Il gioco libero come base per lo sviluppo dei bambini

I bambini ricercano le sensazioni forti che gli fornisce il gioco libero, in cui con i loro amici vivono situazioni che si organizzano da soli, liberi dal coinvolgimento degli adulti. Purtroppo oggi questa opportunità è quasi del tutto assente, la loro vita è totalmente organizzata e si svolge quasi sempre sotto la guida di un adulto. Quando non sono a scuola o a casa di solito praticano un’attività sportiva organizzata da adulti di una società sportiva.

Ciò determina l’incapacità d’imparare a organizzare da soli il proprio tempo, non essere liberi di comportarsi in modo spontaneo perchè qualche adulto li sta sempre osservando esercitando in qualche modo un controllo. Negli anni, questa impostazione di vita determina l’incapacità di risolvere i conflitti con i coetanei, una limitata capacità nel prendere decisioni e nel sapere affrontare qualsiasi difficoltà da soli senza l’aiuto di un adulto.

Diventati adolescenti hanno difficoltà a gestire i cambiamenti tipici di questa età, e hanno bisogno che qualcuno risolva per loro i problemi che incontrano. Come vivono oggi è l’esatto contrario di come sono cresciuti abitualmente  i giovani in passato. Si andava a scuola, si tornava a casa, il pomeriggio passava tra i compiti  e andare fuori con gli amici, all’oratorio, agli scout, in bicicletta, ai giardini a giocare e poi si ritornava a casa per cenare. Era una vita centrata sul gioco libero, essenziale per lo sviluppo e per la  salute fisica, mentale e sociale mentre ora  questa opportunità di impegnarsi in giochi liberi all’aperto viene negata.

A partire dagli anni ’90, in modo molto accelerato rispetto agli anni precedenti, è iniziato un cambiamento radicale del modo di vivere che è ancora in corso di sviluppo:

  • i genitori hanno preferito pensare che il gioco libero all’aperto fosse troppo pericoloso per i loro figli perchè avrebbero corso il rischio di essere aggrediti da persone che avrebbero abusato di loro,
  • lo sport si è definitivamente appropriato del gioco sportivo, gestito da società dedite alla specializzazione in un’unica disciplina, determinando così la limitazione e forse la scomparsa del gioco libero,
  • l’uso degli smartphone a partire dal 2012 ha permesso ai giovani di confondere la vita virtuale prodotta dai social media con la realtà vissuta, creando le basi per lo sviluppo di quella che ora si chiama la generazione ansiosa,
  • il gioco rischioso è scomparso in nome di una falsa idea di sicurezza.  Il gioco libero, emozionante e avvincente, che comporta incertezza dell’esito e una possibilità di farsi male, oggi non viene più accettato. Il rischio percepito non viene più considerato come un’opportunità per lo sviluppo dei processi decisionali e lo sviluppo personale. Oggi i genitori pensano invece che i figli in casa attaccati al cellulare siano almeno salvi da queste situazioni di pericolo, mentre non sanno che, forse, il loro figlio sta guardando un video porno sul suo smartphone oppure si sta incolpando di non avere i muscoli scolpiti come quegli altri su Instagram e lo stesso per una ragazza adolescente che non si sente bella come quelle che pubblicano sui social o che vede altri che si divertono a una festa mentre non è vero, è solo un selfie in cui tutti simulano la gioia che non provano.
Non dobbiamo di certo incolparci per come i giovani vivono oggi. Si tratta di comprendere che questo stile di vita presenta molte limitazioni e non stimola lo sviluppo personale.

 

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