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Vincere? Questione di mentalità

Il campionato di calcio è fatto di tante partite e il risultato di una domenica non stabilisce di certo chi lo vincerà. E’ altrettanto vero però che vi sono giornate che hanno più significato di altre e i risultati di queste partite determinano un vantaggio non solo definito in termini di punti vinti o persi ma che hanno anche un forte impatto psicologico. E’ il caso di questo turno di campionato in cui la Juventus doveva dimostrare di non essere in crisi e vincere una partita in modo convincente, mentre Il Napoli e e la Lazio, le dirette inseguitrici  a soli tre punti, dovevano dimostrare a loro volta di avere acquisito quella maturità psicologica che le consentiva di vincere per continuare a tenere elevata la pressione sulla Juventus e per dimostrare a se stesse di essere in grado di mantenere il ritmo che serve per restare in vetta. Ebbene la Juve c’è riuscita mentre le altre due hanno mancato l’obiettivo. La differenza tra dominare e pareggiare è fatta di episodi, ma ciò che conta è la consapevolezza di dovere mantenere la concentrazione e la combattività sempre a un livello elevato. Queste caratteristiche sono mancate al Napoli e alla Lazio che devono ancora crescere sotto questo punto di vista.

Pensieri di sport dopo avere letto i giornali

Pensieri in libertà dopo avere letto i giornali. Al Napoli sono stati cancellati i due punti di penalizzazione, dopo che un mese fa gli era stata data questa condanna, ora non è più vera. Cosa non si fa per rendere il campionato più interessante. De Rossi, uno dei migliori giocatori del calcio italiano, gioca poco con Zeman perchè l’allenatore non va d’accordo con lui. Come bambini che puntano i piedi “non ti faccio più mio amico”. Al contrario Sneijder, giocatore dell’Inter, non gioca da mesi, non si sa perchè; possibile che il dissidio con l’allenatore sia così profondo e che non abbianotrovato un modo per convivere. Resto sempre della mia idea che i troppi soldi inquinino i rapporti professionali. Ognuno si crede un piccolo re, che non vuole rinunciare alla sua porzione di orgoglio. Il Milan è costretto a puntare su giocatori anziani perchè sono gli unici campioni che accettano di venire a giocare.  E’ meglio l’esperienza di chi non corre più e non ha più certo fame di vittoria a quella di altri meno talentuosi ma forse più motivati? Oltre che di calcio nei quotidiani si parla solo di quegli sport dove ci sono molti soldi (tennis, golf, NBA, ciclismo, formula1 e moto) o di singoli atleti purchè famosi e ricchi. Gli altri sport esistono solo poche volte all’anno quando qualcuno vince un mondiale o compie imprese eccezionali.

Il problema del Napoli

Il problema del Napoli come mostrato nella partita persa ieri con il Bologna è quello dell’atteggiamento in campo. E’ un aspetto che a mio avviso viene poco allenato, perché si dà per scontato che il possedere le abilità per giocare bene sia sufficiente a mettere i calciatori nella condizione di saperlo fare in campo. La mia idea è diversa. Infatti la competenza nel giocare come si sa dipende dall’integrazione di due componenti, che sono le abilità possedute e l’atteggiamento (come ci si comporta in campo). In sostanza, non basta essere capaci, bisogna saperlo dimostrare in partita; migliorando l’atteggiamento il Napoli continuerà a giocare bene ma lo saprà fare anche di fronte agli avversari.

La poca determinazione del Napoli

Il problema non è che il Napoli non ha quasi mai tirato in porta o che, come è stato detto da Caressa, la partita è stata cambiata da due singoli episodi. Bisogna capire come si è giunti a questi due fatti, altrimenti si confondono gli effetti con le cause. I calciatori del Napoli si sono certamente impegnati, ma evidentemente non è bastato. Questo perché non basta impegnarsi, bisogna anche volere ottenere un risultato. Mi spiego. Impegnarsi è la premessa senza la quale ogni discorso sulla prestazione diventa nullo, ma bisogna impegnarsi con uno scopo, altrimenti si rischia di correre a vuoto. E’ questa l’impressione che mi ha dato il gioco del Napoli, tanto impegno ma poco finalizzato a un risultato. Ad esempio, bisogna affrontare con impegno un avversario e questo è il mezzo per ottenere il fine, che è di toglierli la palla. A mio avviso, parte della responsabilità è dell’allenatore del Napoli che nei giorni precedenti la partita con la Juventus ha dichiarato che è stanco e che vuole prendersi un periodo di riposo alla fine della stagione. Ma come si può, prima di una partita così importante, trasmettere determinazione con frasi di questo tipo. Frasi che dimostrano che Mazzarri subisce lo stress anziché dominarlo e che influiscono sulla convinzione della squadra. Ma perché prima di parlare non pensa se quello che dice è utile alla squadra?

Chelsea-Napoli una lotta alla pari

Napoli e Chelsea è stata una bella partita per noi spettatori. Una partita vera in cui le squadre hanno lottato talvolta anche al limite del regolamento o sfruttando la furbaggine di alcuni nel cadere a terra quando serviva (vedi Drogba). I calciatori hanno giocato palla su palla senza mai risparmiarsi o dimostrare di avere paura degli avversari. La differenza a mio avviso è consistita nella maggiore freddezza del Chelsea nelle conclusioni che hanno determinato le quattro reti. Infatti, non bisogna farsi ingannare dal numero di goal messi a segno, non è stata una goleada,  poichè le reti sono state segnate a molta distanza le une dalle altre, a dimostrazione che non vi sono stati momenti di calo fisico o mentale del Napoli tali da determinare una evidente supremazia dall’avversario.  Questa situazione non si è realizzata. Le squadre hanno giocato alla pari, il Chelsea però è stato più abile nel chiudere il risultato. Peccato per il Napoli.

 

Tecnica, psiche e tattica

Nel gioco del calcio per prima viene la tecnica, cioè bisogna sapere giocare. Poi viene la mente, determinazione e voglia di vincere. Infine per terza arriva la tattica, che dice a calciatori dotati di tecnica individuale e di una mente pronta come è meglio giocare. L’opposto non può funzionare, se domina la tattica nell’insegnamento, non è detto che i giocatori ci mettano la testa per capire (come probabilmente ha fatto Gasperini). Se ciò ha una probabilità di essere vero, stasera l’Inter giocherà un’ottima partita, perchè ha tecnica e testa e Ranieri avrà fatto un buon lavoro da allenatore-psicologo. Lo stesso vale per il Napoli, non deve farsi prendere dalla sindrome di dovere dimostrare che merita la Champions, deve solo giocare come sa fare sfruttando la tecnica e la testa: gestire le emozioni della matricola questo è il compito della squadra e del suo leader.