Schwarz è la normalità che diventa follia. Cresciuto alla scuola Damilano, con una fidanzata campionessa e originario di una zona d’Italia in cui lo sport è un valore positivo. Ha avuto tutto per continuare a essere il migliore, non solo per i risultati ma per la cultura che il suo lavoro esprimeva. E’ invece è successo l’impensabile. Impensabile solo per chi pensa che si resti sempre uguali e che non si possa cambiare idea. Invece è successo, il ragazzo nonostante i successi non aveva una personalità stabile e equilibrata, anzi sentiva un bisogno di ripetersi e non credeva di riuscirci. Allora la scelta più facile è stata quella di ricorrere al doping e ai medici truffatori. Qual è l’insegnamento di questa storia: non bisogna mai lasciare questi atleti da soli, non basta un allenatore o un manager bisogna servirsi di esperti psicologi che capiscono la loro mente e cosa sarebbero disposti a fare per vincere. Due anni fa feci una conferenza agli atleti del corpo dello stato a cui questo atleta apparteneva, ovviamente il generale disse che non era necessario il mio lavoro. Complimenti.
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