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Continua il declino dello sport per tutti

10 anni fa ho scritto questo blog e direi che le previsioni negative che facevo si sono avverate.

Non è un tema di attualità perchè è un fatto costante della nostra vita quotidiana. Si tratta dello sport per tutti. Quello che è stato chiamato: lo sport a misura di ciascuno. Gli anni 80 e 90 sono stati quelli dell’incremento degli sportivi attivi e le grandi associazioni di sport hanno raggiunto milioni di aderenti. Fu un successo incredibile e una grande esperienza sociale e di ricerca del benessere da parte degli italiani che erano sempre stati una popolazione di sedentari. Oggi però questa spinta si è ormai persa, il numero massimo di praticanti si ha nella scuola media e poi decresce costantemente: a 20 anni fanno sport, anche in modo irregolare, il 40% delle ragazze e il 60% dei ragazzi; a 30 anni il 30% circa delle donne e il 50% degli uomini, che a 50 anni si riducono al 20% e 30%.

Allora che fare?

Non basta evidentemente organizzare nelle nostre città migliaia di gare podistiche ogni domenica, perchè questo non aumenta la pratica fisica. Se non vogliamo trovarci tra pochi anni con una percentuale di obesi e di problemi sanitari crescenti è necessario che chi si occupa dello sport per tutti esca dai canoni tradizionali che sono stati così efficaci più di venti anni fa. Ci vogliono nuove idee, nuove forme di collaborazione tra le organizzazioni sportive per evitare di finire a condurre una vita divisa tra casa, mezzi di trasporto, scuola o lavoro, mezzi di trasporto e casa. Bisogna uscire dalla fase di denuncia e passare a quella delle scelte.

Italiani sempre più grassi e sedentari

La piaga della sedentarietà continua a perseguitarci siamo già da sempre fra gli europei meno attivi in termini sportivi e soprattutto in 17 anni la percentuale dei praticanti è aumentata solo del 5,7% mentre i sedentari sono diminuiti del 2%.

Non c’è alcuna speranza concreta che nei prossimi 10 anni s’inverta questa tendenza in modo positivo, in assenza di qualsiasi tipo di politica governativa.

L’anno che è appena iniziato non sarà di certo l’anno dello sport, quello che spingerà a intraprendere una qualsiasi attività motoria in modo continuativo.

L’unico dato che aumenta in Italia è la prevalenza di persone in sovrappeso e con obesità cresce al crescere dell’età, tanto che se l’eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, la quota quasi raddoppia tra gli adulti, raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone di 18 anni e oltre. La prevalenza maggiore si riscontra in entrambi i generi nella classe 65-74 anni (61,1 per cento) e, mentre la maggioranza degli uomini presenta un eccesso ponderale già a partire dai 45 anni, per le donne ciò si verifica dopo i 65 anni.

Negli ultimi 30 anni, inoltre, è stato registrato un aumento di incidenza dell’eccesso di peso pari al 30 per cento ed emerge prepotentemente il ruolo del territorio di origine.

10 ragioni per essere sedentari

In Italia vi sono 25 milioni di sedentari!

10 ragioni per non fare sport

  1. E’ più divertente stare sui social o fare un videogame
  2. L’ho fatto per un po’ di tempo, poi era troppo faticoso
  3. Ho perso peso e misure di vestito e ho dovuto spendere per rinnovare il guardaroba
  4. E’ una moda, sto bene così!
  5. Sono così stanco del lavoro, che ho solo voglia di riposarmi
  6. Sono troppo grasso e mi vergogno
  7. Non ho più l’età
  8. Incontravo persone che parlavano solo di esercizi fisici e di abbigliamento sportivo
  9. Se lo fai per un po’ di tempo non serve a niente e non sono una persona costante.
  10. Il mio partner non è sportivo e così preferisco stare con lui

Siamo ancora un paese di sedentari

Lo sport per tutti in Italia è considerato come l’ora d’aria per i carcerati, per scaricare un po’ delle frustrazioni che ci affliggono. Per cui a scuola non si va oltre le due ore settimanali e l’insegnante di educazione fisica è il meno considerato nei consigli di classe. Per fortuna ci sono i genitori che sono disposti a pagare affinché i loro figli pratichino sport presso una società sportiva. Non parliamo poi degli adulti verso i quali non è mai stata fatta alcuna politica per avvicinarli a un approccio attivo all’attività fisica. E’ uno discorso ormai vecchio e ripetitivo che è ritornato alla ribalta al convegno organizzato dal Coni e Istat sul tema “Lo Sport in Italia – Numeri e Contesto 2014”. E’ emerso che i sedentari sono oltre 24 milioni, pari a quasi il 42% della italiani. Percentuale che è un Everest al Sud, 56,2%,  mentre al Nord scende al 31,7% e al Centro al 41%.  Per capire la drammaticità di questi dati, basta ricordare che in Europa i paesi con maggiori praticanti sono, secondo l’indagine Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica  quelli del Nord-Europa: la Svezia dove il 70% delle persone dichiara di fare ginnastica o sport almeno una volta a settimana, superando di poco la Danimarca (68%) e la Finlandia (66%) seguita dai Paesi Bassi (58%) e dal Lussemburgo (54%).

Più di un quarto dei cittadini europei non fa assolutamente alcun tipo di esercizio fisico al di fuori dall’orario di lavoro. In Italia questo dato sale al 43%. Lo rivelano le ultime statistiche Eurostat. Secondo questo dataset il 28% degli europei nel 2017 non ha fatto alcun tipo di moto nel tempo libero.

Ranked bar chart of share of population who exercise outside work, 2017

All’estremità negativa della graduatoria, ci sono il Belgio, la Bulgaria, la Croazia, Cipro, Malta, il Portogallo l’Ungheria e l’Italia. Anche se lo sport, inteso come stile di vita fisicamente attivo, non è parte dell’agenda politica si deve però passare dalla semplice denuncia a proposte concrete. Ne evidenzio qualcuna fra quelle formulate negli USA da 50 associazioni scientifiche, accademiche e professionali:

  • Programmi di educazione pubblica per assicurare che vengano compresi i benefici di stile di vita salutari e come utilizzare le opzioni che gli vengono proposte.
  • Educazione professionale, in modo che i professionisti della salute considerino l’attività fisica come un segno vitale alla stregua dei livelli pressione del sangue e del colesterolo, così da essere monitorati e tracciati con regolarità.
  • Electronic Medical Records che includano i campi dell’attività fisica così da potere facilmente iniziare a registrare l’esercizio fisico come segno vitale.
  • Curricula della scuola medica che forniscano a tutti i medici un’adeguata conoscenza di come parlare con i pazienti in relazione a uno stile di vita salutare.
  • Incremento delle opportunità offerte alla popolazione di praticare esercizi e attività fisica, con particolare riguardo alle disuguaglianze e altre barriere.

I rischi mortali della vita sedentaria

Miglioriamo la nostra consapevolezza sui rischi che si corrono una vita sedentaria.

Strong evidence shows that physical inactivity increases the risk of many adverse health conditions, including the world’s major non-communicable diseases (NCDs) of coronary heart disease (CHD), type 2 diabetes, and breast and colon cancers, and shortens life expectancy. Because much of the world’s population is inactive, this presents a major public health problem.

Worldwide, we estimate that physical inactivity is responsible for between 6% and 10% of the major NCDs of CHD, type 2 diabetes, and breast and colon cancers. And, this unhealthy behaviour is responsible for 9% of premature mortality, or >5.3 of the 57 million deaths in 2008. By eliminating physical inactivity, life expectancy of the world’s population may be expected to increase by 0.68 years. This makes inactivity comparable to the established risk factors of smoking and obesity, discussed below. It is important to interpret the added years of life correctly: they appear modest because they represent gains in the whole population (comprising inactive and active persons), not among inactive persons who become active. Because all the gain accrues to those who move from inactive to active, the increase in life expectancy among the inactive alone is greater. For perspective, other research conducted in the United States estimated that inactive persons would gain 1.3–3.7 added years from age 50 by becoming active. And, among East Asians, life expectancy from age 30 among the active was 2.6–4.2 years greater, compared with inactive persons.”

  • Noncommunicable diseases (NCDs) kill 41 million people each year, equivalent to 71% of all deaths globally.
  • Each year, 15 million people die from a NCD between the ages of 30 and 69 years; over 85% of these “premature” deaths occur in low- and middle-income countries.
  • Cardiovascular diseases account for most NCD deaths, or 17.9 million people annually, followed by cancers (9.0 million), respiratory diseases (3.9million), and diabetes (1.6 million).
  • These 4 groups of diseases account for over 80% of all premature NCD deaths.
  • Tobacco use, physical inactivity, the harmful use of alcohol and unhealthy diets all increase the risk of dying from a NCD.
  • Detection, screening and treatment of NCDs, as well as palliative care, are key components of the response to NCDs.

Modifiable behavioural risk factors

Modifiable behaviours, such as tobacco use, physical inactivity, unhealthy diet and the harmful use of alcohol, all increase the risk of NCDs.

  • Tobacco accounts for over 7.2 million deaths every year (including from the effects of exposure to second-hand smoke), and is projected to increase markedly over the coming years.
  • 4.1 million annual deaths have been attributed to excess salt/sodium intake.
  • More than half of the 3.3 million annual deaths attributable to alcohol use are from NCDs, including cancer.
  • 1.6 million deaths annually can be attributed to insufficient physical activity.”

 

Stiamo meno seduti!

Lo sport per tutti è una guerra persa?

Secondo un’indagine di Public Health England (PHE)

  1. 6.3 milioni di adulti di 40-60 anni del Regno Unito non camminano a passo spedito 10 minuti consecutivi nel corso di un mese.
  2. Nel Regno Unito il 20% è meno attivo rispetto agli anni ’60.
  3. Si cammina 15 miglia in meno rispetto a 20 anni fa.
  4. La natura sedentaria della vita attuale rende difficile trovare il tempo per svolgere esercizio fisico.
  5. PHE chiede a tutti di camminare ogni giorno almeno 10 minuti a passo spedito
  6. E’ stata sviluppata una app ‘Active 10’ per mostrare a ognuno quanto cammina in modo spedito e come incorporarla nella propria vita quotidiana.
  7. Camminare in modo spedito almeno una volta al giorno riduce del 15% il rischio di morte precoce.
  8. Raggiungendo 150 minuti di camminata per settimana si riducono  il diabete di tipo 2 (del 40%), i problemi cardio-circolatori (35%), la demenza (30%) e alcune forme di cancro (20).
  9. La gravità di questa inattività fisica fra gli adulti, in UK, contribuisce a 1 morte su 6 e costa al servizio sanitario 0,9 miliardi di sterline.

 

Come vincere la nostra pigrizia

Sono passati 19 anni da questa intervista sulla sedentarietà ma direi che i consigli suggeriti per diventare più attivi sono ancora validi.

 

170 milioni $ per combattere la sedentarietà

Unfortunately, the vast majority of Americans don’t get enough exercise and a growing segment doesn’t get any exercise. Technology has allowed us to get by with less and less physical activity. Seventy-five years ago, it was very difficult to even make a living sitting down, but nowadays more and more people work sedentary jobs where they are seated a big portion of the day—and their bodies are rebelling for it!

  • Diabetes is on the increase and predicted to affect 1 in 3 people by 2050.
  • 70.7% percent of Americans aged 20 and older are overweight
  • 37.9% of Americans aged 20 and older are obese
  • Heart disease is still the leading cause of death in America. One in three deaths is related to heart disease

In 2017, US-NIH will launch a huge study to document in detail exactly what is happening in the body when exercising and prove that exercise is medicine.

The six-year, $170 million study will follow 3,000 sedentary people ranging from children to the elderly as they embark on an exercise program. A control group, who will remain sedentary, will also be tracked for comparison.

Giornata Mondiale dell’Attività Fisica

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