Archivio mensile per gennaio, 2022

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Saper sopportare gli stupidi

I saggi sono sempre stati poco tolleranti, perchè chi aggiunge scienza aggiunge impazienza. Chi molto conosce è difficile da soddisfare. La più grande regola di vita è, secondo Epitteto, la tolleranza, e in essa fece consistere la metà del sapere. Se bisogna tollerare tutte le scempiaggini, ci sarà bisogno di tanta pazienza. A volte le persone che più tolleriamo sono quelle da cui si dipende, ché ciò serve per imparare a vincersi. Dalla tolleranza nasce l’inestimabile pace, che è quanto di meglio vi sia sulla terra. E colui che non si ritrovasse nella disposizione di tollerare, ricorra al ritiro in sé stesso, ammesso che riesca a tollerare almeno sé stesso.

(Baltasar Gracian, 1647)

Come stare bene in questo periodo di crisi

Cosa insegna la psicologia dello sport per mantenere la calma e promuovere il proprio benessere in questo periodo.

Affronta i tuoi obiettivi – Suddividili in obiettivi di livello più piccolo. Prima di affrontare una situazione impegnativa, dividila in pezzi più piccoli.

Rilassati - Respirazione, rilassamento fisico e meditazione riducono il livello di eccitazione elevato e svuotano la mente. Dopo visualizza il successo.

Dialoga con te stesso in modo costruttivo - Usa affermazioni positive. Dì a te stesso: ‘Posso farlo, l’ho già fatto altre volte m’impegno e ci riesco’.

Visualizza il successo - Immaginati mentre raggiungi gli obiettivi che ti sei prefissato, immagina di superare le difficoltà in modo efficace.

Concentrati sugli errori - Ricordati gli errori e subito dopo visualizza la soluzione corretta.

Non sono attività difficili da realizzare e non richiedono particolari abilità psicologica. Ogni persona può seguire questo programma. L’unico vero ostacolo riguarda la difficoltà nel seguire giornalmente questo programma.

 

Lo sport coinvolge atleti e allenatori in un sistema di responsabilizzazione collettiva?

Avete mai sentito parlare di organizzazioni sportive che, in questo periodo, si siano rivolte a psicologi per parlare con i loro atleti e allenatori su come affrontare la pandemia, allo scopo di responsabilizzarle e diffondere quei comportamenti di ognuno che servono per salvaguardare la salute del gruppo?

Il role playing, giochi di ruolo, nascono proprio dalla consapevolezza che tramite il coinvolgimento diretto delle persone in una situazione specifica, in questo caso ad es. medico che spiega le regole da tenere in questo periodo e atleta/allenatore che le accetta. L’immedesimazione in uno di questi personaggi porta a ricercare le informazioni necessarie per sostenere il ruolo richiesto e avvia un processo di auto-convincimento.

E’ un modello ideato da Kurt Lewin nel 1942 per cambiare le abitudini alimentari degli americani che già in quegli anni produsse risultati molto positivi.

Per realizzare questo approccio oggi, nelle nostre società sportive e nelle federazioni, servirebbero dirigenti che ricercano soluzioni alle difficoltà legate alla facilità del contagio non solo nel classico modo di ordinare cosa va fatto ma che si servano, anche, di un sistema basato sul coinvolgimento attivo dello staff e degli atleti nel promuovere un senso di responsabilizzazione collettiva.

 

Un luogo dell’anima: i Ponds, nuotare nei laghi a Londra

In un mondo di costante flusso e caos, è quasi uno shock scoprire che alcune esperienze rimangono naturali, senza fretta e immutate. Nel mezzo della Londra metropolitana si trova Hampstead Heath, 320 ettari di foresta, parco, fauna selvatica e tre stagni. La gente ci nuota tutto l’anno, qualunque sia il tempo, proprio come facevano ai tempi di Keats e Constable, e il documentario li ha filmati per 12 mesi mentre nuotavano, ridevano, cantavano, si lamentavano, ruminavano, filosofeggiavano e semplicemente cercavano una tregua da tutto ciò che la vita gli lanciava.

The Ponds è un documentario che mostra un ambiente acquatico unico nel Regno Unito nel 2019.

Secondo uno dei nuotatori, i russi hanno un’espressione che cattura il fascino degli stagni. ‘Zhivaya voda’ significa letteralmente ‘acqua viva’ – l’idea che chiunque nuoti in uno specchio d’acqua contribuisce alla sua essenza. Per i nuotatori che s’immergono quotidianamente l’atto di entrare nell’acqua fredda degli stagni porta una sensazione di libertà dallo stress della vita, un senso di connessione con la natura e gli altri nuotatori, e una sensazione euforica e così potente.

A bird flying over swimmers in the mixed pond at Hampstead Heath on the first day of reopening after lockdown.

Il calcio non è più uno sport di squadra

Le regole sul trasferimento dei calciatori da una squadra all’altra durante la stagione agonistica stanno distruggendo nel calcio l’idea stessa di squadra. Insigne ha appena firmato un contratto che lo lega al Toronto a partire da giugno prossimo. Morata vorrebbe andare via ma non ci riuscirà subito perchè la Juventus non ha un altro centravanti. Icardi ha sempre le valige pronte. Sono solo alcuni degli esempi più famosi di questi giorni, per non parlare di Cristiano Ronaldo che pochi mesi fa è andato al Manchester United a campionato iniziato.

Molti giocatori si stanno trasformando in mercenari del calcio, che si spostano in funzione degli interessi economici del Club, dei loro procuratori e di loro stessi. Ma non te ne eri accorto? Sì, certo tuttavia mai come ora questa dimensione del calcio aveva preso il sopravvento sull’idea di costruire una squadra unita sugli obiettivi da raggiungere. E’ un processo che richiede e non può essere soggetto a frequenti cambiamenti.

Su cosa si basa oggi il tifo, non certo sulla squadra nella sua concretezza fatta di nomi e cognomi e del gioco espresso da questi giocatori. Si sta diventando sempre più spesso tifosi di un’idea astratta, di quello che per il tifoso significa quella squadra  ma non di ciò che è ora. D’altra parte è inutile affezionarsi a un calciatore perchè è probabile che domani venga ceduto per salvare il bilancio del Club o perchè vuole guadagnare qualche milione di più. E’ il caso di Lukaku che ora si lamenta della sua nuova squadra e dobbiamo assistere alla liturgia dell’allenatore che lo esclude e di lui che chiede scusa e dice che s’impegnerà a riconquistarsi la fiducia dei tifosi.

Il calcio sta perdendo uno degli aspetti essenziali di ogni squadra e cioè che si vince e si perde ma insieme. Non vedremo più i famosi 15 minuti finali del Manchester United che sono stati espressione di una mentalità collettiva costruita nel tempo o il cinismo della Juventus nel portare a casa il risultato o l’entusiasmo generato dai 10 e i 9 delle squadre perché oggi non ci sono più e non sentiremo più frasi come: “date la palla a … che poi ci pensa lui”. Rivoltando al contrario una frase di Eduardo Galeano, penso che nel tempo i tifosi non diranno più “oggi giochiamo”, si perderà il senso del noi a favore di un più neutro “oggi gioca la mia squadra”.

Perchè i buoni propositi d’inizio anno falliscono

I primi giorni dell’anno sono generalmente quelli in cui le persone esprimono buoni propositi per cambiare Di solito si vuole diventare fisicamente più attivi, seguire una dieta, avere più tempo e prendersi cura di se stessi, ridurre gli stress della vita quotidiana e così via.

Molti di questi progetti restano a livello di intenzione senza tradursi mai in pratica, altri invece vengono portati avanti per un po’ di tempo e pochi sono quelli che diventano parte della vita quotidiana, modificandola in modo positivo e duraturo. Questi ultimi sono condotti da persone che sono riuscite a trasformare il proprio disagio attraverso azioni da cui traggono piacere, magari hanno scelto anche attività che sentono vicine al proprio carattere e in cui si sentono sostenuti dal partner, in famiglia e dagli amici. Quando si realizza questa sintonia è molto più probabile che i progetti di cambiamento vadano a buon fine e modifichino in modo stabile il proprio stile di vita.

Al contrario in assenza di questa combinazione di fattori, le attività che conducono al cambiamento sono percepite come noiose o troppo faticose, il piacere è del tutto assente e le persone si sentono obbligate a seguire quanto viene detto loro, come se si trattasse di seguire una cura medica. E’ piuttosto ovvio che di fronte ai primi ostacoli queste persone abbandonino i loro progetti iniziali.

In sostanza, prima di buttarsi in nuovi progetti è necessario essere consapevoli di quali siano le attività nuove e più positive che potrebbero produrre un sensazione di piacere e di ciò che serve per produrre su se stessi un impatto emotivamente positivo. Infine, non bisogna mai dimenticarsi di avere dei validi sostenitori durante la realizzazione di questo cambiamento.

Fotografia Di Messa A Fuoco Selettiva Della Persona Che Tiene L'avventura Inizia La Tazza

Mourinho alla ricerca di un secondo empatico

Mourinho ha licenziato il suo secondo allenatore alla Roma per scarsa empatia nei confronti della squadra. Questa situazione ha messo ancora una volta in evidenza che un professionista molto competente sotto il profilo delle competenze tecnico-scientifico se a queste non accompagna la capacità di sapere comunicare e di mostrare un elevato grado empatia verso il gruppo viene rifiutato.

Infatti, l’empatia stimola lo sviluppo di comportamenti sociali adattivi come la cooperazione e l’aiuto. È anche fragile, e comunemente scompare in situazioni di conflitto squadra. Quando un esperto non mostra questa qualità nel suo rapporto con gli altri, il risultato è che le sue competenze tecniche non vengono ascoltate dai giocatori e vengono interpretate non come una fonte di aiuto ma come un modo per essere critici e distruttivi.

L’empatia è quindi indispensabile nei rapporti professionali, poiché consente agli atleti di accettare le osservazioni critiche sulle loro prestazioni senza sentirsi attaccati come persona.

Mourinho e il futuro: "Cerco un club con ambizione ed empatia, come era  all'Inter" - la Repubblica

10 domande per il nuovo anno ad allenatori e atleti

Iniziamo l’anno con una valutazione di come alleniamo se siamo allenatori e di come impariamo se siamo atleti. Riflettere su questi 10 punti permette di stabilire i prossimi obiettivi di miglioramento dell’atleta/squadra.

Con che frequenza insegno o imparo come allenatore o atleta che:

 

  1. L’atleta controlla totalmente il processo delle sue azioni (tecnico-tattico, timing, precisione e rapidità) e molto meno  il risultato.
  2. Il prima determina il dopo (es: qualità del warm-up determina la prontezza fisica e mentale ad allenarsi e gareggiare).
  3. L’errore è parte integrante dell’allenamento e il miglioramento avviene attraverso la reazione immediata a questa situazione.
  4. Bisogna mantenere elevata l’intensità e concentrazione durante l’allenamento.
  5. Si deve essere mentalmente pronti a fare e non solo fare.
  6. Bisogna essere consapevoli dei propri pensieri, emozioni e azioni.
  7. L’allenamento non è una sequenza di esercitazioni ma di situazioni da risolvere nel modo migliore.
  8. Il dialogo allenatore/atleta/squadra è un aspetto fondamentale del successo come allenatore e atleta.
  9. Prima d’iniziare un esercizio bisogna sempre immaginare per qualche istante il compito da svolgere.
  10. Le routine comportamentali sono indispensabili per eseguire compiti impegnativi e per affrontare le situazioni di gara.

Grazie Presidente