Archivio mensile per gennaio, 2013

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Campioni di mentalità

Nel calcio è diventato un luogo comune affermare che abbiamo pochi campioni e che per questa ragione le nostre squadre hanno difficoltà a imporsi a livello internazionale. Gli allenatori dicono che abbiamo pochi talenti calcistici e che è questo il problema. Di solito  la definizione di talento si basa sulle abilità tecniche dei calciatori e sulla loro prestanza fisica, mentre si presta meno attenzione alle loro abilità psicologiche. Ciò determina che abbiamo probabilmente un solo giovane fuoriclasse, El Shaarawy e molti altri che sono sicuramente bravi ma che non emergono per continuità di gioco e capacità di fare la differenza in una squadra. A mio avviso si dovrebbe tenere maggiormente in considerazione lo sviluppo mentale dei calciatori e la loro abilità ad adattarsi ai differenti moduli di gioco delle squadre del nostro campionato. Se non si fa questo il rischio è di avere giocatori bravi ma che mostrano difficoltà di adattamento nel passaggio da una squadra all’altra o nel giocare contro avversari che hanno differenti moduli di gioco. Inoltre le elevate aspettative di questi giocatori e delle loro società possono rappresentare un ulteriore ostacolo al loro successo. Inutile ripetere che programmi di allenamento mentale potrebbero essere utili a loro per svolgere questa professione con successo.

 

I migliori 10 personal trainer nei film

Ten best: Karate kid

http://www.guardian.co.uk/culture/gallery/2012/dec/29/10-best-personal-trainers-film#/?picture=401618269&index=0

In Italia è impossibile fare sport e studiare

Leggi l’intervista a Antonio Campriani, cervello in fuga negli States per laurearsi in ingegneria e continuare a vivere l’esperienza di atleta di vertice mondiale. A Londra è diventato campione olimpico nel tiro a segno.

http://www.repubblica.it/sport/2013/01/11/news/intervista_campriani-50296554/

Le domande degli studenti di scienze motorie

Una domanda che gli studenti di scienze motorie mi pongono spesso riguarda l’importanza della soggettività, l’importanza cioè delle convinzioni degli atleti. Sono abituati a credere che ciò che non è misurabile con qualche strumento scientifico non sia vero. Quando parlano di fatica, ad esempio, pensano che ascoltare l’allievo non sia utile perchè oggettivamente gli esercizi che sta facendo non possono averlo stancato. Naturalmente questa impostazione mentale degli studenti risente dell’enorme ifluenzza che gli studi di medicina e fisiologia esercitano sulla loro formazione. Seguendo questo approccio all’allenamento danno, come giusto, rilevanza alla proposta tecnica della seduta ma tendono a sottovalutare l’importanza di sapere gestire la relazione con gli atleti. Per loro è sufficiente condurre un allenamento corretto in termini di carichi di lavoro o di progressione metodologica ma sono meno orientati a gestire le emozioni o fornire indicazioni specifiche su come affrontare un compito in modo concentrato.

Il doping nel baseball USA continua a essere un grande problema

La commissione che decide quali siano i giocatori che devono entrare nella Hall of Fame del baseball non ha nominato alcuni fra i più vincenti giocatori della storia di questo sport per i loro problemi documentati con il doping (Barry Bonds and Roger Clemens).

Fra questi si è trovato anche Mike Piazza, che come ricevitore quando gioca nel ruolo di battitore ha ottenuto 396 fuori campo nella sua carriera, più di ogni altro ricevitore, per il dubbio che le sue prestazioni siano state influenzate dall’uso di steroidi, nonostante che Piazza non sia mai stato coinvolto ufficialmente in questioni di doping. Ma questo voto sta a indicare un sospetto sull’origine del suo record. Alcuni giudici hanno votato a favore di Bonds e Clemens perchè ritengono che questi giocatori avrebbero ottenuto i loro record anche se non avessero fatto uso di doping, mentre ritengono che Piazza non ci sarebbe mai riuscito se non si fosse aiutato con qualcosa.

(Leggi: http://www.nytimes.com/2013/01/10/sports/baseball/mike-piazza-falls-short-in-hall-of-fame-voting.html?ref=sports)

Sul doping è stato detto tutto: che trucca le gare, fa male alla salute e presenta un modello di atleta di successo che può distruggere la vita di molti adolescenti.

Consiglio la lettura anche di un altro articolo che mostra come la Hall of Fame del baseball sia composta anche da alcolizzati, bari, drogati, razzisti, figure non certo positive nonostante i loro successi sportivi.

http://www.nytimes.com/2013/01/09/sports/baseball/baseball-hall-of-fame-has-always-made-room-for-infamy.html?src=un&feedurl=http%3A%2F%2Fjson8.nytimes.com%2Fpages%2Fsports%2Fbaseball%2Findex.jsonp

Come la Juve ha perso la volontà di vincere

Quanto è successo domenica alla Juventus, e cioè perdere una partita essendo in vantaggio di una rete, contro un avversario meno forte e che giocava in 10 è spiegabile se si prende in esame le caratteristiche che determinano la volontà di competere per vincere. Sono tre i fattori che la costituiscono:

  1. desiderio di avere successo – è la spinta a volere dare il meglio di sé come squadra
  2. probabilità di avere successo – valutazione della squadra della possibilià di vincere
  3. valore incentivo del successo – valutazione di quanto sia importante vincere
A mio avviso la squadra è stata carente sul primo e il secondo punto. I giocatori hanno pensato che sarebbe stato molto probabile vincere, soprattutto nella condizione superiorità che avevano raggiunto, 1 a 0 per loro e avversari in 10. In tal modo si è ridotta la motivazione a impegnarsi al massimo. Tradotto nelle parole di Conte, l’allenatore, vuol dire non essere presuntuosi e tornare ad avere voglia di zappare la terra.

I normali errori di Buffon

I campioni fanno pochi errori e ciò nonostante hanno spesso un impatto molto negativo sul risultato della gara. E’ questo il caso dei due errori commessi da Buffon, portiere della Juventus, che hanno determinato le due reti con cui la Sampdoria ha vinto la partita. Questi errori ci colpiscono molto di più rispetto a quelli commessi da altri giocatori meno talentuosi. Anche perchè l’errore del portiere, rispetto ad altri ruoli, con più facilità determina una rete a favore degli avversari. Mi sono piaciute le dichiarazioni di Buffon quando ha detto che lui qualche errore lo commette durante la stagione e che questo fa parte della normalità. Seconda affermazione importante è stata quella di dire che una squadra è forte se sa reagire a questi eventi negativi fornendo subito una prestazione vincente. Queste parole confermano una famosa frase secondo cui “non è importante quante volte cadi ma quanto in fretta ti rialzi”. Per i giovani atleti è importante prendere ispirazione dall’esperienza di campioni come Buffon, per capire che tutti sbagliamo ma che la differenza tra i giocatori bravi e gli altri sta nella reazione all’errore, piangersi addosso o addossare le colpe agli altri compagni non serve, anzi è dannoso.

E’ terminato il girone di andata del campionato di calcio

Sapere quale sia la mentalità migliore con cui entrare in campo è un aspetto decisivo per ogni allenatore e per la squadra.  E’ importante sapere che si deve essere fiduciosi e combattivi e questo è quanto costituisce la mentalità vincente. Ma vi è un fattore di cui si parla meno e che sostiene questo tipo di mentalità, consiste nel sapere per quale risultato si entra in campo. Partendo da queste idee voglio analizzare i risultati del girone di andata del campionato di calcio di Serie A.

Totale In casa Fuori casa
Squadre Punti G V N P F S G V N P F S G V N P F S
Juventus 44 19 14 2 3 40 13 10 7 1 2 20 7 9 7 1 1 20 6
Lazio 39 19 12 3 4 28 19 10 8 1 1 20 9 9 4 2 3 8 10
Napoli ** 37 19 12 3 4 37 18 10 7 2 1 25 11 9 5 1 3 12 7
Fiorentina 35 19 10 5 4 36 21 10 7 2 1 21 8 9 3 3 3 15 13
Inter 35 19 11 2 6 30 22 9 5 2 2 14 12 10 6 0 4 16 10
Roma 32 19 10 2 7 43 33 9 5 2 2 23 14 10 5 0 5 20 19
Milan 30 19 9 3 7 36 27 10 6 0 4 16 9 9 3 3 3 20 18
Parma 29 19 8 5 6 27 25 9 6 3 0 16 7 10 2 2 6 11 18
Udinese 27 19 6 9 4 29 26 9 4 4 1 16 11 10 2 5 3 13 15
Catania 26 19 7 5 7 26 27 10 6 2 2 17 9 9 1 3 5 9 18
Chievo 24 19 7 3 9 21 29 10 5 3 2 12 9 9 2 0 7 9 20
Atalanta ** 22 19 7 3 9 18 28 9 5 1 3 11 12 10 2 2 6 7 16
Pescara 20 19 6 2 11 17 35 10 4 1 5 10 17 9 2 1 6 7 18
Sampdoria * 20 19 6 3 10 22 28 9 3 1 5 8 10 10 3 2 5 14 18
Torino * 20 19 4 9 6 20 22 9 3 2 4 11 12 10 1 7 2 9 10
Bologna 18 19 5 3 11 21 26 9 3 3 3 14 11 10 2 0 8 7 15
Genoa 17 19 4 5 10 20 30 10 2 3 5 14 19 9 2 2 5 6 11
Cagliari 16 19 4 4 11 17 35 9 2 2 5 8 14 10 2 2 6 9 21
Palermo 15 19 3 6 10 16 29 9 3 3 3 12 12 10 0 3 7 4 17
Siena ****** 11 19 4 5 10 17 28 10 3 3 4 8 12 9 1 2 6 9 16

Le prime in classifica – Chi vuole vincere il campionato deve giocare per vincere ogni partita. Infatti è meglio vincere due partite e perderne una (6 punti)  piuttosto che vincere una partita e pareggiarne due (5 punti). Tra Lazio e Fiorentina vi sono 4 punti di distacco, pur avendo perso lo stesso numero di partite. Ma la Fiorentina ha fatto 2 pareggi in più rispetto alla Lazio. L’Inter ha gli stessi punti della Fiorentina pur avendo perso 2 partite in più, perchè ha vinto 1 partita in più e ne ha pareggiate 3 di meno. Quindi chi è in testa alla classifica mostra la sua mentalità vincente impegnandosi a vincere ogni partita, perchè pareggiare non porta alcun vantaggio. La Juventus è in testa perchè ha vinto più partite e ne ha pareggiate meno delle altre.

Le ultime in classifica – Chi non vuole invece retrocedere in Serie B deve pareggiarne circa la metà  (circa 9), perdere circa il 60% delle altre e vincere le restanti. Il migliore esempio in questo campionato è rappresentato dal Torino che ha pareggiato 9 partite, ne ha perse 6 e ne ha vinte 4. Chi ha perso più della metà delle partite è costretto, a ridurre i pareggi e compensare con un numero maggiore di vittorie. (Il Siena ha iniziato il campionato da -6). Per le ultime in classifica mentalità vincente significa pertanto ottenere il 50% di pareggi e il 20% di vittorie.

 

E’ partita la Dakar 2013

Il video dei momenti migliori del 2012:

http://www.dakar.com/dakar/2013/fr/etape-1/galerie-videos.html

Abbraccio tra Vilanova e Abidal

Un’immagine che non ha bisogno commenti: il ritorno di Tito Vilanova (allenatore del Barcellona) dopo il periodo di malattia e l’abbraccio con Eric Abidal che ha lottato e continua a lottare contro lo stesso male.