Archivio per il tag 'sport per tutti'

Il movimento in pillole: la proposta della UISP

C’è ancora un mese di tempo per usufruire delle “Pillole di Movimento” Uisp: un’occasione di benessere e socialità a disposizione di tutte e tutti, dal Nord al Sud d’Italia. Infatti, si concluderà il 31 maggio la campagna nazionale Uisp di contrasto alla sedentarietà e di promozione della cultura del movimento, che vede protagonisti 31 Comitati Uisp, oltre 235 Comuni italiani e 370 tra associazioni e società sportive dilettantistiche. Il progetto è finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lo Sport nell’ambito del Bando EPS 2020 e attraverso le farmacie dei circuiti Gruppo Lloyds e Federfarma provinciali, partner del progetto, verranno distribuite 480.000 confezioni di “Pillole di movimento”. Le confezioni di “Pillole di movimento” contengono coupon gratuiti che permetteranno di scegliere tra una rosa di oltre 1200 attività sportive e motorie promosse in tutta Italia. Ovvero, il bugiardino contenuto nella scatola, molto simile a quella di un farmaco da banco, consente di poter usufruire di un mese gratuito di attività fisica e verrà consegnato dal farmacista, così come un qualsiasi medicinale.

Il progetto è nato a Bologna nel 2011, grazie ad una rete molto capillare creatasi tra Uisp, le aziende Asl e le farmacie coinvolte. Un’idea vincente e assolutamente innovativa, che si è affermata nel territorio e che grazie a questo progetto nazionale viene lanciata per la prima volta a livello nazionale .In seguito alle difficoltà legate all’emergenza sanitaria ancora in corso, la durata del progetto è stata prorogata fino al 31 maggio.

Sport a misura di ciascuno

Muoversi è una necessità vitale, lo è stato per migliaia di anni quando l’uomo doveva muoversi per procurarsi il cibo per vivere o per fare la guerra, continua ad essere un’impellenza biologica e psicologica per il neonato che cresce e si sviluppa proprio attraverso l’acquisizione della libertà di movimento. Sedentari, invece, si diventa tanto che superata la soglia dei 60 anni il livello di pratica sportiva degli italiani scende sotto il 10%. L’affermarsi dello sport nella nostra cultura non è solo legato alle passioni che suscitano le grandi sfide agonistiche dal campionato di calcio agli ori olimpici ma si fonda anche su alcune idee che sono ormai parte integrante del patrimonio di convinzioni delle persone.

La prima si riferisce all’idea che lo sport è benessere e la seconda che lo sport è educazione alla vita. Pertanto, se ci si muove per stare bene, ciascun individuo esprime con questa attività  il diritto di avere opportunità per fare movimento e fare sport. Proprio per soddisfare questa esigenza si è affermato lo sport per tutti diventando un modo di essere che coinvolge milioni di persone.

Quali sono dunque i bisogni a cui lo sport per tutti fornisce una risposta:

Il bisogno di movimento – Viviamo in una società che ci obbliga a condurre una vita sedentaria, camminare per andare a lavorare o giocare per strada sono attività quasi impensabili e si deve sopperire a questa riduzione di movimento spontaneo istituzionalizzando momenti della giornata da dedicare esclusivamente all’attività fisica/sportiva. Per molti individui è la scoperta che possono agire attivamente e positivamente sulle reazioni del proprio corpo e di quanto queste siano inscindibilmente collegate alla loro condizione psicologiche, in un rapporto di reciproca influenza.

Il bisogno di autorealizzazione – Nello sport per tutti sono presenti necessità di autorealizzazione molto diverse tra loro e, certamente non tutte positive.  Una delle forme dell’intelligenza è quella cinestesica e gli sportivi traggono un senso di valorizzazione personale dall’acquisizione di un livello elevato di maestria nello svolgimento della loro attività. Un’altra modalità di autorealizzazione  collegata, invece, allo sport per tutti consiste nel  mantenimento di una condizione di benessere psicofisico soddisfacente. Non sono invece accettabili come forme di valorizzazione positiva quelle di coloro che si servono di sostanze nocive alla salute  o abusano nell’uso di farmaci per migliorare il loro aspetto fisico o le loro prestazioni sportive.

Il bisogno di appartenenza – Per molti sportivi la ricerca del contatto sociale attraverso la pratica motoria rappresenta una delle motivazioni principali. Lo sport diventa sinonimo di attività svolta in gruppo. Un’attività su tutte: il podismo; la corsa è uno sport individuale che si svolge in gruppo, perché il bisogno di stare con gli amici o di farsene di nuovi e di condividere con questi la propria esperienza sportiva personale è una dimensione psicologica fondamentale, che accompagna tutte le fasi della vita umana.

Il bisogno di gioco e di avventura – Sport per tutti  significa sport a misura di ognuno, in cui la soggettività e l’esigenza del singolo prevalgono sulla regola del modello competitivo tradizionale. Questo perché lo sport per tutti lo si pratica per piacere personale e le regole del gioco le stabiliscono i partecipanti.  L’avventura può diventare quella della persona sedentaria che decide per la prima volta nella sua vita di vincere le proprie resistenze e di mettersi in movimento.

Il bisogno di vivere in un ambiente naturale – E’ sempre più avvertita l’esigenza di fare dell’attività fisica immersi nella natura sia essa quella di un parco cittadino o quella del mare, della montagna o della campagna. La ricerca di un contesto ambientale adeguato   s’inserisce nell’ambito di uno stile di vita fisicamente attivo, in cui la natura diventa il luogo per eccellenza dove muoversi, fosse anche solo per camminare chiacchierando con gli amici.

Continua il declino dello sport per tutti

10 anni fa ho scritto questo blog e direi che le previsioni negative che facevo si sono avverate.

Non è un tema di attualità perchè è un fatto costante della nostra vita quotidiana. Si tratta dello sport per tutti. Quello che è stato chiamato: lo sport a misura di ciascuno. Gli anni 80 e 90 sono stati quelli dell’incremento degli sportivi attivi e le grandi associazioni di sport hanno raggiunto milioni di aderenti. Fu un successo incredibile e una grande esperienza sociale e di ricerca del benessere da parte degli italiani che erano sempre stati una popolazione di sedentari. Oggi però questa spinta si è ormai persa, il numero massimo di praticanti si ha nella scuola media e poi decresce costantemente: a 20 anni fanno sport, anche in modo irregolare, il 40% delle ragazze e il 60% dei ragazzi; a 30 anni il 30% circa delle donne e il 50% degli uomini, che a 50 anni si riducono al 20% e 30%.

Allora che fare?

Non basta evidentemente organizzare nelle nostre città migliaia di gare podistiche ogni domenica, perchè questo non aumenta la pratica fisica. Se non vogliamo trovarci tra pochi anni con una percentuale di obesi e di problemi sanitari crescenti è necessario che chi si occupa dello sport per tutti esca dai canoni tradizionali che sono stati così efficaci più di venti anni fa. Ci vogliono nuove idee, nuove forme di collaborazione tra le organizzazioni sportive per evitare di finire a condurre una vita divisa tra casa, mezzi di trasporto, scuola o lavoro, mezzi di trasporto e casa. Bisogna uscire dalla fase di denuncia e passare a quella delle scelte.

L’impegno francese per rendere lo sport un diritto di tutti e tutte

La nuova ministra dello sport francese Roxana Maracineanu ha presentato un barometro nazionale delle attività sportive che sarà aggiornato ogni due anni

Secondo il primo barometro nazionale delle pratiche sportive il cinquantadue per cento dei francesi sopra 15 anni praticano sport almeno una volta alla settimana: la ricerca è sviluppata da Injep-Istituto nazionale della gioventù e dell’istruzione popolare e Credoc-Centro di ricerca per lo studio e l’osservazione delle condizioni di vita. La percentuale dei praticanti sale al 75% tra i 16-25 anni secondo un’altra indagine, presentata al Ministero dello sport dall’associazione UCPA. Se i giovani preferiscono il body building e il fitness, di fronte al calcio e alla corsa, sono la corsa e la camminata le più amate dai francesi (40%), davanti alle “attività di fitness” e alla palestra (32%), seguite da sport acquatici e nautici (27%).

“Questo barometro è uno strumento che ci permetterà di valutare la pratica sportiva dei cittadini francesi ogni due anni, non ogni dieci anni come prima – ha detto Roxana Maracineanu, ministra dello sport francese - Sarà una bussola per guidare le nostre politiche pubbliche e intercettare le popolazioni più lontane dagli sport, come le donne o le persone con disabilità”.

Nella sua tabella di marcia, l’ex campionessa mondiale di nuoto, diventata ministra dello Sport lo scorso settembre, si è posta l’obiettivo di coinvolgere tre milioni di praticanti in più, cercando di far muovere il 20% dei non praticanti che dichiarano di voler praticare uno sport. Anche il primo ministro, Edouard Philippe, ha parlato di “sviluppo di pratiche sportive per tutti, ovunque, per tutta la vita”. (per approfondire clicca qui)

La precedente ministra dello sport francese, Laura Flessel, durante il suo mandato ha lanciato un bando per la creazione di ”liv-lab”, luoghi in cui le persone che non sono abituate a praticare sport vengono incoraggiate a muoversi attraverso l’uso della realtà virtuale. La Flessel è stata anche coinvolta nella lotta contro la discriminazione: è stata protagonista insieme a dieci atleti di una campagna di comunicazione contro il sessismo, il razzismo, l’omofobia e lo stigma della disabilità. In un contesto inedito per lo sport francese, dove la nuova governance, insieme ad una politica di austerità, incoraggia una privatizzazione dello sport e dunque un rafforzamento delle disuguaglianze, la FSGT-Fédération sportive et gymnique du travail è molto attiva per rendere effettivo il diritto allo sport per tutti e sui temi della disabilità con numerosi progetti. In particolare a Saint Denis, banlieu di Parigi, ha messo a disposizione a persone con disabilità e ai giovani frequentatori del quartiere uno spazio sportivo gratuito. Questa iniziativa permette di avvicinarsi e di svolgere una pratica sportiva regolare e duratura alle persone del quartiere e non solo: una pratica che mette insieme persone con disabilità e senza, dando vita ad un incontro sportivo che alimenta le relazioni umane e supera le diversità, contribuendo alla costruzione di una società inclusiva e ugualitaria. (Per approfondire clicca qui)

(Source UISP Massimo Tossini)

Sport per tutti ovunque

Risultati immagini per golf baikal

Lo sport per tutti è una guerra persa?

Secondo un’indagine di Public Health England (PHE)

  1. 6.3 milioni di adulti di 40-60 anni del Regno Unito non camminano a passo spedito 10 minuti consecutivi nel corso di un mese.
  2. Nel Regno Unito il 20% è meno attivo rispetto agli anni ’60.
  3. Si cammina 15 miglia in meno rispetto a 20 anni fa.
  4. La natura sedentaria della vita attuale rende difficile trovare il tempo per svolgere esercizio fisico.
  5. PHE chiede a tutti di camminare ogni giorno almeno 10 minuti a passo spedito
  6. E’ stata sviluppata una app ‘Active 10’ per mostrare a ognuno quanto cammina in modo spedito e come incorporarla nella propria vita quotidiana.
  7. Camminare in modo spedito almeno una volta al giorno riduce del 15% il rischio di morte precoce.
  8. Raggiungendo 150 minuti di camminata per settimana si riducono  il diabete di tipo 2 (del 40%), i problemi cardio-circolatori (35%), la demenza (30%) e alcune forme di cancro (20).
  9. La gravità di questa inattività fisica fra gli adulti, in UK, contribuisce a 1 morte su 6 e costa al servizio sanitario 0,9 miliardi di sterline.

 

Le nuove idee hanno radici antiche: Oddone Giovannetti

Ricordare non fa mai male, in questo caso Oddone Giovannetti, uno dei fondatori della UISP, nato a Correggio nel 1924 e morto un anno fa. Lo ricordo con una frase che ci ricorda che le idee fondamentali a favore dello sviluppo dell’essere umano sono valide a prescindere il periodo storico.

“Il tempo libero è un diritto fondamentale. L’uomo che trae dal suo lavoro solo di che vivere non è un uomo libero, ma conduce un’esistenza puramente biologica”.

Risultati immagini per oddone giovannetti

Oddone Giovannetti  alle Olimpiadi di Roma (1960).

Risultati immagini per oddone giovannetti

Gara ciclistica in notturno, Catania, 7/9/1958.

La tenacia nell’attività ricreativa

Si parla spesso di tenacia in relazione alle prestazioni sportive degli atleti ma non dobbiamo dimenticare che è un’abilità psicologica molto utile anche per chi pratica sport a livello ricreativo e come attività del tempo libero. In particolare, viene utilizzata per sostenere queste diverse situazioni:

  • Gestire le emozioni e l’attivazione del corpo nei momenti di difficoltà
  • Sentirsi pienamente coinvolti nell’attività che si sta svolgendo
  • Svolgere gli esercizi come una sfida piacevole
  • Riconoscere e apprezzare gli effetti benefici della persistenza di questa abitudine
  • Percepire lo sforzo fisico come necessario per migliorare il proprio benessere
  • Riconoscere e apprezzare i piccoli miglioramenti settimanali
  • Stimolare la motivazione quando si è stanchi

La corsa per tutti e per gli ultramaratoneti

Venerdì 20 febbraio la Sala Stampa “P.Maccherini” del Palazzo Berlinghieri di Siena ospiterà alle 11,30 la conferenza stampa della seconda edizione del Terre di Siena Ultramarathon, manifestazione podistica competitiva e non che si svolgerà domenica 1 marzo con partenze differenziate da S. Gimignano per la 50 km, da Colle val d’Elsa per la 32 km e da Monteriggioni per la 18 km. Prevista anche una passeggiata di circa 6 km per le vie del centro storico di Siena. Un appuntamento che coniuga il tema dello sport per tutti, caro all’Uisp Siena, promotrice dell’evento, con la valorizzazione del territorio e delle sue ricchezze turistiche e culturali.

Sabato alle 17,30 si svolgerà inoltre un convegno sulla “Preparazione psicologica nella ultramaratona” curato dal prof. Alberto Cei, consulente psicologo alle Olimpiadi di Atlanta, Sydney, Atene, Pechino e Londra. Al termine dell’incontro saranno presentati i percorsi di gara.

Le iscrizioni sono aperte fino a mercoledì 25 febbraio sul sito www.terredisienaultramarathon.it

Sappiamo ancora cosa è lo sport per tutti?

Parlando con gli allievi del Corso sul “Valore della differenza nella gestione dell’attività sportiva” mi sto rendendo conto giorno dopo giorno che abbiamo una diversa concezione di cosa sia lo sport per tutti. Anzi per loro è una cosa scontata, che consiste nel potere fare qualsiasi forma di attività fisica o sportiva. Probabilmente hanno ragione, ogni centro sportivo con le sue proposte di attività è un esempio di opportunità per tutti, dal nuoto, alla sala fitness, allo yoga e quant’altro. E lo stesso vale per le centinaia di corse podistiche che ogni fine settimana vengono organizzate nelle nostre città, corse di quartiere, corse per finanziare attività di charity di ogni tipo, maratone come quella di Roma che hanno 40.000 partecipanti e coinvolgono un’intera città. Cosa c’è di più diffuso della corsa che coinvolge decine di migliaia di persone e fornisce opportunità di lavoro per molti. E allora qual è la funzione degli enti di promozione sportiva il cui compito storico è stato di diffondere lo sport per tutti. A parte il termine obsoleto di “ente di promozione sportiva” continuano a essere una costola dei partiti politici? E’ un’idea bassa dello sport quella che ritiene che continui a esserci questa congiunzione fra politica e sport e che non dovrebbe più sussistere nel XXI secolo.

Non è questo il concetto di sport per tutti; certamente avere più palestre, più piscine e in termini globali più luoghi in cui fare del movimento e dello sport è importante ma è solo uno degli aspetti di questa idea di sport. Sport per tutti significa però un’altra cosa: praticarlo nel rispetto del proprio livello di capacità, del tempo dedicato, mantenendo ben presente che è un mezzo per migliorare il proprio benessere fisico, psicologico e interpersonale. Vuol dire porre l’individuo al centro del mondo dello sport e fornirgli opportunità di movimento. L’individuo, bambino, adolescente o adulto, deve essere il nostro interesse e non le sue prestazioni, questo è lo sport per tutti. Quante società sportive hanno questa finalità? La mission delle organizzazioni dello sport per tutti deve essere lo sviluppo e il mantenimento del benessere personale attraverso il movimento.  La ricerca del benessere deve servire ad abbattere la sedentarietà che è una delle principali cause di morte. Come ci ricorda il migliore dirigente dello sport per tutti che abbiamo avuto, Gianmario Missaglia “Viene acquisita dunque, nel 1990, una nozione particolare di sport per tutti: sport per tutti significa per l’UISP sport per ciascuno, sport per tutti significa non solo diritto formale di accesso al campo di gara, ma diritto ad una pratica permanente modellata sul soggetto. Lo sport per tutti è per l’UISP l’esatto contrario dello sport uguale per tutti. E’ solo con questa visione del diritto allo sport che si può affrontare l’irresistibile processo di pluralizzazione delle motivazioni e delle forme della pratica sportiva che abbiamo chiamato sport possibile”.

Pluralizzazione delle pratiche  e sport a misura di ciascuno. Ecco cosa unisce il fitness delle palestre allo sport come forma di inclusione sociale. Chi sta dentro questo flusso, quale sia il suo percorso, è nel grande fiume dello sport per tutti. Non è superiorità nei confronti della pratica dello sport come ricerca dell’eccellenza è semplicemente un’altra cosa, ognuna con la sua dignità e errori. Ciò che deve unire queste due forme di pratica sportiva è l’incontro con l’esigenza che l’attività sia svolta in modo etico, sappiamo che ciò spesso non avviene perchè la cultura della vittoria troppo spesso sovrasta la cultura di vinca il migliore o quella che esalta la partecipazione, l’essere parte parte di una storia, piuttosto che il risultato. La truffa si annida ovunque nello sport agonistico come in quello ricreativo perchè ingannare è parte dell’essere umano.

Nessuno racconta oggi questa storia, è un peccato che si perda, perchè viene a mancare una parte significativa della cultura dello sport italiano.