part V – Improving performance – is probably the section more useful for all the practitioners or motivated to be involved in program of mental coaching. There are five chapter on arousal regulation, imagery, self-confidence, goal setting and concentration. From my side the most important content of this part is the first devoted to explain what, why and who should conduct psychological skills training programs.

Part VI – Enhancing health and well-being – this topic has become increasingly important in the last 20 years and the authors have devoted four chapters, regarding: exercise and psychological well-being, exercise and behavior adherence, athletic injuries and psychology, addictive and unhealthy behaviors, burnout and overtraining.

Part VII – Facilitating psychological growth and development – is a section with different topics such as children and sport, aggression in sport, and character, fair play and good sporting behavior.

It also includes web study with: 21 video demonstrations of sport psychology techniques, 30 interviews with leading experts and 89 interactive activities.

Laboratorio di alta formazione in psicologia e coaching nello sport

 

Come usano la ripetizione mentale i campioni

La ripetizione mentale della propria prestazione sportiva è uno degli aspetti del mental coaching che distingue gli atleti vincenti dagli altri. E’ una storia vecchia, tanto che già nel 1984 la rivista della Scuola dello Sport pubblicò su questo tema una rassegna di Frester con ricerche risalenti agli anni ’50. Da allora sono passati 30 anni ma ciò nonostante la ripetizione mentale non è ancora diventata in Italia un elemento centrale dell’allenamento e della preparazione alla gara.

L’uscita quest’anno della sesta edizione del libro “Foundations of Sport and Exercise Psychology” di R. Weinberg e D. Gould fornisce l’opportunità di leggere alcune delle citazioni a riguardo dell’uso della ripetizione mentale, che mi auguro siano di ispirazione concreta per molti dei nostri atleti e allenatori.

Jack Nicklaus, golfer

Before every shots I go to the movies inside my head. Here is what I see. First, I see the ball where I want to finish, nice and white and sitting up high on the bright green grass. Then I see the ball going there; its path and trajectory and even its behavior on landing. The next scene shows me taking the kind of swing that will turn the previous image into reality. There home movies are a key to my concentration and to my positive approach to every shot.

Michael Phelps, swimmer

Before the Olympic trials I was doing a lot of viualization. And I think that helped me to get a feel of what it was going to be like when I got there.

Sir Alex Ferguson, former manager of Manchester United

I was always trying to add imagination to my coaching emphasizing the need for players to have a picture in their minds, to visualize how they could have a creative impact on the shifting pattern of a game.

Chris Evert, former tennis player

Before I play a match, I try carefully rehearse what is likely to happen and how I will react in certain situations. I visualize myself playing tipical points based on my opponent’s style of play. I see myself hitting crisp, deep shots from the baseline and coming to the net if a get weak return. This helps me mentally prepare for a match, and I feel like I’ve already played the match before I even walk on the court.

Higuain: come la mente fa sbagliare i rigori

All’indomani della finale di Coppa America e del rigore fotocopia calciato alto da Gonzalo Higuain, parliamo di tiri dagli undici metri con un esperto di psicologia dello sport. Alberto Cei insegna Coaching all’Università di Tor Vergata e svolge l’attività di mental coach con diversi atleti olimpici, squadre sportive o allenatori.

Un rigore rappresenta un momento particolare per un atleta, che sia definito un campione o meno?
Il rigore è il massimo momento di solitudine e di pressione per un calciatore, va detto che di solito i rigori li tirano i migliori, infatti esistono i rigoristi in ogni squadra. Parto dall’idea che è la testa che guida, non il piede o la gamba. Puoi avere la macchina migliore ma poi ci vuole il pilota, quindi occorre una preparazione psicologica e mentale per questi momenti.

De Gregori ha torto o ha ragione: è da questi particolari che si giudica un giocatore?
Un campione resta un campione anche se ha commesso un errore o più di uno. Perché nel tirare un rigore non si mette in discussione la capacità tecnica del giocatore ma la sua capacità mentale. Il percorso che si compie dal centro del campo fino al dischetto è fondamentale, come ciò che si pensa prima di tirare. Ricordo che tanti anni fa Gullit disse che se sei molto stanco l’importante è che tiri forte perché se cerchi il gesto tecnico è più facile che sbagli. Ciò che conta è essere decisi e creare mentalmente un legame tra te e dove vuoi che finisca il pallone. E’ come tirare una freccia, devo prefigurare dove voglio che finisca.
Noi perdemmo un mondiale per un rigore sbagliato di Baggio, non si può mettere in discussione un campione per questo. L’importanza la dà solo il significato che quel tiro ha in quel determinato momento.

Dopo quell’errore Baggio disse «I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli», è questo il modo giusto di reagire?
È un buon modo per rispondere a un momento di difficoltà, con un attacco. Poi magari nei mesi successivi quell’errore ti resta dentro ma è importante aver dato questa risposta che sottolinea la stima verso te stesso e l’orgoglio che hai per averlo fatto.

Higuain si è da poco reso colpevole di un errore nella finale di Coppa America e precedentemente aveva sbagliato un rigore nel Napoli contro la Lazio in un’altra partita che potremmo definire fondamentale. Due rigori fotocopia e due errori, ci può essere un legame?
Commettere due errori uguali è possibile perché talvolta noi ci fissiamo sull’errore: prima di tirare magari ti ritorna in mente che avevi sbagliato proprio in quel modo e non vuoi ripeterti. La conseguenza, invece, è che ti esce lo stesso tiro.

Cosa passa per la testa di un atleta quando si avvicina al dischetto?
Non possiamo prevedere cosa ci verrà in mente mentre tiriamo, per questo c’è bisogno di allenarci mentalmente a questi momenti. Higuain avrebbe dovuto pensare che nel momento in cui si apprestava a calciare quel rigore sbagliato sarebbe potuto tornargli in mente, e quindi avrebbe dovuto lavorare su questo. Magari lo ha fatto ma non è che sempre si riesce a metterlo in pratica nel momento giusto. Occorrono costanza e lavoro, allenandoti a cambiare quell’idea che potrebbe ritornare. Certo è un lavoro sulle possibilità ma dal momento che sbagliare un rigore può risultare fondamentale, lo devi fare.

Accade anche negli altri sport, immaginiamo.
Tutti gli atleti che praticano sport di precisione, come il golf, il tennis, lavorano su questi aspetti mentali, lo stesso Federer per mettere dentro l’82% di prime di servizio si allena tutti i giorni. Ma non sull’abilità tecnica, bensì su quella psicologica perché ti alleni mentalmente a metterla sempre dentro.

Higuain ha comunque dimostrato coraggio nel tornare sul dopo gli errori commessi in questa stagione?
Aver sbagliato e tornare sul dischetto significa sicuramente aver coraggio, ma riprendersi dipende dalla voglia di allenarsi per non ripeterlo.
Il concetto fondamentale, e anche la difficoltà per un campione, sta nel mettere insieme il coraggio con l’umiltà. Bisogna avere il coraggio di tirare un calcio di rigore ma anche l’umiltà di allenarsi per fronteggiare questi momenti, mettersi lì giorno dopo giorno senza pensare che basta essere un campione per fare sempre bene. È utile pensare “sono un campione” ma non basta, devo anche saper fare il campione quando sono in campo nei momenti giusti. L’abilità è essere pronto quando devi esserlo. Le faccio due esempi.

Prego.
LeBron James non era abile nei tiri da tre e si arrabbiava perché sbagliava tanto. Sa come hanno risolto? L’allenatore gli ha preparato un video di dieci minuti in cui gli mostrava tutte le volte in cui faceva canestro col tiro da tre. Doveva guardarlo tutti i giorni e contemporaneamente si allenava tutti i giorni sui tiri da tre. Esistono delle tecniche per migliorare, non basta la forza di volontà del giocatore. Vale anche per il rugbista Jonny Wilkinson. Ha un sistema di allenamento anche mentale per avere la più alta media realizzativa nei tiri e il suo metodo è lo stesso che usa Cristiano Ronaldo. Allenarsi, non significa che non sbaglierai mai ma che avrai più fiducia in te stesso e quindi saprai gestire la tensione emotiva in quei momenti.
(Intervista di Francesca  Leva da Il Napolista)