Autismo, solitudine, appartenenza e scuola

Ieri si è celebrata la giornata mondiale dell’autismo, un disturbo che colpisce molti bambini e futuri adulti che ancora costituisce un fattore di scarsa integrazione e inclusione nell’ambiente sociale, senza dimenticare che l’inserimento nel mondo del lavoro è ancora marginale. Nel complesso le notizie negative sono tuttora molte, e le famiglie vivono quotidianemte la responsabilità dello sviluppo dei loro figli con aiuti limitati da parte del sistema sanitario nazionale e della scuola. Di positivo vi è la rete di associazioni spesso fondate da genitori con figli con autismo che rispondono ad alcune fra le loro molte esigenze che variano dai percorsi terapeutici ai programmi sportivi e di altro genere.

Nel nostro piccolo, anche noi come Accademia di Calcio Integrato partecipiamo nel fornire risorse a questi giovani e alle loro famiglie. Il nostro scopo, attraverso l’insegnamento del calcio, è di ridurre la solitudine attraverso la costruzione di una community fra genitori e sport, e favorire lo sviluppo di un senso di appartenenza attraverso il calcio: Ciò avviene in diversi modi, fra cui il progetto “Compagni di classe” che consiste nell’invitare alcuni compagni di classe a giocare a calcio insieme in determinate giornate dell’anno scolastico. Sono giornate di sport e di festa a cui partecipano anche gli insegnanti e durante questa attività i giovani con autismo si presentano agli altri in un modo diverso, più capace e per loro più soddisfacente rispetto a quello mostrato nella vita scolastica.

Siamo consapevoli che queste esperienze dovrebbero essere più frequenti ma in ogni caso evidenziano qualità e apprendimenti dei giovani con autismo che insegnanti e compagni di classe non vedono durante l’orario a scuola.

Sono attività che opportunamente organizzate potrebbero essere svolte anche nelle scuole laddove invece sono abitualmente assenti. Queste esperienze stanno a indicare le possibili strade che potrebbero essere percorse per realizzare nei fatti l’inclusione a scuola. In relazione allo sport, le società sportive come la nostra, mostrano come ciò potrebbe avvenire. La Scuola nel suo complesso non è pronta a cambiare per rendere quotidiane esperienze come questa di “Compagni di classe” e quindi l’inclusione continua a restare vincolata alla buona volontà di insegnanti e dirigenti scolastici.

 

0 Risposte a “Autismo, solitudine, appartenenza e scuola”


  • Nessun commento

Contribuisci con la tua opinione