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Insegnare il pensiero critico e divergente

L’insegnamento del pensiero critico e creativo ai giovani di oggi è una sfida complessa, influenzata da vari fattori sociali, culturali e tecnologici. Queste difficoltà includono:

  1. Sovraccarico informativo - La generazione attuale è esposta a un flusso incessante di informazioni provenienti dalle tecnologie digitali e dai social media, la cui qualità è difficilmente verificabile,. Questa sovrabbondanza può ostacolare la capacità dei giovani di discernere e valutare criticamente le fonti di informazione.
  2. Dipendenza tecnologica - La crescente dipendenza dai dispositivi digitali e dai social media può minare la capacità di concentrazione e la disposizione mentale necessarie per il pensiero critico e creativo, a causa delle continue distrazioni e stimolazioni digitali.
  3. Cultura dell’istantaneità - La società contemporanea promuove l’aspettativa di risultati immediati e gratificazioni istantanee, scoraggiando la pazienza e la profondità di analisi richieste dal pensiero critico e dalla risoluzione dei problemi complessi.
  4. Pressione accademica - I giovani possono essere soggetti a una pressione significativa per ottenere risultati accademici eccezionali, il che può spingere a una focalizzazione sulla memorizzazione di informazioni piuttosto che sullo sviluppo di abilità di pensiero critico. Altri vivono in assenza di pressione accademica perchè convinti che basti la consultazione via web per ottenere qualsiasi conoscenza.
  5. Cambiamenti culturali - La cultura contemporanea può favorire la conformità e la uniformità delle opinioni, con una minore tolleranza per la diversità di pensiero e l’individualità. Gli influencer diventano così i principali riferimenti culturali e di gestione dei rapporti interpersonali.
  6. Paura del fallimento - La reticenza al fallimento può scoraggiare i giovani dall’assumere rischi e sperimentare nuove idee, sebbene il fallimento sia spesso una componente essenziale del processo di apprendimento e sviluppo del pensiero critico. Questo pensiero mina l’accettazione degli errori che il processo di base dell’apprendimento.
  7. Limitazioni nell’ambiente di apprendimento - Gli educatori possono affrontare sfide nell’insegnare il pensiero critico a causa di vincoli di tempo, pressioni per seguire il curriculum e risorse limitate. Possono essere a loro volta vittime di questi cambiamenti culturali.
  8. Distorsione delle informazioni - Nell’era delle notizie false e della disinformazione online, i giovani possono avere difficoltà a distinguere tra informazioni accurate e fuorvianti. Questo rende cruciale l’acquisizione di competenze per l’analisi critica delle fonti e la verifica delle informazioni.
  9. Abbondanza di svago digitale - L’accesso costante a intrattenimento digitale e giochi può competere con il tempo dedicato alla riflessione e alla lettura critica. La presenza ubiqua di dispositivi di intrattenimento può scoraggiare l’approfondimento intellettuale. Lo svago digitale promuove l’apprendimento come gioco che se non è divertente viene abbandonato.
  10. Interazione sociale online - L’uso frequente dei social media e delle piattaforme di messaggistica può favorire la comunicazione superficiale e veloce, a scapito delle conversazioni significative e della riflessione critica. Questo può limitare le opportunità di confronto di idee in modo approfondito. nello sport si guardano solo i momenti più significativi delle prestazioni. il resto è noia,

Incoraggiare il pensiero critico e creativo tra i giovani richiede uno sforzo congiunto da parte degli educatori, dei genitori e della società in generale. Questo può includere l’adottare approcci didattici che valorizzino il pensiero critico, la promozione di un uso consapevole della tecnologia e l’offerta di opportunità di apprendimento esperienziale che consentano ai giovani di applicare il pensiero critico in contesti reali.

 

 

10 ragioni per aumentare l’attività fisica nei giovani

Ricordiamoci perchè l’esercizio fisico è indispensabile per i giovani.

  1. Migliora il sistema cardiovascolare, per cui l’attività aerobica e la sua capacità di far circolare il sangue e l’ossigeno è stata utilizzata per spiegare miglioramenti nella funzione del cervello e cognizione (maggior crescita dei capillari).
  2. Aumento del network neurale a causa maggior diffusione neurotrasmettitori.
  3. Crescita nuovi neuroni in aree dell’ippocampo che favoriscono l’apprendimento e la memoria.
  4. Nei giovani maggiori sono le richieste di prestazioni scolastiche, maggiore è la necessità di pause.
  5. Giochi liberi e non strutturati riducono le interferenze cognitive, favorendo l’apprendimento. Più evidente nei bambini che negli adolescenti e adulti  (ipotesi immaturità cognitiva).
  6. Relazioni affettive e collaborazione con compagni supportano apprendimento e inibiscono comportamenti antisociali.
  7.  Sviluppo graduale delle “abilità esecutive” (inibizione delle risposte, memoria e flessibilità decisionale).
  8. La quantità di tempo in cui i bambini sono coinvolti in attività motoria  e sport è proporzionale al loro rendimento scolastico, maggiore è il tempo maggiori sono i benefici scolastici per bambini e adolescenti.
  9. Una considerazione importante per gli amministratori scolastici è l’impatto dei programmi di attività motoria sui risultati scolastici. Scuole con più minuti di attività motoria hanno livelli più elevati di rendimento scolastico.
  10. Un programma chiamato «sistema-fit» che integra attività motoria adatta all’età è l’opportunità di aiutare i bambini definibili come studenti-cinestesici e i bambini che non si adattano bene all’ambiente scolastico.

Programma scolastico di Basket-Matematica

Un nuovo studio con 756 bambini dalla prima alla quinta elementare dimostra che un programma di sei settimane di canestri e matematica:

  • ha un effetto positivo sul loro desiderio di imparare di più,
  • fornisce loro un’esperienza di maggiore autodeterminazione
  • fa crescere la fiducia nella matematica tra i giovani.

Lo studio Basketball Mathematics è stato condotto in cinque scuole elementari e primarie danesi dai ricercatori del Dipartimento di Nutrizione, Esercizio e Sport dell’Università di Copenhagen.

Negli ultimi decenni, c’è stata una notevole attenzione per esplorare diversi approcci per stimolare l’apprendimento dei bambini. In particolare, ci si è concentrati su come l’attività fisica, separata dalle attività di apprendimento, possa migliorare le prestazioni cognitive e l’apprendimento dei bambini. Al contrario, c’è stata meno attenzione rivolta al potenziale dell’integrazione dell’attività fisica nelle attività di apprendimento. Lo scopo principale di questo studio è stato di sviluppare un’attività di apprendimento che integra basket e matematica ed esaminare come potrebbe influenzare la motivazione dei bambini in matematica.

Aumento della motivazione, autodeterminazione e padronanza

756 bambini di 40 classi delle scuole di Copenaghen hanno partecipato al progetto. Circa la metà di loro – una volta alla settimana per sei settimane – ha avuto il basket matematico durante la lezione di ginnastica, mentre l’altra metà ha giocato a basket senza matematica. Durante le lezioni con la matematica del basket, i bambini dovevano eseguire calcoli associati a vari esercizi di basket.

I risultati dimostrano che la motivazione dei bambini per la matematica integrata con la pallacanestro è superiore del 16% rispetto all’apprendimento della matematica in classe. I bambini hanno anche sperimentato un aumento del 14% nell’autodeterminazione rispetto all’insegnamento in classe, mentre la matematica del basket aumenta la padronanza del 6% rispetto allo studiare la matematica in classe. Inoltre, lo studio mostra che la Basketball Mathematics può stimolare la motivazione dei bambini per la matematica per un periodo di sei settimane, mentre la motivazione del gruppo di controllo diminuisce significativamente.

“Attualmente stiamo studiando se il modello Basketball Mathematics può rafforzare il rendimento dei giovani in matematica. Una volta che avremo i risultati finali, speriamo che ispireranno gli insegnanti e i presidi delle scuole a dare priorità a più attività fisica e movimento in queste materie”.

“Alla fine, speriamo di riuscire ad avere questi strumenti integrati nel sistema scolastico e nella formazione degli insegnanti. L’obiettivo è che le scuole in futuro includano “Active English” e “Active Mathematics” nel programma settimanale come materie in cui gli istruttori di educazione fisica e di materia collaborino per integrare questo tipo di istruzione con il lavoro in classe normalmente più sedentario”.

(Source: phys.org)

Esiste in Italia una cultura sportiva diffusa?

Può un Paese con il più alto tasso di bambini in sovrappeso e obesi d’Europa, nonché con una elevatissima percentuale di adulti sedentari essere considerato un Paese con una cultura sportiva diffusa, definita e condivisa?

Non sarà che è proprio il modello rappresentato dal genitore sedentario a determinare il sovrappeso del bambino?

Non sarà che è l’assenza dell’attività motoria negli asili nido e nella scuola elementare a determinare la convinzione che lo sport e il movimento sono qualcosa di periferico nello sviluppo del benessere di un giovane?

Non sarà che portare i propri figli a giocare all’aperto sia considerato come faticoso, mentre è più facile lasciarli a guardare i cartoni in TV o a giocare con la play station?

Non sarà che considerare il laureato in scienze motorie e il prof di educazione fisica come laureati e insegnanti di valore minore rispetto agli altri colleghi della scuola, non serva a continuare a svalutare il valore dello sviluppo dell’essere umano tramite il movimento?

Non sarà che considerare lo sport come un’attività del tempo libero e non come un’attività che serve anche a migliorare il rendimento scolastico porti a una sua sottovalutazione cronica da parte della scuola e dei genitori?

Non sarà che non condividere lo sport con i figli e i loro amici sia un modo per non portarli a svolgere attività all’aria aperta?

 

 

 

 

Scuola calcio per bambini con disabilità intellettiva

Il progetto Calcio Insieme, promosso dalla Fondazione Roma Cares  in collaborazione con la ASD Accademia Calcio Integrato,  ha lo scopo di promuovere l’attività motoria e l’insegnamento del calcio nei giovani tra i 6 e i 12 anni con disabilità intellettiva al fine di migliorare da un lato la qualità della loro vita attraverso la pratica sportiva continuativa nel tempo e dall’altra di insegnare un modello di calcio a loro adeguato, ma anche per costruire una community in cui scuola, famiglia, organizzazione sportiva e staff possono sentirsi parte di un progetto comune in cui al centro vi sono
i bambini con disabilità intellettiva.  Lo scopo del progetto è di creare le condizioni per favorire l’empowerment di ognuno indipendentemente dalle sua abilità di partenza, cosi come è stato definito dal Comitato Paralimpico Internazionale.

Attualmente partecipano al programma 30 bambini, di cui 3 bambine, 10 istruttori, 4 psicologi dello sport, 1 logopedista, 1 medico dello sport, a cui si aggiungono:  direttore tecnico, responsabile dei rapporti con le scuole e le famiglie, direttore scientifico, giornalista, responsabile del progetto e amministrazione. Al termine di questo primo anno verranno pubblicati i risultati raggiunti in relazione agli aspetti motori, di apprendimento del calcio e psicosociali dei bambini.

3 cose che gli sudenti vogliono sentirsi dire

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3 cose semplici ma troppo spesso non dette.

L’inverno sta per iniziare: manteniamo i bambini piccoli attivi anche al chiuso

Gli insegnanti dei bambini temono spesso quei giorni in cui il tempo è brutto e i bambini non possono andare all’aperto a giocare. Ma i bambini devono avere tempi attivi ogni giorno per spendere energia, imparare cose nuove ed essere sani. Per fortuna, il gioco attivo può essere praticato all’interno così come all’esterno. Con un po’ di fantasia e creatività, gli insegnanti possono organizzare attività che permettono di servirsi del corpo nella sua globalità e bruciare energia, ma può essere fatto in casa. Ecco alcune idee da provare:

  • Ascoltare musica e ballare. Spostare i mobili se si ha bisogno di fare più spazio per i bambini. Cercare le loro canzoni preferite.
  • Dare ai bambini una sciarpa, nastro o alcuni striscioni di carta per muoversi a tempo di musica. Incoraggiarli a trovare tanti modi diversi per spostare la sciarpa o il nastro a loro piacere.
  • Incoraggiare i bambini a vestirsi come un personaggio preferito di un libro e a recitarne la storia.
  • Pianificare un periodo di tempo per effettuare semplici esercizi con i bambini. Gli esercizi possono essere svolti con la musica.
  • Fingere di pattinare sul ghiaccio indossando solo le calze su un pavimento liscio.
  • Fingere di essere gli animali, emettendo i loro suoni e movimenti.
  • Impostare un gioco di basket al coperto con palle di giornale gettato in un cesto della biancheria o scatola di cartone
  • Accumulare vecchie coperte e cuscini morbidi per praticare l’arrampicata indoor

Il gioco attivo è una parte essenziale della vita dei bambini piccoli. I programmi di assistenza all’infanzia efficaci dovrebbero fornire ai bambini modi di essere attivi all’interno così come avviene all’esterno. Con l’immaginazione e la creatività, si possono trovare  altre idee divertenti per sviluppare il gioco attivo.

(Alcuni suggerimenti tratti da eXtension.org)

I giovani devono imparare a imparare

Così ha scritto  Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia:

“La sfida che abbiamo di fronte non è solo dotare di più giovani energie il corpo docente ma soprattutto  come attribuire ai moltissimi insegnanti che quotidianamente si misurano con limiti e difficoltà imposti dalla tradizione, dai programmi scolastici, dai vincoli di bilancio, nuovi obiettivi: quelli cioè d’insegnare ai loro studenti come imparare a imparare, di convincerli dell’importanza di continuare a formarsi lungo tutta la loro vita, lavorativa e non, di diventare ricercatori permanenti, indipendentemente dalla loro occupazione contingente” (da Investire in Conoscenza, 2014, p. 141).

Questa è una delle principali azioni da mettere in campo per fronteggiare con successo le sfide del nuovo secolo.

Effetto Pigmalione:i danni del pregiudizio e i vantaggi della fiducia

A tanti tecnici sarà capitato di avere in squadra quel bambino un po’ più lento degli altri, magari meno agile e meno coordinato. Come viene trattato dall’allenatore e dai compagni? Gli vengono date le stesse possibilità e viene messo nelle stesse condizioni di tutti gli altri?

In psicologia sono stati effettuati degli studi su ciò che viene definito “Effetto Pigmalione” derivante dagli studi sulla profezia auto-avverante. L’assunto di base di questi studi è facilmente applicabile all’ambito dell’apprendimento sportivo: “ se il  tecnico crede  che un bambino sia meno dotato lo tratterà, anche inconsapevolmente, in modo diverso dagli altri; il bambino interiorizzerà il giudizio e si comporterà di conseguenza; si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come il suo allenatore lo aveva immaginato”. In termini pratici possiamo dire che spesso la mancanza di fiducia nelle possibilità di apprendimento del bambino blocca l’apprendimento stesso e spinge il bambino ad accontentare il suo allenatore diventando  proprio ciò che lui si aspetta, avverando la profezia.

Possiamo ben immaginare il tipo di conseguenza che questo processo mentale può avere sul bambino e sulle sue abilità.

Lo sviluppo motorio , ma anche psicologico del bambino è in continua evoluzione e ad un momento di stasi possono seguirne altri di rapido cambiamento. L’Effetto Pigmalione quando è legato ad un giudizio negativo incatena i progressi del bambino al giudizio del suo insegnante. Questo comportamento va attribuito al fatto che il bambino mette in atto il comportamento suscitato dalle aspettative: l’aspettativa di scarso profitto da parte del tecnico agisce come una predizione che si auto-realizza.

Se si accetta il concetto che un tecnico si faccia  un’idea ben precisa dei suoi atleti, plasmandoli in base a questo pre-giudizio, è facile comprendere l’importanza di profezie ed aspettative di segno positivo sulla riuscita dei bambini all’interno del loro processo di apprendimento sportivo. Gli allenatori che hanno aspettative positive nei confronti dei loro studenti riescono, di contro, a creare un clima socio-emotivo più caldo intorno a loro, forniscono maggiori feedback circa la qualità delle loro prestazioni, sembrano fornire più informazioni e aspettarsi maggiori risultati, oltre al concedere più opportunità di domande e risposte. Secondo le osservazioni di Rosenthal, gli insegnanti che sono convinti di avere di fronte un buon allievo gli sorridono con maggiore frequenza, compiono movimenti di approvazione con la testa, si chinano su di lui e lo guardano più a lungo negli occhi, esprimendosi anche con un linguaggio del corpo positivo. Sono più portati a lodare e a correggere gli errori senza assumere un atteggiamento critico.  “In sostanza, un docente che crede di avere a che fare con studenti dotati insegna di più e meglio”. (Rosenthal, 1976).

Capire  l’Effetto Pigmalione  nei suoi aspetti negativi e positivi  permette di comprendere  quanto importante sia l’effetto dinamico della fiducia nello sviluppo completo delle potenzialità del bambino.

La fiducia è una parte importantissima nella nostra vita, è un mezzo con cui possiamo arricchire la nostra vita e quella altrui. La mancanza di fiducia, al contrario, produce frustrazione e paralisi.

La fiducia è in grado di aprire ad un mondo di infinite possibilità.

(di Daniela Sepio)

Recensione libro: Attività motoria-cognitiva nella scuola primaria

Attività Motoria-Cognitiva nella Scuola Primaria

Carmelo Pittera

2014, p. 127

Euro Centro Studi “Gabbiano d’Argento”

Ho conosciuto Carmelo Pittera più di 30 anni fa, ero molto giovane mentre lui aveva già raggiunto come allenatore della nazionale di pallavolo il 2° posto ai mondiali. Negli anni seguenti siamo diventati esperti nella comprensione del movimento dei bambini, lavorando sui suoi insight. Carmelo ha continuato a lavorare in questa direzione e ora ha pubblicato un nuovo programma chiamato SELL. In questi anni lo ha applicato in Nord Iralia (Gorizia), in Slovenia e in Argentina. Lo considero un approccio nuovo basato su un solido background teorico, è innovativo e ogni insegnante lo può facilmente introdurre in classe. Ritornerò in futuro su questo progetto che volevo iniziare a condividere con voi e della cui innovatività e validità ne sono convinto.

Ciò che segue è l’introduzione di Carmelo Pittera a questo progetto.

Il mio interesse nei riguardi del Minivolley inizia sul finire degli anni settanta, quando conobbi colui che possiamo definire come l’inventore del Minivolley, il professore Horst Baacke, che aveva introdotto nella Germania dell’Est una prima forma di pallavolo per gruppi di bambini dai dieci a dodici anni.

Dal punto di vista culturale e didattico, ero scettico circa i vari aspetti della specializzazione precoce nei giochi sportivi, principalmente a causa della definizione proprio di Minisport. Ero tuttavia convinto che nei bambini da otto a dieci anni l’educazione motoria deve essere considerata un’attività al servizio dello sviluppo integrale del bambino. È realmente importante che i percorsi educativo – motori lo aiutino nella sulla crescita globale.

Così vide la luce la prima bozza del “Sillabario Motorio”, che rappresentò, personalmente, il punto di partenza del sistema SELL (Segnalazione, Esecuzione, Lettura, Lateralizzazione) e anche la mia prima produzione e applicazione dello studio personale menzionato precedentemente. Al sillabario motorio fece seguito la pubblicazione di “L’alfabeto del movimento”, che raccolse i risultati ottenuti nella ricerca sulla “fase espressivo – analogica” dell’educazione motoria. Pubblicato in quattro volumi, la parte pedagogica fu scritta da esperti in educazione primaria e psicologi.
Il SELL è un sistema educativo che ha come obiettivo l’insegnamento, la strutturazione e l’implementazione di “circuiti” neurali che interessano, partendo dall’area motoria, gli aspetti cognitivi. Sviluppa nei bambini, non solo la possibilità di interagire con altri (socializzazione), ma anche la possibilità di fare in modo migliore le cose con gli altri (cooperazione). Si può definire come:

  • Attività intuitiva, indotta dall’ Osservatore (o il Segnalatore), attraverso quattro mediatori: attività (esperienza diretta), iconici (disegni), analogici (drammatizzazione) e simbolici (colori e numeri, fra gli altri per rappresentare le variabili e le loro relazioni);
  • Un percorso attraverso il quale l’Osservatore costruisce contesti di apprendimento nei quali il bambino è portato a porsi domande piuttosto che aspettare risposte predefinite.
  • Un linguaggio uniforme, uguale per tutti, che non richiede parole specifiche, facilmente accessibile in quanto adattato al potenziale motorio e cognitivo del bambino.

S.E.L.L. (Segnale, Lettura, Esecuzione, Lateralizzazione) si struttura in quattro parti:

  • Il Sistema Analogico Espressivo è un percorso teorico – pratico per l’attivazione dei circuiti di apprendimento motorio e cognitivo a partire dai 4 anni. E’ strutturato in vari percorsi didattici utilizzando le possibilità ambientali o corpo libero combinato con la parete e il suolo; o giochi di costruzione di figure e simboli con la bacchetta combinandoli con il proprio corpo e quello dei compagni; o analogie con il mondo animale e naturale combinate con colori e a corpo libero; o giochi con materiale didattico semplice (palloncini, carte, etc.).
  • Il Sistema Analogico Simbolico ottico e acustico per il miglioramento degli schemi motori di base dagli 8 ai 12 anni: correre, saltare, lanciare, afferrare. Le azioni sono relazionate alla lateralizzazione e al rendimento oculo – manuale e oculo – podalico, all’equilibrio, ai sistemi di accelerazione e decelerazione sia del centro di gravità così come dei distinti segmenti corporei. Tutto questo si raggiunge attraverso simboli, elementi semplici e con gruppi specifici creati in modo speciale dal sistema SELL.
  • Il Sistema di Lateralizzazione, con e senza gruppo. Questo sistema è stato creato per facilitare lo sviluppo armonioso nella crescita motoria del bambino e nelle prestazioni relative ai “gradi di libertà”, con un’attenzione particolare ai problemi della parte non dominante del corpo.
  • Il Sistema di appoggio nello sviluppo dell’Analogico Espressivo, dell’Analogico Simbolico ottico e acustico, con materiali di carta e apparecchiature informatiche per facilitare l’apprendimento in aula e a casa.

I materiali sono costituiti da:

  • Il semaforo e il gioco del burattino;
  • Gli occhi direzionali, ipotetici o realmente rappresentati sulla maglietta oppure sulla punta delle scarpe;
  • La visualizzazione mentale: occhio della mente;
  •  L’attività oculo – manuali/podaliche sviluppate mediante l’uso di elementi convenzionali (palle, elastici, etc.) oppure non convenzionali (giornali, bottiglie vuote e altro).

Il gioco del semaforo e dei burattini, gli occhi direzionali e la visualizzazione mentale devono essere conosciuti e interiorizzati dai bambini prima di iniziare le unità didattiche dell’Espressivo Analogico e dell’Analogico Simbolico Ottico ed Acustico SELL.

Semaforo e il “gioco del burattino”
Durante le nostre lezioni pratiche, notiamo che l’imitazione dei bambini è spesso inesatta. Con i ricercatori del Sistema SELL si è cercato di risolvere questo problema cercando soluzioni adatte alle caratteristiche dei bambini.
Dopo vari tentativi siamo arrivati al “Gioco del semaforo”. La scelta di questo simbolo è stata adottata dopo aver avuto la prova della conoscenza universale dell’oggetto da parte dei bambini. Abbiamo individuato il simbolo del semaforo insieme all’immagine dell’ “Uomo di Vitruvio” di Leonardo da Vinci, modificato dal punto di vista cromatico con il fine di relazionare le diverse parti del corpo umano con i colori di questo simbolo.
La simbologia utilizzata, oltre ad aumentare il focus attentivo, ha un’influenza considerevole nello sviluppo dell’immaginazione e, di conseguenza, nella creatività delle forme. Permette ai bambini di migliorare la conoscenza della struttura del proprio corpo e all’insegnante, insieme ai bambini, di sviluppare nuove forme di gioco migliorando la stabilizzazione dei contenuti dell’insegnamento.