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Mourinho alla ricerca di un secondo empatico

Mourinho ha licenziato il suo secondo allenatore alla Roma per scarsa empatia nei confronti della squadra. Questa situazione ha messo ancora una volta in evidenza che un professionista molto competente sotto il profilo delle competenze tecnico-scientifico se a queste non accompagna la capacità di sapere comunicare e di mostrare un elevato grado empatia verso il gruppo viene rifiutato.

Infatti, l’empatia stimola lo sviluppo di comportamenti sociali adattivi come la cooperazione e l’aiuto. È anche fragile, e comunemente scompare in situazioni di conflitto squadra. Quando un esperto non mostra questa qualità nel suo rapporto con gli altri, il risultato è che le sue competenze tecniche non vengono ascoltate dai giocatori e vengono interpretate non come una fonte di aiuto ma come un modo per essere critici e distruttivi.

L’empatia è quindi indispensabile nei rapporti professionali, poiché consente agli atleti di accettare le osservazioni critiche sulle loro prestazioni senza sentirsi attaccati come persona.

Mourinho e il futuro: "Cerco un club con ambizione ed empatia, come era  all'Inter" - la Repubblica

Il nuovo stile di leadership del calcio

La leadership trasformazione è il nuovo modello di guida che partendo dal mondo manageriale si è esteso negli ultimi anni a quello dello sport. Eccone le 4 caratteristiche principali e gli esempi di allenatori di calcio che la utilizzano

  1. Influenza idealizzata – Trasmette orgoglio ai collaboratori, rappresenta un buon esempio da seguire e permette al leader di guadagnarsi il rispetto dei collaboratori in un modo che incrementa la rilevanza dei valori. Ferguson: “Ho sempre molto orgoglio nel vedere i giocatori più giovani che si sviluppano”. In tal modo il lavoro di un allenatore è analogo a quello di un insegnante. Si formano le competenze tecniche, si costruisce una mentalità vincente e persone migliori.  Questo determina nei giovani fedeltà verso la Società, poiché sono consapevoli della opportunità che hanno ricevuto.
  2. Motivazione inspirazionale – Trasmette la visione di dove il gruppo sta andando motiva i membri del gruppo e li stimola nel contempo ad assumere compiti sfidanti. Comunica ottimismo ed entusiasmo e stimola l’auto-efficacia. Guardiola: “Io non voglio che tutti cerchino di dribblare come Leo Messi, bisogna passare la palla, passarla e passarla di nuovo…  Passare, muoversi bene, passare ancora una volta, passare, passare, e passare … Voglio che ogni mossa sia intelligente, ogni passaggio preciso, è così che facciamo la differenza dal resto delle squadre, è tutto quello che voglio vedere”.
  3. Stimolazione intellettuale – Incoraggia la soluzione dei problemi attraverso nuove e creative strategie. Klopp: ““Giocare partite indimenticabili, essere curiosi e impazienti di giocare la prossima partita per vedere cosa succederà, e questo è ciò che dovrebbe essere il calcio. Se fai tuo questo atteggiamento, avrai successo al 100%”.
  4. Considerazione individualizzata – Riconosce l’impegno  e i bisogni di ognuno all’interno del gruppo, attraverso l’empatia, l’ascolto, la compassione e il processo di coaching. Mourinho: “Ci sono molti modi per diventare un grande manager … ma soprattutto credo che la cosa più difficile sia di condurre gli uomini con differenti culture, cervelli e qualità”. All’Inter concesse una vacanza a Wesley Sneijder che era esausto. “Tutti gli altri allenatori hanno parlato solo di formazione”, ha detto Sneijder. “Mi ha mandato in spiaggia. Così sono andato a Ibiza per tre giorni. Quando sono tornato, ero disposto a uccidere e morire per lui”.

Per Mourinho il Chelsea è crollato sotto lo stress

Mourinho descrive molto bene che cosa significa crollare sotto pressione dopo la sconfitta contro il Chelsea PSG.

“PSG ha meritato di vincere”, ha detto Mourinho. “Quando una squadra non può difendere due angoli, e concede due volte, la squadra non merita di vincere. Quando una squadra non può far fronte alla pressione di giocare in casa con un uomo più, e lo stadio non accetta che la squadra abbia il controllo il gioco e vogliono che vadano avanti e vincere … non abbiamo saputo far fronte a tale pressione. Per loro è stato facile: 10 uomini, organizzazione difensiva, due linee di quattro, lanci lunghi per il contro-attacco, in attesa di calci di punizione e angoli. Mentalmente loro non avevano nulla da perdere. Erano esperti, erano buoni, e se lo meritavano.
“Chiaramente alcuni dei miei giocatori non potevano far fronte a tale pressione. Le prestazioni individuali non sono state abbastanza buone. Quando concedete due volte da due angoli, si tratta di una mancanza di concentrazione, mancanza di responsabilità per far fronte agli avversari e lo spazio da controllare. Così abbiamo meritato di essere puniti con questo pareggio. Siamo spiacenti per questa sconfitta”.

Molti altri allenatori anziché responsabilizzare la squadra per gli errori commessi, avrebbero dichiarato invece che solo per alcuni episodi sfortunati la squadra non ha vinto.

Al Real Madrid non è bastata la volontà

Con la volontà si può tutto aveva detto Mourinho, ma questa volta non è anadata bene per il Real Madrid. Drammatizzare le partite e creare forti aspettative su come giocherà questa volta la squadra è la filosofia di questo allenatore. Ieri sera il Real Madrid sembrava attendere gli avversari nella speranza di un loro errore, ma evidentemente non tutti condividevano questo approccio, giacchè Ronaldo si lamentava vistosamente di questo atteggiamento dei suoi compagni. Quindi squadra poco unita se la sua stella principale si arrabbiava con gli altri. Insomma questa versione moderna degli Orazi e Curiazi non ha funzionato. Inoltre la volontà da sola non funziona se non si coniuga con la tenacia di volere ottenere il risultato a ogni costo.