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Certificazione europea in psicologia dello sport

La FEPSAC ha stabilito la certificazione europea degli specialisti in psicologia dello sport applicata.

Premessa

La certificazione professionale è un elemento cruciale per l’istituzione, la legittimazione e la reputazione di una professione (Portenga, 2014). Il Consiglio direttivo della FEPSAC ha sviluppato delle linee guida per la certificazione degli specialisti in psicologia dello sport applicata, stabilendo un processo di certificazione per distinguere questi professionisti da altri sul mercato (ad esempio, consulente per il miglioramento delle prestazioni, trainer di abilità mentali, mental coach). L’obiettivo di tale iniziativa è quello di definire gli standard minimi che dovrebbero essere soddisfatti dagli individui al fine di qualificarsi per la pratica indipendente nel campo della psicologia dello sport applicata.

Il processo di certificazione si concentra sugli standard per i professionisti nel campo della psicologia dello sport che hanno un background di qualificazione iniziale in scienza dello sport, psicologia, o entrambi. La FEPSAC ritiene che i professionisti debbano soddisfare elevati standard di formazione e di fornitura utilizzando e completando le competenze specifiche della loro formazione iniziale.

La FEPSAC ha esaminato attentamente diversi sistemi di certificazione in tutta Europa e ha incontrato e discusso con persone e organizzazioni internazionali coinvolte nella certificazione, nello sviluppo professionale continuo, nell’istruzione e nella formazione, e negli aspetti legali della certificazione, al fine di garantire che le migliori pratiche in tutta Europa siano mantenute.

I membri che sono certificati possono usare l’acronimo SASP-FEPSAC dopo il loro nome e il loro più alto grado universitario; tale acronimo denoterà l’etichetta “specialista in psicologia dello sport applicata“, indicato in questo documento anche come specialista. Mentre SASP-FEPSAC rappresenta lo standard minimo di istruzione e formazione in psicologia dello sport applicata, non designa l’individuo come “psicologo dello sport”; piuttosto, l’individuo è certificato come specialista nel campo della psicologia dello sport applicata. Si noti che i requisiti per la fornitura di servizi psicologici sono determinati da singole commissioni statali e territoriali di licenza.

La prossima scadenza di presentazione sarà il 30 marzo 2021.

Corsi di formazione di Calcio Integrato

Insegnare lo sport richiede competenza e responsabilità professionale. In particolare, insegnare uno sport di squadra come il calcio a bambini con disabilità intellettive e relazionali comporta una formazione che va oltre quella assolutamente importante ottenuta attraverso il percorso universitario. Per queste ragioni l’ASD Accademia di Calcio Integrato promuove due Corsi di formazione gratuiti, grazie al finanziamento della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, con la collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico, la Federazione Italiana Sport Paralimpici  degli Intellettivo Relazionali e l’AS Roma.

Questi  Corsi di formazione hanno come obiettivo di formare operatori provenienti da diverse professionalità che possano lavorare in percorsi di calcio integrato rivolti a bambini (6-12 anni) con disabilità intellettive e relazionali.

La proposta formativa si basa sull’esperienza dell’AS Roma e dell’Accademia di Calcio Integrato all’interno del progetto “Calcio Insieme”: un modello d’integrazione attraverso il calcio, per bambini con disabilità intellettive e relazionali. Il Corso si suddivide in una parte teorica generale e una parte pratica. Lo strumento didattico principale è l’interazione e la partecipazione dei corsisti attraverso gruppi di lavoro ed esercitazioni pratiche in aula e in campo. L’utilizzo di situazioni d’aula interattive e di gruppo ha lo scopo di sviluppare un apprendimento partecipato, che attraverso l’esperienza pratica in campo potrà essere da subito sperimentato. Le giornate di formazione hanno come obiettivo, inoltre, di fornire le competenze necessarie per sostenere, aiutare e guidare i bambini con disabilità, ma anche per gestire correttamente eventuali problematiche. Il calcio e la palla saranno gli strumenti chiave per guidare il bambino all’apprendimento sportivo e allo sviluppo delle abilità motorie, sociali e psicologiche ad esso collegate. Il corsista al termine della formazione avrà acquisito le competenze base per allenare, gestire e valutare attività di calcio integrato per bambini con disabilità intellettive e relazionali. Il corso prevede 20 ore di lezione frontale e 4 ore di attività pratica.

MODALITÀ’ DI PARTECIPAZIONE

Ai Corsi, totalmente gratuiti grazie al contributo della Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio, possono accedere 20 iscritti per ogni corso, per un totale di 40. Possono iscriversi ai Corsi laureati in scienze motorie, psicologi e medici dello sport. I Corsi si svolgono a Roma.

DATE DI SVOLGIMENTO

Il primo Corso si svolgerà: 6 -7 maggio e 13-14 maggio.

Il secondo Corso si svolgerà: 27-28 maggio e 10 – 11 giugno.

Per informazioni e iscrizioni: 

ASD Accademia Calcio Integrato

e-mail segreteria@accademiacalciointegrato.org

Sito Web: www.accademiacalciointegrato.org   www.fisdir.it

Esiste in Italia una cultura sportiva diffusa?

Può un Paese con il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi d’Europa, nonché con una elevatissima percentuale di adulti sedentari essere considerato un Paese con una cultura sportiva diffusa, definita e condivisa?

Non sarà che è proprio il modello rappresentato dal genitore sedentario a determinare il sovrappeso del bambino?

Non sarà che è l’assenza dell’attività motoria negli asili nido e nella scuola elementare a determinare la convinzione che lo sport e il movimento sono qualcosa di periferico nello sviluppo del benessere di un giovane?

Non sarà che portare i propri figli a giocare all’aperto sia considerato come faticoso, mentre è più facile lasciarli a guardare i cartoni in TV o a giocare con la play station?

Non sarà che considerare il laureato in scienze motorie e il prof di educazione fisica come laureati e insegnanti di valore minore rispetto agli altri colleghi della scuola, non serva a continuare a svalutare il valore dello sviluppo dell’essere umano tramite il movimento?

Non sarà che considerare lo sport come un’attività del tempo libero e non come un’attività che serve anche a migliorare il rendimento scolastico porti a una sua sottovalutazione cronica da parte della scuola e dei genitori?

Non sarà che non condividere lo sport con i figli e i loro amici sia un modo per non portarli a svolgere attività all’aria aperta?

 

 

 

 

Le domande degli studenti di scienze motorie

Una domanda che gli studenti di scienze motorie mi pongono spesso riguarda l’importanza della soggettività, l’importanza cioè delle convinzioni degli atleti. Sono abituati a credere che ciò che non è misurabile con qualche strumento scientifico non sia vero. Quando parlano di fatica, ad esempio, pensano che ascoltare l’allievo non sia utile perchè oggettivamente gli esercizi che sta facendo non possono averlo stancato. Naturalmente questa impostazione mentale degli studenti risente dell’enorme ifluenzza che gli studi di medicina e fisiologia esercitano sulla loro formazione. Seguendo questo approccio all’allenamento danno, come giusto, rilevanza alla proposta tecnica della seduta ma tendono a sottovalutare l’importanza di sapere gestire la relazione con gli atleti. Per loro è sufficiente condurre un allenamento corretto in termini di carichi di lavoro o di progressione metodologica ma sono meno orientati a gestire le emozioni o fornire indicazioni specifiche su come affrontare un compito in modo concentrato.