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Nel tennis per vincere serve il killer istinct

Quante volte abbiamo visto buttare all’aria dei match point e poi perdere la partita? Troppe!

Quante volte si è visto tennisti giocare alla pari un set e poi perdere clamorosamente quello successivo magari a zero? Molte!

Quante dopo qualche servizio sbagliato si è visto tennisti perdere la testa e continuare con questa sequenza negativa fino alla fine del set? Molte!

Sono tutte situazioni in cui non è prevalso il killer instinct, il risultato è che uno imponeva il suo gioco mentre l’altro con il suo atteggiamento negativo lo subiva.

Cos’è il killer instinct:

  • E’ la volontà di fare ciò che è ragionevolmente necessario per vincere o per raggiungere il proprio obiettivo.
  • E’ la consapevolezza di quando bisogna spingere per chiudere un game, un set o la partita e lo si fa.
  • E’ la consapevolezza che quando si conduce non bisogna lasciarsi sfuggire l’occasione di continuare a farlo.
  • E’ la consapevolezza che quando l’avversario è sotto, bisogna continuare a tenerlo sotto.
  • E’ la volontà di volere riemergere con successo da una fase di gioco negativa.

Barcellona e Real Madrid misurano la loro volontà di vincere

Le due partite che il Barcellona e il Real Madrid dovranno giocare saranno una misura della loro volontà di vincere. La volontà consiste nel potere di un gruppo di scegliere e realizzare un comportamento idoneo al raggiungimento di fini determinati. Solo alla fine dei due incontri si saprà chi ha vinto ma sin da subito si può sapere chi vuole vincere. Per squadre come il Barcellone e il Real Madrid ciò che conta da subito è l’atteggiamento con cui si comincerà la partita, non dovranno mai trasmettere agli avversari la sensazione che per loro sarà facile e che hanno la finale in tasca. Ecco perchè dovranno entrare in campo con la volontà di vincere nonostante il risultato molto negativo della partita di andata. Questo è l’Everest da scalare: giocare al massimo delle proprie capacità e vincere, sapendo che sarebbe molto più facile giocare una partita mediocre sul piano dell’orgoglio e della volontà e non qualificarsi. Sono sfide quasi impossibili come lo è scalare l’Everest senza ossigeno, ma qualcuno ci riesce.

Come la Juve ha perso la volontà di vincere

Quanto è successo domenica alla Juventus, e cioè perdere una partita essendo in vantaggio di una rete, contro un avversario meno forte e che giocava in 10 è spiegabile se si prende in esame le caratteristiche che determinano la volontà di competere per vincere. Sono tre i fattori che la costituiscono:

  1. desiderio di avere successo – è la spinta a volere dare il meglio di sé come squadra
  2. probabilità di avere successo – valutazione della squadra della possibilià di vincere
  3. valore incentivo del successo – valutazione di quanto sia importante vincere
A mio avviso la squadra è stata carente sul primo e il secondo punto. I giocatori hanno pensato che sarebbe stato molto probabile vincere, soprattutto nella condizione superiorità che avevano raggiunto, 1 a 0 per loro e avversari in 10. In tal modo si è ridotta la motivazione a impegnarsi al massimo. Tradotto nelle parole di Conte, l’allenatore, vuol dire non essere presuntuosi e tornare ad avere voglia di zappare la terra.

Al Real Madrid non è bastata la volontà

Con la volontà si può tutto aveva detto Mourinho, ma questa volta non è anadata bene per il Real Madrid. Drammatizzare le partite e creare forti aspettative su come giocherà questa volta la squadra è la filosofia di questo allenatore. Ieri sera il Real Madrid sembrava attendere gli avversari nella speranza di un loro errore, ma evidentemente non tutti condividevano questo approccio, giacchè Ronaldo si lamentava vistosamente di questo atteggiamento dei suoi compagni. Quindi squadra poco unita se la sua stella principale si arrabbiava con gli altri. Insomma questa versione moderna degli Orazi e Curiazi non ha funzionato. Inoltre la volontà da sola non funziona se non si coniuga con la tenacia di volere ottenere il risultato a ogni costo.