Archivio mensile per settembre, 2019

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Kim Clijsters: ritorno alla giovinezza

Kim Clijsters ha deciso di ritornare al tennis, impresa difficile a 36, 3 figli e dopo 10 anni dal suo ritiro dai campi.

Ha intrapreso un percorso molto difficile, estremo per tornare a giocare con le tenniste migliori. Decisione folle, si sarebbe detto, sino a qualche anno fa. Ora è molto più giustificata dal cambiamento che sta avvenendo nello sport:

  • la vita agonistica si allunga, si può tronare ai massimi livelli pur avendo un figlio,
  • si può continuare a giocare anche dopo i 30 anni al massimo livello,
  • la passione viene meno schiacciata da considerazione collegate all’età cronologica,
  • se la vecchiaia è stata spostata in avanti di 10 anni, da 65 a 75 anni, allora la giovinezza atletica può giungere più avanti sino a 40 anni.
Kim Clijsters celebrates after winning a match at Wimbledon in 2012.
Le motivazioni sono personali e Kim Clijsters ha così illustrato la sua scelta:

“Non mi sembra di voler dimostrare qualcosa”, ha detto Clijsters al WTA Insider Podcast. “Penso che per me sia la sfida”.

“Ho amici che direbbero: “Voglio correre la maratona di New York prima di compiere 50 anni”. Per me, amo ancora giocare a tennis. Ogni volta che sono in un Grande Slam a giocare alle Leggende, se qualcuno chiede – ehi,  vuoi colpire qualche palla -, sono la prima a farlo. Oggi sarò il partner del tuo allenamento. Amo ancora giocare a tennis”.

“L’amore per questo sport è ovviamente ancora lì. Ma la domanda è: sono ancora in grado di portarlo a un livello a cui vorrei che fosse e dove voglio essere prima di giocare a livello elevato di una delle migliori tenniste del mondo?

“Non sento il bisogno di dimostrare nulla, ma voglio sfidare me stessa e voglio essere di nuovo forte. Questa è la mia maratona. E’ qui che dico OK, proviamoci”.

 

Stiamo concentrati sui nuovi dati e leggiamo

Nuova stagione agonistica, nuove sfide

Per tutti: leggiamo di più, molto di più, non accontentiamoci di ciò che sappiamo

Siamo increduli di quanto poco sappiamo

Non pensiamo di avere studiato già sin troppo

Stupiamoci con i nuovi concetti e dati che la scienza ci propone

Ridiamo le strade ai bambini per giocare

Volete che i bambini possano giocare liberamente fuori dalla porta di casa?

Siamo un movimento guidato da genitori e residenti in UK che restituisce ai bambini la libertà di giocare per strada e negli spazi in cui vivono, per la loro salute, felicità e senso di appartenenza. Nel nostro sito troverete tutto ciò di cui avete bisogno per iniziare regolari sessioni di ‘play out’ per strada o altre azioni per innescare il cambiamento nel luogo in cui vivete. Anche idee, storie e obiettivi raccolti da persone in tutto il Regno Unito e oltre.

I bambini non giocano come facevano una volta, perdendo la #attivitàfisica, l’amicizia, la #comunità, la libertà e l’indipendenza. Un movimento crescente di genitori, residenti e organizzazioni sta cambiando questa situazione e si può essere coinvolti: #playingout.

Risultati immagini per playingout

Autismo, sport e campo estivo

Summer camp for children with ASD and parents’ perception of changes in psycho-social skills

ALBERTO CEI, BRUNO RUSCELLO and DANIELA SEPIO

IJSP, 2019, 50, 162-175

The study examined in children with ASD their psychosocial behaviors pre/post a summer sport camp of two intensive weeks in term of time (5 hours per day) and multidisciplinary approach. Participants were 29 children (8-13 years) from mild to severe degrees of ASD. They alternated the three activities each day for a time of 75 minutes: soccer, aquatic activities and expressive activities. The team leading the camp consisted in coaches, sport psychologists, one speech-language therapist and one physician. The Adaptive Social Skills Measure (Walker et al. 2010) has been used to assess the children psychosocial skills in four areas: verbal communication, social interaction, transitions and attention to task. The parents filled the questionnaire pre/post the camp assessing the psychosocial competences of their children. Results showed the parents perceived significant improvement in children for all four subscales. The data outlined the relevance to study in a natu- ralistic context these psychosocial skills in a short period of training but intensive for number of hours per day and activities practiced.

Corsi di formazione per comprendere lo sviluppo dell’atleta

Il progetto lo Sviluppo a Lungo Termine dell’Atleta promuove un approccio professionale e scientifico al lavoro di ogni esperto dello sport (allenatore, psicologo, medico, dirigente).

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Bianca Andreescu mindset

 

Siamo ancora un paese di sedentari

Lo sport per tutti in Italia è considerato come l’ora d’aria per i carcerati, per scaricare un po’ delle frustrazioni che ci affliggono. Per cui a scuola non si va oltre le due ore settimanali e l’insegnante di educazione fisica è il meno considerato nei consigli di classe. Per fortuna ci sono i genitori che sono disposti a pagare affinché i loro figli pratichino sport presso una società sportiva. Non parliamo poi degli adulti verso i quali non è mai stata fatta alcuna politica per avvicinarli a un approccio attivo all’attività fisica. E’ uno discorso ormai vecchio e ripetitivo che è ritornato alla ribalta al convegno organizzato dal Coni e Istat sul tema “Lo Sport in Italia – Numeri e Contesto 2014”. E’ emerso che i sedentari sono oltre 24 milioni, pari a quasi il 42% della italiani. Percentuale che è un Everest al Sud, 56,2%,  mentre al Nord scende al 31,7% e al Centro al 41%.  Per capire la drammaticità di questi dati, basta ricordare che in Europa i paesi con maggiori praticanti sono, secondo l’indagine Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica  quelli del Nord-Europa: la Svezia dove il 70% delle persone dichiara di fare ginnastica o sport almeno una volta a settimana, superando di poco la Danimarca (68%) e la Finlandia (66%) seguita dai Paesi Bassi (58%) e dal Lussemburgo (54%).

Più di un quarto dei cittadini europei non fa assolutamente alcun tipo di esercizio fisico al di fuori dall’orario di lavoro. In Italia questo dato sale al 43%. Lo rivelano le ultime statistiche Eurostat. Secondo questo dataset il 28% degli europei nel 2017 non ha fatto alcun tipo di moto nel tempo libero.

Ranked bar chart of share of population who exercise outside work, 2017

All’estremità negativa della graduatoria, ci sono il Belgio, la Bulgaria, la Croazia, Cipro, Malta, il Portogallo l’Ungheria e l’Italia. Anche se lo sport, inteso come stile di vita fisicamente attivo, non è parte dell’agenda politica si deve però passare dalla semplice denuncia a proposte concrete. Ne evidenzio qualcuna fra quelle formulate negli USA da 50 associazioni scientifiche, accademiche e professionali:

  • Programmi di educazione pubblica per assicurare che vengano compresi i benefici di stile di vita salutari e come utilizzare le opzioni che gli vengono proposte.
  • Educazione professionale, in modo che i professionisti della salute considerino l’attività fisica come un segno vitale alla stregua dei livelli pressione del sangue e del colesterolo, così da essere monitorati e tracciati con regolarità.
  • Electronic Medical Records che includano i campi dell’attività fisica così da potere facilmente iniziare a registrare l’esercizio fisico come segno vitale.
  • Curricula della scuola medica che forniscano a tutti i medici un’adeguata conoscenza di come parlare con i pazienti in relazione a uno stile di vita salutare.
  • Incremento delle opportunità offerte alla popolazione di praticare esercizi e attività fisica, con particolare riguardo alle disuguaglianze e altre barriere.

Le regole psicologiche di Bianca Andreescu

I comportamenti psicologici della nuova stella del tennis, vincitrice degli US Open, Bianca Andreescu:

“Prima di ogni torneo e di ogni mossa che fa, Bianca Andreescu si siede, chiude gli occhi e visualizza esattamente i risultati a suo favore. E’ diventata una delle chiavi del suo successo”.

“Dopo aver vinto l’Orange Bowl, un paio di mesi dopo, ho davvero creduto di potere stare a quel livello. Da allora, onestamente l’ho visualizzato quasi ogni singolo giorno. Che diventi una realtà è così folle. Queste visualizzazioni funzionano davvero, davvero bene”.

“Il ritmo è essenziale nel tennis e i giocatori parlano all’infinito del match play giocato per avere chiarezza mentale sotto pressione”.

“Andreescu è anche una combattente estroversa, che urla al proprio team nel box e in faccia alla sua avversaria. Dall’inizio contro Williams, ha sottolineato i suoi successi con acclamazioni forti e feroci, un saluto alla sua squadra, ma anche un messaggio al campo”.

“Andreescu, che ormai ha visualizzato tutti gli slam che vincerà e tutto quello che otterrà in questo sport, ha semplicemente risposto:”Beh, abituati.” (Rivolgendosi al suo allenatore, Sylvain Bruneau, dopo che aveva appena ricevuto il suo trofeo agli US Open in qualità di allenatore. In questa circostanza, Bruneau ha afferrato il trofeo d’argento in modo goffo dicendo: “Non sono abituato a questo, a tenere trofei”).

(Fonte: https://www.theguardian.com/sport/2019/sep/08/bianca-andreescu-remarkable-vision-us-open)

Bianca Anreescu

Nadal: Gioco per essere il più competitivo

Giocare per essere il più competitivo. Sembra essere questo lo scopo di Nadal, e non per diventare di nuovo il n.1 o superare Federer per numero di vittorie.

Nadal gioca a tennis perché gli piace questo sport ed è costantemente impegnato al massimo per mantenere il più a lungo possibile questa opportunità. Ha capito e integrato in lui che per vincere non bisogna avere la preoccupazione di vincere, ma che solo la dieta per lui migliore, l’allenamento per lui migliore, la cura di se stesso per lui migliore determinano l’uomo più competitivo in campo.

E’ ciò che avviene prima che determina cosa farà in campo. La partita rappresenta l’apice di questa preparazione rivolta a provare il massimo del piacere nel dimostrare a se stessi e al mondo la propria competitività.

Nadal vince gli Us Open dopo una sfida infinita contro Medvedev

Maradona ritorna in Argentina

Maradona ritorna in Argentina ed è subito entusiasmo a mille!

Maradona torna in Argentina: è il nuovo allenatore del Gimnasia