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Il doping domina nelle notizie di sport

Il doping domina sui media perchè è troppo diffuso nello sport. Solo negli ultimi giorni le notizie più clamorose:

  • condanna di 3,6 anni al marciatore Schwazer,
  • richiesta di pagamento di una multa di 150 milioni di dollari da parte del Ministero della Giustizia americano a Amstrong
  • lo sprinter olimpionico americano Crawford è stato sospeso per due anni dalle corse
  • 15 cavalli dello sceicco Maktoum sono stati trovati positivi al doping e il loro allenatore, Al Zarooni, è stato squalificato per 8 anni
  • lo Spelman College ha abbandonato lo sport agonistico anche a causa della diffusione del doping e della corruzione

Dal doping della disperazione a quello scientifico

Le brutte notizie non vengono mai da sole, per cui in pochi giorni siamo passati dalla condanna del doping della disperazione, Schwazer a quella dell’inganno condotto in maniera scientifica, Amstrong. Il doping è un inganno per cui si fa sembrare vero (un risultato) che invece è falso, perché determinato dall’uso di sostanze artificiali. L’essere umano ha da sempre ingannato e, quindi, anche la forma che chiamiamo doping ci sarà sempre. La questione consiste nel chiedersi cosa fare, oltre l’inasprimento delle pene, per creare una cultura basata realmente sull’agonismo e non su una finzione. La domanda è: “Come si fa a recuperare quella forza che il doping fornisce attraverso il normale allenamento del fisico e della mente?” Se non c’impegniamo a lavorare in questa direzione avremo per sempre il dubbio su ogni vittoria. Bisogna imparare a padroneggiare il desiderio di vincere attraverso allenamenti senza trucchi.

L’idea diPetrucci

Petrucci, presidente del Coni, ha detto che si augura che Schwarzer possa diventare testimonial della lotta contro il doping. Personalmente aggiungerei, magari fra 10 anni dopo che ha passato questo tempo a fare il volontario in un campo di lebbrosi.

Quando la normalità diventa follia

Schwarz è la normalità che diventa follia. Cresciuto alla scuola Damilano, con una fidanzata campionessa e originario di una zona d’Italia in cui lo sport è un valore positivo. Ha avuto tutto per continuare a essere il migliore, non solo per i risultati ma per la cultura che il suo lavoro esprimeva. E’ invece è successo l’impensabile. Impensabile solo per chi pensa che si resti sempre uguali e che non si possa cambiare idea. Invece è successo, il ragazzo nonostante i successi non aveva una personalità stabile e equilibrata, anzi sentiva un bisogno di ripetersi e non credeva di riuscirci. Allora la scelta più facile è stata quella di ricorrere al doping e ai medici truffatori. Qual è l’insegnamento di questa storia: non bisogna mai lasciare questi atleti da soli, non basta un allenatore o un manager bisogna servirsi di esperti psicologi che capiscono la loro mente e cosa sarebbero disposti a fare per vincere. Due anni fa feci una conferenza agli atleti del corpo dello stato a cui questo atleta apparteneva, ovviamente il generale disse che non era necessario il mio lavoro. Complimenti.

Follia Schwazer

Una cosa che va male può anche peggiorare. E’ il caso dell’atletica italiana dopo l’esclusione di Schwazer trovato positivo all’EPO. Il ragazzo non ha ancora capito che non ha rovinato solo la sua carriera ma tutta la sua vita.