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I big del Tour de France finiti nel doping

 

 

Dal doping della disperazione a quello scientifico

Le brutte notizie non vengono mai da sole, per cui in pochi giorni siamo passati dalla condanna del doping della disperazione, Schwazer a quella dell’inganno condotto in maniera scientifica, Amstrong. Il doping è un inganno per cui si fa sembrare vero (un risultato) che invece è falso, perché determinato dall’uso di sostanze artificiali. L’essere umano ha da sempre ingannato e, quindi, anche la forma che chiamiamo doping ci sarà sempre. La questione consiste nel chiedersi cosa fare, oltre l’inasprimento delle pene, per creare una cultura basata realmente sull’agonismo e non su una finzione. La domanda è: “Come si fa a recuperare quella forza che il doping fornisce attraverso il normale allenamento del fisico e della mente?” Se non c’impegniamo a lavorare in questa direzione avremo per sempre il dubbio su ogni vittoria. Bisogna imparare a padroneggiare il desiderio di vincere attraverso allenamenti senza trucchi.

L’idea diPetrucci

Petrucci, presidente del Coni, ha detto che si augura che Schwarzer possa diventare testimonial della lotta contro il doping. Personalmente aggiungerei, magari fra 10 anni dopo che ha passato questo tempo a fare il volontario in un campo di lebbrosi.

Quando la normalità diventa follia

Schwarz è la normalità che diventa follia. Cresciuto alla scuola Damilano, con una fidanzata campionessa e originario di una zona d’Italia in cui lo sport è un valore positivo. Ha avuto tutto per continuare a essere il migliore, non solo per i risultati ma per la cultura che il suo lavoro esprimeva. E’ invece è successo l’impensabile. Impensabile solo per chi pensa che si resti sempre uguali e che non si possa cambiare idea. Invece è successo, il ragazzo nonostante i successi non aveva una personalità stabile e equilibrata, anzi sentiva un bisogno di ripetersi e non credeva di riuscirci. Allora la scelta più facile è stata quella di ricorrere al doping e ai medici truffatori. Qual è l’insegnamento di questa storia: non bisogna mai lasciare questi atleti da soli, non basta un allenatore o un manager bisogna servirsi di esperti psicologi che capiscono la loro mente e cosa sarebbero disposti a fare per vincere. Due anni fa feci una conferenza agli atleti del corpo dello stato a cui questo atleta apparteneva, ovviamente il generale disse che non era necessario il mio lavoro. Complimenti.

Follia Schwazer

Una cosa che va male può anche peggiorare. E’ il caso dell’atletica italiana dopo l’esclusione di Schwazer trovato positivo all’EPO. Il ragazzo non ha ancora capito che non ha rovinato solo la sua carriera ma tutta la sua vita.

L’arte per la cultura sportiva

Domani, 27 luglio, presso la Galleria Dray Walk (la Old Truman Brewery), nel cuore di Londra, FABRICA presenta “Doping Thrower”, un’installazione d’arte per promuovere la cultura sportiva, ideata ed eseguita dall’artista cubano Erik Ravelo.

Presentazione del libro “I Signori dei Tranelli”

I Signori dei Tranelli

La corsa dei purosangue

Max Monteforte è riuscito a realizzare un sogno. Da sempre grande appassionato di cinema e professionista dello sport, porta i grandi campioni a correre la Maratona di Roma, per la quale è l’Elite Runners Cooordinator. Ha realizzato un film  intitolato “Purosangue”. E’ una storia in cui lo sport, la fatica, il doping e la lealtà s’incrociano e si rincorrono. La storia parla di un professionista dell’atletica, interpretato dall’attore Gianluca Scuotto  alla sua ultima occasione, con il doping nel sangue e Chelimo, un postino keniano, alla sua prima occasione, con la corsa nel sangue, interpretato dall’atleta Festus Langat. Molto diversi tra loro, condividono però la stessa passione e lo stesso manager che è disposto a tutto per far vincere i cavalli di razza della sua scuderia. Il film si chiude con una scena corale e positiva, quasi d’altri tempi, un momento di gioia e riscatto del nostro mondo. ”La strada dei Campioni” è l’altra parte del sogno. Nel Country Resort Sant’Antonio a Montepulciano in 80 ettari immersi nella natura sta nascendo un tracciato di 5km e una pista di 400m, tutta in erba. Un luogo dove con fatica, rispetto della natura e del proprio fisico sarà possibile sognare di diventare un campione da sangue vero. Nascerà la squadra Purosangue e le basi per il training camp, una piccola università della corsa, che presto sarà realizzata in Kenia a oltre 2000m di altitudine, dove tanti giovani correranno e avranno la possibilità di studiare. Complimenti!

Le strade diverse dello sport

Strade diverse per lo sport. Il basket si ribella al razzismo contro la cestita Abiola e domenica tutti in campo con la faccia nera, perchè come scrive Emanuela Audisio siamo tutte scimmie negre e aggiungerei con la stragrande maggioranza dei geni in comune. Il ciclismo, nonostante le critiche di Petrucci, continua la sua corsa verso il baratro. Ora anche esperti come UmbertoVeronesi e l’avvocato Alessi sono a favore di un ripensamento della legge sul doping. Il primo ha affermato di essere a favore della liberalizzazione dell’uso dell’epo, mentre il secondo ha detto che la salute è un diritto e non un dovere e che “non è possibile che drogarsi non sia considerato reato mentre doparsi sì”. In molti hanno già risposto a queste affermazioni, resta sconcertante che se anche illustri medici e avvocati iniziano a accettare queste pratiche la cultura dello sport e la salute degli atleti diventano sempre più degli optional.

Genitori e doping

Tre notizie. La prima buona. L’Atletico, la terza società romana di calcio, ha eseguito test antidoping sui suoi ragazzi di 16 anni. La seconda cattiva: tre sono stati trovati positivi e sono stati sospesi. La terza,  è peggiore di quella precedente. Gianni Rivera, presidente del settore giovanile e scolastico della FIGC, afferma: “Molti genitori purtroppo pensano che usare una sostanza vietata possa migliorare la prestazione sportiva, sperando così che il proprio figlio possa emergere meglio e più rapidamente, in prospettiva di un veloce guadagno. Non si rendono conto che magari il danno non arriva subito, ma potrebbe essere ancora maggiore in futuro. Per questo è importante la prevenzione…” http://www.repubblica.it/sport/calcio/2011/01/28/news/doping_giovani-11758485/?ref=HREC1-10

La ricerca del successo a ogni costo spinge i genitori a pensare di avere in mano degli assegni con molti zeri da intascare piuttosto che dei figli da educare. Il degrado si allarga da Contador ai giovani. Lo sappiamo non è certamente una novità ma quello che facciamo come adulti è sempre troppo poco. Ma se anzichè continuare a dire le solite sciocchezze sulla pigrizia dei giovani, si finanziassero programmi per educare i genitori a assumersi delle responsabilità educative? Perchè è la carenza di autorevolezza degli adulti che spinge a percorrere queste o altre scorciatoie che sono sulle prime pagine dei giornali ogni giorno.